Choy Lee Fut Kung Fu:
uno stile scientifico
Il Kung Fu Choy Lee Fut è uno degli stili di arte
marziale così detti scientifici. Se pure anch'esso dia molta enfasi
alla pratica esterna, dove l'azione fisica è prevalente, integra nel
proprio programma, come la maggior parte delle discipline marziali,
tutti quei principi impliciti alla cultura Orientale. Lo stile Choy
Lee Fut, che risale a 200 anni addietro circa, è stato investito di
meriti ed apprezzamenti prima ed addirittura bandito in seguito. È
infatti a causa di questa forte opposizione, alimentata dal grande
coinvolgimento, che il Choy Lee Fut ha avuto nel periodo delle
sommosse contro l'ultimo governo "Chin" e la famosa "rivolta dei boxers", per il quale lo stile è stato privato della sua reale
identità e costretto a diffondersi nella promiscuità. A causa di ciò
viene sommariamente stereotipato come "esterno" e violento.
Privato
quindi di tutta la sua cultura tradizionale, si è diffuso ampiamente
fuori dai confini cinesi, mentre è solo da pochi anni che il suo
valore viene rivalutato nel contesto della Cina Popolare. Rimasto
comunque l'appellativo di stile "esterno", viene per lo più
praticato sotto questo aspetto e solo per certi versi visto nella
sua integrità. Come per molte delle discipline marziali, lo stile Choy Lee Fut si compone comunque di una pratica "esterna" e di un
altra "interna". Le due si avvicendano e sono perfettamente
complementari, l'una non può esistere senza l'altra. Una delle
metafore che ne identifica i contenuti specifici all'applicazione
dice "Attacca con la fierezza della tigre che di fronte al pericolo
rialza la testa. Difendi con la sinuosità con cui un drago muove la
sua coda saettante". Ed ancora "Sii duro col morbido e morbido col
duro e duro col morbido". Quando venticinque anni or sono iniziai lo
studio del Choy Lee Fut, tali aforismi, venivano da me rilegati a
fra le congetture filosofiche usate dai maestri per descrivere un
determinato atteggiamento psicologico durante la pratica. Pertanto,
anche se il significato insito in quelle parole era chiaro e
comprensibile, se applicato alla pratica risultava inconsistente. È
solo oggi, dopo una lunga ricerca ed una pratica approfondita, che
mi è possibile rendere semplicemente efficace il principio pratico
contenuto di quelle frasi.
L'accurata ricerca nell'allenamento, la
continuità e l'adattamento all'insegnamento ricevuto, il confronto
continuo, l'attenzione all'azione dinamica e l'attuale struttura,
sono tutti elementi che mi consentono oggi di esprimere al meglio la
mia potenzialità inerente allo stile senza che gli schemi disperdano
le mie energie. Grazie a ciò e con la stessa esperienza, oggi, mi è
possibile educare i miei allievi alla reale sintesi di quei principi
che, con l'adeguato allenamento, permettono di maturare il massimo
dei risultati dal Choy Lee Fut, un sistema che racchiude in se tutte
le peculiarità di un arte da combattimento, la conoscenza anatomica
del corpo, la scienza dell'azione marziale e la via per coltivare lo
spirito. È sottinteso che, come per ogni disciplina, l'esperienza di
un buon maestro e la volontà di un allievo ligio all'apprendimento,
sono elementi basilari affinché si inneschi quel processo che
permette di mantenere l'integrità tradizionale ed allo stesso tempo
la sua continua evoluzione. Purtroppo come accade all'inizio del
percorso, in ogni disciplina, anche nel Choy Lee Fut, stile completo
a detta di un esperto, risulta complesso, al praticante neofita
giudicare il sistema nei suoi principi così celati nella vastità del
programma. L'allievo infatti, se non educato accuratamente alla
pratica, influenzato come è dal desiderio spasmodico di apprendere
ogni cosa risvegli il proprio interesse marziale e di pretendere
risultati immediati, rischia di disperdersi nella quantità di
inutili nozioni, allontanandosi dagli obbiettivi fondamentali. In
tal senso, un buon insegnamento, finalizzato al massimo riscontro
deve tenere conto innanzitutto delle potenzialità e le
caratteristiche del principiante, trasformate dall'occhio esperto di
un maestro, in qualità di base sulle quali centrare l'insegnamento.
Nonostante ciò è comunque possibile dare indicazioni generali utili
a tutti, senza temere errori di valutazione. Per quanto riguarda lo
stile Choy Lee Fut, seguendo la mia esperienza, maturata sotto la
guida di tre esperti, rispettivamente di ciascuna delle tre branche
in cui si è scisso lo stile dalla sua nascita (Hung, Pak e HŸng
shing), tre sono le caratteristiche che devono maturare in un
principiante, affinché il lavoro sia concentrato allo sviluppo
psicofisico ed all'apprendimento tecnico specifico. L'elemento
strutturale è senza dubbio il più importante, è il lavoro che, al di
sopra di tutti gli altri, permette al praticante di riconoscersi
nell'azione, di adattarsi allo stile, e di sviluppare intuizione nel
processo di maturazione. L'equilibrio, in secondo luogo, permette
all'allievo di non disperdere forze, energie, intenti; rafforzando
la sua capacità di focalizzare l'assenza di ogni tecnica
proporzionalmente ala sua potenzialità. Infine la determinazione,
che consente di migliorare, di superare, di rafforzare ogni
principio, sia esso pratico, tecnico, che emotivo. I tre principi
fondamentali sono concentrati e permettono di salvaguardare la
propria salute fisica e rafforzare il proprio temperamento marziale,
prerogative fondamentali per addentrarsi nel Choy Lee Fut senza
tralasciare alcun aspetto dell'autodifesa. In questo modo, e con
l'applicazioni delle prime indicazioni si comincia a sperimentare
l'intensità dell'allenamento e l'addestramento all'uso delle
tecniche fondamentali, con l'attenzione al corretto uso della
respirazione, per fortificare la struttura ossea e muscolare
dell'allievo. Fatti i primi passi fondamentali nell'impostazione
tecnica, l'allievo comincia ad essere erudito sui principi tecnico
pratici del sistema, ecco perché, un vecchio detto sintetizza la
tattica del Choy Lee Fut con queste parole: "la posizione caricando
in avanti precede le mani in combattimento. Muoversi per combattere
significa attaccare ed attaccare è un azione di combattimento". In
sintesi "la migliore tattica è non averne una".
Per stabilire la fondatezza di questa tesi, è
importante risalire al fondatore del Choy Lee Fut "Chan Heon Kun",
il quale dovette, durante il suo periodo di formazione sotto la
guida del monaco asceta "Choy Foh" (cultore del buddismo "chan"),
apprendere la dottrina in primo luogo e quindi progredire nella
pratica. Fra gli insegnamenti Buddisti viene infatti contemplata la
possibilità di fortificare il corpo, per formare il carattere,
eliminare le cattive tendenze dell'uomo e dargli le nozioni di
lealtà a beneficio della sua salute mentale. Chan Heon Kun inoltre
maturò una forte esperienza come cultore marziale ed estese i suoi
studi alle dottrine filosofiche, integrando nel suo sistema i più
alti valori teorici a supporto dello stile e come guida per gli
insegnamenti a venire.
A sostegno della pratica, principi buddisti e
taoisti sorreggono con le loro teorie il programma tecnico dello
stile. La teoria del "tao" (dualità contrapposte), la cultura così
detta dei "tre tesori" (terra, uomo e cielo), la scienza dei
"quattro fenomeni" e dei "cinque elementi", ed i concetti espressi
dalla filosofia degli "otto trigrammi", si integrano nei principi
tecnici che vedremo nel dettaglio prossimamente.
Questi durante l'allenamento vengono insegnati
come supporto teorico, per avvalorare ogni gesto, o azione e quindi
infondere nell'allievo una profonda maturazione dei suoi progressi.
Così anche se la pratica del Choy Lee Fut appare
all'osservatore esterno prettamente dinamica e fisica, per il
praticante sostenuto dal corretto insegnamento è invece in perfetto
equilibrio con il proprio sviluppo psico-fisico.
È durante l'allenamento alle forme "cŸn soh" del Choy Lee Fut (ne
esistono circa 145) ed allo "sparring condizionato" "Kiu Sao", che
tali teorie applicative si esprimono e permettono all'allievo di non
trascurare nessun aspetto della sua formazione.
Salvaguardia della propria salute fisica e
rafforzamento del proprio temperamento marziale sono le due
prerogative fondamentali per cominciare una buona e sana pratica
dello stile Choy Lee Fut in linea con il concetto di pratica per
l'autodifesa.
L'intensità dell'allenamento e l'addestramento
all'uso delle tecniche fondamentali, con il corretto uso della
respirazione, oltre a fortificare la struttura ossea e muscolare
dell'allievo, rafforzano lo stato di salute del suo organismo,
formando la sua esperienza tecnica ed alimentando la determinazione
indispensabile per affrontare la preparazione marziale.
C'è quindi stretta analogia fra anatomia
tecnica e filosofia, e per meglio comprendere questo sarà opportuno
esaminare quindi singolarmente questi tre elementi.
Cominciamo con l'aspetto teorico, che è quello
che darà il maggiore apporto alla pratica nel primo periodo di
allenamento così detto "propedeutico".
Si dice che nella pratica dello stile sia
necessario essere imponenti e inamovibili come la base di una
montagna nella mente ed elusivi e agili come la lepre con il corpo.
Questo significa che per consentire all'azione di essere istintiva e
potente la mente deve essere in perfetto equilibrio con il resto del
corpo. Per consentire tale risultato, durante l'allenamento, viene
esercitato un sistema di condizionamento fisico sostenuto da una
speciale tecnica di respirazione, per educare ed allo stesso tempo
rafforzare lo stato fisico e mentale dell'allievo.
Un altro principio teorico viene espresso da
"tau, lau", "contrattacco in schivata". È senza dubbio la specialità
tattica del Choy Lee Fut e si spiega nell'applicazione educando ad
usare la forza e l'intenzione dell'avversario invece che la propria.
Questo principio è fortemente connesso nell'allenamento "kiu sau",
sconosciuto dalla maggior parte dei praticanti dello stile, è una
sorta di "sparring condizionato", nel quale gli allievi,
confrontandosi nelle tecniche fondamentali, possono esprimere la
loro capacità istintiva e di adattamento alle situazioni casuali del
combattimento.
Un vecchio detto sintetizza la tattica del Choy
Lee Fut con queste parole: "la posizione caricando in avanti precede
le mani in combattimento. Muoversi per combattere significa
attaccare ed attaccare è un azione di combattimento". In sintesi "la
migliore tattica è non averne una".
Non potendo individuare con la sola osservazione
esterna il punto focale della natura del Choy Lee Fut, è
indispensabile che un maestro esperto avvicini gradualmente
l'allievo ai principi, sostenendo il suo allenamento con solidi
esempi pratici che confermino ed avvalorino ogni gesto ed azione.
Nel programma della I.A.C.M.A., diretta dal
maestro Isidoro Li Pira (responsabile dello stile per l'Europa ed
allievo diretto di Si Gung Tsang Chiu Yu e Si Gung Wong Gong,
rispettivamente caposcuola della branca Pak Shing ed Hung Shing), lo
stile Choy Lee Fut viene insegnato integralmente, rispettando tutti
i canoni tradizionali del sistema. |