Il Bastone - Kun
Armi
Prima di approfondire l’argomento sul bastone è necessario
distinguere le armi tradizionali in diverse categorie:
Prima categoria della quale fanno parte le armi “nobili”, ovvero
create con il preciso scopo di essere usate come tali. In questa
categoria troviamo soprattutto armi con parti di metallo lavorato e
affilato come per esempio le spade, le sciabole, le lance, le
alabarde ecc. ecc.
Seconda
categoria della quale fanno parte attrezzi che nascono con scopi
diversi per esempio attrezzi agricoli o attrezzi per lavori
artigianali che all'occorrenza potevano comunque essere una ottima
arma facilmente reperibile. Si pensi ai classici due bastoni legati
da catena (ndr:
nunchaku in giapponese) che in realtà
nascono per battere grano e riso oppure ad un semplice bastone che
serviva a trasportare sulle spalle due secchi d’acqua caricati alle
estremità ecc. ecc.
Terza categoria che è una via di mezzo fra le prime due, sono
degli oggetti opportunamente elaborati e personalizzati per essere
resi offensivi tipo oggetti metallici appuntiti, con lame affilate,
attrezzi da lancio ecc. ecc.
Questo fa capire che il concetto di “arma” non è una cosa
del tutto scontata perché qualsiasi oggetto della vita quotidiana
potrebbe essere un’ arma a seconda dell’uso che ne facciamo.
Il Bastone
L’uso
del bastone risale ai primordi della storia dell’uomo. Quindi resta
molto difficile cercare di individuare quando e come fu utilizzato
la prima volta come arma.
Pertanto l’utilizzo di questo si è sviluppato contemporaneamente
in luoghi diversi come in India, in Cina, in Giappone ed addirittura
anche in Italia.
IL
BASTONE IN CINA
In Cina, il bastone, chiamato Kun, è conosciuto come una
delle quattro armi principali delle arti marziali, insieme al Dao
(Sciabola), al Qiang (Lancia) e al Jian (Spada).
Esistono diverse varianti importanti del Kun che sono utilizzate
nelle arti marziali tradizionali cinesi, tra queste ci sono il Bang,
il Chang Kun e il Shao Kun.
Il Bastone corto (Bang), nello Shaolin Quan viene utilizzato con
una mano ed è propedeutico all'apprendimento dell'uso della sciabola
cinese (dao), oppure viene utilizzato come la mazza, tenuto con
entrambe le mani e usato con movimenti di torsione per allenarsi,
la sua altezza da terra arriva fino al “tan tien” del
praticante, punto che nella medicina tradizionale cinese è collocato
a circa due dita sotto l'ombelico (il baricentro del corpo).
Il Bastone medio (Kun) tradizionale è realizzato con il legno del
ligustro cinese che ha la forma leggermente conica, la lavorazione
prevede un periodo di invecchiamento sotto terra che contribuisce a
rendere il bastone più flessibile e resistente, poi viene reso
completamente liscio per favorirne l’impugnatura, la lunghezza è
determinata in base all'altezza del praticante, e tipicamente deve
andare da terra fino a circa l'altezza degli occhi.
Le tecniche di bastone consistono sopratutto nel “colpire”,
nel ”battere” e nel “pungere”.
Il
Bastone lungo (Chang Kun) è alto da terra fino alla punta delle dita
di un braccio disteso in alto, il suo uso principale era quello di
disarcionare i cavalieri, per effettuare questo attacco,
il guerriero a terra, colpiva il cavaliere usando la parte terminale
del bastone lungo, mirando all'arma o al corpo dello stesso.
Il Bastone medio con snodo (Shao Kun) era la variante del Kun, questo
bastone aveva una catena sulla sommità, con attaccato un bastone
corto, e nell'utilizzo, a causa del contraccolpo girava
vorticosamente annodandosi intorno all'arma o alle braccia del
cavaliere. La lunghezza della catena era variabile a seconda di
quanto si voleva enfatizzare l'uso descritto. Con una catena piu'
lunga era piu' facile disarcionare un cavaliere, ma ogni altro uso
era reso piu' difficoltoso. Invece con una catena piu' corta era
possibile usare lo Shao Kun come un Kun, attribuendogli in piu' la
facolta' di colpire ulteriormente con la parte mobile.
L’arte del bastone è forse la più famosa tra quelle praticate al
tempio Shaolin, il bastone era l’arma preferita dai monaci i quali
raramente, al di fuori del Tempio se ne separavano.
La tecnica di Shaolin "Kun" sarebbe apparsa nel quattordicesimo
secolo, nel corso della rivolta che mise fine alla dinastia Yuan. La
leggenda narra che, il Tempio stava per essere attaccato dagli
insorti, quando l’apparizione di un monaco armato di un attizzatoio
di ferro e posseduto dalla divinità Jinnaluo Wang li fece
disperdere.
Questa leggenda potrebbe essere un elegante stratagemma per
creare un alone mitico che proteggesse il tempio da attacchi.
IL BASTONE IN ITALIA
In Italia intorno all’anno 1200 d.C. fa le sue “prime mosse”
quella che sarà l’unica arte marziale sviluppatasi in Italia e forse
anche una delle più antiche d’Europa.
Il bastone è lungo circa 1,20 metri, ed è ricavato da legno
d’ulivo, arancio amaro, sorbo o dalla rossella, raccolto in precisi
periodi dell’anno. La lavorazione prosegue ed il bastone è trattato
e passato al fuoco per essere pulito, raddrizzato e asciugato.
Lo strumento finale è molto leggero ed al contempo
resistentissimo ai colpi più duri, anche se sbattuto violentemente
sul cemento. Esso può avere dei noduli molto consistenti che sono
utilizzati per fratturare la zona ossea colpita in piccoli punti
specifici.
Il bastone per essere ultimato, era messo a stagionare per un
certo periodo sotto il chiaro di luna; una volta completo, un colpo
ben assestato era capace di spezzare la lama di una spada. Una
leggenda narra del viaggio di un Re, la cui scorta fu attaccata da
un’orda di banditi, mentre si trovava in una zona impervia della
Sicilia; proprio quando la guardia reale stava per avere la peggio,
ecco che scende dai monti un pastore armato di bastone, che
sbaraglia e mette in fuga gli assalitori.
Questa disciplina di combattimento è stata da sempre utilizzata
da contadini e da pastori come strumento di lavoro e come arma di
difesa contro occasionali assalitori, o animali selvaggi.
Inizialmente non esisteva una tecnica ben definita, che andò
delineandosi nel 1600 e fu da subito utilizzata nei duelli d’onore
tra pastori o contadini, ma spesso coinvolgeva anche ricchi
proprietari terrieri, affascinati da questa nuova arte sia perché
permetteva di difendersi da un coltello, sia per semplici scommesse.
Poi, con l'avvento delle armi da fuoco, la funzione di difesa del
bastone venne a mancare, ma restò il suo impiego nei duelli d'onore.
Oggi il bastone è presente soprattutto nella Sicilia orientale, a
livello di arte tramandata da padre in figlio, da amico ad amico,
sui monti e nei luoghi scarsamente popolati, dove ancora i giovani
non sono distratti dai problemi della società industriale.
Il bastone siciliano comprende vari stili come la tirata ruotata
e la fiorata che sono tra i più diffusi. Un'altra scuola collocata
geograficamente nell'area di Messina, usa il bastone con una sola
mano, come un fioretto, ma non è ritenuta molto efficace perchè
nelle parate c'è il rischio che il bastone cada di mano. Nelle
scuole maggiori, invece, il bastone è maneggiato con due mani, con
movimenti rotatori continui chiamati mulinè e solo occasionalmente è
utilizzata con tecniche offensive di stoccata, con una sola mano. Il
mulinè eseguito a due mani, difende tutta l'area intorno al corpo
(un po' come un'elica), tenendo lontano gli aggressori. Questa fase
difensiva è completata da attacchi alla testa, colpi laterali al
viso, colpi di punta allo sterno, alla gola ed al basso ventre,
tutti mortali. La tirata insegna anche un suo particolare modo di
spostarsi e camminare, assecondando appieno la tipologia del terreno
su cui ci si trova (campagna, pavimento di piastrelle, sabbia,
selciato bagnato etc...), spesso richiama la danza e s’ispira ai
movimenti dei pupi siciliani. Un elemento importante di questa
scuola è il figurismo. Il figurismo è una sequenza obbligata di
figure caratterizzano lo stile adottato paragonabile ai kata e alle
forme delle arti marziali orientali.
Si sa per certo che esiste una versione napoletana del Bastone
che differisce dalla versione siciliana per la sua misura ridotta e
per la tecnica che privilegia colpi a corto raggio, corpo a corpo e
chiusura. Si utilizza molto per comprimere alcuni punti dolorosi del
corpo che paralizzano letteralmente chi li subisce. Nella scuola
napoletana non vi sono tecniche spettacolari (vedi i maneggi del
bastone siciliano). Utilizzare il bastone napoletano è un po' come
maneggiare un coltello.
Oggi l’arte del bastone è conosciuta con il nome “Liu-Bo”, dal
cinese “bastone di Leo”, in onore del maestro Letterio Tomarchio,
che è riuscito a farla diventare un’arte marziale famosa e
riconosciuta.
In conclusione in tutte le arti marziali il principio d'uso del
bastone come arma è sempre lo stesso ovvero l'aumento della forza
del colpo tramite la leva. Vengono utilizzati fendenti e colpi di
punta, oltre a tecniche di disarmo e di immobilizzazione, nonché
leve articolari. I movimenti prodotti dall'utilizzo del bastone
compongono spesso cerchi, semicerchi e sfere, difendendo
l'utilizzatore dagli avversari da ogni lato, tenendoli lontani e
permettendo di attaccarli senza che possano avvicinarsi. Alcune
leggende narrano di guerrieri capaci di roteare il bastone talmente
veloce da riuscire a fermare una freccia.
Il bastone (sia lungo che corto) è in genere la prima arma che un
praticante di arti marziali inizia ad usare perché, come già affermato, facilita l’apprendimento di altre armi vedi
l’alabarda, la lancia nel caso del bastone lungo; vedi la spada e la
sciabola nel caso del bastone corto; inoltre aiuta a migliorare le posizioni e l’assetto simmetrico del corpo
e quindi correggere eventuali squilibri esistenti; infine
permette allo studente di combattere con un oggetto facilmente
reperibile;
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