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Medicina cinese

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MERIDIANI

di: dott.ssa Paola Vecchiarelli

PREMESSA

Le origini della Medicina Tradizionale Cinese si fondono con quelle del Kung Fu. Proprio perché “cosa fatta bene” o “verità interiore”, il Kung Fu è innanzitutto gioia di vivere, armonia, stare bene con sé stessi e con gli altri, è educazione e cultura per stare in salute fisica e mentale (anche nella medicina tradizionale cinese corpo e mente non sono considerati entità distinte bensì un insieme in cui le parti si influenzano vicendevolmente).

Il Kung Fu classico è, oltre che un’Arte Marziale, anche un metodo, un percorso di medicina preventiva. Le conoscenze su cui si fonda si sono sviluppate tanto nei periodi di pace quanto in quelli di guerra, lungo la storia dell’evoluzione del Kung Fu. La caratteristica principale del Kung Fu è proprio la sua continua evoluzione, data dalla costante ricerca della perfezione. E’ un grande laboratorio di ricerca della salute e della longevità. Longevità non intesa come possibilità di prolungamento della sopravvivenza fisica, ma come “l’essere qui ed ora”, il vivere intensamente e con serenità la propria vita.

La raffinatezza delle tecniche, l’armonia del movimento non hanno motivi estetici fini a sé stessi, ma traggono origine dallo studio dell’equilibrio interno, dall’armonia interiore che si riflette di conseguenza sul corpo, esteriormente.

Introduzione alla medicina tradizionale cinese

E’ importante comprendere che anche se la medicina tradizionale cinese non utilizza una teoria anatomica paragonabile a quella occidentale, ciò non significa che non sia scientifica. Essa è infatti basata su una multimillenaria esperienza di osservazioni cliniche. Se, per es., il medico pungendo in un determinato punto notava una reazione in una diversa zona del corpo, ne deduceva che le due parti dovevano essere necessariamente collegate, malgrado non si potesse osservare nessun legame diretto tra le due. Così è nata la teoria dei meridiani ossia dei canali energetici entro cui fluisce il Ch’i. 

Anche il concetto di organo, nella medicina cinese, è radicalmente diverso da quello della medicina occidentale. La più saliente caratteristica consiste nel fatto che i cinesi non danno importanza alla reale struttura fisica degli organi. Questi sono considerati dei complessi funzionali, più che delle strutture anatomiche. Il medico tradizionale cinese non è quindi interessato all’organo in sé, ma alle sue funzioni, alle sue relazioni con le altre parti del corpo, con il Ch’i, con il sangue e così via. Anche se il nome di molti organi coincide nelle due medicine, alcuni di essi, come per es. il pancreas, non sono riconosciuti dalla medicina cinese che, viceversa, ne considera uno (il triplice riscaldatore o triplice focolare) non identificato dalla medicina occidentale perché privo di un preciso substrato anatomico.

E’ molto importante inoltre comprendere che nel pensiero cinese non esiste una netta distinzione fra materia ed energia.

Ching, l’essenza, può infatti indicare sia dei fluidi circolanti nel corpo umano, sia una forma di energia vitale analoga a quella che noi chiamiamo energia sessuale. Analogamente, il Ch’i può essere sia l’aria respirata sia l’energia interna. Noi chiamiamo “sangue” il liquido rosso che scorre nelle vene e nelle arterie, ma per i medici cinesi questo è solo una parte del concetto di sangue, in quanto esso non viene considerato unicamente una sostanza, ma anche una forma di energia e di attività corporea.


Questo testo è tratto da: Kung Fu Chang, La medicina tradizionale cinese; L. Sotte et alt., Trattato di Massaggio, Fisochinesiterapia e Ginnastiche Mediche Cinesi, UTET, Torino, 1998.

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