Elephant Village…

Di: Beatrice Guardati

Chiediamo a Big di accompagnarci e lui naturalmente sapeva già la strada… chissà quanti turisti aveva già portato!

Arrivati! Eravamo appena scesi che Big… si era già trovato un posticino all’ombra dove appisolarsi nel tempo in cui noi andavamo sull’elefante. Andiamo alla baracchina in legno a chiedere informazioni sul costo, anche li dovevamo scegliere il percorso corto o quello lungo. Scegliamo quello lungo senza sapere che praticamente era il percorso corto fatto due volte (ahahah… che bella trovata per turisti!! Ma Roberto ci aveva avvertito di non stupirci di niente… ora forse cominciavo a comprendere quello che voleva dire).

Saliamo in cima alla “torretta” di partenza, dove ci aspettava l’elefante e il thai seduto sulla sua testa, saliamo, ci leghiamo la cintura e partiamo. Se devo essere sincera a me… ma anche a Federico e a Maurizio, non è piaciuto moltissimo, il movimento dell’elefante ci ha fatto quasi venire l’agitazione di stomaco, sembrava di essere in barca e inoltre, a metà percorso il thai non so cosa dovesse fare, si è fermato a casa sua (i thai dell’elephant village abitano tutti li, in piccolissime casette di legno) e ci ha mollato da soli in mezzo alla vegetazione e ancora… in cima all’elefante! Tornando dopo due o tre minuti come se niente fosse stato, con l’elefante che intanto si muoveva facendo i comodi suoi.

Finalmente finiamo questo giro e scendiamo, compriamo la foto che ci hanno fatto mentre facevamo il percorso e ci facciamo riportare in hotel da Big.

Scendiamo dal taxi e ci diamo appuntamento con Big verso le ore 19,00 per andare al centro commerciale Tokyo. Un centro commerciale enorme, raccomandatoci da Roberto e con tantissimi negozi di tutti i tipi, ristoranti e bancarelle. Decidiamo cosi di mangiare li mentre facciamo un po’ di compere. Guardiamo l’orologio e sono già le 21,00 e ancora non avevamo girato tutto il centro, anzi ne mancava addirittura più della metà!

Usciamo e mentre torniamo al taxi ci mangiamo uno spiedino di pollo con salsa agrodolce, comprato alle tipiche bancherelle che sono per strada e che emanano odori cosi buoni che io personalmente ne mangerei in quantità industriali. Saliamo sul taxi e ci dirigiamo verso l’hotel.

Entrati in albergo ci sediamo ai tavolini del piano bar, al centro un enorme tastiera e una cantante thailandese molto brava, che cantava pezzi esclusivamente in lingua inglese e molto famosi. Ah dimenticavo! Avevamo tre consumazioni gratuite offerte dall’albergo!

Tra una chiacchera e l’altra facciamo mezzanotte e decidiamo di andare a dormire.