1 ottobre 2002
APERTURA
UFFICIALE DELL’ANNO ACCADEMICO 2002/2003 DELLA
SCUOLA ARTI MARZIALI FRAGALE
PERCORSI PARALLELI DI FORMAZIONE
il kung fu lung chuan pai fragale nel 2003 >>
...“IL DIVENENTE”...
NIENTE RIMANE IMMUTATO... TUTTO MUTA
PREMESSA
Ad una continua ed attenta
osservazione del corso di kung fu “Lung Chuan Pai Fragale” negli
ultimi anni, quale quella che da sempre non manchiamo di effettuare, non è
sfuggito... un lento, quanto continuo e addirittura progressivo, mutare...
non delle tecniche, non degli esercizi o di qualsiasi altra cosa in origine
contenuta... niente di ciò che era contenuto originariamente è cambiato,
modificato o decurtato di una qualsiasi benchè minima peculiarità, eppure
oggettivamente... il corso pare mutato! A chi potesse stupirsi di questa cosa...
potremmo solo rispondere che forse... avrebbe dovuto stupirsi del contrario!
Abbiamo sempre tenuto a rimarcare, spiegare e far notare come il Lung Chuan Pai
Fragale fosse uno stile vivo... e perciò in continua mutazione, che sia questa
evolutiva o involutiva non spetta certo a noi dirlo. Abbiamo sempre saputo che
il Lung Chuan Pai Fragale non era altro che il frutto delle esperienze del suo
Caposcuola e vista la sua contemporaneità, era inevitabile anzi, vorrei dire
“auspicabile”,che queste dovessero arricchirsi. Abbiamo sempre parlato,
discusso e cercato di capire il concetto dell’insieme: Arte Marziale - Arte di
Vita... frutto e prodotto della commistione delle diverse esperienze... ed in
queste esperienze non possiamo tralasciare e non tener conto di quelle
solo apparentemente meno inerenti all’arte marziale specifica ed esteriore, le
quali anch’esse influiscono su tutto l’insieme che globalmente costituisce
l’individuo e quindi lo stile ed il metodo. Inoltre, a tutto questo vanno
aggiunti i vari apporti dei collaboratori più stretti che hanno, anche loro
malgrado, penetrato la trasparente, palese e caratteristica permeabilità del
Kung Fu Lung Chuan Pai Fragale. Abbiamo sempre detto, discusso e portato a
conoscenza di quanto ogni singolo nuovo studente contribuisca ad arricchire il
bagaglio di conoscenze degli insegnanti, sia dal punto di vista delle tecniche e
metodologie di insegnamento, che dell’apprendimento. Naturalmente tutto ciò...
non solo dal punto di vista tecnico, ma anche e sopratutto dal punto di vista
umano... pur essendomi abbastanza difficile farne una netta e marcata, quanto
rigida, differenziazione! Gli stili di vita, i vari e variegati atteggiamenti
comportamentali, le infinite ideologie di giustizia vitale, le miserie e le
ricchezze umane che si compongono ed accomodano, aggiustandosi più o meno
ordinatamente e pianificate nella mente, per la seppur precaria, quanto effimera
ricerca di un equilibrio interiore.... arrivano continuamente ai nostri Esseri a
completamento globale, anche se mai esaustivo... delle nostre conoscenze,
coscienze e consapevolezza dell’umana macchina. Non solo per i suoi meccanismi
fisiologici e meccanici di funzionamento, ma sopratutto per i processi che
inducono, provocano e presiedono gli stessi. E come ben sappiamo, la tecnica, la
fisicità e tutto quanto concerne il lato esteriore.. non è scindibile da tutto
quello che potremmo catalogare come: interiorità individuale. Essendo e
costituendo questo per antonomasia, l’assioma prìncipe dei pre-requisiti
occorrenti ad un apprendimento corretto, o quantomeno soddisfacente, dell’Arte
Marziale. Per non parlare poi del concetto: Arte Marziale-Arte di Vita, dove
diviene indispensabile il suo coinvolgimento al primo posto, di una
eventualmente possibile scala gerarchica. Ed è proprio attraverso la
progressiva conoscenza e presa di coscienza di questi aspetti altrettanto
importanti, se non maggiormente, che lo stile si è andato continuamente,
incessantemente e progressivamente arricchendo, nella sua globalità di infiniti
insiemi che lo producono. Solo adesso, siamo arrivati alla consapevolezza di
tutto ciò... potrebbe sembrare strano che sia successo solo proprio a processo
avvenuto, visto che non abbiamo scoperto niente altro che già era latente
dentro ognuno di noi. Niente di più naturale... diremmo invece, poichè per la
consapevolezza di una qualsiasi cosa, occorre prima averne la conoscenza e ancor
prima forse, sentirne la coscienza! Sentivamo che molte cose erano accresciute,
approfonditesi, diramatesi e ricostituitesi in infiniti ordini diversi per punti
di osservazione svariati e variegati... forse per un momento ci siamo sentiti
sperduti in noi stessi... ma era solo una crisi evolutiva.
Dovevamo trovare un nuovo
ordine, un nuovo accomodamento per tutte le novità estrapolate, trovate,
ritrovate e rinnovate, ideate e create... che rischiavano di far perdere
l’orientamento ed il punto di stazione, nel dedalo labirintico delle svariate
opzioni e metodologie di sviluppo nell’apprendimento ed insegnamento. Per
evitare voli e inutili tentativi “pindarici”, destinati a divenire
ineluttabilmente o gioco-forza , “pitalici”... dovevamo trovare un nuovo
equilibrio tra le vecchie conoscenze e le nuove... dovevamo unire armonicamente
e naturalmente tutto lo scibile in nostro possesso, in modo semplice e
facilmente comprensibile da chiunque... noi per primi!
Fintanto che ci siamo sforzati
per questo... appannati dal bisogno di dare una risposta... è stato
impossibile... ma sapevo dai trascorsi e sentivo, che saremmo riusciti. E’
bastato non affannarsi più per la ricerca di una soluzione... lasciar perdere
con un periodo di riposo... perchè naturalmente questa apparisse chiara e
semplice ai nostri occhi:
Il lavoro, lo studio,
l’apprendimento e l’introiettamento delle tecniche, ma sopratutto la
conoscenza, la comprensione ed in ultimo, l’intima e consapevole condivisione
dei concetti che le accompagnano... portano successivamente al loro
accomodamento, e generano forse, come loro prodotto, l’inizio di un processo
di rivisitazione e valutazione critica degli schemi mentali di partenza, nei
valori esternamente precostituitici, inconsciamente ed inconsapevolmente
accettati e fatti nostri... che si rivela confermatorio e/o modificatorio per
tutti i nostri vari e molteplici aspetti della vita. Si ha così un percorso di
studio ed autoapprendimento parallelo a quello tecnico e fisico, che si riflette
ed interessa la nostra sfera psichica, nella naturale intima e consapevole,
autodeterminazione di una propria ideologia di vita. Non ci sono grandi
stravolgimenti... ma molti, continui e progressivi “aggiustamenti”, nel
senso che anche laddove niente cambia nei valori posseduti... una loro critica
rivisitazione li rende consapevolmente nostri e laddove la propria critica
deduttiva li modifica o li crea... niente potrebbe dare vita ad un maggior
legame, consapevolmente intimo.Questo è ciò che abbiamo osservato accadere a
noi stessi e di riflesso, osservato e riconosciuto avviarsi più o meno
marcatamente in altri... in altri ancora si è potuto osservare, anche per loro
intima naturale ammissione e richiesta, un loro proprio interessamento
all’argomento ed una avviata primitiva ed empirica ricerca personale sulla
questione... e anche laddove nessuna modifica appare avvenuta... la
rivalutazione critica e la seguente riaccettazione, ne ha determinato la
conseguente, perlomeno maggiore, consapevolezza. Forse potrebbe essere
l’esempio di una maggiore e più ferma staticità generata dalla
dinamica... o l’esempio di come la dinamica può generare una maggiore
staticità... o il movimento contenuto nella... e generante... l’immobilità...
e così via! Come vedete le chiavi di lettura che ci si offrono sono molteplici,
varie, svariate e variegate... molto probabilmente anche soggettive. Ed è
proprio questa soggettività individuale che ci fà oggettivamente comprendere
l’impossibilità di definizione, valutazione e misurazione in questo percorso
maturativo, della fase che ognuno di noi stà percorrendo. Questo sarà
obbligatoriamente, estremamente soggettivo e di libera interpretazione da parte
di tutti noi... completamente ed apparentemente sganciato dal percorso tecnico
formativo, il quale appare autonomo ma che risente enormemente, dal punto di
vista qualitativo, della differente maturazione nel percorso, diciamo così...
filosofico.
INTRODUZIONE
Il lavoro che vi presentiamo è
la sintesi di ciò che siamo adesso, “ora e qui” , della nostra e vostra
ricerca. Quello a cui siamo giunti è qualcosa che non può essere facilmente
spiegato.... nè facilmente compreso. Ancora più difficile pretendere di farlo
nello stesso identico modo per entrambi... nella nostra molteplicità
individuale... in chi dovrebbe spiegare cosa e chi dovrebbe comprendere
cosa.....
Ma dovevamo pur provare a
comunicare il nostro Kung Fu. Ciò che è unito non può essere separato. Questo
concetto assai importante per la comprensione del Kung Fu è forse privo di
significato per molte persone, in particolare per noi occidentali, la cui
cultura, i cui schemi di apprendimento ricalcano una struttura graduale e
scientifica, nel senso di riproducibile.
Ma, se il Kung Fu è esperienza,
sappiamo che ogni singola ed individuale esperienza non è riproducibile nella
sua unicità.
Non è possibile trascrivere
un’esperienza, ma forse è possibile tracciare un percorso per poi forse,
giungere all’esperienza, diversa individualmente e soggettivamente per ognuno
di noi, fintanto che essa non diviene consapevole, per cui comprensibile a chi
tale esperienza ha già realizzato.
Per questo motivo ci siamo,
nostro malgrado, dedicati a scindere ciò che pensiamo sia invece intimamente
unito. Per il nostro modo di comunicare, per renderlo, almeno inizialmente,
accessibile alle nostre menti dicotomiche, è stato strutturato un programma, un
percorso, che ne contenga i punti salienti... un cammino che in realtà è... ed
è uno solo: quello del guerriero!
Il programma forse non è
esaustivo di quello che studieremo nel corso di Kung Fu, ma vorrebbe
rappresentare semplicemente una bussola, una direzione verso… ciò che lo
studente intimamente cerca.
PROGRAMMA DIDATTICO
GRADO |
PERCORSO FORMATIVO |
CINTURA BIANCA
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Posizioni di base |
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Calci frontali |
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Pugni di base |
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Parate di base |
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Rosa dei venti I |
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Fase dormiente: lo studente
forse, si iscrive al corso per l’inconsapevole ricerca di un percorso
formativo e cognitivo che porti al miglioramento dei propri rapporti con il
mondo esteriore e conseguentemente interiore, pensando e credendo, sia ciò che
gli occorra per migliorare oltretutto... forse anche la propria autostima.
Solitamente è tanto più completamente, quanto inconsapevolmente, immerso nei
condizionamenti esterni (fisici e sopratutto mentali). Forse... pensa e crede,
che attraverso lo studio di una pura e semplice esteriore disciplina tecnica o
arte marziale, che gli insegni a padroneggiare con destrezza il proprio corpo,
debba per questo acquisire una maggiore sicurezza fisica, che possa poi
riflettersi in quella psicologica e mentale.
Forse, però... ciò che aveva
prodotto il suo avvicinamento al corso di Kung Fu e l’inizio del suo studio,
non riesce ad emergere per quello che è, ma forse solo per quello che egli
pensa questo sia: quello che emerge a livello inconscio sono ancora una volta i
pregiudizi che ammantano quest’Arte.Combatte continuamente e inconsapevolmente
una guerra inconscia, inconsapevole e senza speranza di vittoria contro se
stesso, pensando e credendo di combattere con il mondo intero.La lotta tra il
rispettare i valori che crede ritenere fondamentali, imprescindibili e tra ciò
che si muove su di un piano che non ha valori precostituiti, ma dettato dal solo
e semplice piacere che la ricerca della felicità elargisce naturalmente, forse
spaventando.Lo studente arriva in palestra con la tazza già piena di tè.
Sebbene non abbia remore ad affermare consciamente di affidarsi ai suoi
insegnanti ed ai loro insegnamenti, rimane ostaggio inconsapevole dei pregiudizi
inconsci che gli affollano e riempiono fino all’orlo la mente. Egli si affiderà
al suo insegnante nella misura in cui questi rispecchia un suo stereotipo, nella
misura in cui ciò che impara è ciò che vuole imparare, ciò che pensa debba
imparare per apprendere il Kung Fu. Difficilmente ci sarà posto o modo per
introiettare facilmente e velocemente i concetti che stanno alla base
dell’apprendimento dell’Arte Marziale per quello che è... perchè tutto è
predisposto per apprendere l’Arte... per quello che già si pensa essa sia e
debba essere!
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CINTURA BIANCA I
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Posizioni di base con parate |
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Rosa dei venti II |
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Calci laterali |
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Prime tecniche di pugno |
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Prima forma Chang Chuan |
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Fase corporale: attraverso
esercizi fisici disciplinati, lo studente inizia a prendere conoscenza del
proprio corpo, a misurarne limiti e possibilità, ma sopratutto che questi
possono essere migliorati con metodo e costanza. Lo studente ben presto si
accorge che il corpo non segue perfettamente quello che la mente vorrebbe. Si
accorge che il corpo è come svincolato, un’altra cosa dal resto, o perlomeno
apparentemente... e per molti versi separata. Si accorge dei propri limiti. Ma
contemporaneamente può intuire che comunque può migliorare quello che adesso
è, per il momento limitatamente al corpo (non alla mente, ancora fortemente
condizionata) Comincia quindi per questo ad intravedere e considerare di avere
anche delle proprie individuali e soggettive possibilità.... Questo
naturalmente solo se abbandona consapevolmente e progressivamente la convinzione
stereotipata dei propri limiti fisici. Il consapevole ottenimento progressivo di
una migliore corporalità, lo stimolerà e indurrà a credere maggiormente in sè
ed accettare l’esistenza di proprie possibilità che vanno oltre, quelli
ritenuti fino allora come dei propri e personali limiti fisici. Ancora però
questi risultati fanno parte di quella sfera di aspettative condizionate che
pensa il Kung Fu debba dargli, per cui risulta abbastanza semplice accettare il
teorema: se mi alleno posso migliorare. Questo anche perchè scientificamente
provato ormai da molti anni nel mondo dello sport e quindi accettato per fede…
scientifica.
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CINTURA BIANCA II
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Calci di coda |
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Tecniche di tradizionale |
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Primi elementi di Lung Chuan
Pai |
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Tecniche combinate di calcio e
pugno |
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Combattimento di semi contact |
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Seconda forma Chuang
Chuan |
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Fase del movimento: con esercizi
di movimento appositamente strutturati e di difficoltà progressiva, lo studente
inizia a prendere coscienza del proprio corpo, a sentirlo muovere ed a cercare
di farlo in armonia, fino ad avvertirne la piacevole intima sensazione. E’
questo un primo passo verso la coscienza del corpo che con l’aiuto della
conoscenza dovrebbe avviarlo verso la consapevolezza dello stesso.
Con la guida dell’insegnate lo
studente riesce a muoversi secondo schemi ben definiti. Egli è abituato a
seguire schemi, per cui accetta di buon grado il fatto di dover seguire altri
schemi già strutturati appositamente per lui. Schemi di movimento che gli sono
o gli diventano familiari. Accettati dalla mente (come struttura precostituita)
perché parte della sua formazione ed esperienza in questa società
(condizionamenti, pregiudizi, schemi di pensiero…) eseguiti dal corpo per il
momento però, solo per semplice, mera e pura imitazione. Lo schema comunque
anche se lentamente, ma progressivamente, fluisce in maniera diversa, tendendo
ad un movimento energetico continuo.
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CINTURA BIANCA III
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Tecniche di tradizionale |
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Spazzate |
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Calci girati |
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Back fist |
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Pugni circolari |
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Tecniche di attacco |
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Combattimento di light
contact-lunga e corta distanza |
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Terza forma di Chuang Chuan |
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Fase del contatto: attraverso
esercizi di difficoltà progressiva, eseguiti in coppia con uno o più compagni
di studio, il proprio movimento diventa relativo a quello all’altro. Deve
pertanto stimolarsi ed attivarsi in relazione al movimento del compagno ed
entrare infine in armonia con questo. La difficoltà aumenta quando quel
movimento che lo studente ha imparato ad eseguire fluidamente ed armonicamente
da solo, lo porta ad incrociare, incontrare un compagno. Il contatto con il
proprio compagno ci pone una serie di stimoli, all’inizio forse spiacevoli,
dovuti al bisogno intervenuto del diverso modo di muoverci (rispetto al
movimento eseguito da soli). In questa fase lo studente apprende che non deve
pensare o meglio, osservare la stessa condizione mentale come quando eseguiva in
solitario, il movimento. Adesso lo schema motorio è posto di fronte ad un
altro. Come si pone lo studente a questo punto? Sarà stimolato a tener conto
del movimento del compagno e cercare di uniformarsi a lui... o continuerà
imperterrito il suo schema motorio con gli stessi tempi e ritmi, aspettando
impazientemente che l’altro vi si adegui? In verità... nè l’uno, nè
l’altro è il punto di arrivo a cui tendere, ma l’osservazione da parte
degli insegnanti, di eventuali loro diversi e contrari atteggiamenti di
partenza, possono contribuire a conoscere l’indole pregiudizievole e spesso
inconscia ed inconsapevole dei loro Esseri. Oltre, naturalmente a dare modo di
auto-correggere intimamente (anche solo portandoli a conoscenza consapevole)
questi loro atteggiamenti comportamentali e mentali. Entrambi in parte, potranno
aspettarsi un adattamento del compagno a loro, come prodigarsi per adattarsi
al compagno. Questo forse, nel momento in cui trovino l’armonia dei loro
movimenti, con la gratificazione psicofisica derivante dall’armonia, potrebbe
aiutarli a comprendere l’importanza ed il significato di :chiudere il cerchio.
Questo sarà possibile solo se, arrivati ad essere in armonia con il compagno,
ne registrino intimamente la sua piacevole sensazione psico-motoria e ne
diventino consapevoli.
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CINTURA GIALLA
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Calci saltati |
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Combattimento full
contact |
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Tecniche di Lung Chuan Pai |
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Passaggio kung fu
tradizionale-kung fu intermedio |
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Tecnica del gatto |
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Prima forma morbida Quienn Tao |
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Fase della reazione: i processi
reattivi sono di solito istintivi, ma non è detto però, che siano anche
naturali. Se all’inizio della vita infatti, l’istinto coincide con la
naturalità, questo con le esperienze dei condizionamenti esterni, solitamente
si discosta, finanche arrivando addirittura a grosse, quanto inconsapevoli
contraddizioni ed incongruenze. In questa fase lo studente, con l’aiuto di
esercizi specifici e sopratutto con il supporto verbale dell’insegnante,
dovrebbe prendere conoscenza di questo elemento, anche se per coscienza e
consapevolezza dello stesso, occorrerà ancora molto tempo. Come nelle relazioni
con persone che hanno schemi, pregiudizi diversi dai propri, lo studente tende a
confrontarsi, a scontrarsi con il proprio compagno. I movimenti saranno o
potrebbero risultare forzati, a scatti, incongruenti e disarmonici: spezzano il
cerchio. Inconsciamente vuole ottenere la supremazia, per potersi affermare e
convincere se stesso che è bravo, che sta progredendo, per aumentare o credere
di farlo... la propria autostima. Nello scontro cerca la vittoria fisica per il
piacere psicologico che pensa, questa gli possa procurare. Il proprio
benessere psicologico dipende dall’esito positivo dello scontro.Ecco che se il
compagno spinge lo studente cerca di spingere più forte, se il compagno tira,
lo studente cerca di tirare più forte, ecc. Reagisce istintivamente! In uno
scontro di siffatte situazioni... vince, o perlomeno dovrebbe, chi ha più
forza! E questa convinzione gli deriva proprio a causa di alcuni dei numerosi
pre-concetti che gli occupano inconsapevolmente l’animo: divenire notevolmente
più forti significa anche potenzialmente, essere in grado di vincere gli
eventuali scontri con quelli... divenuti quindi, adesso più deboli. Il
ragionamento ad una prima analisi non è controbattibile... ma e c’è un
“ma”... “Ma” l’Arte Marziale, propone uno scontro... o un’incontro
con l’avversario? A prima vista potrebbero significare la stessa cosa... ma
incontro significa anche e sopratutto consapevolezza e conoscenza
dell’avversario. Con la conoscenza dello stesso, si potrebbero estrapolare
immediatamente i suoi punti di forza per guardarsene, come individuare i punti
deboli ed approfittarne per raggiungere lo scopo prefissoci. Una persona più
forte potrebbe essere meno agile... meno elastica... meno reattiva, veloce ecc.
ecc. Ma una persona più forte ... rimarrà sempre una persona più forte,
sarebbe sbagliato volerla battere a tutti i costi su questo piano, forse è
meglio indurla a spostarsi su terreni a noi più confacenti e propizi, rispetto
alle sue e nostre peculiarità individuali. Ecco che allora forse... se il
compagno tira... lo studente spinge, se l’avversario spinge... lo studente
tira. Se ne può saggiare la forza, la corporalità, la motivazione, senza
sprecare energia ma utilizzando in parte quella del compagno, rendendo vana e
superflua la sua azione.
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CINTURA GIALLA I
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Posizioni di base con le armi |
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Seconda forma morbida Tung Pai |
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Tecniche di ginocchio |
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Tecniche di gomito |
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Calci alle articolazioni |
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Parate gomito-ginocchio,
ginocchio |
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Fase del sentire: è questa la
fase dove dovrebbe migliorare o avvenire la presa di coscienza delle reazioni
istintive, imparando non solo a riconoscerle in sè e negli altri, ma
addirittura prevederle e quindi anche in grado di comprendere l’importanza di
imparare a prevenirle, sfruttarle e tenendone conto nel proprio piano motorio di
azione e reazione, già nella fase astratta della sua progettazione
. Lo studente sente che a volte non è padrone delle proprie reazioni... da
inconsciamente consapevole, ne diviene conoscente. Ma queste in certe situazioni
prendono il comando delle sue azioni. Sente forse, di non muoversi in armonia,
il movimento è forzato, innaturale, non fluido, quasi “scattoso”. Sente
forse, di essere spesso teso, tensione che potrebbe derivare forse,
dall’importanza eccessivamente stressante dell’obiettivo: “vincere”,
occupato inoltre a combattere forse, contro la paura altrettanto stressante di
perdere! Sente che non c’è quiete nel suo movimento. Se sente questo di sè,
può sentire questo anche nell’altro. Forse sarà indotto dunque, ad
abbandonare consciamente l’obbiettivo vincere, lasciandolo all’inconscio
sottoforma di successo... e concentrarsi invece sul suo adattamento al compagno.
Inizierà forse a tentare di chiudere il cerchio per ritrovare l’armonia del
movimento... il successo di questo, significa la vittoria.
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CINTURA ROSSA
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Combattimento sportivo (Thai
boxe e Sanda) |
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Passaggio kung fu intermedio e
moderno |
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Svolgimento schemi personali |
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Timing |
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Tecniche di Lung Chuan Pai |
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Terza forma morbida Ang Ting
Quienn |
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Fase del sentimento: è
una delle fasi più importanti del percorso maturativo, dove lo studente, avendo
preso coscienza delle proprie reazioni istintive, spesso o a volte anche aliene
dalla propria individuale ed intima naturalità, dovrebbe iniziare a sentire il
proprio Essere e riconoscerlo negli altri. Dovrebbe cominciare ad avvertirne la
coscienza, della finora inconscia ed istintiva propria empatia con altri e
riconoscerla in alcuni questi. Il termine di questa fase dovrebbe portare ad una
maggiore o quantomeno all’inizio della propria consapevolezza del sè...
non solo fisica, non solo mentale, ma sentirsi come il prodotto di un insieme
globale nell’unione di tutta una serie di istanze, fisiche, mentali e
spirituali. Percepisce quindi l’importanza di lavorare in altro modo da quello
usato e conosciuto fino adesso, cercando di osservare come agisce, reagisce e
come invece consciamente, vorrebbe muoversi. Che gli schemi motori e mentali
istintivi, costruiti in anni di esperienza di vita, non possono essere
modificati in un attimo... ma solo con un lungo processo di modificazione e
sopratutto adattamento interiore, che parte in primo luogo dalla consapevolezza
e accettazione della propria individuale naturalità, che spesso si discosta e
differenzia dalla propria istintualità. Ed è proprio la conoscenza di tutto ciò,
che insieme alla coscienza... porterà alla sua consapevolezza. E non è detto
che debba per forza cambiare la sua istintualità... si tratterebbe solamente di
divenirne consapevoli... per non esserne più ostaggi inconsapevoli.
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CINTURA ROSSA I
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Maneggio delle armi |
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Forma con i kama |
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Forma con la spada |
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Forma con la lancia |
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Forma con gli escrima |
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Quarta forma dura Chuang Chuan |
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Fase del risveglio: con la
coscienza e l’accettazione della presenza di schemi mentali metodicamente
strutturati e condizionanti, si dovrebbe evincere che forse è possibile
districarsi progressivamente dal loro istintivo ma inconsapevole
imprigionamento. Lo studente dovrebbe iniziare a comprendere forse, cose che
prima non riusciva a sentire... stupendosi forse del fatto, quasi come se
precedentemente stesse dormendo... Ecco dunque perchè, il nome di questo
periodo. Solo una volta svegli, possiamo realizzare che prima, stavamo dormendo.
Lo studente sorprendentemente comincia ad avere la sensazione che gli schemi
delle tecniche apprese risultano talvolta limitanti. Sente che l’energia è
come imprigionata nella tecnica. E’ ancora impacciato forse, ma prende
coscienza di questa sensazione e ricerca l’armonia, continuamente stimolato
dal piacere psicologico gratificante, che puntualmente ne riceve. Ed è verso
l’intima gratificazione personale autogena, che dovrebbe forse, iniziare a
indirizzare i propri studi.
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CINTURA VIOLA
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Combattimento da strada |
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Uso delle armi in combattimento
promesso |
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Conoscenze di anatomia |
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Metodi di allenamento |
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Origine e storia del Kung fu |
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Cenni di filosofia orientale |
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Fase dell’unione: una volta
scoperte tutte queste cose insospettate, l’istinto consiglierebbe forse di
rigettarle, nasconderle o considerare il tempo perso. Ma “niente è perso,
inutile, positivo o negativo, se si giunge alla sua consapevolezza”. In questo
periodo lo studente dovrebbe imparare anche (ma non solo) attraverso la fisicità
delle forme ed esercizi, che tutto è complementare nel processo della globale
formazione intima dell’insieme! Non dovremmo pertanto dividere o discriminare,
ma unire tutte le nostre conoscenze per aumentare la nostra capacità e
possibilità al discernimento. Sapere di poter scegliere è molto importante
nella pratica del kung fu, come della vita! Uno dei concetti che più volte ci
siamo sforzati di far comprendere è quello che non possiamo discriminare a
priori, ma di volta in volta sarà la situazione, l’obiettivo, a decidere il
meglio, la cosa più adatta per quella singolare ed unica occasione. Quindi a
priori non scinderemo, tanto meno in scale gerarchiche di valori, ciò che
naturalmente ed intimamente compone l’individuo. E’ quello che gli antichi
indicavano dicendo: nella quiete si unisce, mentre nel movimento si separa (yin
e yang). Anche in questo periodo maturativo, sarà la coscienza delle nuove
conoscenze acquisite e adattate (accomodate) con quelle già possedute, che
contribuirà a darci maggiore consapevolezza di quello che siamo diventati e di
ciò che siamo.
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CINTURA BLU
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Combattimento da strada, anche con armi |
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Conoscenza di anatomia |
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Metodi di allenamento |
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Origine e storia del Kung Fu |
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Cenni di filosofia orientale |
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Fase della rinascita: ecco che
allora, alla luce di tutto quanto appreso, conosciuto e scoperto su se stesso e
per questo in tutti gli altri, rinasce a nuova vita. Una rinascita intima ed
interiore, forse spirituale, che modifica il suo modo di vedere il mondo tutto,
la visione del sè e dell’altro. I valori, i princìpi, e quanto altro fino ad
ora lo studente aveva pensato fosse il combattimento, la Vita, vengono
gradualmente vagliati criticamente, smontati, osservati, valutati ed infine
ristrutturati, per adeguarsi, adattarsi e riequilibrarsi ad un tutto nuovo e
simile al contempo. Non diverso, ma molto più vasto... infinito... che porta
forse a dove inizia ed inizia forse dove finisce, in un ciclo continuo, mai
uguale ed infinito! Niente viene buttato via, ma quei valori, quei principi
vengono rivisitati alla luce di questa consapevolezza, nuova per lo studente che
vi si affaccia, ma che in realtà è soltanto la riscoperta di ciò che è
sempre stato dentro di lui come naturalmente, intimamente in ogni individuo dal
momento della sua nascita. Rinasce, quindi niente di nuovo, ma “ri-nasce” ciò
che c’era.
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CINTURA NERA
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Conoscenza e buona esecuzione
di tutto il programma svolto |
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Conoscenza approfondita di
anatomia e fisiologia del corpo umano |
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Tesi sui metodi di allenamento |
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Tesi sul programma di sviluppo
e insegnamento dello stile Lung Chuan Pai |
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Il guerriero: Rinato a nuova
vita, non vede o cerca più nemici da combattere ed è questa la prima e più
importante vittoria... impara a vincere senza combattere. E’ sereno, ed è per
questo che è vincente. Impara che forse può non essere sempre il
“vincitore”, ma può sapendolo fare, essere sempre “vincente”! Impara
che il nemico non è fuori, all’esterno, ma è in ciò che esce da lui. Il
nemico è solo ciò che con la mente condizionata vediamo fuori di noi.
Semplicemente smette di combattere nel comune senso della parola
“combattere”. Adesso non combatte ma riesce a vedere oltre gli schemi, che
forse continuano a persistere, ma adesso li vede, li riconosce, ma non ne
soffre. Semplicemente ne riconosce la presenza, ne ha coscienza, ne è
consapevole... ed è per questo che difficilmente ne sarà vittima e
inconsapevole ostaggio. Neanche quando vi cede, poichè avendone
consapevolezza... avrà forse optato una scelta di opportunistica, soggettiva
convenienza per la sua condizione di Essere. Il Guerriero è consapevole
di ciò che è, forse non di ciò che è veramente, ma ciò che è in quel
momento.... sempre! Le tecniche del Guerriero non sono più la somma delle
tecniche che ha imparato, ma il loro prodotto... sono le sue tecniche! Egli è
capace di andare oltre ciò che ha appreso, sente la libertà nel movimento. Non
si muove più come la massa, sa di essere fuori dalla massa, ne è cosciente
anche quando decide di uniformarsi consapevolmente a questa. E’ imprevedibile
nei suoi comportamenti, non più coerente in assoluto con i valori, principi,
regole e altro, ma coerente con il mutamento della Vita stessa. I suoi movimenti
e azioni non sono più inconsapevolmente induttivi... E’ aperto al nuovo e al
diverso, senza pregiudizi, prende atto delle cose e degli eventi traendone e
formandone propri intimi, consapevoli e primitivi giudizi, i suoi movimenti ed
azioni sono deduttivi, o tendono a questo. Ogni occasione è motivo di
crescita, ogni esperienza è crescita... e la crescita è maturazione. Egli si
vede attraverso gli altri, ma gli altri non possono vedersi in lui.Certamente
potrà cadere, ma non si sentirà sconfitto, per il solo fatto che non vuole
essere o divenire ciò che sà di non essere. Egli è! La sconfitta è solo ciò
che avrebbe voluto essere, o far credere di essere. Se non avesse voluto essere
ciò che non è... non avrebbe conosciuto la sconfitta. Il guerriero comunque
continua il combattimento... che lo connota, ma ad un livello superiore, direi
sublimale o astratto, diventando tutt’uno con l’avversario, fondendosi con
lui, diventando complementare all’avversario (insieme), e non alternativo
all’avversario (io o lui). Il guerriero non perde perché non si confronta con
nessuno, e non per la paura di una eventuale sconfitta... ma perchè sono gli
altri a confrontarsi con lui. Lui può forse, vincere il confronto, solamente
per il fatto che ne ha consapevolezza. Ed proprio dalla consapevolezza di ciò...
che può dirigere la relazione con l’altro come meglio egli ritenga sia
migliore... lì ed in quel momento!
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Oltre la CINTURA NERA
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Lezioni impartite direttamente
dal Caposcuola prof. Roberto Fragale |
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Il programma è a discrezione del
Caposcuola, così come i successivi passaggi di grado |
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