IL MIO SENSO
DELL'ENERGIA INTERIORE
di: Franco Piccirilli
Parlare di energia interna è
inscindibile dal parlare di me stesso.
Questa energia, secondo la mia
esperienza, è una conseguenza del cammino di ricerca interiore, ricerca che
prima o poi il praticante di arti marziali, il guerriero, dovrà affrontare per
poter proseguire l'apprendimento delle arti marziali. Andare oltre la tecnica
per comprenderne il messaggio, per vedere quello che non si vede, per cogliere
l'essenza delle tecniche.
Come è stato scritto nei passati
editoriali de Il Codino Parlante (se li avete letti), prima di poter iniziare un
cammino interiore dobbiamo cominciare a comprendere veramente quello che
vediamo, a comprendere come la nostra mente ci fa vedere la realtà, a
comprendere l'illusione di questo mondo.
Attenzione non voglio dire che il
mondo è una illusione. Illusione è il modo con cui la nostra mente crea dentro
di noi le situazioni. Vediamo la "realtà" intorno a noi come
l'elaborazione di quello che vorremmo vedere.
L’attento osservatore delle
abitudini di questa nostra società non può fare a meno di accorgersi di come
questa sia, per buona parte, sollecitata alla propria manifestazione
esistenziale da impulsi estranei ad una vera creatività individuale.
Le informazioni di una certa
cultura, i luoghi comuni, le correnti di pensiero precostituite, le tradizioni
consolidate, le abitudini, i tabù, tutto ciò ci incanala in azioni e reazioni
soggettive standardizzate e prive di una vera autonomia di scelte originali e
responsabili.
Si agisce in un certo modo
perchè è consuetudine; si fanno certe cose, e non altre, solo spinti dal
timore della reazione del proprio ambiente, dei nostri conoscenti e parenti; si
è frenati nella limpida manifestazione delle opinioni personali dal dubbio che
esse possano disturbare qualcuno.
Organizziamo la nostra vita
desiderando alcune cose. Senza rendercene conto ci troviamo adulti e ad aver
vissuto sempre rincorrendo un desiderio dietro l'altro, alla fatidica ricerca
della felicità.
Così le parole io sono, io
voglio diventano il modo di vedere il mondo.
Nel tempo perdiamo il contatto
con il nostro vero essere interiore, con la nostra coscienza, insomma con quello
che realmente siamo e diamo risalto alla nostra parte razionale, ai pensieri.
Questi sembrano diventare parte reale di noi stessi, li confondiamo con il
nostro sé (pensiamo di essere, proviamo a descriverci). La mente non riesce
più a comunicare con la nostra parte più interiore, la nostra coscienza, ma
questa non è sparita, semplicemente coscienza e mente razionale, stanno
parlando linguaggi diversi. In questo modo però si crea disarmonia, tensione,
stress negativo.
Si creano così blocchi mentali
che impediscono alla nostra coscienza di essere presente nel nostro agire. E
quindi viene meno il libero manifestarsi del nostro essere.
Comprendere la natura umana
presuppone un cammino interiore per la conoscenza di se stesso. Non esiste però
un cammino uguale per tutti per tornare ad essere se stessi, ma ognuno di noi ha
la sua strada da percorrere. A volte queste strade si incontrano, ma questa è
un'altra storia.
Cominciare a far cadere
pregiudizi, convinzioni, comportamenti sociali, è solo l'inizio per ritornare
al nostro essere. Ritornare significa liberare la nostra energia, lasciare
sgombra la strada per il suo libero fluire. E' come togliere gli ostacoli lungo
un fiume, così da liberare il suo fluire verso il mare.
A questo punto tutto diventa
molto soggettivo, spiegare le mie sensazioni potrebbe portarvi a ricercare le
mie medesime sensazioni. Ma siccome sono mie, voi non le troverete in voi e
quindi cercherete e non troverete niente.
Chi da anni pratica le arti
marziali avrà certamente avuto modo di praticare o di leggere di determinati
esercizi per attivare la circolazione di questa energia (chi kung e tai chi
chuan). Fate caso a quanti ne conoscete di questi esercizi … numerosi vero?
Pensate che ce ne sono molti di più! Ogni scuola, ogni stile, ha
"creato" i propri esercizi per "sfruttare",
"usare" l'energia interiore. Ma proviamo a domandarci perché sono
diversi, perché sono così numerosi e tutti affermano di raggiungere il
medesimo obiettivo? E cioè quello di usare l'energia interiore.
Ancora una volta dobbiamo
cambiare il nostro atteggiamento mentale per poter "vedere" oltre
quello che vedono i nostri occhi e tutti gli altri sensi.
Questo atteggiamento mentale è
nuovo, in quanto mai provato fino a questo momento, ma nuovo solo inizialmente.
Con il tempo ci renderemo conto che questo atteggiamento mentale è forse quello
più obbiettivo, è quello che dovremmo sempre aver avuto, ma che per le ragioni
che ho detto prima è cambiato. Allora l'attuale atteggiamento mentale è il
diverso, mentre il nuovo è alla riscoperta di quello più vero, quello
naturale, quello dentro di noi. (vedi la distinzione tradizionale moderno negli
stili marziali).
Non si tratta quindi di
cambiamento di atteggiamento, bensì di riscoperta del nostro essere
addormentato, nascosto, che sempre ha cercato di venire fuori, rimasto però
soffocato sotto la marea di pensieri che attraversano la nostra mente. Fate
caso: i pensieri nascono e se ne vanno, invece il nostro essere c'è, è lì.
Ecco che secondo me questo
atteggiamento mentale, diverso e solo per certi verso nuovo, non solo porterà a
vedere il mondo oltre i normali sensi, ma prima di tutto ci farà sentire meglio
dentro di noi, proveremo una sensazione di benessere, di pace interiore,
qualcosa di diverso di … nuovo. Cominceremo ad ascoltarci dentro e questo
farà sentire in maniera diversa la nostra relazione con il mondo esterno
attraverso la conoscenza del nostro interno.
Sentiremo la realtà a livello di
percezione, sentiremo l'ambiente intorno a noi.
Non so spiegarlo in altro modo,
solo chi ha provato può comprendere … per gli altri è solo un racconto.
In questo stato mentale, anche le
nostre emozioni possono vivere liberamente, possiamo comprenderle, le possiamo
"sentire". Entro certi limiti (quelli del buon senso nella società
che ho detto prima) ci sentiremo liberi di poterci esprimere (attraverso le
emozioni che proviamo) come veramente siamo. Esprimere quello che abbiamo
dentro, senza i limiti che la nostra mente ci impone, attraverso il nostro
egoismo (io voglio, io desidero, io sono).
La pratica delle Arti Marziali
inevitabilmente ci porta ad esprimere il nostro potenziale interno (per chi sa
ascoltare). L'arte che nasce da dentro (dopo l'apprendimento della tecnica, la
sua interiorizzazione), il dentro che si esprime attraverso l'arte marziale.
Ancora una volta secondo me
l'atteggiamento mentale è fondamentale, non cercare di avere, non cercare di
fare, ma lasciare andare.
Lasciare che gli stati mentali
(condizioni mentali) con cui siamo abituati a vivere scivolino via, non credere
che questi siano il nostro sé (pensate a come vi descrivereste: io sono Franco,
ho 39 anni, sono istruttore di kung fu, sono timido, ecc..).
Quindi praticare non per fare …,
per diventare …, ma essere. Che differenza c'è? Per fare voglio dire ad
esempio la pratica del kung fu finalizzata a qualcosa, verso una nostra
aspettativa (attaccamento alla condizione mentale). Perdiamo così la realtà
del momento, il piacere, l'attenzione per il momento. Invece essere, ritengo sia
il piacere di essere lì in quel momento, la consapevolezza di essere li in quel
momento, la presenza della nostra coscienza in quello che stiamo facendo in quel
momento.
L'ansia dal raggiungere certe
aspettative, l'attaccamento alle condizioni della mente, impedisce il completo
raggiungimento di stati mentali idonei all'ascolto di noi stessi.
Consapevoli di questo, il resto
viene come conseguenza.
Questo stato mentale, il lasciare
andare, che potremo chiamare non mente, è visibile all'esterno. Pensiamo alle
tecniche, ai movimenti delle forme. Queste non sono altro che l'espressione del
nostro essere. Non esiste più distinzione tra quello che sentiamo dentro e
quello che facciamo. Tutto è un'unica espressione: noi stessi.
I movimenti nascono da dentro
attraverso sensazioni e si esprimono all'esterno in maniera armoniosa, plastica,
privi di incrinature, continui e rotondi. (non so spiegare in altro modo).
Spesso ne parlo con Roberto,
quando facciamo le tecniche: se penso che devo fare una tecnica quasi certamente
non viene niente di buono, anzi una vera e propria schifezza. "Devo
fare" è l'atteggiamento sbagliato, è il blocco mentale che non lascia
fluire liberamente la mia sensazione.
Ed ecco che lasciare andare
questo atteggiamento mentale, per essere invece ben presente in quel momento,
quasi con un senso di divertimento, di piacere … e in un lampo il movimento
prende la forma di quello che sento dentro e la tecnica si sviluppa in maniera
naturale, senza forzature, senza spigoli, ma in maniera continua e rotonda.
In quel momento non penso alla
tecnica, ma lascio che la sensazione si liberi e fluisca all'esterno, senza …
la mente.
(solo esseri superiori possono
provare questo …)
Attenzione a non prendere queste
cose come regola per eseguire una tecnica, potreste farvi male …
Con gli esercizi di chi kung e di
tai chi chuan abbiamo l'occasione di poter iniziare ad ascoltarci dentro. E'
questo forse il maggior pregio della pratica della forma.
Il tipo di esercizio in se non è
importante, è invece importante l'atteggiamento mentale che ci induce
l'esercizio. Ecco quindi che pur essendoci al mondo moltissimi tipi di esercizi
cosiddetti per l'energia interiore, quello che veramente conta è
l'atteggiamento mentale verso noi stessi, verso l'ascolto del nostro essere.
Durante questi esercizi la mente
non viene distratta da altri pensieri, quali il raggiungimento di particolari
obiettivi, o se alla fine della forma di tai chi chuan
dovessimo aspettarci chissà cosa (il riscaldamento delle mani e altro).
In quel momento sto parlando a me
stesso ed il mio essere si esprime attraverso il movimento.
E' ritrovare me stesso.
Secondo la mia esperienza, il
cambiamento di atteggiamento mentale ci apre le porte verso quello che possiamo
chiamare in tanti modi, ma che per comodità oggi chiamerò energia interiore.
Ci avviciniamo a qualcosa di
straordinario, ma nello stesso tempo non completamente afferrabile.
Così anche l'interazione con gli
altri avviene in maniera diversa, non più solo a livello di parole, gesti, e
altro. Riusciremo a percepire l'altro in maniera nuova, oltre l'apparenza del
suo modo di esprimersi in quel momento, e proiettato direttamente verso il suo
essere interiore.
Secondo la mia opinione, soltanto
con uno stato mentale pulito, la non mente, possiamo intuire, sentire la nostra
energia, o cosa altro sia, dentro di noi. Con la mente pulita l'energia è
libera da impedimenti e può scorrere liberamente dentro di noi.
Come si inserisce il corpo in
tutto questo? Per chi non ha capito cosa vuol dire ascoltarsi dentro, posso dire
che il corpo è il contenitore di questa energia. Il suo fluire è continuamente
percepito dal corpo; ci accorgeremo di sentire il nostro corpo muoversi nello
spazio, sentiremo il continuo scambio di sensazioni tra il corpo e la nostra
mente e viceversa. Sembrerà che il nostro corpo diventi più sensibile.
Sembrerà perché in realtà il corpo è sempre stato così. Siamo noi che
distratti da mille pensieri non riuscivamo più a sentire i messaggi del nostro
corpo. Allora il nostro corpo si muoverà senza più il controllo cosciente
della mente, ma questa resterà calma e tranquilla, vuota, mentre il corpo sarà
libero di muoversi, di agire senza impedimenti. Un corpo che si muove in questo
senso è visibile all'esterno, esso si muoverà con scioltezza, armonia senza
soluzione di continuità.
Potremo così percepire che alla
fin fine corpo e mente non sono separati, ma parte di un tutt'uno, indistinto.
E concludo dicendovi la mia
suprema verità....:
il senso ultimo
dell'energia interiore è la spontaneità dell'agire, senza l'intervento della
mente razionale.
(non so cosa vuol dire, ma a me piace).
Forse un giorno capirò anch'io…
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