Fase centro-nord sport da ring:
Tappa storica! Erano in tanti a dubitare che l’entrata in FIKB di società
fuoriuscite da Cisco non avrebbe funzionato. Invece il torneo di Montebelluna ha
smentito tutti.
 INSIEME
SI PUO’…!
di: Ennio Falsoni (tratto da: www.fikb.it)

Le Cassandre che prevedevano
carestie e spargevano timori sulla durata del rapporto col gruppo “Cisco” ch’era
entrato quest’anno in federazione dovranno ricredersi: il rapporto con le
nuove società sta funzionando . E anche molto bene. Certo, quando si cambia “casa”,
si paga lo scotto del trambusto provocato dal trasloco. Si hanno problemi di
adattamento col nuovo condominio , coi nuovi vicini , col nuovo “odore”
della casa e via di questo passo. Sono problemi che abbiamo sperimentato tutti.
Ma se c’è buon senso, se c’è voglia di collaborare per il bene comune,
ecco che i problemi si risolvono. “Per entrare nello specifico” –
ci dice Max Baggio, l’organizzatore della manifestazione di Montebelluna -, è
chiaro che il gruppo di società ex-Cisco non fossero use ai “tornei” che
invece sono un must per la nostra Federazione.
In Cisco è sempre
esistita una situazione abbastanza anarcoide, dove ogni società faceva
attività e muoveva i propri atleti solo ed esclusivamente in base alle
iniziative che loro stesse sapevano crearsi e prodursi. Da sempre in quella
organizzazione, che non è radicata ed organizzata sul territorio in alcuna
regione – salvo casi sporadici -, ognuno faceva per sé. Ed è stato questo il
problema principale che io,- in qualità di garante di un certo gruppo – ho
trovato quando siamo passati in Fikb. Da questa gara, si è capito molto bene
come si può lavorare in modo completamente diverso rispetto a prima. E’ stato
bello e continueremo.”

Montebelluna, dunque,
rappresenterà una pietra miliare per questo nuovo gruppo, perché – si badi
bene -, per la prima volta nella loro storia, hanno partecipato ad un torneo
federale che prevedeva una serie di incontri nelle varie categorie degli sport
da ring, quale prova di qualificazione per i campionati italiani assoluti in
programma ad Ariccia (Roma) il 22 Maggio prossimo venturo. Il problema dei vari
coach ex-Cisco non usi a questo genere di tornei ,era la paura che i loro atleti
“venissero bellamente fregati “ – come ci ha detto uno di loro - , dagli
arbitri e dai giudici. Niente di più sbagliato, perché è interesse
fondamentale della Federazione che in tutte le gare vincano gli atleti migliori.
Non c’è nulla di peggio che
“fregare” gli atleti, far vincere uno che non lo merita. Vanificherebbe il
lavoro e l’immagine di tutta una Federazione, qualunque essa sia. Sarebbe
veramente la cosa più stupida da farsi. E infatti gli arbitri Fikb,
magistralmente diretti da Roberto Fragale
e Alfredo Zica, hanno dato prova di essere perfettamente attrezzati perché le
regole vengano rispettate. Da tutti. Ben 106 gli atleti delle regioni del centro
nord che si erano dati appuntamento al palazzetto
Mazzalovo di Montebelluna.

Due i ring messi a disposizione
dagli organizzatori e dopo qualche lungaggine nelle visite mediche, finalmente
alle 13.00 le gare sono partite e termineranno verso le 19.00, giusto per dare
il tempo a tutti per prepararsi ad una Gala serale che avrebbe incluso anche ben
5 finali del torneo. Tutto è filato liscio. Certo, per qualche verdetto qualche
coach può essere stato deluso, ma obbiettivamente quando due atleti si
equivalgono, è difficile giudicare il vincitore e chiunque esso sia, l’altro
avrà sempre l’impressione che la vittoria l’aveva meritata lui. Purtroppo,
e l’abbiamo detto spesse volte, gli sport da ring non sono misurabili con un
cronometro o un metro.

Resta l’occhio e l’esperienza
del giudice. E a volte, gli stessi giudici, non sono in grado di vedere
esattamente quello che ha visto il collega della parte opposta. L’errore,
pertanto, nonostante la buona fede, è sempre dietro l’angolo. E sempre lo
sarà. Tutti gli incontri sono stati davvero piacevoli. Hanno evidenziato che
dal punto di vista tecnico, gli ex-Cisco hanno saputo tenere testa e a volte a
vincere contro gli atleti Fikb. Significa quindi che a livello tecnico non ci
sono grandi differenze, parliamo la stessa lingua. Piuttosto, manca forse la
perfetta conoscenza dei nostri regolamenti, dei criteri di valutazione dei
colpi.

Ma per questo, è solo questione
di tempo. Ricordare tutti i match è praticamente impossibile, ma alcuni mi sono
rimasti impressi. Mi è particolarmente piaciuta Barbara Palazzoli, di Bergamo,
già campionessa del mondo di full a Belgrado e che lo scorso anno ha vinto
anche la finale agli Europei
di low-kick a Budva. Ebbene a Monebelluna l’ho vista ancora molto
migliorata, soprattutto a livello dei bloccaggi dei colpi bassi, ciò che credo
le mancasse. Contro di lei, la piccola e robusta Silvia Sorio, veneta, è uscita
proprio malconcia.
Mi è piaciuto il sardo Massimo
Solinas, anche lui campione di full passato alla low-kick, dove si cimentava per
la prima volta. Non ha avuto soverchia difficoltà a sbarazzarsi degli
avversari, uno battuto ai punti nel primo incontro, l’altro , Gabriele
Gottardi, messo k.o. da un bel calcio al fegato . Ho ammirato poi la grinta e la
determinazione di una giovane ragazza pescarese, Alessia Diana, del team di
Simone De Marco (gli bruzzesi hanno potuto partecipare alla fase centro-nord per
essere stati tutti tesserati -quest'anno- nella società di Max Baggio). Nei 65
chili, dopo aver vinto il primo incontro, ha trovato però la toscana Letizia
Bitozzi in finale, un’atleta certamente più esperta di lei, che l’ha
battuta, ma sudando le proverbiali sette camicie. Invece per Marco Diodato ,
quello che io ritengo il gioiello del nutrito team pescarese, è stata grande la
prestazione contro il pisano Giorgio Carico. Non uno qualsiasi, un titolare di
maglia azzurra che è stato sia agli Europei di Budva che ai Mondiali WMF di
Bangkok, un atleta espero. Ebbene Diodato, giovane di appena 17 anni, longilineo
e alto, lo ha messo K.O. in finale grazie a ottime combinazione di ginocchiate
(anche saltate) e pugni, il che è stato un bel vedere.

Per quanto riguarda la serata,
che è stata brillante e ben gestita (ottimi i match di Gianbattita Benetti e di
Diego Castellan) , l’unico mio rammarico è che il giovane siciliano Nicolò
Ragalmuto, specialista di Muay Thai, si sia trovato a combattere contro il
cubano Alfredo Limonta, già pugile professionista e comunque atleta tuttofare.
Al povero Ragalmuto qualcuno ha detto di non “clinchare troppo
l’avversario”. Cosicché lui, improvvido e un po’ sbruffone, ha voluto
cimentarsi in pratica di Thai/kickboxing pagandone le conseguenze: due
atterramenti nella prima e k.o. nella seconda ripresa . Limonta non ha fatto che
tirare pugni (per sdraiare l’avversario- ha detto qualcuno-); manco un calcio
che si possa chiamare tale in due riprese. Ragalmuto , spero, avrà imparato che
non si accetta di fare a cazzotti con un pugile. Alla prossima.
UNA BRILLANTE INIZIATIVA
La giornata di Montebelluna è
stato positiva anche per la brillante iniziativa intrapresa dalla società
sportiva Time Out, diretta dalla simpatica signora Laura Maran . Decisa a far
conoscere meglio le nostre discipline, Laura Maran ha organizzato un incontro
tra le scolaresche dell’Istituto Einaudi di Montebelluna e alcuni insegnanti
della Fikb, tra cui spiccava la presenza del maestro Mauro Samperi di Taormina.
L’incontro non è consistito nella solita barbosa relazione storica del nostro
sport,ma proprio in uno stage di iniziazione alla pratica.

Mauro Samperi, attore
consumato in questa parte, ha presentato con poche ed efficaci parole
la Thai
/kicboxing, ma subito dopo ha fatto provare a tutti i ragazzi , e anche agli
insegnanti, cosa significa tirare un calcio o un pugno ai pao (colpitori),
oppure come si afferra un avversario e come lo si può colpire usando le
ginocchia. Insomma, se non si avvince uno spettatore con le parole, lo si può
convincere con la pratica. Inutile dire che l’iniziativa ha avuto uno
strepitoso successo. I ragazzi , ma anche gli insegnanti, si sono davvero
divertiti e pensiamo che iniziative come questa andrebbero prese d’esempio ed
esportate ovunque in Italia. Puntiamo sui giovani, avviciniamoli e avvinciamoli
anche con prove pratiche come queste. E’ un investimento per il futuro dei
nostri sport.

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