Le dieci tecniche fondamentali dello stile Choy Lee Fut
articolo redatto dal
Maestro Isidoro Li Pira
pubblicato sulla rivista Samurai
Dopo avere
introdotto il tema nella rubrica del numero
precedente, passerò ora ad illustrare nell'ordine le dieci tecniche
fondamentali dello stile Choy Lee Fut, mettendo in rilievo il loro
aspetto tattico, filosofico e scientifico. Inizierò con "cam".
Fra tutte cam, che nella traduzione orientata allo stile marziale
significa controllare, intercettare, rappresenta insieme alla
seconda, che tratteremo di seguito, i cardini della base tattica del
sistema.
Racchiude nel suo insieme tutte quelle tecniche che prevedono il
controllo dell'attacco avversario con un'azione di contrasto, come "ciŸn
sao", o pah sao. L'azione che ne scaturisce è quasi sempre
proiettata a destabilizzare la forza e l'equilibrio dell'avversario
stesso, permettendo in seguito di prevalere sulla sua precedente
aggressione.
Cam è una tecnica sostenuta dalla filosofia degli "otto trigrami".
In base a quest'ultima infatti consente minimo otto azioni diverse
da effettuare su un unico attacco, come tale quindi permette
molteplici interpretazioni tattiche, lasciando che sia l'esperienza
del praticante e la sua intuizione, che si esprimano in
applicazione.
Per ciò che riguarda l'aspetto terapeutico di "cam", descritto
durante la tecnica di "Qi Gong" denominata "Siu Lo Han", presente
nel programma del Choy Lee Fut, "cam" si contraddistingue per la
dinamica espressa dal suo movimento. Eseguito dall'alto verso il
basso è predisposto a richiamare l'energia" (wai qi) verso il centro
del corpo. In questo caso la tecnica è anatomicamente (riferendomi
alla medicina tradizionale cinese) connessa al meridiano "maestro
del cuore" e per questo un movimento "Yin", disposto a stabilizzare
l'equilibrio psichico e il ritmo cardiaco.
La tecnica successiva a "cam" "La" (na).
La sua consequenzialità alla precedente non è casuale, in quanto
"la", è determinante per la continuità attiva dell'azione. È infatti
una tecnica "Yang", fortemente connessa con l'intenzione aggressiva.
Nella sinonimia dello stile "la" si interpreta e traduce con:
bloccare, afferrare. Ciò ne facilita la comprensione, in quanto
tutto ciò che a che fare con lussazioni alle giunture articolari,
prese, bloccaggi al corpo, siano essi eseguiti in piedi o a terra,
appartiene appunto all'applicazione tattica di "la".
La molteplicità di applicazioni legate a questa tecnica è
sostenuta dalla teoria dei cinque elementi, "la" infatti, che
genericamente esprime il "fuoco", a seconda del tipo di applicazione
cambia la sua funzione rispettando le leggi di "dipendenza o
dominio" che appunto regolano la teoria "wu xin" ("cinque
elementi").
Nell'ambito della medicina tradizionale cinese attinente al
sistema precedentemente accennato di Qi Gong, i movimenti descritti
dalla tecnica "la" sono caratterizzati da un dinamismo che li
trasporta dall'interno all'esterno. Per tale motivo il meridiano che
li sostiene anatomicamente è quello della vescica biliare, il pi
lungo, e che ha una funzione di distribuzione su tutto il corpo.
Cam e la nell'insieme sono due tecniche, che isolate dalle
restanti otto, appartenenti a quelle fondamentali dello stile Choy
Lee Fut, si identificano in quest'ultimo nella parte tattica
riguardante il combattimento sulla media e corta distanza. Tradotte
nella lingua ufficiale cinese, "cam la", vengono espresse
foneticamente "qin na", che la maggior parte dei praticanti di arti
marziali, non adeguatamente informati identifica come il sistema di
leve e lussazioni articolari....
"Qua", che tradotto letteralmente si traduce in "apertura", è
facilmente identificabile con il più diffuso "back-fist", colpo
portato con il dorso del pugno. A differenza di quest'ultimo ed a
privilegio di "qua", però c'è; il fatto che la tecnica inerente
al Choy Lee Fut prevede diverse impostazioni pur sempre legate ad
una singola azione. Inoltre il caricamento in azione pone grande
enfasi all'uso spropositato della vita, per garantire la massima
esplosione di forza.
Per analogia nello stile Choy Lee Fut, "qua" si accomuna a tutti
quei principi tattici che implicano una schivata, una deviazione, un
cambio di direzione verso l'esterno.
In azione il principio di "qua" prevede di sorprendere l'avversario
con un cambio di direzione simultaneo alla sua azione, che può
essere indirizzato, a contrastare il suo attacco, oppure ad eludere
il suo movimento sbilanciando la sua azione. È nella lunga distanza
che "qua" si esprime con il massimo del riscontro, mentre nella
media distanza si avvale della tecnica di "ciap" (che vedremo in
seguito) per sostenere il confronto.
Il principio che sostiene la teoria tattica di "qua" è quello degli
"otto trigrammi", mentre la dinamica con la quale la tecnica si
effettua si avvale del principio dualistico di "yin e yang". Il
primo principio è sostenuto dal fatto che un qualsiasi attacco
genera una direzione, mentre nel contrattacco 8 al minimo sono le
possibilità applicative per l'azione di difesa.
"Yin e Yang" nella dinamica che genera la tecnica governano il
principio applicativo nel suo nascere, in maniera tale che durante
l'applicazione la scelta di una soluzione, o di un altra non sia
casuale ma subordinata all'azione dell'avversario.
"Sou". Quarta nell'ordine tecnico, "sou" è l'esatto opposto a
"qua". Infatti tutto ciò che implica uno spostamento, una
deviazione, un cambio di direzione verso l'interno della guardia
dell'avversario, è subordinato al principio applicativo di "sou". A
differenza di "qua", "sou" ha la prerogativa di accorciare la
distanza di confronto tattico. La media distanza è la sua preferita,
avendo come riscontro un approccio molto più ravvicinato con
l'avversario e combinato con il principio tattico di "la" (già visto
nel numero precedente), domina anche la corta distanza.
"Sou", che tradotto letteralmente significa "spazzare", lo si può
identificare, per ciò che concerne l'applicazione agli arti
superiori, al "laccio californiano" usato nel "wrestling". Per ciò
che concerne le gambe, una tecnica similare ed esplicativa è il
temibile "low kick" della Kick o Thay boxing, con la variante che,
essendo uno stile rivolto al combattimento reale non ha nessun
vincolo e può essere usato anche con l'uso della punta della scarpa.
Anche "sou" così come "qua" è regolato dal principio tattico
espresso dalla filosofia degli "otto trigrammi". Identico è anche il
suo caricamento dinamico, nel quale l'uso della vita è predominante
e sostenuto in applicazione dalla teoria di "yin yang".
L'aspetto anatomico di queste tecniche, per ciò che concerne la
medicina tradizionale cinese e subordinato alla pratica del "qi
gong" annesso allo stile, è regolato dal fatto che avendo come
motore dinamico l'uso della vita, influenza il meridiano del rene
responsabile di essere il filtro dell'alchimia energetica del corpo.
"Qua" dal canto proprio nel "qi gong" agisce psichicamente sul
meridiano dello stomaco, mentre "sou" su quello del polmone.
La media distanza nel Choy Lee Fut s'identifica con il principio
espresso dalla tecnica denominata "ciap". Questa in se racchiude
l'essenza del combattimento vero e proprio. È, infatti, possibile
affermare che la maggior parte dei sistemi moderni di addestramento
al combattimento reale e d'autodifesa racchiudono ed esaltano,
talvolta inconsciamente, il principio tattico "ciap" proprio del
Choy Lee Fut tradizionale.
"Ciap" s'identifica come "anticipo diretto" e "contrattacco". La
sua valenza tattica ed efficacia nascono appunto da
quest'applicazione straordinaria, che non lascia all'avversario
alcuna possibilità di riorganizzare una qualsiasi tattica di difesa
o di contrasto.
Presa individualmente fra le tecniche dello stile, "ciap" è
identificabile come il colpo della "pantera", o pugno a "freccia",
ed ha come caratteristica principale, quella di colpire con le
nocche della seconda falange. È il pugno più tipico dello stile Choy
Lee Fut, a tal punto che ogni caposcuola, da Chan Heon CŸn in poi,
ne modellò uno proprio.
"Ciap" come principio tattico nasce sotto lo stimolo della
seconda generazione del Choy Lee Fut. È, infatti, nelle mani di Jeon
Jim, agli albori della prima scissione dello stile, che il principio
di ciap prese ad essere una realtà preponderante nella tattica di
combattimento, tanto che in seguito il primo allievo di Jeon Jim,
Tam Sam, sconvolgendo le tattiche precedenti creò ad un sistema
applicativo basato sul contrattacco avanzato e la rapida continuità
di colpi. In tal senso aumentò così la distinzione di pratica che vi
era fra la scuola originaria, facente capo al fondatore e quella
contraddistinta dall'appellativo "Pah Shing" e derivante appunto
della regione omonima.
Ciap è sostenuto dal principio filosofico dei "cinque elementi" e la
sua potenza incontrastata è subordinata al ruolo di centro
dominatore.
In allenamento "ciap" persegue un suo sistema differente dagli
altri principi dello stile. Il manichino a braccio mobile, tipico
dello stile Choy Lee Fut, è il mezzo di addestramento pi
predominante per la preparazione ed il condizionamento al
contrattacco espresso da "ciap".
Ciap avvalendosi della capacità di controllo e dell'importanza
che questa ha sulla distribuzione necessita il supporto del
meridiano della vescica biliare.
È a tale proposito che nel sistema di Qi Gong denominato "Tai Lo
Han Cun", "ciap" si distingue per la sua pratica statica
caratterizzata da ampi movimenti di braccia determinati a
distribuire energia dal centro alle estremità.
Paw - Cap
Il montante nello stile Choy Lee Fut s'identifica con la tecnica
Paw. Questa tradizionalmente tradotta come "pugno a testa di
pantera", esprime la sua massima potenzialità tattica nella corta
distanza.
Paw oltre che essere una tecnica di forte contrasto, ha la
prerogativa di inibire la difesa dell'avversario per mezzo di
un'azione d'attacco concatenato ed ininterrotto.
Per comprendere quanto l'azione di Paw possa essere decisiva in
un'applicazione di combattimento è importante rilevare che la stessa
non ha bisogno di un ampio caricamento, ma essendo implicita
all'azione dell'avversario prende consistenza dalla sua intenzione
d'attacco. In tal modo e senza un'eccessivo spreco d'energia, Paw
s'insinua dal basso verso l'alto per aprire inesorabilmente le
difese dell'avversario. Il ruolo del ãgioco di gambe" inoltre ne
rafforza l'applicazione tattica, rendendo l'azione difficilmente
intuibile. Paw dal punto di vista tecnico richiede il massimo
coinvolgimento della vita. Per tale fatto quindi è fortemente
connesso con l'attività anatomica dell'organo del rene. La capacità
attiva espressa dal movimento dinamico e la respirazione cosiddetta
ãsoffiata" influenzano l'energia di quest'organo-filtro, così
importante per il rafforzamento dell'energia del praticante. Per
ritrovare l'originalità di questa tecnica bisogna risalire al Gran
Maestro LeeYau San. È, infatti, dalle tecniche fondamentali dello
stile "Lee Gar Kun", che Chan Heon (fondatore del Choy Lee Fut),
dopo avere maturato una forte esperienza nello stile del maestro Lee
incluse gli elementi più essenziali nel suo nuovo sistema, per
commemorare gli insegnamenti ricevuti.
Da ciò il fatto che Paw si può ritrovare nelle dieci tecniche
fondamentali del sistema.
In immediata successione ed esattamente l'opposto di Paw è la
tecnica Cap.
Cap, infatti, caricando il suo potenziale dall'alto verso il
basso è la scelta opposta a Paw. Cap è un colpo che è eseguito per
mezzo delle nocche della seconda falange e per tale scopo richiude
il pollice all'interno dell'intersezione dell'indice. Fa parte
anch'esso delle tecniche fondamentali dello stile ãLee Gar Kun" e
come tale ha una forte componente connessa con l'uso della forza che
scaturisce dalla dinamicità della vita. Tatticamente Cap non si
applica mai isolatamente, ma avendo implicita connessione con la
lunga distanza, in tale applicazione richiede il supporto di una
qualsiasi tecnica di contrasto, oppure come succede la maggior parte
delle volte si oppone all'azione d'attacco dell'avversario.
Píu - Tén - Jong
"Píu", "tén" e "jong" sono per eccellenza le tecniche dello stile
Choy Lee Fut, che più delle altre s'identificano nella corta
distanza tattica. La loro strategia d'azione è più d'attacco che di
difesa, imponendo un ruolo determinate al contrattacco, espressione
massima dello stile.
La loro implicazione con l'azione d'attacco ed a "corpo a corpo"
è determinata da tre fattori principali: l'intuizione, la
determinazione e la velocità. L'intuizione guida la vita e mantiene
connesse le due estremità, le tecniche di braccia ed il lavoro di
gambe; la determinazione, che è fortemente indirizzata al bersaglio
finale ed a supporto dell'azione d'attacco istintivo, la velocità,
che è il prodotto della combinazione sciolta di tecniche caricate in
ripetuta azione.
Entrambe le tre tecniche si esprimono grazie ad un movimento
frustato, che, generato da una vita sofficemente dinamica, termina
con estrema durezza d'impatto.
Il controllo dell'azione a corta distanza, determinato dalle tre
tecniche in questione, può essere effettuato a supporto di qualsiasi
direzione d'attacco. Indietreggiare, oppure spostarsi all'esterno,
piuttosto che all'interno, sono quindi in ogni caso espressione
d'attacco, secondo i principi che supportano l'azione tattica dello
stile Choy Lee Fut. La direzione verso la quale uno spostamento di
gambe permette di effettuare un solido lavoro di braccia, non deve
distogliere il praticante dal principio. A fronte di ciò, il
combattimento sulla corta distanza non è stabilito sulla teoria
d'azione, ma sull'intuizione logica.
"Píu" inteso singolarmente è un attacco diretto portato con la
punta delle dita, identificabile in un "Jab". Inoltre, tenendo
presente che nel combattimento tradizionale del Choy Lee Fut non vi
sono né regole, né vincoli, "píu" inteso come principio tattico
d'aggressione contrapposta all'attacco, può essere effettuato con
qualsiasi parte del corpo ("píu gian", gomitata; "píu puo", spinta
ecc.).
"Tén", dal canto proprio è, in seno al principio tattico, il
caricamento frustato dell'azione di combattimento ed anche se
singolarmente s'identifica con il colpo portato con taglio esterno
del palmo della mano, tén, può essere un calcio frustato (tén ghe),
un'azione di sbilanciamento frustata (sé ma), una leva articolare (lap
sao).
"Jong", che è un attacco ascendente portato con l'interno
dell'avambraccio, in realtà è quanto di più artefatto si trova per
l'atterramento, durante il combattimento a corta distanza. Non è un
caso forse, che l'ideogramma della tecnica in questione si traduce
con il termine "devastante".
Il concetto che lega le tre tecniche al principio terapeutico, al
contrario dell'aspetto tattico, è prettamente difensivo, indirizzato
a salvaguardare e fortificare l'integrità di una corrispondente zona
corporea, o di un organo anatomico. La loro dinamicità, indicata
nell'azione marziale, si tramuta in statico equilibrio funzionale e
di conservazione nella pratica terapeutica del "Lo Han Qi Gong".
"Piu" tecnica "yang" permette nell'esercizio terapeutico di
indirizzare, rafforzando, l'energia nel meridiano denominato
"triplice riscaldatore", responsabile dell'energia respiratoria,
della regolazione del sistema digestivo e del controllo dei processi
urogenitali e sessuali, inclusi i cambiamenti chimici all'interno
del corpo.
"Ten" influenza il meridiano del cuore. È una tecnica "yin" ed
agisce favorevolmente sullo stato psichico ed emotivo.
"Jong" contenendo elementi dualistici "yin e yang" è un forte
riequilibratore, supporta il meridiano della vescica passando
quest'energia al meridiano del rene. Stimola i cinque sensi,
rafforzando il funzionamento del cuore, del fegato e dello stomaco.
In conclusione al capitolo, riguardante le "dieci tecniche
fondamentali dello stile Choy Lee Fut", è facile capire il motivo
che induce a dare così tanta importanza alla specializzazione e la
conoscenza delle stesse. La corretta impostazione dinamica di
ognuna, l'applicazione, l'uso e lo scopo danno luogo ad una profonda
comprensione della natura del Choy Lee Fut come stile d'arte
marziale e disciplina corporea, a sostegno del principio, non
precluso ad un unico scopo, rispetta il concetto universale
d'autodifesa espresso dalla filosofia dualistica dello "Yin e Yang,
nella quale la marzialità di un gesto deve rispettare la natura del
corpo che lo ha generato.
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