COMINCIA CON QUESTO PRIMO ARTICOLO, LA COLLABORAZIONE DELLA
NOSTRA RIVISTA ELETTRONICA CON IL SIG. LUCIO PICCIOLI, DEL “Centro Makotokai
Toscana” – Karate Club Funakoshi Arezzo. SPERIAMO IL SUO ESEMPIO DI UTILIZZO
DELLA NOSTRA NUOVA WEB-RIVISTA “Il Codino parlante Arti
Marziali” POSSA ESSERE IMITATO DA MOLTI.
IL COMBATTIMENTO?
UN GIOCO DA BAMBINI!
Di: Lucio Piccioli “CENTRO MAKOTOKAI TOSCANA”
(Foto di repertorio)
Ebbene si cari lettori! Chi lo avrebbe mai detto vero? Il
combattimento un gioco da bambini... Certo, vista la fama poco rassicurante di
cui godono generalmente -ed assai ingiustamente- Arti Marziali e sport da
combattimento full contact nonché i loro adepti, per molti questa affermazione
potrà suonare come una specie di bestemmia... Che dire poi nel caso specifico di
una disciplina dura per eccellenza come il Makotokai?
Uno stile che contempla il combattimento a contatto pieno con
KO (e che a causa della sua impostazione simile a quella della Thai Boxe,
qualcuno ha sbrigativamente definito “Karate estremo”) dove sono ammesse
tecniche bandite nel Karate tradizionale come ginocchiate, gomitate e lotta a
terra, e dove per acquisire la “mitica” cintura nera non bisogna eseguire una
coreografica serie di movimenti a vuoto, davanti ad una commissione svogliata,
bensì sostenere la bellezza di 10 incontri consecutivi della durata di 2 minuti
ciascuno.
Una conoscenza superficiale e distorta di queste discipline,
porta in estrema sintesi i non addetti ai lavori a bollarle come “roba
violenta”, “da fanatici esaltati” e assolutamente non adatte ai bambini, il cui
sviluppo si teme sarebbe irrimediabilmente traviato dalla loro pratica, che
sicuramente li trasformerebbe in terribili picchiatori da strada, assetati di
sangue...
Niente di più lontano dalla verità: la nostra scuola, il
“Centro Makotokai Toscana” – Karate Club Funakoshi Arezzo – che ha appena
festeggiato i primi 30 anni di attività, (www.findit.it/karatearezzo)
proprio nei nutriti turni di bambini entusiasti, guidati con grande pazienza e
capacità dal bravo istruttore Diego Ferri (che assieme al Maestro Mario Scilla e
a Marco Graziani si fa da molti anni carico di continui viaggi a Trieste, per
allenarsi direttamente col caposcuola Soke Paolo Bolaffio) ha uno dei suoi
maggiori punti di forza. Ai piccoli atleti, è bene metterlo in chiaro, non viene
proposto al contrario di quanto accade nella stragrande maggioranza delle
palestre di Arti Marziali, una sorta di “baby-sitteraggio in kimono”; da noi si
lavora e si suda sin dalle prime lezioni: i bambini, dopo aver acquisito le
tecniche fondamentali (calci e pugni) vengono messi uno davanti all’altro ed
avviati gradualmente al combattimento, ovviamente sempre in un’atmosfera sana di
divertimento, di amicizia e nell’ottica del rispetto reciproco, indossando
adeguate protezioni ed evitando agli inizi il contatto duro.
In quest’ottica gli allievi -la cui età varia tra i 7 ed i 14
anni- imparano a riconoscere, controllare e canalizzare l’aggressività insita
nella natura umana stessa, prendono, in altri termini, consapevolezza di se, dei
propri limiti e delle proprie potenzialità, ed inoltre sfogano in maniera
positiva i propri istinti che, come la cronaca quotidiana tristemente ci
insegna, se repressi o negati alla fine si manifestano con esplosioni di
bullismo e violenza, tanto cieche quanto assurde.
La pratica del Makotokai inoltre, non è affatto un luogo
comune, forgia il carattere degli individui (in un periodo quantomai delicato da
questo punto di vista riferendoci ai turni dei bambini) educando alla
disciplina, all’umiltà, al sacrificio ed al rispetto dei gradi: sia superiori,
che “danno ordini” non per una qualche brama di tirannia, ma per insegnare la
via da percorrere poiché più esperti, sia degli inferiori, in quanto soggetti
più deboli ed inesperti di cui non bisogna approfittarsi, bensì aiutare nella
crescita.
Mai come di questi tempi la pratica di uno sport da
combattimento, oltre che a comportare ovviamente grandissimi benefici sul piano
dello sviluppo fisico e coordinativo, può avere anche una valenza “terapeutica”
(passatemi il termine) ed incidere positivamente nella formazione di un bambino:
il nostro consiglio è quello di avvicinare i vostri figli ai corsi del Centro
Makotokai Toscana, che si svolgono dalle 18 in poi ogni martedì e giovedì presso
la palestra di Piazza San Giusto n. 1 (zona Porta Trento e Trieste) ad Arezzo,
per rendervi personalmente conto di quanto sin qui descritto…E, come spesso
accaduto, non ci sarebbe affatto da stupirsi se anche qualche genitore rimanesse
affascinato dalla pratica, al punto tale da decidere di iscriversi a sua volta
ai nostri corsi per adulti !
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