ANCORA UN INTERESSANTISSIMO ARTICOLO SUL TAI CHI CHUAN, CHE
CI SPIEGA L’ORIGINE DEL MOVIMENTO E CI ILLUSTRA PARECCHI ASPETTI DI QUESTA ARTE
MARZIALE SU CUI RIFLETTERE CON CALMA. ATTIMI ANCHE I SUGGERIMENTI PER GLI
STUDENTI PIU’ AVANZATI.
Il MOVIMENTO DEL CENTRO NELLA PRATICA DEL TAI CHI CHUAN E
NEL COMBATTIMENTO
Di: Erle Montaigue
Traduzione di Silvio Renesto e adattamento di Vincenzo Staltari (
www.taichilive.it)
Quando
si pratica Tai chi chuan, si deve prestare la massima attenzione all’origine del
movimento. Ballerini classici potrebbero eseguire perfettamente i movimenti del
Tai chi, almeno agli occhi di un principiante, di solito i loro movimenti hanno
origine dalle mani e dai piedi e non dal centro.
Ogni minimo movimento deve partire dal centro. Persino il
formare la mano a becco nella postura “tan pien” (frusta singola) deve avere
origine dal centro. Quando eseguiamo questo movimento, non dobbiamo
semplicemente muovere le dita mentre il resto del corpo non fa nulla, deve
esserci un movimento circolare del basso addome che fa sì che il movimento del
polso abbia luogo. Se si dovessero esagerare i movimenti di un esperto
praticante , notereste che qualsiasi movimento proviene da una leggera tensione
interna nella regione del basso addome.
Ad un livello ancora più avanzato, questo movimento dovrebbe
anche essere circolare. In sostanza il basso addome dovrebbe contrarsi
leggermente al suo interno dapprima da un lato, poi salire e quindi scendere
dall’altro lato, con il movimento circolare delle mani, ed in verità dovrebbe
essere questa leggera tensione interna a muovere le mani in sintonia con il
centro. Non esiste però un modo facile per imparare questo movimento interno,
perché deve venire con l’esperienza.
Tutto quello che un istruttore può fare è informare lo
studente di questo aspetto fondamentale e sperare che lo raggiunga durante il
suo percorso di studio. Di solito lo studente si imbatte fortuitamente in queste
sensazioni e scopre così quanta potenza in più può venire generata. Non è un
compito facile in quanto siamo tutti abituati a compiere movimenti superficiali,
che nascono dalle mani ed occorrono molti anni di allenamento per far sì che sia
il centro ad attivare le mani ed i piedi.
Nei testi classici si dice che il movimento deve nascere dai
piedi, venire diretto dai fianchi ed esprimersi nelle mani. Da questo si ricava
che ogni movimento deve essere diretto dai fianchi o dal basso addome. Soltanto
quando i polsi sono diventati completamente “sung”( questo termine è stato
tradotto con rilassamento, ma questa traduzione può trarre in inganno, in questo
stato il praticante è rilassato ma al più piccolo cambiamento risponde in modo
istintivo) il movimento potrà partire dal centro e quando ciò si verifica, un
intero nuovo mondo si apre all’esperienza così che non si può più tornare a far
partire i movimenti dalle estremità. Il mettere in pratica questo detto classico
genera così tanta potenza che sembra soprannaturale, ma non lo è. Il movimento
si basa puramente su principi fisici e questo vale anche per il Tai chi.
Per cominciare ad allenare l’uso del centro, si sfrutta il
gruppo di posture denominate “ondeggiare le mani come nuvole”, è ideale per
questo scopo perché è perfettamente circolare e consente al centro di muovere i
fianchi e quindi le mani. Si esegue la postura da fermi, assumendo la postura
del Qigong statico e si ruota solo con i fianchi. L’addome è leggermente
contratto così che il movimento dei polsi provenga soltanto dall’addome. Si
prova e si sente dove occorre contrarre leggermente l’addome per far ruotare e
piegare i polsi. Quando si è compreso questo movimento, si inizia a muovere i
piedi. Tenete sempre presente che i polsi devono essere in completo stato “sung”
affinché si possa avere un qualsiasi movimento interno.
Un altro metodo di allenamento eccellente per questo scopo è
il tui shou. Avrete notato che chiamo questo esercizio metodo di allenamento e
questo è tutto quello che è, quindi non dovrebbe mai essere utilizzato per
insegnare il combattimento. Se riuscite a perdere completamente il vostro ego e
cedere lasciando che il vostro partner vi spinga senza resistergli, cercando di
affidarvi a quel che dicono i testi antichi , allora tutto quello che avevate
letto in quei testi si avvererà . Lentamente scoprirete che non è così facile
farvi spingere via, vi sembrerà di usare sempre meno forza per fermare
l’attacco. Questo perché il vostro subconscio sta finalmente afferrando il senso
delle leggi fisiche.
Un
altro concetto fondamentale è quello di “completare i movimenti”. Quando si
finisce di imparare la forma e la si pratica per un paio d’anni si pensa di
“essere arrivati”. Tutte le posture fluiscono correttamente una nell’altra senza
interruzioni, potete abbassare la posizione e sentirvi centrati. Poi un giorno
l’istruttore vi ferma e vi dice che state sbagliando . “Perché?” . “Non avete
completato il movimento” vi risponde l’istruttore. Voi siete convinti di aver
terminato ciascuna postura, così la volta successiva ci aggiungete anche una
brevissima pausa al termine di ciascuna postura e guardate l’istruttore. “No,
non hai completato il movimento”. Così la volta successiva, fate una pausa
ancora più lunga, “Ecco, adesso ho completato il movimento”. Ma lui vi dice
“Così però ti sei fermato, hai interrotto il flusso”.
Vi siete mai chiesti cosa servissero quelle strane piccole
rotazioni e torsioni che vedete quando un maestro di Tai chi veramente esperto
esegue i movimenti? Piccoli fremiti che sembrano arrivare proprio al termine di
molte posture, i quali non riescano se cercate di eseguirli coscientemente e se
cercate di scimmiottarli vi rendete solo ridicoli, devono arrivare dal centro .
Questo è quello che si intende per “completare il movimento”.
Non vi fermate realmente, avete una piccola scossa del corpo al termine della
maggior parte delle posture, scossa che vi porta nella postura successiva.
Mi fu insegnato ad eseguire le posture a velocità reale e poi
avrei compreso il significato di completare il movimento. E’ abbastanza certo
che eseguendo il movimento utilizzando il fa-jing (energia esplosiva) deve
esserci un ritorno energetico al termine della postura.
Per
questo ci viene detto di chiudere il pugno solo al momento dell’impatto e
rilassarlo subito dopo. Se tenessimo il pungo contratto , il ritorno di energia
verrebbe inghiottito da quella tensione. Se rilassiamo il pugno subito dopo
l’impatto, possiamo re-indirizzare l’energia di ritorno nel movimento
successivo. Questo ritorno viene sfruttato per portarci nella postura successiva
e rappresenta l’energia iniziale per quella postura.
Quando eseguiamo i movimenti lentamente, dobbiamo comunque
avere questo ritorno di energia alla fine di ciascuna postura, e siamo ora in
grado anche di vedere il movimento di ritorno. Qualsiasi movimento, quando
arriva al termine, deve avere un movimento finale, un rilascio di energia, è una
legge di natura. E’ così anche con i movimenti nel Tai chi chuan. Se ci
limitiamo a muoverci con grazia, lasciando che ciascun movimento fluisca nel
successivo, dà una buona sensazione e può anche sembrare molto bello, ma non è
corretto. Persino eseguendo lentamente i movimenti, deve esserci quel rilascio
finale di energia alla fine della postura, che provoca il ritorno e ci consente
di passare al movimento successivo senza interruzione.
Questo ritorno deve verificarsi come conseguenza diretta
dell’eseguire le posture e nelle applicazioni marziali deve accadere
naturalmente. Ad esempio, quando eseguiamo la postura detta Chee o schiacciare
(spremere), che molti traducono invece premere, proprio alla fine del movimento
si ha un incavarsi del torace, un arrotondamento delle spalle ed una curvatura
della spina dorsale. Quando si fa in modo realistico, questa serie di movimenti
avviene naturalmente, così che l’energia viene fatta esplodere verso l’esterno,
dentro al bersaglio. Il nome stesso della postura ci suggerisce che c’è una
compressione del corpo al momento dell’impatto. E’ questo spremere che provoca
il ritorno elastico che ci porta la postura successiva, sedersi pronti.
Quindi si ha una specie di ondeggiamento al termine di
ciascuna postura, causato dalla corretta esecuzione dei movimenti in modo
marziale.
Un ballerino quindi può apprendere i movimenti del Tai chi in
pochissimo tempo, ma non sarebbe Tai chi. Il Tai chi è equilibrio tra Yin e Yang,
ossia un equilibrio fra movimenti di attacco e difesa legati fra loro da
piccolissimi movimenti di ritorno elastico. Questi ultimi si manifestano solo
dopo molti anni di pratica ed applicazione.
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