“ABBRACCIA LA TIGRE, TORNA
ALLA MONTAGNA”
- L’essenza del tai ji -
CHUNGLIANG AL
HUANG
Ed. Corbaccio
– pagg. 79 – 81
|…|
Tutti noi abbiamo due braccia, due gambe e una spina dorsale. Le nostre misure
possono essere differenti ma fondamentalmente il modo in cui gli arti sono uniti
è lo stesso, come identica è l’unitarietà del vostro corpo. La difficoltà
è che non siamo liberi, aperti mentalmente, e naturali come lo eravamo appena
nati. Non siamo più capaci di respirare come un bimbo, non riusciamo più a
muoverci naturalmente come gli animali allo stato brado, nel modo umano/animale
che dovrebbe essere corretto. Siamo stati addomesticati. Stiamo già irrigiditi
da tutti quegli abiti stretti che dobbiamo indossare… troppi nodi, spille, e
tasche sui nostri corpi. Perciò il tai ji è un processo attraverso il quale
disimparare, non apprendere di più. Se siete qui per accrescere le vostre
conoscenze dovete cambiare atteggiamento e sentire che state disimparando.
Questo discorso ha tutto e al tempo stesso nulla a che fare con ciò che
chiamiamo tai ji chuan che, come forma, diventa
un’acquisizione. Forse potete apprendere una forma di espressione del
movimento perché il vostro corpo e la vostra mente si sono adattati a quel
flusso e potrete ripetere e riprodurre quel particolare schema; ma questo non è
tai ji. Io mi servo della forma per dimostrare, per illustrare il flusso del tai
ji visualmente e fisicamente, ma il nostro scopo non è semplicemente imparare
questa bellissima disciplina di espressione in movimento. Questa forma è stata
elaborata da un taoista particolarmente; ma io desidero che voi apprendiate a
eseguire il vostro personale tai ji. Se veramente comprenderete il tai ji sarete
in grado di creare il tai ji chuan istantaneamente.
Se praticherete il vostro tai ji chuan alla fine esso assomiglierà alla
disciplina che il primo maestro di tai ji chuan elaborò e ci tramandò. Persino
la particolare forma che noi tutti abbiamo appreso ha moltissime varianti.
Sfortunatamente, quando ciascun maestro comincia a insegnare, può darsi che si
serva del metodo didattico del suo maestro come egli lo rammenta invece di
condividere con voi la sua esperienza attuale. Un altro problema è che il
maestro può cercare di insegnarvi quello che lui riesce a fare dopo anni di
pratica invece di mostrarvi il processo che alla fine vi può portare a questo
risultato.
Può essere convinto che, se seguite costantemente la sequenza di
tecniche, alla fine riuscirete ad acquisire la vera libertà di movimento…un
poco come succede con la ripetizione delle scale al pianoforte. Ma domandatevi
quante persone si esercitano con le scale e quanti diventano come Horowitz o
Rubinstein? Credete veramente che sia possibile diventare un grande artista
semplicemente praticando, praticando, praticando? Non credo. Sono convinto che,
nello studio della disciplina, debbano intervenire una considerevole crescita
interiore e una grande vitalità. Un atleta può aver bisogno di un istruttore
per mantenere la sua tabella di allenamento in linea con il programma, per
riceverne degli stimoli a impegnarsi, ma se manca la sua personale percezione
della crescita dei suoi progressi, un insegnante potrebbe frustarlo a morte
senza ottenere nulla.
Durante
la pratica ci serviamo della forma come di una guida. E’ uno strumento con cui
lavorare, non una sequenza da apprendere per dare spettacolo. La forma è un
processo che vi deve servire, non un ornamento simile ad un’opera d’arte che
potete acquistare e appendere alla parete. E’ come andare in Giappone,
comperare una stampa antica e dire di aver portato con sé un briciolo
d’Oriente. Potrete ammirare il vostro acquisto ma esso ancora non vi
appartiene veramente perché rimane estraneo al vostro essere. Spero che non vi
impadroniate di una disciplina che studia l’espressione in movimento per poter
dire: “Sono andato a un seminario e adesso conosco una cosa chiamata tai ji”.
Se
veramente apprenderete il tai ji, la sua essenza fluirà dal vostro corpo in
maniera così naturale che sembrerà lo stiate praticando continuamente. Dovete
iniziare e terminare la sequenza senza neppure esservi accorti di averla
eseguita. Se qualcuno vi guarderà non si accorgerà neppure che state eseguendo
la forma. Ci vogliono anni di pratica per arrivare a questo livello. Non è
possibile acquisire tale abilità istantaneamente. La vera disciplina è
qualcosa con cui vivete e che diventa un processo in atto, una regola di vita
che vi coinvolge completamente.
La
maggior parte delle volte non vogliamo cambiare. Pensiamo di aver trovato
qualcosa di bello e rassicurante e vogliamo aggrapparci ad esso. Ci scordiamo
che la stabilità può essere acquisita solo attraverso il cambiamento. Il mondo
continua a mutare e se cercate di afferrarvi a un particolare momento ne avete
già perso la percezione. Tuttavia, se seguite il mutamento, allora riuscite a
raggiungere un movimento stabile. Vi lasciate andare assecondando ciò che
accade, raggiungete con il vostro io in movimento una sensazione di stabilità.
Riuscite a sperimentare al tempo stesso sia il movimento che la stabilità. Se
applicate questo concetto al vostro modo di pensare quotidiano e al modo in cui
percepite l’esistenza, ciò vi può essere molto utile. Il tai ji è una
filosofia che comincia con la fondamentale non-conoscenza, la primordiale forma
di rilassamento che consiste nel lasciarsi andare.|…| |