Di: Luigi Merlini
Intervista al “mago della
cartapesta”:
Gionata Francesconi
D.: Ciao Gionata,
ne è passata davvero tanta di acqua sotto i ponti, da quando ancora ragazzini,
fantasticavamo e disegnavamo le nostre fantasie di vita… Più di 30 anni,
eppure mi sembri sempre il solito…o sbaglio?
R.: - Vero, in fondo sia te che io, pur cavalcando gli ultimi 30 anni, siamo
rimasti con addosso quel pizzico di adolescenza… che ha sempre aiutato la
nostra fantasia a svilupparsi per continuare a sognare.
D.: So che non è stato facile raggiungere il
posto che occupi e che indubbiamente meriti, immagino i sacrifici, i momenti di
sconforto… ma alla fine ce l’hai fatta! Possiamo dire ad ogni modo che sei
un” figlio e nipote” d’ arte?
R.: - Grazie
per i complimenti, in quanto alla mia naturale discendenza si, effettivamente
sono un figlio e addirittura nipote d’arte. Come tu ben sai, mio nonno
Francesco e’ stato per 50 anni un costruttore di carri e mio padre Mario, che
tu conosci e’ un pittore che vive e lavora prevalentemente a Firenze. Nella
mia famiglia si e’ sempre respirato un grande “clima” artistico.
D.: Quali sono le tue passioni…oltre al
carnevale?
R.: - L’animazione dei burattini, dei quali ho una modesta collezione, il
cinema, e… naturalmente il teatro. Come puoi ben capire si tratta di passioni
tutte legate al mondo artistico.
D.: Vero che tu da ragazzino hai
avuto a che fare con le arti marziali? Puoi raccontarci qualcosa in proposito?
R.: - Esatto! Ricordo benissimo, fu’ sulla fine degli anni 60… Ci fu’ un
vero e proprio ciclone cinematografico sulle arti marziali, alcuni li ricordo
anche grotteschi ed inverosimili. Ne fui affascinato e cosi’ mi iscrissi ad un
corso di Judo presso la palestra Budokan di Viareggio, del maestro Francesco
Romani (n.d.r. Francesco Romani e’ uno dei pionieri delle arti marziali
in italia, allievo diretto del maestro Murakami). Mi sembra che nello stesso
periodo… anche i nostri giochi erano spesso basati sulle arti marziali.
(Queste ultime frasi dette da Gionata, mi accendono una lampadina,
credo proprio sia stato lui a trasmettermi questa passione che ho poi di li a
poco iniziato a seguire, come potrei dimenticare i nostri primi Nunchaku
costruiti artigianalmente segando dei manici di scopa ed inchiodandoli con dei
pezzi di catenella.)
D.: Visto il tema che abbiamo preso…Ci spieghi
il significato del tuo stupendo carro guerriero?
R.: - Si, un “grande guerriero”… ma allo stesso tempo “impotente” per
la mancanza di “identità” della propria “anima”. Un cavaliere che
cavalca e combatte contro se stesso. Ma non sarà un combattimento facile. La
sua speranza e’ quella di potersi liberare, esattamente come il pinocchio
bianco che lo precede e che sta’ appunto a significare “l’anima giocosa”
del guerriero che vola libera nella bolgia dell’umanita’.
D.: Io, che credo di conoscerti abbastanza… e
perciò ti ho definito un artista guerriero… Senti che questo termine
sia in sintonia con il tuo pensiero artistico?
R.: - Si , penso proprio di si, perche’ sicuramente… per riuscire a portare
avanti un senso di creatività, in un’epoca di “globalizzazione totale”…
bisogna avere innanzitutto lo spirito guerriero! La mia espressione artistica
e’ quella di un pinocchio raffigurato in un guerriero dall’animo buono.
D.: So che una volta hai avuto occasione di
lavorare addirittura con il grande Nureiev: vuoi raccontarci come andò?
R.: - Si, e’ successo nel 1976, all’epoca in cui “Lui”… era il
direttore del balletto dell’Opera di Parigi. Quell’anno lavoravo a Parigi,
ingaggiato come aiuto scenografo in una grande compagnia francese,
dell’artista Gilbert Lebrighe. Dovevamo realizzare l’intera scenografia
proprio sotto la “Sua” supervisione… per cui ho avuto il piacere e
l’onore di conoscerlo personalmente. E’ stato per me un vero momento di
“magia”… trovarmi a tu per tu con un monumento mondiale, parlare con Lui
di lavoro artistico, per un attimo ho pensato si trattasse di un sogno …. ma
era vero!
D.: So che ritieni DARIO FO un tuo
maestro…proverai una certa emozione se come sembra… sarà presente al
carnevale come ospite d’onore?
R.: - Si, ci
sarà! E l’emozione sarà tantissima. Pensa che gia’ nel 1977 andavo con mio
padre a vederlo a teatro, l’ho sempre ritenuto un grande. Poi un giorno e’
stato lui a venirmi a trovare, voleva conoscermi. Ma ci pensi? Dario Fo voleva
conoscermi. Quando me lo sono visto spuntare davanti non ho saputo trattenere
una certa emozione, per me era il massimo del riconoscimento artistico. E’
impossibile in così poche parole riuscire a spiegare cosa fu per me quell’incontro.
(A Gionata Francesconi: Dario Fo
)
D.: Il tuo pensiero riguardo al futuro
dell’umanità…o perlomeno quello che ti auguri possa essere nel divenire?
R.: - Io mi auguro che l’umanita’ sia piu’ attenta a non compiere danni al
patrimonio naturale e a condannare i conflitti di religione, qualunque essi
siano!
Ciao Gionata, grazie per la
piena disponibilità concessami in tutto quanto richiestoti: la realizzazione
dell’articolo, l’intervista, l’invito ad animare la scenografia della tua
“creazione artistica” e soprattutto grazie per la tua grande e vera
amicizia. Da parte mia e di tutti i lettori del codino parlante, un augurio di
successo e serenità per il tuo impegno sociale e lavorativo… Spero che sia
compreso ed apprezzato anche dalla giuria ufficiale!
Come è andata a
finire ? Volete sapere se è stato un successo ? Ancora non lo sappiamo, ma
state certi che comunque vada a finire… “ il guerriero” al carnevale di
Viareggio… … sarà un successo!
Un saluto a tutti gli
utenti e a presto… per raccontarvi il finale!
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