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Arti Marziali

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Il Bastone - Kun

Di: Alessio Luperini
Studente della Scuola Arti Marziali Fragale

Armi

Prima di approfondire l’argomento sul bastone è necessario distinguere le armi tradizionali in diverse categorie:

Prima categoria della quale fanno parte le armi “nobili”, ovvero create con il preciso scopo di essere usate come tali. In questa categoria troviamo soprattutto armi con parti di metallo lavorato e affilato come per esempio le spade, le sciabole, le lance, le alabarde ecc. ecc.

Seconda categoria della quale fanno parte attrezzi che nascono con scopi diversi per esempio attrezzi agricoli o attrezzi per lavori artigianali che all'occorrenza potevano comunque essere una ottima arma facilmente reperibile. Si pensi ai classici due bastoni legati da catena (ndr: nunchaku in giapponese) che in realtà nascono per battere grano e riso oppure ad un semplice bastone che serviva a trasportare sulle spalle due secchi d’acqua caricati alle estremità ecc. ecc.

Terza categoria che è una via di mezzo fra le prime due, sono degli oggetti opportunamente elaborati e personalizzati per essere resi offensivi tipo oggetti metallici appuntiti, con lame affilate, attrezzi da lancio ecc. ecc.

Questo fa capire che il concetto di “arma” non è una cosa del tutto scontata perché qualsiasi oggetto della vita quotidiana potrebbe essere un’ arma a seconda dell’uso che ne facciamo.

Il Bastone

L’uso del bastone risale ai primordi della storia dell’uomo. Quindi resta molto difficile cercare di individuare quando e come fu utilizzato la prima volta come arma.

Pertanto l’utilizzo di questo si è sviluppato contemporaneamente in luoghi diversi come in India, in Cina, in Giappone ed addirittura anche in Italia.

IL BASTONE IN CINA

In Cina, il bastone, chiamato Kun, è conosciuto come una delle quattro armi principali delle arti marziali, insieme al Dao (Sciabola), al Qiang (Lancia) e al Jian (Spada).

Esistono diverse varianti importanti del Kun che sono utilizzate nelle arti marziali tradizionali cinesi, tra queste ci sono il Bang, il Chang Kun e il Shao Kun.

Il Bastone corto (Bang), nello Shaolin Quan viene utilizzato con una mano ed è propedeutico all'apprendimento dell'uso della sciabola cinese (dao), oppure viene utilizzato come la mazza, tenuto con entrambe le mani e usato con movimenti di torsione per allenarsi, la sua altezza da terra arriva fino al “tan tien” del praticante, punto che nella medicina tradizionale cinese è collocato a circa due dita sotto l'ombelico (il baricentro del corpo).

Il Bastone medio (Kun) tradizionale è realizzato con il legno del ligustro cinese che ha la forma leggermente conica, la lavorazione prevede un periodo di invecchiamento sotto terra che contribuisce a rendere il bastone più flessibile e resistente, poi viene reso completamente liscio per favorirne l’impugnatura, la lunghezza è determinata in base all'altezza del praticante, e tipicamente deve andare da terra fino a circa l'altezza degli occhi.

Le tecniche di bastone consistono sopratutto nel “colpire”, nel  ”battere” e nel “pungere”.

Il Bastone lungo (Chang Kun) è alto da terra fino alla punta delle dita di un braccio disteso in alto, il suo uso principale era quello di disarcionare i cavalieri, per effettuare questo attacco, il guerriero a terra, colpiva il cavaliere usando la parte terminale del bastone lungo, mirando all'arma o al corpo dello stesso.

Il Bastone medio con snodo (Shao Kun) era la variante del Kun, questo bastone aveva una catena sulla sommità, con attaccato un bastone corto, e nell'utilizzo, a causa del contraccolpo girava vorticosamente annodandosi intorno all'arma o alle braccia  del cavaliere. La lunghezza della catena era variabile a seconda di quanto si voleva enfatizzare l'uso descritto. Con una catena piu' lunga era piu' facile disarcionare un cavaliere, ma ogni altro uso era reso piu' difficoltoso. Invece con una catena piu' corta  era possibile usare lo Shao Kun come un Kun, attribuendogli in piu' la facolta' di colpire ulteriormente con la parte mobile.

L’arte del bastone è forse la più famosa tra quelle praticate al tempio Shaolin, il bastone era l’arma preferita dai monaci i quali raramente, al di fuori del Tempio se ne separavano.

La tecnica di Shaolin "Kun" sarebbe apparsa nel quattordicesimo secolo, nel corso della rivolta che mise fine alla dinastia Yuan. La leggenda narra che, il Tempio stava per essere attaccato dagli insorti, quando l’apparizione di un monaco armato di un attizzatoio di ferro e posseduto dalla divinità Jinnaluo Wang li fece disperdere.

Questa leggenda potrebbe essere un elegante stratagemma per creare un alone mitico che proteggesse il tempio da attacchi.

IL BASTONE IN ITALIA

In Italia intorno all’anno 1200 d.C. fa le sue “prime mosse” quella che sarà l’unica arte marziale sviluppatasi in Italia e forse anche una delle più antiche d’Europa.

Il bastone è lungo circa 1,20 metri, ed è ricavato da legno d’ulivo, arancio amaro, sorbo o dalla rossella, raccolto in precisi periodi dell’anno. La lavorazione prosegue ed il bastone è trattato e passato al fuoco per essere pulito, raddrizzato e asciugato.

Lo strumento finale è molto leggero ed al contempo resistentissimo ai colpi più duri, anche se sbattuto violentemente sul cemento. Esso può avere dei noduli molto consistenti che sono utilizzati per fratturare la zona ossea colpita in piccoli punti specifici.

Il bastone per essere ultimato, era messo a stagionare per un certo periodo sotto il chiaro di luna; una volta completo, un colpo ben assestato era capace di spezzare la lama di una spada. Una leggenda narra del viaggio di un Re, la cui scorta fu attaccata da un’orda di banditi, mentre si trovava in una zona impervia della Sicilia; proprio quando la guardia reale stava per avere la peggio, ecco che scende dai monti un pastore armato di bastone, che sbaraglia e mette in fuga gli assalitori.

Questa disciplina di combattimento è stata da sempre utilizzata da contadini e da pastori come strumento di lavoro e come arma di difesa contro occasionali assalitori, o animali selvaggi. Inizialmente non esisteva una tecnica ben definita, che andò delineandosi nel 1600 e fu da subito utilizzata nei duelli d’onore tra pastori o contadini, ma spesso coinvolgeva anche ricchi proprietari terrieri, affascinati da questa nuova arte sia perché permetteva di difendersi da un coltello, sia per semplici scommesse.

Poi, con l'avvento delle armi da fuoco, la funzione di difesa del bastone venne a mancare, ma restò il suo impiego nei duelli d'onore. Oggi il bastone è presente soprattutto nella Sicilia orientale, a livello di arte tramandata da padre in figlio, da amico ad amico, sui monti e nei luoghi scarsamente popolati, dove ancora i giovani non sono distratti dai problemi della società industriale.

Il bastone siciliano comprende vari stili come la tirata ruotata e la fiorata che sono tra i più diffusi. Un'altra scuola collocata geograficamente nell'area di Messina, usa il bastone con una sola mano, come un fioretto, ma non è ritenuta molto efficace perchè nelle parate c'è il rischio che il bastone cada di mano. Nelle scuole maggiori, invece, il bastone è maneggiato con due mani, con movimenti rotatori continui chiamati mulinè e solo occasionalmente è utilizzata con tecniche offensive di stoccata, con una sola mano. Il mulinè eseguito a due mani, difende tutta l'area intorno al corpo (un po' come un'elica), tenendo lontano gli aggressori. Questa fase difensiva è completata da attacchi alla testa, colpi laterali al viso, colpi di punta allo sterno, alla gola ed al basso ventre, tutti mortali. La tirata insegna anche un suo particolare modo di spostarsi e camminare, assecondando appieno la tipologia del terreno su cui ci si trova (campagna, pavimento di piastrelle, sabbia, selciato bagnato etc...), spesso richiama la danza e s’ispira ai movimenti dei pupi siciliani. Un elemento importante di questa scuola è il figurismo. Il figurismo è una sequenza obbligata di figure caratterizzano lo stile adottato paragonabile ai kata e alle forme delle arti marziali orientali.

Si sa per certo che esiste una versione napoletana del Bastone che differisce dalla versione siciliana per la sua misura ridotta e per la tecnica che privilegia colpi a corto raggio, corpo a corpo e chiusura. Si utilizza molto per comprimere alcuni punti dolorosi del corpo che paralizzano letteralmente chi li subisce. Nella scuola napoletana non vi sono tecniche spettacolari (vedi i maneggi del bastone siciliano). Utilizzare il bastone napoletano è un po' come maneggiare un coltello.

Oggi l’arte del bastone è conosciuta con il nome “Liu-Bo”, dal cinese “bastone di Leo”, in onore del maestro Letterio Tomarchio, che è riuscito a farla diventare un’arte marziale famosa e riconosciuta.

In conclusione in tutte le arti marziali il principio d'uso del bastone come arma è sempre lo stesso ovvero l'aumento della forza del colpo tramite la leva. Vengono utilizzati fendenti e colpi di punta, oltre a tecniche di disarmo e di immobilizzazione, nonché leve articolari. I movimenti prodotti dall'utilizzo del  bastone compongono spesso cerchi, semicerchi e sfere, difendendo l'utilizzatore dagli avversari da ogni lato, tenendoli lontani e permettendo di attaccarli senza che possano avvicinarsi. Alcune leggende narrano di guerrieri capaci di roteare il bastone talmente veloce da riuscire a fermare una freccia.

Il bastone (sia lungo che corto) è in genere la prima arma che un praticante di arti marziali inizia ad usare perché, come già affermato, facilita l’apprendimento di altre armi vedi l’alabarda, la lancia nel caso del bastone lungo; vedi la spada e la sciabola nel caso del bastone corto; inoltre aiuta a migliorare le posizioni e l’assetto simmetrico del corpo e quindi correggere  eventuali squilibri esistenti; infine permette allo studente di combattere con un oggetto facilmente reperibile;

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