logo ilguerriero.it

[ Home ] [ Forum ] [ La bacheca ] [ Ricerca nel portale ] [ Ricerca nel web ] [ Video ] [ Prossimi eventi ] [ Contatti ]

Stampa questa pagina Stampa la pagina

La “JIÀN”
(spada dritta)

ideogramma spadaDi: Vittoria Maccabruni
Studente della Scuola Arti Marziali Fragale

L’ideogramma jiàn rappresenta due persone armate e significa: tutti con il coltello (lama).

Si pronuncia: cièn.

Lo sviluppo delle armi

Nelle arti marziali cinesi, lo sviluppo del combattimento a mani nude e delle armi è andato di pari passo fin dai primordi. Sembra infatti che le prime armi utilizzate in Cina siano state il bastone (Gun) e la lancia (Qiang), molto facili de reperire e/o costruire. Fu solo con la scoperta della metallurgia che si cominciarono a fabbricare armi ben più sofisticate. Fu così che fecero la loro comparsa le prime e rudimentali spade e le sciabole.

La lancia cinese (qiang) e la sciabola (dao) erano le armi comunemente utilizzate dalla fanteria, sebbene considerate meno "nobili" della spada dritta, poiché questa esigeva un apprendimento troppo lungo e costoso per un esercito.

La jiàn non fu più usata in guerra fin dal tempo della dinastia degli Han orientali (25- 220 d.C.) e fu sostituita appunto dal Dâo, più semplice da maneggiare.

Le armi possono essere suddivise in tre generali categorie:

  • ARMI NOBILI
    Sono le armi vere e proprie, ovvero create con il preciso scopo di essere usate come tali.
    In questa categoria troviamo soprattutto armi con parti di metallo lavorato e affilato come per esempio le spade, le sciabole, le lance, le alabarde ecc. ecc.

  • ATTREZZI D'USO COMUNE
    Sono in realtà attrezzi che nascono con per scopi diversi per esempio attrezzi agricoli o attrezzi per lavori artigianali che all'occorrenza potevano comunque essere una ottima arma facilmente reperibile. Si pensi ai classici due bastoni legati da catena che in realtà nascono per battere grano e riso ecc. ecc.

  • ARMI PARTICOLARI
    Una via di mezzo fra le prime due categorie, sono degli oggetti opportunamente elaborati per essere resi offensivi tipo oggetti metallici appuntiti, con lame affilate, attrezzi da lancio ecc. ecc.

Le armi più comuni sono:

  • la spada (Jian) 
  • la sciabola (Dao)
  • il bastone (Gun)
  • la lancia (Qiang)

Nella simbologia taoista ogni arma (compresa la mano nuda) è associata ad ognuno dei 5 elementi.

Le influenze che taoismo e confucianesimo hanno apportato alle arti marziali hanno fatto sì che la teoria dei cinque elementi si unisse alla contrapposizione tra le cinque armi fondamentali (compreso anche il pugno come simbolo del combattimento a mani nude). Le relazioni sono le seguenti:

  • terra - pugno 
  • legno - bastone 
  • metallo - sciabola 
  • fuoco - lancia 
  • acqua - spada

Come nella teoria degli elementi per cui un elemento ne distrugge uno, e a sua volta viene distrutto da un altro, così ogni arma batte la successiva e viene sconfitta dalla precedente. Poiché tutto nasce dalla terra, allora si deve sempre partire nell'apprendimento dalle tecniche a mano nuda. Il legno distrugge la terra, come la zappa solca il terreno, quindi anche l'arma più semplice come il bastone può battere un uomo disarmato. Il metallo taglia il legno, perciò la sciabola batte il bastone. Il fuoco forgia il metallo, così la lancia vince la sciabola. L'acqua spegne il fuoco, come la spada, l'arma dai movimenti più fluidi, sconfigge la lancia. Infine, la terra batte l'acqua, quindi il pugno batte la spada; questo a simboleggiare il fatto che chi ha compiuto tutto il ciclo d'istruzione è diventato un maestro ed è in grado di battere a mani nude anche l'arma più nobile.

Jiàn – la spada dritta. Storia, Caratteristiche e Utilizzo.

Storia

Jian (cinese: 劍; Pinyin: jiàn; Wade-Giles: chien) è una spada cinese dritta a doppio filo. In Cina, il jian è considerata l'arma più nobile delle arti marziali, ed è una delle quattro armi principali, insieme al gun, al qiang e al dao.

L’apprendimento delle sue tecniche era molto lungo e difficoltoso, perciò non fu mai un’arma adatta all’esercito proprio a causa degli elevati costi e dei tempi molto lunghi di allenamento. Per questo la fanteria utilizzava principalmente la lancia e la sciabola, sebbene considerate meno "nobili" della spada dritta.

La spada dritta (Jian) è l’acqua e ricopre il ruolo di regina incontrastata in eccellenza, non solo fra le armi ma anche per ciò che riguarda la cultura mitologica. Ad essa sono legate leggende fantastiche di cavalieri erranti che possedevano spade forgiate da mitologici dei. I grandi imperatori erano legati al culto della spada, che ne possedevano di forgia accurata affinché avesse elementi propiziatori e di dominio.

Ancora oggi in Cina, con l'idea di indirizzare il proprio figliolo alle arti marziali, e quindi a fortificarne lo spirito, gli si fa dono di una spada.

La capacità di utilizzare la spada non è legata solo all’abilità del praticante ma è l'estensione del suo corpo, mente e spirito.

Caratteristiche

La classica spada cinese, Jiàn, usata dai  Cinesi da circa 2.500 anni, è di linea diritta, con una lama a doppio filo della lunghezza variabile da 45 a 80 cm e con una punta acuminata. Il peso di una Jiàn di circa 70 cm. può variare da 700 a 900 grammi. E’assieme al bastone (Gùn), alla sciabola (Dāo) ed alla lancia (Qiāng), una delle quattro armi utilizzate nelle arti marziali cinesi, in particolare nella pratica del Tai Ji Quàn, che assume, nel caso della forma con la spada, il nome di Tai Ji Jiàn.

La lama è formata da tre sezioni: la punta (jiànfeng), la parte mediana (zhongren) e la parte più vicina all'impugnatura (jiàngren). La punta, nella maggior parte delle spade, curva dolcemente verso l'estremità, anche se, durante la dinastia Ming, venivano forgiate spade con la punta a spigoli vivi. La lama è generalmente di larghezza leggermente decrescente, ma spesso si osservano anche spade che si assottigliano verso la punta (fino alla metà dello spessore vicino all'impugnatura).

Le Jiàn erano fatte originariamente in bronzo, poi in ferro e quindi in acciaio, con l’evoluzione della tecnologia e dei materiali. Esistono Jiàn interamente fatte di Giada, probabilmente per usi cerimoniali. Le lame delle spade più pregiate, sono tradizionalmente costituite da tre (o cinque) strati (Sanmei).

Una delle tre tecniche maggiormente usate nella forgiatura delle spade cinesi è chiamata qiangang, o dell’acciaio inserito.

La parte centrale della lama, forgiata con acciaio più duro (con più carbonio), ma più fragile, consentiva di mantenere molto a lungo il filo sulle lame.

Sulla parte centrale venivano poi applicati due o più strati di acciaio più malleabile (meno carbonioso), in modo da consentire una maggiore flessibilità della lama, senza però arrivare a coprire i tagli della parte centrale. Questa tecnica permetteva di avere una lama flessibile e tagliente allo stesso tempo. I fabbri armaioli più bravi ed esperti riuscivano a creare, dalla sovrapposizione degli strati, dei motivi ornamentali di pregevole fattura. Inoltre, sugli strati esterni, più dolci, potevano essere cesellate iscrizioni ed immagini.

Un altro aspetto della abilità dei fabbri cinesi è dato dalla tecnica usata per temprare le lame, alternando il passaggio dalla fucina al raffreddamento della lama in misture, a base di olii, spesso tenute segrete. Tecnica ben conosciuta anche da altri popoli, ma l’abilità dei fabbri armaioli cinesi risiedeva nella capacità di limitare questo trattamento alla sola parte tagliente. Ciò incrementava ulteriormente la forza e l’affilatura della lama.

La tecnica dei fabbri cinesi fu esportata in Corea ed in Giappone, attorno alla metà del VI secolo, dando luogo alla creazione delle prime spade giapponesi, chiamate Ken, ispirate alla Jiàn cinese, e successivamente alla forgiatura della celebre Katana, (basata sul modello del Dāo cinese, con un solo taglio).

L’elsa è generalmente formata da due ali rivolte verso la lama, un'impugnatura (generalmente ad una mano, ma esistono anche modelli più pesanti, a due mani), ed un pomello pesante posto alla fine dell'impugnatura, per il bilanciamento dell’arma ed atto ad evitare lo scivolamento della spada.

L'elsa è progettata in modo da proteggere la mano dagli attacchi avversari. Il manico, in genere, ospita una sola mano, più rari sono i casi di Jian a due mani o con un'elsa a disco che ricorda quella del Dao (sciabola).

Alla fine del manico troviamo un "pomello" per l'equilibrio il cui scopo principale, oltre a favorire il bilanciamento dell'arma, è quello d'impedire un'eventuale perdita dell'arma a causa dell'allentamento della mano sul manico.

Così come già accade per il Dao, anche nello Jian troviamo un fiocco al limitare del manico, il cui scopo non è per nulla estetico quanto, invece, parte complementare degli attacchi. Può essere utilizzato per trattenere l'arma, per riportare attacchi offensivi diretti o per distrarre l'avversario (in principio era formato da fili di metallo che sfregiavano il viso dell'avversario).

Utilizzo

Come abbiamo visto la lama può essere divisa in tre parti: la punta, il centro, e la parte vicino all'elsa. La parte più vicina all'elsa, è solitamente più spessa e utilizzata per la difesa, mentre la punta della lama è sottile per facilitare l'offesa.

La punta è la parte più flessibile in quanto dovrà riportare attacchi veloci e precisi, il centro è leggermente più rinforzato poichè è utilizzato anche per alcune parate, mentre lo jiangen (parte vicino all'elsa) è utilizzata principalmente per le parate e quindi sarà in assoluto la parte più resistente.

Di peso molto minore rispetto alla sciabola (Dao), e con il baricentro vicino alla guardia viene utilizzata in maniera molto tecnica ed elegante. La tecnica della Jian si basa sopratutto su affondi e fendenti mirati principalmente alle parti vulnerabili del corpo per recidere tendini e fasci muscolari.

Il maneggio della spada differisce considerevolmente dalla sciabola per la velocità che viene inferta dallo spadaccino alla lama durante il maneggio. La capacità di insinuarsi, di essere presente nella copertura del corpo, nel ritrarsi e nell'estendersi, fanno della spada l'arma più versatile per eccellenza.

Nella difesa, raramente viene opposta con forza la propria lama contro l'arma che attacca, per non compromettere il filo e perché, proprio a causa del minor peso e quindi del minor spessore della lama, risulta più fragile di spade più pesanti.

Anticamente, in guerra veniva utilizzata dalla cavalleria in quanto l’apprendimento del suo utilizzo era lungo e complesso. Anche per tale motivo chi padroneggia le tecniche della Jian era, ed è, ampiamente riverito come maestro. Nel Taijiquan, come già detto, la spada dritta (Jian) è l’arma principale. Gli stili principali che utilizzano la spada sono il Chen, lo Yang, il Sun e il Wu, oltre che il Wudang Taijiquan.

L'energia delle armi

Tutte le armi possiedono una loro Energia Intrinseca, una sorta di anima che si può avvertire non appena se ne viene a contatto. E' necessario trovare la giusta sintonia con questa energia, la giusta via per imparare non a maneggiare ma a vivere l'arma. Spesso gli antichi maestri hanno celato nelle principali posizioni delle forme tradizionali di Kung Fu, i segreti dello stile, sfruttando simbologie e metafore filosofiche per suggerire al praticante la giusta impostazione mentale ed energetica.

Bastoni, spade, lance... dardi, forme, usi, materiali e storie diverse ma tutto legato da una magnifica energia, quella propria delle armi e di chi le padroneggia. Maneggiarle significa entrare in contatto con l'immenso passato storico delle arti marziali e non solo.

Lo studio delle armi negli stili di Kung Fu forgia il praticante a livello fisico ma, e soprattutto, lo affina a livello energetico e spirituale. L'arma offre l'opportunità di accorgersi da subito a quali e quante carenze siamo soggetti: non precisione, velocità scarsa, movimenti grezzi e non coordinati e, per chi combatte, tecniche pesanti e poco fluide.

Lo studio delle armi è la chiave per accedere, risvegliare e perfezionare certe qualità, come il maneggio di una lancia insegna la precisione e il colpo d'occhio, una spada dritta a due tagli offre l'eleganza e la grazia nelle tecniche paragonabili ai movimenti di una fenice, la velocità e la coordinazione saranno date dall'addestramento nella spada curva usata singola e in coppia, la forza e la stabilità delle posizioni da una potente alabarda, così a salire in una spirale di riscoperta delle potenzialità del proprio corpo e delle sue caratteristiche.

Sitografia

  Condividi


www.ilguerriero.it
Le riviste elettroniche


mailContatti

note

note

Inizio pagina

stella www.ilguerriero.it