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Thailandia

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SONO ANCORA MOLTI GLI ITALIANI CHE CONTINUANO A RECARSI IN THAILANDIA E CHI C’E’ GIA’ STATO… VORREBBE ORA PROVARE NUOVI ITINERARI E SCONOSCIUTE METE PER I PROPRI ALLENAMENTI. E’ IL CASO DI LUCA PERI… CHE QUESTA VOLTA VOLEVA CONOSCERE IL NORD THAILANDIA. LO ABBIAMO AIUTATO VOLENTIERI DANDOGLI ALCUNE DRITTE E SOPRATTUTTO RACCOMANDANDOLO A LUCA MAYNARDI… UN NOSTRO AMICO ED APPASSIONATO PRATICANTE DI Muay Thai… IL NOSTRO COLLABORATORE E PERSONA DI RIFERIMENTO A CHIANG MAI.

Luca Peri alla scoperta del nord Thailandia

Di: Luca Peri

         

Come ormai da molti anni a questa parte, decido di partire per un viaggio-studio-allenamento in Thailandia. Ogni volta cerco sempre di trovare posti nuovi, mete poco frequentate dai turisti, dove spero di incontrare dei maestri in grado (e soprattutto con la voglia concreta…) di insegnarmi qualche nuovo segreto sulla Muay Thai.

Quest’anno la scelta è stata per il nord della Thailandia e confini con la Cambogia, perché un amico mi aveva parlato bene di un maestro di Chiang Mai, che insegna in una palestra chiamata Chiay Yai Gym ed incuriosito da lui… mi è venuta voglia di visitarlo.

    

Vengo a sapere attraverso il sito de “ilguerriero.it” che Roberto Fragale, in uno dei suoi tanti viaggi, ha visitato anche questo camp… (ma… e dov’è che non è stato questo qua?) e  così decido di contattarlo, sperando di potermi far dare indicazioni più precise su come trovarlo.

    

Lo chiamo al telefono… ma lui non mi risponde… Vengo poi a sapere che in quel momento si trova a Bangkok (e ti pareva…) per i Campionati Mondiali del WMF. Molto gentile e disponibile come sempre, mi risponde subito dopo via SMS dicendomi dove si trova e chiedendomi se avessi bisogno di qualcosa… Ci scambiamo quindi qualche messaggio, nei quali gli spiego il motivo del mio cercarlo e lui subito mi indica  la mail di un suo amico milanese, Luca Maynardi, grande appassionato di Muay Thai, che vive a Chiang Mai da 15 anni e che sicuramente, presentandomi a nome suo,  si presterà volentieri ad aiutarmi.

Detto fatto, contatto Luca Maynardi, chiedendogli lumi su dove trovare il camp in questione, lui mi risponde quasi subito dimostrandosi molto disponibile e gentile (sicuramente Fragale lo aveva preventivamente avvertito) ma mi spiega subito che il maestro che cerco io… non insegna più in quel famoso Boxing Camp, ma ancora molto gentilmente e con una disponibilità insolita e da me insperata, mi manda subito il suo numero di telefono in Thailandia e fissiamo per  sentirci appena fossi arrivato a Chiang Mai… per avere qualche ulteriore news, o per qualsiasi altra cosa di cui io potessi avere bisogno.

    

Partiamo. Mi accompagna il fido Francesco Bartoloni, fresco reduce da una grossa operazione, in conseguenza di un brutto incidente con la moto, che di fatto gli impedisce l’uso del braccio destro e che lo obbliga, per potersi ugualmente allenare, a servirsi di un tutore molto scomodo… specialmente alle temperature thailandesi, ma questo non gli impedirà certo di sudare lacrime e sangue nel camp… come tutti gli altri.

Arriviamo a Chiang Mai e ci incontriamo con Luca Maynardi che, con una eccellente ospitalità, ci indica subito i posti migliori dove dormire, mangiare, acquistare, noleggiare gli scooter, farsi eventuali tatuaggi ecc, poi insieme decidiamo di andare a visitare qualche boxing camp cittadino, al fine di  farci scegliere in quale allenarci…. Luca Maynardi si preoccupa anche di farci assaggiare le prelibatezze particolari del luogo, imboccandoci sotto lo sguardo ammirato di Jit… Che servizio, complimenti!

La nostra scelta cade sul “Thai Muay Thai Boxing Camp”, dove insegna un maestro di nome Lek, ex campione del Lumpinee Stadium, un inquietante personaggio che ricorda vagamente il maestro cinese di “Kill Bill”… se non altro per la durezza con cui vedo tratta i suoi piccoli allievi, ma vi assicuro che è dotato di una tecnica straordinaria.

Lo coadiuva nell’insegnamento Kek, l’attuale campione del nord Thailandia, un vero portento… con circa 280 match all’attivo e persino con qualche match di boxe birmana (nessuno perso) che gli ha lasciato un indelebile segno sul viso.

La zona dove è situato il boxing camp è molto bella, in campagna, in una zona oltretutto particolarmente ricca di templi buddisti, che visitiamo durante i pochi momenti di pausa ed energie rimaste permettendo.

Cominciamo così ad allenarci, due allenamenti al giorno, la mattina 8 km di corsa e poi tecnica più leggera, il pomeriggio invece soltanto 2 km di corsa e poi sacco, vuoto, cinque riprese di pao (ognuna da 5 minuti!) e clinch, clinch, e clinch… per un tempo indefinito con vari atleti che si alternano uno dopo l’altro con ognuno di noi. (Eravamo stati raccomandati da Luca Maynardi…)

La sera usciamo un po’, Luca ci presenta un altro italiano, un certo Daniele di Verona, che gestisce un bar a Chiang Mai e rimaniamo a cena lì per il compleanno della sua compagna… un’altra sera invece andiamo a cena a casa di Luca e Jit (simpatica e bella moglie di Luca) gentilmente invitati da loro… spero solo di avere modo di ricambiare tutte le gentilezze ricevute.

    

Dopo un paio di giorni le nostre gambe cominciano ad accusare il trattamento di Lek ma non ci diamo per vinti, i Thai ci invitano ad andare con loro per assistere a degli incontri, accetto volentieri ma quando scopro che il posto si trova a circa 100 km gli faccio notare le mie perplessità… visto che siamo in motorino!!

Lek mi dice che non ci sono problemi e che lui ha una macchina… perfetto, mangiamo con loro al boxing camp (per terra) dopo l’allenamento insieme a tutti gli altri ragazzi thai ed al cane. Poi ci dicono: Dobbiamo andare!! Io e Francesco ci guardiamo un po’ preoccupati…  ma che macchina avrà? Siamo veramente tanti!

Scopriamo che la macchina è un “pick up” e noi siamo in 14!! Niente paura… c’è posto per tutti ci dicono… e ci sistemano così ripartiti: 11 nel cassone dietro e tre davanti…. Semplice no? Partenza!

Il pianale è a circa 80 gradi centigradi, gli ammortizzatori invece sono talmente per terra che sembrano chiedere pietà e ogni buca che prendiamo è come ricevere un low kick sull’osso sacro… ma in compenso i km sono circa 200, di cui buona parte su un percorso di montagna… ci vogliono circa 3 ore per arrivare a destinazione!

Arriviamo in una piccolissima cittadina di montagna e ci fermiamo in un campo (si, avete letto bene, non un “camp”… ma proprio un campo… uno di quelli con l’erba, per intenderci) dove è stata allestita una specie di sagra paesana, in cui gli unici stranieri siamo noi due, un palco dove ballano delle ragazze,  molte bancarelle che fanno da mangiare ed un ring con una fila di lampadine appese sopra e lungo la diagonale.

Completamente anchilosati… scendiamo a fatica dal pick up, il ragazzo thai più giovane che deve combattere si mette seduto sull’erba, si fa le fasce, si mette i pantaloncini e un po’ di olio thai. Poi viene chiamato il suo turno, questo sale sul ring e fa volare una serie di calci alla velocità della luce, vince per ko alla seconda ripresa!

Adesso tocca a Kek… Questo  ha in sorte un avversario di circa 10 kg più pesante, che lo sbatacchia per tutto il ring per due interminabili riprese, lui sembra accusare la maggiore forza fisica dell’avversario… ma poi ho capito invece che stava solo aspettando il momento giusto..

Questo arriva all’inizio della terza ripresa. Infatti all’inizio di questo round, come viene chiuso in clinch… fa partire un’elegante gomitata destra che addormenta letteralmente il suo avversario sul tappeto del ring.

Abbiamo scommesso mille bath sulla vittoria di Kek, quindi abbiamo raddoppiato la vincita, ma Lek ci “requisisce” 500 bath… Cos’è? Una specie di “pizzo” mafioso? NO… ci dice poi che è per pagare le spese, in realtà credo siano serviti a riempire il cassone della macchina con parecchie bottiglie di birra per il ritorno… (ma anche queste sono spese no?) perchè è molto “su di giri” per le vittorie ottenute.

In conclusione un viaggio molto proficuo, fuori dagli schemi, dove abbiamo potuto studiare la Muay Thai con dei veri professionisti, oltretutto molto bravi e soprattutto abbiamo potuto allenarci solo ed esclusivamente con atleti thai.

    

Non posso mancare di inviare un saluto e soprattutto un ringraziamento per quanto hanno fatto e per il tempo che ci hanno dedicato a Luca Maynardi ed a sua moglie Jit, che spero di incontrare presto in Italia. Per Fragale invece… ho già provveduto personalmente.


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