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Lo Shaolin e lo stile del serpente

Di: Vittoria Maccabruni
Studente della Scuola Arti Marziali Fragale

Cenni storici sulla nascita del Kung Fu Shaolin

Il massimo sviluppo del Wu Shu Kung Fu in Cina è avvenuto nei periodi detti della Primavera e dell'Autunno e/o degli Stati Combattenti (771 - 221 A.C.), successivamente lo studio e la pratica si diversificarono molto dando alle pratiche marziali una valenza sociale di più ampio raggio e vista molto spesso in un contesto di educazione e preparazione all'interno del sistema scolastico; nascono gli Stili, le Competizioni, le Danze Marziali. La pratica del Wu Shu Kung Fu si espande negli strati popolari, nascono e si sviluppano numerose scuole.

Il Tempio di SHAOLIN fu creato intorno al 520 DC nella regione cinese di Honan, presso il fiume giallo. Questo edificio appare sotto diversi nomi: Shaolin in Mandarino, SiLum in Cantonese (i due nomi significano: giovane foresta). Successivamente giunse al monastero l’indiano Bodhidharma che introdusse i principi del buddhismo Chan (zen in giapponese) e alcuni esercizi fisici derivanti dallo Yoga mirati ad accrescere la forza e l’agilità dei monaci.

I monaci fusero sapientemente le loro pratiche meditative con la pratica marziale dando origine ad alcuni stili che nei loro movimenti ricordavano il comportamento degli animali.

I cinque principali animali degli stili Shaolin sono: Tigre, Drago, Leopardo, Gru, Serpente. Successivamente gli stili basati sugli animali furono fusi in un unico sistema, anche se alcuni monaci non aderirono a tale unificazione e continuarono ad insegnare il loro stile originale.

Nel XVIII secolo la Cina si trova sotto l’autorità mandarina e il monastero Shaolin, dopo una accanita resistenza si arrese e fu distrutto. Soltanto 128 monaci riuscirono a fuggire e tra questi solo cinque, narra la leggenda, riuscirono a sopravvivere allo sterminio, alle torture e persecuzioni degli anni seguenti. Questi “cinque antenati” si impegnarono ad erigere altrettanti monasteri come centri di resistenza alla dinastia "Ching"; per questo oggi si parla di più di un monastero Shaolin. Quello che si visita oggi peraltro è uno totalmente ricostruito e completamente ristrutturato che funge da meta di numerosissimi turisti ed appassionati di Arti Marziali provenienti da tutto il mondo .

Esistono comunque degli stili che non derivano dal tempio Shaolin, come ad esempio lo stile dell'ubriaco, lo stile della traccia perduta, lo stile dalle gambe elastiche (Ten Tui) ecc.. Attualmente esistono circa 400 stili di Wu Shu Kung Fu ma solo una quindicina possono considerarsi realmente differenti tra loro ed hanno una larga diffusione sia in Cina sia nel mondo intero.

Il sistema dei cinque animali

Come abbiamo detto la scuola Shaolin introdusse cinque diversi stili spesso definiti di “imitazione degli animali”, questo perché ognuno di essi prende appunto il nome da un animale con caratteristiche ben precise. Gli animali sono: la gru (he), la tigre (hu), il serpente (she), il leopardo (bao), il drago (long).

C’è forse un malinteso di base che porta molti a fraintendere il significato di questa espressione: con essa non si intende dire che i diversi stili semplicemente, imitano, scimmiottano o copiano meramente le movenze degli animali. In realtà si tratta di particolari tecniche  che, espresse dall’uomo, interpretano un messaggio particolare che può essere ricondotto alle caratteristiche tipiche di certi animali. Quindi possiamo forse dire che si tratta piuttosto di un’imitazione spirituale dell’animale studiato, una congiunzione con esso; una sensazione di indivisibilità della natura nella quale l’uomo stesso è immerso e di cui fa parte, come insegnano i fondamenti taoisti. Perciò possiamo dire che l’uomo non imita semplicemente l’animale ma esprime e amplifica una sensazione che si trova già dentro di lui in quanto facente parte della stessa natura cui appartengono gli animali.

Lo stile del Serpente (she)

Il serpente è temuto come  uno degli animali più insidiosi del pianeta, considerando quanto possono essere mortali rispetto alla loro dimensione. È un animale dalla natura terricola, tuttavia in qualche modo spirituale, a ciò si deve il relativo carattere misterioso. Il serpente è stato definito come il guardiano dei draghi.

Dentro di loro la natura ha bilanciato caratteristiche di velocità e mimetica tanto da far sembrare i suoi attacchi arrivare dal nulla. Lo "stile del serpente" di Shaolin ha cercato di cogliere queste caratteristiche particolari e applicarle sulle tecniche da portare all'avversario, infatti i colpi sono sempre orientati verso obbiettivi vulnerabili tipo occhi, gola e inguine.

Lo stile del serpente pone un particolare accento sul fluire del Ch’i, l’energia interiore che tutti possediamo ma che spesso non riusciamo a far fluire nel modo corretto attraverso il nostro corpo e la nostra mente. Questo stile incrementa la concentrazione e la capacità di “ascoltare” la proprio energia interiore con il conseguente benefico effetto di accrescere il proprio Ch’i.

Le movenze del Serpente sono infatti studiate per sviluppare il temperamento e la resistenza. La respirazione è lenta, profonda, morbida e armoniosa. I movimenti sono fluidi e flessuosi con enfasi sulle dita che rappresentano la lingua del rettile.

I movimenti del serpente non sono mai limitati alle sole braccia, ma coinvolgono tutto il corpo. Non ci sono interruzioni o “punti spenti” lungo la catena di movimento dai piedi alle mani. Per portare a termine questa tecnica il praticante dovrà essere estremamente flessibile nelle articolazioni, specialmente nelle anche, nei polsi, nella spina dorsale e nelle spalle.

Questo sistema ha movimenti circolari ed in linea, alzandosi ed abbassandosi sinuosamente durante gli attacchi e le parate. Non sono rari movimenti quasi radenti al suolo, ed è previsto il combattimento a terra. Il serpente si comporta come una molla che si carica e poi scatta. Le braccia sono spesso allungate e lavorano su linee strette. I colpi sono portati sia a mano aperta, di punta, sia con le sole dita stese o serrate, cercando parti molli o temporaneamente vulnerabili in cui poter sfondare e penetrare.

Le tecniche di attacco del Serpente sono caratterizzate da una grande velocità e da repentini cambi di direzione, le parate fluide si trasformano spesso in attacchi decisivi sui punti vitali, mentre poi con la fluidità dei suoi movimenti,  il corpo riesce a sviluppare delle rotazioni incredibili sia negli attacchi che nelle difese. Le movenze del serpente alle quali il praticante si avvicina si manifestano nel: vibrare, l’avvitarsi, l’allungarsi e ritirarsi, mentre le tecniche con le mani assumono le tre principali caratteristiche: mulinare, forare e morsicare. Per impadronirsi del serpente bisogna far coincidere perfettamente le gambe con il busto, la forza usata sarà quella elastica mentre particolare attenzione si dovrà avere nel bilanciare l’esercizio interno con quello esterno, ecco perché l’arte del serpente ai più risulta una delle più complesse e raffinate tecniche di difesa personale.

Le tecniche del serpente essendo molto pericolose vengono usate solamente in caso di vera minaccia. , la regola base del serpente è neutralizzare un avversario col minimo sforzo e il minimo rischio per se stessi.

Lo stile del serpente in ultima analisi stimola il praticante ad esercitare l’abilità e la resistenza ritmica. Arrotolandosi sull’avversario o strisciando al suolo, alternando rapidi attacchi a sinuose schivate, si comprende l’importanza di un tipo di movimento compatto ma elastico, laddove il lavoro dei muscoli in un punto del corpo si ripercuote su tutto il resto senza soluzione di continuità. Questo tipo di lavoro non può che accrescere la concentrazione rilassata e un buon ascolto del fluire della propria energia interiore.


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