La giornata degli stage
Evento europeo Hwa Rang Do e Tae Soo
Do
Di: Franco Piccirilli
La città di Pisa ha ospitato ancora una volta una manifestazione
internazionale di Arti Marziali, continuando ad affermarsi come un
centro attivo per la promozione di queste discipline. Il 6 e 7
giugno si sono radunati nella città della Torre Pendente alcune
centinaia di praticanti di Hwa Rang Do e Tae Soo Do per uno stage
tecnico e per i campionati europei di questa arte marziale. L’Hwa
Rang Do e Tae Soo Do è un’arte marziale originaria della Corea che
da qualche tempo è presente anche in Italia attraverso il M° Marco
Mattiucci, responsabile nazionale per Tae Soo Do e Hwa Rang Do,
indicato dal Dr. Joo Bang Lee, fondatore di questa arte marziale.
Ospite
di questa edizione dei campionati europei è stato il Gran Master
Henry Taejoon Lee, figlio del Dr. Joo Bang Lee, colui che ha fondato
nel 1960 l’Hwa Rang Do. L’evento pisano di Hwa Rang Do e Tae Soo Do
si è svolto quasi per interno all’interno delle strutture del
palazzetto dello sport di Pisa, tranne la sessione teorica che ha
avuto luogo in un’altra prestigiosa location. Alle 9.00 di sabato 6
giugno si sono aperte le porte del palazzetto dello sport di Pisa
per accogliere i protagonisti di questo raduno marziale dei
praticanti europei di Hwa Rang do e Tae Soo Do.
La giornata è stata dedicata interamente allo stage tecnico e
teorico, con diverse sessioni relative ad alcuni aspetti dell’arte
marziale coreana, sessioni che sono state condotte direttamente dal
Gran Master Henry Taejoon Lee il quale ha esposto tecniche di
grappling, con azioni di sottomissione e di uscita, in lingua
inglese, sua lingua di adozione in quanto attualmente vive negli
Stati Uniti.
Per poter meglio far comprendere le tecniche che venivano
presentate di volta in volta, il gran master Lee è stato coadiuvato
dall’istruttore Giuseppe Catania, mentre l’istruttore Mauro Capocci
traduceva per gli italiani presenti, che avevano poca dimestichezza
con l’inglese, quanto il Maestro Lee diceva circa l’esecuzione
corretta dei movimenti e gli accorgimenti da usare per raggiungere
la piena efficacia della tecnica.
Tutti partecipanti indossavano il dobok, la divisa ufficiale dei
praticanti di Hwa Rang Do e Tae Soo Do, costituito solitamente da
una casacca nera e da pantaloni bianchi oppure anche questi neri,
mentre il Gran Master Lee vestiva per l’occasione il suo dobok tutto
di colore rosso, distinguendosi nel gruppo oltre che per la sua
personalità anche per l’appariscente colore del suo dobok. Nei
momenti in cui venivano esposte le tecniche da parte del maestro Lee
tutti i partecipanti si sistemavano davanti ordinatamente in
semicerchio come rapiti dalle parole del loro insegnante concentrati
per poter apprendere quanto più possibile da quei momenti forse
unici.
Infatti per la maggior parte dei presenti quella era anche
l’occasione per vedere e conoscere uno dei capostipiti della loro
disciplina marziale, occasione che solitamente si ripropone proprio
in questo tipo di eventi. Dopo le spiegazioni e quindi che il
maestro Lee si fosse accertato che i presenti avessero compreso le
sue parole, invitava i presenti a disporsi in coppie per il lavoro
su quella particolare tecnica. Agli istruttori anziani il compito di
passare tra le diverse coppie per correggere eventuali impostazioni
non adattate, mentre il gran master verificava che ogni coppia
venisse controllata dagli istruttori, accertandosi che la loro
esecuzione corrispondesse alle indicazioni impartite durante la
presentazione di quella particolare tecnica.
Pochi
minuti, il tempo di prendere confidenza con il movimento e subito il
gran master li radunava nuovamente per proporre un altro movimento.
Prima però di radunarsi nuovamente intorno al loro Gran Master, ogni
coppia si salutava calorosamente, come per ringraziarsi
vicendevolmente per aver lavorato bene insieme. Segno di rispetto e
attenzione per il compagno, ringraziandolo in questo modo per la sua
disponibilità che ha consentito di poter lavorare ed apprendere
meglio la tecnica.
Ogni nuova tecnica era lo spunto per introdurre concetti sul
combattimento, su come e cosa gli studenti dovevano focalizzare per
poter ottenere il risultato voluto, cioè la massima efficacia. Le
tecniche presentate sono state diverse e presto il tempo a
disposizione della sessione si esauriva, quindi una breve pausa per
poi passare alla sessione successiva. All’ora di pranzo una pausa
più lunga, ma solo il tempo di poter mettere qualcosa sotto i denti
e subito il lavoro riprende con la presentazione di una sessione sui
Punti di pressione e leve da combattimento.
L’entusiasmo del Gran Master Lee elettrizzava il tappeto di
lavoro e forse addirittura l’aria all’intero palazzetto, ogni suo
gesto, ogni sua parola, mostravano la personalità di un leader come
in effetti è dal momento che si trovava alla guida di questa arte
marziale. Ognuno dei partecipanti allo stage, ma anche gli
accompagnatori che erano presenti, pareva venissero trascinati da
una comune energia, che li faceva essere gratificati di quello che
stavano facendo in quel momento, di essere presenti a questo
importante avvenimento. Importante non solo per il fatto che questo
era un appuntamento internazionale, quanto forse per il fatto di
ritrovarsi insieme ad altri praticanti della medesima disciplina
provenienti in gran parte dalla nostra penisola ed anche da altri
paesi europei, accomunati da una comune passione, come se quella
loro passione gli stesse facendo realizzare un… sogno.
Era già pomeriggio inoltrato quando anche questa altrettanto
interessantissima sessione di stage terminava, proseguendo così la
giornata verso l’ultimo appuntamento in programma. Questo infatti
prevedeva una particolare sessione teorica sul “Vivere la Via del
Guerriero”. Questa sessione era l’occasione per ascoltare le
parole di uno del più importante rappresentante dell’Hwa Rang Do e
Tae Soo Do al mondo e quindi particolarmente attesa dai partecipanti
a questo Evento Europeo.
Un
piccolo avvenimento nell’avvenimento e per conferirgli quindi anche
una giusta attenzione questa sessione dello stage era stata spostata
dal Palazzetto dello Sport di Pisa alle strutture della famosa
Scuola Normale Superiore, conosciuta semplicemente come
“Normale”, che ha sede in Piazza dei Cavalieri.
Questa è forse la piazza storica più celebre della città di Pisa,
al tempo centro del potere politico della Pisa repubblicana, nella
quale Cosimo I de’ Medici vi istituì la nuova sede dei Cavalieri di
Santo Stefano. Oltre il palazzo della Scuola Normale Superiore si
affacciano sulla grande piazza alche altri famosi palazzi. L’attuale
architettura della piazza è il risultato della ristrutturazione
voluta all’epoca da Cosimo I. La sede di questa ultima sessione di
stage pare non fosse prevista fino a poco prima, o almeno molti ne
ignoravano la sede di lavoro. Ma anche se così fosse tutti i
partecipanti allo stage hanno accolto con grande entusiasmo l’idea
di spostarsi verso la sede in Piazza dei Cavalieri.
Tutto il gruppo è quindi uscito compatto dal palazzetto per
dirigersi verso la storica piazza, attraversando la vicina sede
della Facoltà di Ingegneria e quindi attraverso la storica la Porta
Santa Maria sono entrati nella celeberrima Piazza dei Miracoli.
Davanti agli occhi degli ospiti di questo evento internazionale si
presentava uno degli spettacoli architettonici più affascinati che
abbiano mai visto.
L’occasione era talmente unica che ad un certo punto lo stesso
Mater Lee ha fermato il gruppo radunando i partecipanti per disporli
per una foto ricordo. Anche alcuni passanti erano stati attratti
dall’insolito schieramento, infatti tutti indossavano il dobok,
suscitando curiosità fra i turisti, tanto che alcuni di loro li
fotografavano come fosse, e come del resto era, un avvenimento
alquanto insolito da vedersi ai piedi della Torre Pendente.
Poi di nuovo in cammino verso Piazza dei Cavalieri passando da
Via S. Maria, anche questa uno squarcio di storia della città, per
entrare quindi nell’ampia Piazza dei Cavalieri. Proprio dietro il
Palazzo della Scuola Normale Superiore, insistono alcune strutture
universitarie tra cui quella che avrebbe ospitato la conferenza del
Gran Master Lee sul “vivere la Via del Guerriero”. I partecipanti
avevano preso posto nell’aula occupando ogni spazio tanto che
diverse persone resteranno poi in piedi ad ascoltare le parole del
loro Gran Master.
Master
Lee ha introdotto la sessione complimentandosi con i presenti e
l’impegno che hanno dimostrato fino ad ora in questo evento europeo.
Poi ha invitato i partecipanti a porre qualche domanda, mettendosi
così a disposizione per interagire con gli studenti. Varie sono
state le domande, le curiosità dei presenti, dalle quali il Gran
Master Lee ha tratto spunto per sottolineare alcuni concetti legati
alla filosofia dell’arte marziale Hwa Rang Do.
Sono stati toccati doversi argomenti, come la dipendenza
materiale, evidenziando con esempi di vita, alcuni scenari verso cui
sembra si stia evolvendo o involvendo la società. Così anche il tema
delle scelte di ognuno legate alle proprie paure e come questo
timore possa addirittura ostacolare la vita di ognuno. Una delle
partecipanti a questo evento faceva da interprete tra la platea e il
gran master, traduzione che riusciva efficacemente a far comprendere
quanto veniva esposto in questo raduno, dando intonazione come se
conoscesse bene l’argomento che Henry Taejoon Lee stava esponendo.
Circa un paio di ore di colloquio dal quale sembrava emergere
come alcuni dei concetti espressi potessero andare oltre le singole
tradizioni, culture, per unire i diversi praticanti in qualcosa di
più ampio dei propri limitanti confini. Da notare anche in questo
caso l’estremo rispetto di ognuno verso l’altro, l’educazione
attraverso il silenzioso ascolto delle parole del gran master che in
quel momento forse per alcuni rappresentava anche una guida, un
punto di riferimento, non solo nello studio dell’Hwa Rang Do e Tae
Soo Do ma anche della propria vita.
Ottima l’orazione del gran master che pareva muoversi a suo agio
con le parole, con l’intercalare appropriato là dove c’era bisogno
di porre più attenzione a taluni concetti. Non sono mancati anche
momenti per qualche battuta, smorzando un ‘atmosfera che a volte
sembrava troppo “seriosa”. Studenti attentissimi alle sue parole e
qualcuno che addirittura prendeva appunti, probabilmente per poter
poi poter riflettere con più calma su quello che era stato detto e
che forse non era palesemente comprensibile. Al termine uno scroscio
di applausi al Gran Master Henry Taejoon Lee per la brillante
esposizione, ma anche per sottolineare l’entusiasmo di aver avuto
l’opportunità di partecipare a questo evento nell’evento.
Una giornata trascorsa serenamente per i partecipanti che aveva
dato sicuramente modo di consolidare amicizie e incontrarne di nuove
fra membri di questa disciplina marziale, ma forse soprattutto
vivere una giornata nel rispetto dei propri compagni di lavoro e
quindi in ultimo sicuramente nel rispetto di se stessi, forse un
primo passo verso il “vivere la Via del Guerriero”.
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