Lo Shaolin e lo stile del serpente
Cenni storici sulla nascita del Kung Fu Shaolin
Il
massimo sviluppo del Wu Shu Kung Fu in Cina è avvenuto nei
periodi detti della Primavera e dell'Autunno e/o degli Stati
Combattenti (771 - 221 A.C.), successivamente lo studio e la
pratica si diversificarono molto dando alle pratiche marziali una
valenza sociale di più ampio raggio e vista molto spesso in un
contesto di educazione e preparazione all'interno del sistema
scolastico; nascono gli Stili, le Competizioni, le Danze Marziali.
La pratica del Wu Shu Kung Fu si espande negli strati popolari,
nascono e si sviluppano numerose scuole.
Il Tempio di SHAOLIN fu creato intorno
al 520 DC nella regione cinese di Honan, presso il fiume giallo.
Questo edificio appare sotto diversi nomi: Shaolin in Mandarino,
SiLum in Cantonese (i due nomi significano: giovane foresta).
Successivamente giunse al monastero l’indiano Bodhidharma che
introdusse i principi del buddhismo Chan (zen in giapponese) e
alcuni esercizi fisici derivanti dallo Yoga mirati ad accrescere la
forza e l’agilità dei monaci.
I monaci fusero sapientemente le loro pratiche
meditative con la pratica marziale dando origine ad alcuni stili che
nei loro movimenti ricordavano il comportamento degli animali.
I cinque principali animali degli stili Shaolin
sono: Tigre, Drago, Leopardo, Gru,
Serpente. Successivamente gli stili basati sugli animali furono
fusi in un unico sistema, anche se alcuni monaci non aderirono a
tale unificazione e continuarono ad insegnare il loro stile
originale.
Nel
XVIII secolo la Cina si trova sotto l’autorità mandarina e il
monastero Shaolin, dopo una accanita resistenza si arrese e fu
distrutto. Soltanto 128 monaci
riuscirono a fuggire e tra questi solo cinque, narra la leggenda,
riuscirono a sopravvivere allo sterminio, alle torture e
persecuzioni degli anni seguenti. Questi “cinque antenati” si
impegnarono ad erigere altrettanti monasteri come centri di
resistenza alla dinastia "Ching"; per questo oggi si parla di più di
un monastero Shaolin. Quello che si visita oggi peraltro è uno
totalmente ricostruito e completamente ristrutturato che funge da
meta di numerosissimi turisti ed appassionati di Arti Marziali
provenienti da tutto il mondo .
Esistono comunque degli stili che non derivano
dal tempio Shaolin, come ad esempio lo stile dell'ubriaco, lo stile
della traccia perduta, lo stile dalle gambe elastiche (Ten Tui)
ecc.. Attualmente esistono circa 400 stili di Wu Shu Kung Fu ma solo
una quindicina possono considerarsi realmente differenti tra loro ed
hanno una larga diffusione sia in Cina sia nel mondo intero.
Il
sistema dei cinque animali
Come abbiamo detto la scuola Shaolin introdusse
cinque diversi stili spesso definiti di “imitazione degli animali”,
questo perché
ognuno di essi prende appunto il nome da un animale
con caratteristiche ben precise. Gli animali sono: la gru (he),
la tigre (hu), il serpente (she), il leopardo (bao),
il drago (long).
C’è forse un malinteso di base che porta molti
a fraintendere il significato di questa espressione: con essa non si
intende dire che i diversi stili semplicemente, imitano,
scimmiottano o copiano meramente le movenze degli animali. In realtà
si tratta di particolari tecniche che, espresse dall’uomo,
interpretano un messaggio particolare che può essere ricondotto alle
caratteristiche tipiche di certi animali. Quindi possiamo forse dire
che si tratta piuttosto di un’imitazione spirituale dell’animale
studiato, una congiunzione con esso; una sensazione di
indivisibilità della natura nella quale l’uomo stesso è immerso e di
cui fa parte, come insegnano i fondamenti taoisti. Perciò possiamo
dire che l’uomo non imita semplicemente l’animale ma esprime e
amplifica una sensazione che si trova già dentro di lui in quanto
facente parte della stessa natura cui appartengono gli animali.
Lo stile del Serpente (she)
Il
serpente è temuto come uno degli animali più insidiosi del
pianeta, considerando quanto possono essere mortali rispetto alla
loro dimensione. È un animale dalla natura terricola, tuttavia in
qualche modo spirituale, a ciò si deve il relativo carattere
misterioso. Il serpente è stato definito come il guardiano dei
draghi.
Dentro di loro la natura ha bilanciato
caratteristiche di velocità e mimetica tanto da far sembrare i suoi
attacchi arrivare dal nulla. Lo "stile del serpente"
di Shaolin ha cercato di cogliere queste caratteristiche particolari
e applicarle sulle tecniche da portare all'avversario, infatti i
colpi sono sempre orientati verso obbiettivi vulnerabili tipo occhi,
gola e inguine.
Lo stile del serpente pone un particolare
accento sul fluire del Ch’i, l’energia interiore che tutti
possediamo ma che spesso non riusciamo a far fluire nel modo
corretto attraverso il nostro corpo e la nostra mente. Questo stile
incrementa la concentrazione e la capacità di “ascoltare” la proprio
energia interiore con il conseguente benefico effetto di accrescere
il proprio Ch’i.
Le movenze del Serpente sono infatti studiate
per sviluppare il temperamento e la resistenza. La respirazione è
lenta, profonda, morbida e armoniosa. I movimenti sono fluidi e
flessuosi con enfasi sulle dita che rappresentano la lingua del
rettile.
I
movimenti del serpente non sono mai limitati alle sole braccia, ma
coinvolgono tutto il corpo. Non ci sono interruzioni o “punti
spenti” lungo la catena di movimento dai piedi alle mani. Per
portare a termine questa tecnica il praticante dovrà essere
estremamente flessibile nelle articolazioni, specialmente nelle
anche, nei polsi, nella spina dorsale e nelle spalle.
Questo sistema ha movimenti circolari ed in
linea, alzandosi ed abbassandosi sinuosamente durante gli attacchi e
le parate. Non sono rari movimenti quasi radenti al suolo, ed è
previsto il combattimento a terra. Il serpente si comporta come una
molla che si carica e poi scatta. Le braccia sono spesso allungate e
lavorano su linee strette. I colpi sono portati sia a mano aperta,
di punta, sia con le sole dita stese o serrate, cercando parti molli
o temporaneamente vulnerabili in cui poter sfondare e penetrare.
Le
tecniche di attacco del Serpente sono caratterizzate da una grande
velocità e da repentini cambi di direzione, le parate fluide si
trasformano spesso in attacchi decisivi sui punti vitali, mentre poi
con la fluidità dei suoi movimenti, il corpo riesce a sviluppare
delle rotazioni incredibili sia negli attacchi che nelle difese. Le
movenze del serpente alle quali il praticante si avvicina si
manifestano nel: vibrare, l’avvitarsi, l’allungarsi e ritirarsi,
mentre le tecniche con le mani assumono le tre principali
caratteristiche: mulinare, forare e morsicare. Per impadronirsi del
serpente bisogna far coincidere perfettamente le gambe con il busto,
la forza usata sarà quella elastica mentre particolare attenzione si
dovrà avere nel bilanciare l’esercizio interno con quello esterno,
ecco perché l’arte del serpente ai più risulta una delle più
complesse e raffinate tecniche di difesa personale.
Le tecniche del serpente essendo molto
pericolose vengono usate solamente in caso di vera minaccia. , la
regola base del serpente è neutralizzare un avversario col minimo
sforzo e il minimo rischio per se stessi.
Lo
stile del serpente in ultima analisi stimola il praticante ad
esercitare l’abilità e la resistenza ritmica. Arrotolandosi
sull’avversario o strisciando al suolo, alternando rapidi attacchi a
sinuose schivate, si comprende l’importanza di un tipo di movimento
compatto ma elastico, laddove il lavoro dei muscoli in un punto del
corpo si ripercuote su tutto il resto senza soluzione di continuità.
Questo tipo di lavoro non può che accrescere la concentrazione
rilassata e un buon ascolto del fluire della propria
energia interiore.
|