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Choy Lee Fut Kung Fu:
uno stile scientifico

Articolo redatto dal Maestro Isidoro Li Pira, pubblicato sulle riviste Samurai e MAK
Tratto dal sito dell'Internationa Accademy of Chinese Martial Arts

Il Kung Fu Choy Lee Fut è uno degli stili di arte marziale così detti scientifici. Se pure anch'esso dia molta enfasi alla pratica esterna, dove l'azione fisica è prevalente, integra nel proprio programma, come la maggior parte delle discipline marziali, tutti quei principi impliciti alla cultura Orientale. Lo stile Choy Lee Fut, che risale a 200 anni addietro circa, è stato investito di meriti ed apprezzamenti prima ed addirittura bandito in seguito. È infatti a causa di questa forte opposizione, alimentata dal grande coinvolgimento, che il Choy Lee Fut ha avuto nel periodo delle sommosse contro l'ultimo governo "Chin" e la famosa "rivolta dei boxers", per il quale lo stile è stato privato della sua reale identità e costretto a diffondersi nella promiscuità. A causa di ciò viene sommariamente stereotipato come "esterno" e violento.

Privato quindi di tutta la sua cultura tradizionale, si è diffuso ampiamente fuori dai confini cinesi, mentre è solo da pochi anni che il suo valore viene rivalutato nel contesto della Cina Popolare. Rimasto comunque l'appellativo di stile "esterno", viene per lo più praticato sotto questo aspetto e solo per certi versi visto nella sua integrità. Come per molte delle discipline marziali, lo stile Choy Lee Fut si compone comunque di una pratica "esterna" e di un altra "interna". Le due si avvicendano e sono perfettamente complementari, l'una non può esistere senza l'altra. Una delle metafore che ne identifica i contenuti specifici all'applicazione dice "Attacca con la fierezza della tigre che di fronte al pericolo rialza la testa. Difendi con la sinuosità con cui un drago muove la sua coda saettante". Ed ancora "Sii duro col morbido e morbido col duro e duro col morbido". Quando venticinque anni or sono iniziai lo studio del Choy Lee Fut, tali aforismi, venivano da me rilegati a fra le congetture filosofiche usate dai maestri per descrivere un determinato atteggiamento psicologico durante la pratica. Pertanto, anche se il significato insito in quelle parole era chiaro e comprensibile, se applicato alla pratica risultava inconsistente. È solo oggi, dopo una lunga ricerca ed una pratica approfondita, che mi è possibile rendere semplicemente efficace il principio pratico contenuto di quelle frasi. L'accurata ricerca nell'allenamento, la continuità e l'adattamento all'insegnamento ricevuto, il confronto continuo, l'attenzione all'azione dinamica e l'attuale struttura, sono tutti elementi che mi consentono oggi di esprimere al meglio la mia potenzialità inerente allo stile senza che gli schemi disperdano le mie energie. Grazie a ciò e con la stessa esperienza, oggi, mi è possibile educare i miei allievi alla reale sintesi di quei principi che, con l'adeguato allenamento, permettono di maturare il massimo dei risultati dal Choy Lee Fut, un sistema che racchiude in se tutte le peculiarità di un arte da combattimento, la conoscenza anatomica del corpo, la scienza dell'azione marziale e la via per coltivare lo spirito. È sottinteso che, come per ogni disciplina, l'esperienza di un buon maestro e la volontà di un allievo ligio all'apprendimento, sono elementi basilari affinché si inneschi quel processo che permette di mantenere l'integrità tradizionale ed allo stesso tempo la sua continua evoluzione. Purtroppo come accade all'inizio del percorso, in ogni disciplina, anche nel Choy Lee Fut, stile completo a detta di un esperto, risulta complesso, al praticante neofita giudicare il sistema nei suoi principi così celati nella vastità del programma. L'allievo infatti, se non educato accuratamente alla pratica, influenzato come è dal desiderio spasmodico di apprendere ogni cosa risvegli il proprio interesse marziale e di pretendere risultati immediati, rischia di disperdersi nella quantità di inutili nozioni, allontanandosi dagli obbiettivi fondamentali. In tal senso, un buon insegnamento, finalizzato al massimo riscontro deve tenere conto innanzitutto delle potenzialità e le caratteristiche del principiante, trasformate dall'occhio esperto di un maestro, in qualità di base sulle quali centrare l'insegnamento. Nonostante ciò è comunque possibile dare indicazioni generali utili a tutti, senza temere errori di valutazione. Per quanto riguarda lo stile Choy Lee Fut, seguendo la mia esperienza, maturata sotto la guida di tre esperti, rispettivamente di ciascuna delle tre branche in cui si è scisso lo stile dalla sua nascita (Hung, Pak e HŸng shing), tre sono le caratteristiche che devono maturare in un principiante, affinché il lavoro sia concentrato allo sviluppo psicofisico ed all'apprendimento tecnico specifico. L'elemento strutturale è senza dubbio il più importante, è il lavoro che, al di sopra di tutti gli altri, permette al praticante di riconoscersi nell'azione, di adattarsi allo stile, e di sviluppare intuizione nel processo di maturazione. L'equilibrio, in secondo luogo, permette all'allievo di non disperdere forze, energie, intenti; rafforzando la sua capacità di focalizzare l'assenza di ogni tecnica proporzionalmente ala sua potenzialità. Infine la determinazione, che consente di migliorare, di superare, di rafforzare ogni principio, sia esso pratico, tecnico, che emotivo. I tre principi fondamentali sono concentrati e permettono di salvaguardare la propria salute fisica e rafforzare il proprio temperamento marziale, prerogative fondamentali per addentrarsi nel Choy Lee Fut senza tralasciare alcun aspetto dell'autodifesa. In questo modo, e con l'applicazioni delle prime indicazioni si comincia a sperimentare l'intensità dell'allenamento e l'addestramento all'uso delle tecniche fondamentali, con l'attenzione al corretto uso della respirazione, per fortificare la struttura ossea e muscolare dell'allievo. Fatti i primi passi fondamentali nell'impostazione tecnica, l'allievo comincia ad essere erudito sui principi tecnico pratici del sistema, ecco perché, un vecchio detto sintetizza la tattica del Choy Lee Fut con queste parole: "la posizione caricando in avanti precede le mani in combattimento. Muoversi per combattere significa attaccare ed attaccare è un azione di combattimento". In sintesi "la migliore tattica è non averne una".

Per stabilire la fondatezza di questa tesi, è importante risalire al fondatore del Choy Lee Fut "Chan Heon Kun", il quale dovette, durante il suo periodo di formazione sotto la guida del monaco asceta "Choy Foh" (cultore del buddismo "chan"), apprendere la dottrina in primo luogo e quindi progredire nella pratica. Fra gli insegnamenti Buddisti viene infatti contemplata la possibilità di fortificare il corpo, per formare il carattere, eliminare le cattive tendenze dell'uomo e dargli le nozioni di lealtà a beneficio della sua salute mentale. Chan Heon Kun inoltre maturò una forte esperienza come cultore marziale ed estese i suoi studi alle dottrine filosofiche, integrando nel suo sistema i più alti valori teorici a supporto dello stile e come guida per gli insegnamenti a venire.

A sostegno della pratica, principi buddisti e taoisti sorreggono con le loro teorie il programma tecnico dello stile. La teoria del "tao" (dualità contrapposte), la cultura così detta dei "tre tesori" (terra, uomo e cielo), la scienza dei "quattro fenomeni" e dei "cinque elementi", ed i concetti espressi dalla filosofia degli "otto trigrammi", si integrano nei principi tecnici che vedremo nel dettaglio prossimamente.

Questi durante l'allenamento vengono insegnati come supporto teorico, per avvalorare ogni gesto, o azione e quindi infondere nell'allievo una profonda maturazione dei suoi progressi.

Così anche se la pratica del Choy Lee Fut appare all'osservatore esterno prettamente dinamica e fisica, per il praticante sostenuto dal corretto insegnamento è invece in perfetto equilibrio con il proprio sviluppo psico-fisico.

È durante l'allenamento alle forme "cŸn soh" del Choy Lee Fut (ne esistono circa 145) ed allo "sparring condizionato" "Kiu Sao", che tali teorie applicative si esprimono e permettono all'allievo di non trascurare nessun aspetto della sua formazione.

Salvaguardia della propria salute fisica e rafforzamento del proprio temperamento marziale sono le due prerogative fondamentali per cominciare una buona e sana pratica dello stile Choy Lee Fut in linea con il concetto di pratica per l'autodifesa.

L'intensità dell'allenamento e l'addestramento all'uso delle tecniche fondamentali, con il corretto uso della respirazione, oltre a fortificare la struttura ossea e muscolare dell'allievo, rafforzano lo stato di salute del suo organismo, formando la sua esperienza tecnica ed alimentando la determinazione indispensabile per affrontare la preparazione marziale.

C'è quindi stretta analogia fra anatomia tecnica e filosofia, e per meglio comprendere questo sarà opportuno esaminare quindi singolarmente questi tre elementi.

Cominciamo con l'aspetto teorico, che è quello che darà il maggiore apporto alla pratica nel primo periodo di allenamento così detto "propedeutico".

Si dice che nella pratica dello stile sia necessario essere imponenti e inamovibili come la base di una montagna nella mente ed elusivi e agili come la lepre con il corpo. Questo significa che per consentire all'azione di essere istintiva e potente la mente deve essere in perfetto equilibrio con il resto del corpo. Per consentire tale risultato, durante l'allenamento, viene esercitato un sistema di condizionamento fisico sostenuto da una speciale tecnica di respirazione, per educare ed allo stesso tempo rafforzare lo stato fisico e mentale dell'allievo.

Un altro principio teorico viene espresso da "tau, lau", "contrattacco in schivata". È senza dubbio la specialità tattica del Choy Lee Fut e si spiega nell'applicazione educando ad usare la forza e l'intenzione dell'avversario invece che la propria. Questo principio è fortemente connesso nell'allenamento "kiu sau", sconosciuto dalla maggior parte dei praticanti dello stile, è una sorta di "sparring condizionato", nel quale gli allievi, confrontandosi nelle tecniche fondamentali, possono esprimere la loro capacità istintiva e di adattamento alle situazioni casuali del combattimento.

Un vecchio detto sintetizza la tattica del Choy Lee Fut con queste parole: "la posizione caricando in avanti precede le mani in combattimento. Muoversi per combattere significa attaccare ed attaccare è un azione di combattimento". In sintesi "la migliore tattica è non averne una".

Non potendo individuare con la sola osservazione esterna il punto focale della natura del Choy Lee Fut, è indispensabile che un maestro esperto avvicini gradualmente l'allievo ai principi, sostenendo il suo allenamento con solidi esempi pratici che confermino ed avvalorino ogni gesto ed azione.

Nel programma della I.A.C.M.A., diretta dal maestro Isidoro Li Pira (responsabile dello stile per l'Europa ed allievo diretto di Si Gung Tsang Chiu Yu e Si Gung Wong Gong, rispettivamente caposcuola della branca Pak Shing ed Hung Shing), lo stile Choy Lee Fut viene insegnato integralmente, rispettando tutti i canoni tradizionali del sistema.

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