ECCOVI IL PRIMO DI TRE INTERESSANTI ARTICOLI CHE ILLUSTRANO 
LA STORIA E L’EVOLUZIONE DEL KARATE MODERNO IDEATO DA GICHIN FUNAKOSHI, IN TUTTI 
I SUOI PASSAGGI SINO AL M° MURAKAMI. IN QUESTA PRIMA PARTE, TUTTA LA STORIA 
DELLA VITA DI FUNAKOSHI ED I TRAGUARDI PIU’ IMPORTANTI IN ORDINE CRONOLOGICO. LA 
SITUAZIONE DEL KARATE MODERNO DAL 1868 AL 1957.
Evoluzione del Karate 
(1° parte)
GICHIN FUNAKOSHI
Elaborazione della Redazione, con dati tratti da:
www.kisashotokai.org
 Nel
1868 Gichin Funakoshi nasce a Cho Shuri, vecchia capitale dell’Isola di 
Okinawa. 
Nasce prematuro e di salute precaria e i medici gli danno 
pochi anni di vita. Riceve un’educazione Tradizionale di famiglia Samurai dai 
suoi nonni materni, che appartengono alla classe dei Shizoku (una classe di 
Samurai). 
Nel 1871 frequenta la scuola elementare ed ha una 
netta predilezione per la lotta fra ragazzi. Ha come compagno di classe 
Yasutsume Azato, il cui padre è il Maestro Azato, esperto nel karate. Con 
l’aiuto del nonno Gichin riesce ad essere accettato come allievo del Maestro 
Azato. 
Adolescente si iscrive alla scuola di medicina falsificando 
la sua data di nascita, ma a causa del governo Meiji gli è vietato la frequenza 
ai corsi a causa della sua pettinatura e per la sua appartenenza familiare ad 
una classe molto tradizionalista.  
1889: A 21 anni decide, contro la volontà dei 
genitori, di tagliarsi i capelli e diventa insegnante di molti ragazzi della 
scuola elementare.  Fa velocemente carriera ma non sacrifica mai i suoi 
allenamenti e fa ogni giorno molti chilometri per allenarsi.  
Di giorno egli è maestro di scuola a Naha, la sera si allena 
sotto la direzione del Maestro Azato, era l’epoca in cui bisognava nascondersi 
per praticare. Egli pratica il kata che è considerato l’elemento fondamentale e 
la base del metodo pedagogico.  
Ogni notte, Gichin Funakoshi pratica il kata come ieri, come 
l’altro ieri, come domani, come da molto tempo…. Ed è sempre lo stesso kata 
finché “ il Maestro Azato è soddisfatto della sua padronanza”. Funakoshi 
racconta che era spesso agli estremi delle sue forze e riusciva a mala pena a 
distinguere la luce della torcia… alla fine aspettava il giudizio del Maestro, 
che poteva essere “rifai ancora” o “bene”. 
Funakoshi diventa Sensei in Giappone senza mai dimenticare le 
virtù del kata.  Amerà ripetere: “Hito Kata San Nen” (tre anni per un kata). 
Funakoshi e Azato non parlano molto assieme, hanno una 
comunicazione non verbale. Il Maestro, mostra, dimostra, introduce a volte delle 
varianti;  porta delle modifiche che possono sorprendere. Funakoshi non dubita, 
da fiducia, riceve, ascolta, guarda, lavora. Non ci sarà mai conflitto fra loro. 
 A 
volta spesso c’è anche il Maestro Itosu con loro. 
Funakoshi costruisce una famiglia, con parecchi problemi 
finanziari perché deve mantenere i fabbisogni di 10 persone, parenti della 
moglie, nonni, zii, ecc….. 
E’ un periodo difficile per Funakoshi. La popolazione è quasi 
interamente vegetariana per il buddismo. Sua moglie lavora molto, ma lo 
incoraggia sempre a continuare con la pratica. Riesce anche lei ad apprendere le 
tecniche e i kata guardando suo marito praticare nel cortile e così anche a lei 
pratica. Dei quattro figli di Funakoshi, uno solo s’interessa alle Arti 
Marziali, questo è Yoshitaka Funakoshi. 
Nel 1903 il governo decide di introdurre nelle scuole 
la pratica del karate.  
Funakoshi insegna ai bambini delle scuole elementari. Un 
programma tecnico deve essere stillato poiché i corsi sono molto numerosi. Il 
Maestro Itosu studia quali sono i kata da introdurre nell’insegnamento.  
Nel 1904 i cinque kata Pinan sono codificati e 
successivamente chiamati da Funakoshi Heian. E’ durante l’era Taisho che Gichin 
Funakoshi incomincia a sviluppare il karate in Giappone.  
Dal 1915 in poi Funakoshi si consacra esclusivamente, 
dopo trenta anni di carriera professionale , a sviluppare la sua arte.  
Nel 1917 Funakoshi viene chiamato per fare una 
dimostrazione di karate in Giappone. 
Nel 1922 a maggio, a  malincuore egli lascia 
l’Arcipelago, sua moglie, i suoi bambini ed i suoi maestri. 
E’ la Via della speranza, il Giappone. 
Alla manifestazione il pubblica è molto numeroso, la sua 
padronanza nei gesti, la sua precisione e l’eleganza della sua forza manda il 
pubblico in visibilio e segna l’entrata di Funakoshi nella leggenda.  
Il Maestro Kano, colui che ha modificato la vecchia arte del 
Ju-jutsu, per creare il moderno JUDO “la Via della fluidità” prega Funakoshi di 
dare una dimostrazione nel suo dojo KODOKAN. 
  
Il Dojo Shotokan a Tokyo 
Funakoshi decide di rimanere in Giappone. Due dei suoi figli 
lo raggiungono, ma sua moglie e sua figlia restano a Shui. All’epoca egli ha 54 
anni, e vive un’esistenza molto povera. 
Nel 1921 incontra il Sensei Otsuka, allievo di 
Nakayama, che si allenerà con Funakoshi. Per promuovere la sua arte Funakoshi 
cerca di indirizzarsi principalmente verso gli intellettuali e lentamente 
conosce molte persone che lo aiutano. Durante le sue dimostrazioni cerca sempre 
di dimostrare, che malgrado la sua piccola statura, è capace di una grande 
resistenza. 
Nel 1923 il karate entra nelle Università.  
La prima è Keiko e Funakoshi insegna parallelamente alla 
Keiki e alla Meisujuku. Purtroppo nello stesso anno un terribile terremoto 
colpisce il Giappone e provoca molte distruzioni, tra cui la stessa Università 
di Keiko.  
Nel  1924 il 23 settembre il dojo Keiko viene 
ricostruito e nello stesso anno molti altri.  Con l’aiuto di Otsuka, Funakoshi 
compie le prime modifiche al karate e cambia il nome di “pugno cinese” in “mano 
vuota”. Ormai sono più di quattro anni che Funakoshi vive in Giappone, la sua 
opera incomincia a prendere forma. Funakoshi crea nei dojo le forme Kyu che 
significano l’infanzia del praticante e i Dan che significano la maturità 
dell’uomo, interrompendo così una tradizione secolare di valutazione del 
progresso tecnico. Funakoshi si nomina  quinto Dan, e per questa ragione Oshima 
che segue la linea dell’insegnamento del Maestro mantiene il quinto Dan che è 
nello stile Shotokai il massimo grado. Funakoshi insegna a suoi allievi ad 
essere vigile sempre, anche all’esterno del dojo nella vita quotidiana. Critica 
immediatamente gli allievi che hanno un qualunque rilassamento nei riguardi 
della loro concentrazione.  
Fuori dal dojo, rovesciava la ciotola di riso agli allievi 
che la tenevano male, cioè coloro che lasciavano intravedere un’apertura per un 
attacco. A volta, dava un colpo
 sulla 
mano, senza ferire, a coloro che tenevano male le bacchette, anche mentre 
mangiavano. Era severo sia dentro il dojo che fuori. Egli era costantemente 
vigile. Non girava mai l’angolo di una strada senza prenderlo largo, ciò per non 
essere preso alla sprovvista da qualche attacco. Funakoshi insegnava la più alta 
iniziativa: “SEN NO SEN”  che consiste nell’attaccare l’avversario prima che 
egli sia partito per attaccare.  
Il SEN NO SEN prevede uno stato di vigilanza costante. 
Funakoshi crede che, un allenamento che esige sudore, sofferenza, lacrime , 
sviluppa: “le qualità di coraggio, la cortesia, l’umiltà, l’integrità e lo 
self-control, cose essenziali nel karate. Le parate e gli attacchi di Funakoshi 
erano così potenti che nessuno poteva “entrare” con un attacco, e aveva 60 anni. 
Egli ha sempre creduto che in un allenamento fisico ci deve essere anche 
l’allenamento mentale. 
Per Funakoshi, il saluto “rei”, non era solo un limitarsi ad 
abbassare la testa. Egli diceva che deve esprimere il profondo rispetto che ogni 
essere umano deve al suo simile e anche a se stesso. Egli è profondamente 
umanista, crede in una società pacifica e al ruolo che deve avere l’uomo nel suo 
contesto. Insegna che un praticante non deve mai vivere nell’illegalità. 
L’ordine e la giustizia devono essere preservati se non vogliamo rovinare il 
tessuto sociale. 
Nel 1928 il 20 marzo, su richiesta del Palazzo 
Imperiale, fa una dimostrazione assieme a sei suoi allievi, davanti 
all’Imperatore. 
Funakoshi ha le idee chiare sul combattimento libero, manca 
di serietà e di realismo e si rifiuta di cedere a queste mode. Egli concentra il 
suo insegnamento sui kata.  
Nel 1929 Al dojo Meisujuku, si lavora imperterriti sui 
kata. Nonostante la grande sincerità che egli trasmette giornalmente ai suoi 
discepoli, Otuska si separa da Funakoshi.  
 Dopo la sua partenza, è Takeshi Shimoda che prende la carica 
di assistente di Funakoshi al dojo Meisujuku. 
Nel 1932 il sensei Shigeru Egami, inizia la pratica, 
ha avuto come istruttore Takeshi Shimoda, ed egli ricorda i suoi viaggi come 
discepolo in differenti regioni e ricorda Takeshi Shimoda come il più talentato 
di tutti gli allievi di Funakoshi. 
Nel 1933 Funakoshi cambia il nome dei kata in Heian, 
Hangetsu, Tekki, Empi, Gankaku e Kanku.  
Nel
1935 pubblica il suo secondo libro e i suoi discepoli creano 
l’Associazione SHOTOKAI. Crea delle tecniche di gamba a livello chudan e al 
viso: yoko-geri, ushiro-geri e mawashi-geri. La direzione del dojo Meisujuku è 
sotto la responsabilità del figlio Yoshitaka Funakoshi, il figlio spesso cerca 
di convincere suo padre a fare del karate più moderno. Funakoshi risponde: 
“siete miei allievi, dovete fare come vi dico” e si gira verso gli allievi e 
aggiunge “ seguite la Via di mio figlio, è la migliore”. 
Nel 1936 Il Meisujuku diventa vecchio e piccolo e il 
primo dojo del Maestro viene costruito a Zoshigaya. La prima volta che ci è 
andato Funakoshi, lesse con stupore sulla porta d’entrata, la scritta : 
“SHOTO-KAN” (la sala di SHOTO). SHOTO significa “vento nei pini”. Questo dojo è 
uno splendido omaggio all’uomo di sessanta anni che egli è divenuto.  
 Negli anni 1938-40, il figlio di Funakoshi non cessa 
di accentuare le modifiche apportate al karate e trasmesse da suo padre. La 
seconda guerra  mondiale è iniziata e  la maggior parte degli esperti sono tutti 
partiti per la guerra e quelli che sono rimasti dirigono i corsi con 
un’intensità incredibile. 
Nel 1945 Alla fine dell’estate il Giappone è una 
rovina ed ha perduto circa due milioni di uomini, il Maestro vive ore dolorose. 
Alcuni dei suoi allievi sono già morti, altri sono sulla strada della loro 
ultima destinazione. Ogni sera quando il dojo è vuoto, Funakoshi si isola in un 
angolo e si raccoglie per pregare per il riposo eterno delle loro anime. Gichin 
Funakoshi sffida i corsi a Hironishi perché suo figlio è all’ospedale.  
Nel 1945 La sua tubercolosi si sta aggravando e muore 
nella primavera. Nel momento in cui muore Yoshitaka Funakoshi, Tokyo viene 
bombardata per ben due volte e lo SHOTOKAN dojo non ne è risparmiato.  
A 77 anni Funakoshi va a contemplare il suo dojo in rovina e 
rimpiange suo figlio tanto amato. Sogna di tornare da sua moglie, ma è stata 
evacuata da Oitta, la parte più meridionale delle terre nell’Arcipelago 
nipponico. Non può più vivere a Tokyo.  
Nel 1947 A Oitta la vita si rivela dura, sua moglie è 
malata, soffre d’asma da moltissimo tempo, dopo due anni di questa nuova 
convivenza, nell’ autunno la sua compagna muore e lascia Funakoshi solo. Ritorna 
dunque a Tokyo e abita con suo figlio Giei. 
Nel 1948 con l’aiuto dei suoi allievi Funakoshi riapre 
il dojo Keiko e Waseda. 
A 81 anni si dedica alla calligrafia e sente che in questo 
nuovo mondo non c’è più posto ne per lui ne per i suoi sogni. Viene quasi 
abbandonato dai suoi discepoli. 
Nel 1957 il 26 aprile  alle 8.45 il padre del karate 
si spegne all’età di 89 anni. 
L’ Associazione SHOTOKAI si ricostituisce conformemente alle 
ultime volontà del suo fondatore con Hironishi quale presidente e Egami quale 
responsabile tecnico.   
... continua
  
 |