Ogni tanto qualcuno si sente in
dovere di richiamarci
al dovere patrio scomodando alti ideali e parlando in modo generico di
sentimenti che, quasi mai riesce a mettere
in
pratica personalmente nel suo “piccolo” . Ogni tanto questo ideale patrio
annega in fiumi di parole roboanti ma vuote di senso, specialmente se cerchiamo
di identificarle ed associarle al soggetto che le esterna. Ogni tanto invece e
per fortuna, qualcuno ce li fa toccare con mano questi ideali, mettendoli in
pratica e rendendocene orgogliosi. L’introduzione era doverosa per dirvi che più
da certi “megafoni retorici” ci è piaciuto sentirci rappresentati nel carattere
e nella tenacia da uno come quel “piccolotto” che, nella York Hall di Londra ,si
è battuto contro tutto e contro tutti (compreso un arbitro astutamente fazioso…)
:dimostrando che non siamo solo capaci di piangerci addosso ma di batterci come
uomini ed in ogni caso : di saper uscire sconfitti ma con dignità. Perfino gli
“spocchiosi” e sprezzanti inglesi hanno dovuto inchinarsi di fronte al coraggio
del “Gabibo” che ha affrontato una vera “statua di ebano” che lo sovrastava in
tutto e l’ha messo a rischio di sconfitta in molti momenti. Ha dovuto tirare
fuori tutti gli attributi ed anche di più il sig. Haye, per potersi permettere
di aver ragione del duro e tenace Giacobbe Fragomeni! Hanno parlato di
“dolce rivincita” i giornali inglesi, ma Haye con il volto devastato ed uno
stomaco “in riparazione” per i colpi ricevuti non l’ha certo “gustata” questa
“dolce rivincita”. Gli inglesi hanno scoperto di poter contare su un campione
che sa soffrire e sa reagire alle avversità e per questo siamo contenti per
loro, ma noi abbiamo scoperto di avere uomini che non arretrano davanti a nulla
e si battono con simili campioni da pari a pari. Forse i nostri “piccolotti”
non si possono chiamare “campioni”, ma se volete la mia opinione …chi se ne
importa di chiamarli campioni, perché lo sono di fatto!
Nella York Hall di Londra,
David Haye ha difeso la sua
corona
europea dall’assalto del “Gabibo” Giacobbe Fragomeni (21 vittorie). Dopo due
round nel corso dei quali Haye cercava di tenere a distanza Fragomeni , nel 3°
round il nostro portacolori imponeva il ritmo alla gara ed attaccava
decisamente e tenacemente un avversario al quale non concedeva mai un attimo
di riposo. Se lo ricorderà per parecchio e come un incubo Haye, questo piccolo
“carro-armato” che avanzava inesorabile contro di lui. La differenza in questi
due successivi rounds la facevano la velocità dei destri di Fragomeni ed il
numero di colpi. Si arrivava così con questo incessante avanzare di Fragomeni e
con l’inglese che si affidava a colpi molto belli ed efficaci ma isolati. Nel
sesto round l’inglese ha un cambio di ritmo ed entra pesante nella guardia
dell’italiano che per la prima volta si ferma a causa di un destro al capo. Nel
settimo round però Fragomeni colpisce con due destri l’occhio sinistro di Haye
che comincia a sanguinare copiosamente. L’arbitro il belga Van de Wiele ignora
il fatto e lascia proseguire senza consultare il medico. L’inglese mostra una
maturità inaspettata e non perde la testa. Nel round successivo si limita a
tamponare l’azione dell’italiano che non avendo doti naturali di potenza non
riesce a trarre vantaggio dalla situazione. Nel nono round l’inglese ha una
reazione veemente e rabbiosa e coglie sbilanciato Fragomeni con un terrificante
sinistro che lo fa terminare a terra. Haye non molla la presa e trascinato
dall’impeto colpisce ancora Giacobbe mentre è a terra sotto gli occhi di Van de
Wiele… in colpevole ritardo. Ci perdoni il “pensare” malizioso il sig. Van de
Wiele , ma ci è sembrato che volesse far finire il “lavoro” all’inglese che con
quella ferita avrebbe corso troppi rischi nel proseguo! Sicuramente ci stiamo
sbagliando e facciamo peccato ma come dice uno che se ne intende :” A pensar
male della gente si fa peccato ma spesso…ci si azzecca!”. Un altro che dovrebbe
“riposare” è il francese Dolpierre che aveva 4 punti per Haye al momento della
sospensione. L’aggettivo “ridicolo” non lo usiamo perché sarebbe un concetto
riduttivo ed esclude la malafede. Tempestivo, responsabile e professionale
l’intervento dell’angolo italiano! Adam Booth allenatore di Haye ha voluto
aggiungere :” Questo è uno di quei match dal quale vinto e vincitore escono con
una reputazione accresciuta!”. Negli altri matches da segnalare la vittoria a
sorpresa nei pesi superwelters di Robert Lloyd Taylor ai punti in 6 rounds
sull’ex campione del Ccommonwealth e della WBF , James Hare (33 vittorie e 3
sconfitte). Un Lloyd molto migliorato dopo essersi affidato alle mani di Adam
Booth manager di Haye. Veloce ed abile in difesa, Lloyd ha anche inflitto un
conteggio ad Hare che comunque ha dato del filo da torcee all’avversario.
Elemento a cui prestare occhio è il forte nigeriano peso welter Ajose Olusugun,
che dopo 4 minuti ha convinto l’arbitro Dave Parris che il suo avversario il
francese Franck Ajello non avrebbe avuto scampo. Il francese ha reagito con
stupore allo “stop”… ma ci stava tutto! Nei supermedi, Sam Webb ha battuto ai
punti in 4 rounds Dave Kirk aggiudicandosi tutte le riprese.
Era dall’aprile 1985
(Hagler-Hearns), che a Las Vegas non si disputava un match di tale spessore :
eppure è una città che di grandi matches ne ha visti parecchi. Il match
a
cui ci riferiamo è quello valido per il titolo intercontinentale della WBC dei
superpiuma che ha visto Manny “Pac Man” Pacquiao (27 anni, 43 vittorie
di cui 34 prima del limite, 3 sconfitte e due pari) affrontare Erik “El
Terribile” Morales ( 30 anni, 48 vittorie di cui 34 prima del limite e 5
sconfitte). C’erano
18.276 spettatori
(quinta affluenza di sempre per Las Vegas…la prima fu Holmes – Cooney con 29254
spettatori…) stipati nel “Thomas e Mark Center” per assistere all’evento che ha
visto i due campioni affrontarsi con brutalità e ferocia in un confronto che
potremmo definire epico! Fin dalla prima conferenza stampa, si avvertiva
nell’aria l’elettricità per questo match che ha tenuto fede alle attese. La
preoccupazione era che il Morales visto in quella occasione e che dimostrava
nelle paffute guance un sovrappeso di almeno una ventina di chilogrammi, non
gliela facesse (come altri suoi titolati colleghi…) a fare il peso della
categoria. Ad aumentare la tensione aveva anche contribuito l’allenatore di
Pacquiao , Freddy Roach,con le continue insinuazioni sulle difficoltà di fare
il peso di Morales e con i continui riferimenti alle conseguenti pesanti
sanzioni previste se il messicano avesse mancato l’appuntamento con la bascula.
Tutto questo aveva però finito con l’innervosire Morales che, aveva promesso di
rifarsi sul ring. Il match è durato solo tre rounds, ma ha regalato al pubblico
delle emozioni incredibili. In 20 mesi i due pugili si sono affrontati per ben
tre volte, ma non si sono mai risparmiati, perchè nessuno dei due vuole
ammettere la superiorità dell’altro. Il confronto vede attualmente in
vantaggio il filippino che ha vinto due volte ( entrambe prima del limite…),
mentre Morales ha vinto una solo volta ( ai punti…). Incredibilmente questo
match che metteva di fronte i due migliori pesi superpiuma al mondo (…e non
solo!) , era valido solo per la corona intercontinentale della WBC. Sono
quelle assurdità che minano la credibilità di questo sport e di cui ci fanno
dono gli enti mondiali con le loro beghe ed i loro cavilli. Purtroppo siamo
sommersi da mondiali “fasulli” e da campioni più fasulli ancora. Gli enti non
programmano e deliberano per il futuro, ma per ….sopravvivere ! La risposta
viene da Las Vegas e premia chi da al pubblico i match che vuole vedere! I
campioni ed i campionati vengono creati dalla gente non certamente dai
burocrati degli enti. Abbiamo campioni che si fregiano e si vantano di titoli,
ma che nessuno conosce al di fuori di una ristretta cerchia, mentre ce ne sono
altri di cui ancora è vivo il ricordo e nemmeno hanno potuto disputare un
titolo.
Ma parliamo del match
che è stato vinto da Pacquiao per ko al 3° round. Innanzitutto da notare
l’impressionante dimagrimento di Morales, che per buona pace di Freddy Roach ha
fatto regolarmente il peso. Ma se mettete a confronto le foto della conferenza
di qualche mese prima e quelle delle operazioni di peso, vi sembrerà di vedere
una di quelle pubblicità che promettono miracoli con una dieta! Dopo un prima
ripresa di “studio”, nel secondo round Morales si ritrovava al tappeto per un
formidabile
gancio sinistro! Il messicano si rimetteva in piedi e cercava di restituire la
“cortesia” al rivale, ma la folgore nelle mani del filippino lo costringeva a
più miti consigli. Nel terzo round, l’odore del “knock out” già si respirava
nell’aria…Pacquiao si lanciava all’attacco con coraggio e determinazione,
sparando i suoi potenti colpi. Morales finiva nuovamente a terra, ma
coraggiosamente si rialzava e tornava a combattere. Ma era solo questione di
pochi attimi ed infatti Pacquiao gli si avventava contro e riusciva a
raggiungerlo con un terribile gancio sinistro che aveva effetti devastanti.
Morales finiva al tappeto quando mancavano solo 13 secondi al termine della
ripresa e non aveva più la forza di rialzarsi! Pacquiao è sicuramente uno dei
pugili più eccitanti che ci siano in circolazione. La sua velocita e la sua
capacità di colpire con entrambe le mani, entrando ed uscendo senza problemi
dalla “guardia” dell’avversario, ha del prodigioso : mentre la sua carica
agonistica è semplicemente straordinaria! Nei pesi superleggeri, il 26enne
colombiano Ricardo Torres (26 anni, 30 vittorie di cui 27 prima del limite ed
una sconfitta), ha battuto ai punti con decisione controversa , l’americano di
origine greca Mike Arnoutis (27 anni, 17 vittorie, una sconfitta e due pari). I
due si sono battuti per il titolo mondiale della WBO, lasciato vacante dal
portoricano Miguel Cotto, passato nei welters. Proprio con Cotto, il citato
Ricardo Torres era stato sconfitto, ma aveva destato grande impressione.
Un’impressione che malgrado il risultato sia stato positivo (almeno per due
giudici…) non ha trovato riscontro nel match disputato con Arnoutis, che nel 7°
round è riuscito anche a metterlo al tappeto ma a sua volta non è stato capace
di chiudere l’incontro! Il messicano Omar Nino Romero (30 anni, 24 vittorie , 2
sconfitte e 2 pari), ha conservato almeno fino al suono del gong dell’ultimo
round la sua corona WBC dall’assalto dell’americano Brian Viloria ( 25 anni, 19
vittorie,una sconfitta, un pari ed un no decision) pareggiando in 12 rounds (due
giudici avevano dato il pari ed uno aveva indicato Romero come vincitore…). Nel
5° e nel 9° round il messicano era finito anche al tappeto, ma Viloria, apparso
poco attivo, non è riuscito a concretizzare in entrambi i casi sciupando una
grande occasione. Sembrava tutto ok per Romero che invece al controllo
antidoping risultava positivo e perdeva la “corona”. Presentando il peso piuma
messicano Juan Carlos Salgado (17 vittorie di cui 13 prima del limite ed un
pari), quel grande imbonitore di Bob Arum aveva detto che era il pugile più
promettente venuto dal Messico negli ultimi anni! Visto all’opera contro Marcos
Licona , il 21enne messicano, pur vincendo i sei rounds con largo margine non
ha destato tutta questa grande impressione. Stesso discorso per il peso
supergallo Fernando Beltran junior (28 vittorie di cui 18 prima del limite, 2
sconfitte ed un pari) che solo grazie alla squalifica inflitta al suo
avversario, Edel Ruiz, per colpi bassi , ha portato in porto un confronto che
si stava complicando maledettamente. L’arbitro Kenny Bayless che due giorni
prima aveva squalificato il fratello di Pacquiao, non ha fatto eccezioni e dopo
due punti di deduzione , all’ennesimo tentativo di reiterare il fallo ha
squalificato Ruiz nel 5° round. Chi ha invece catturato l’attenzione del
pubblico e di molti organizzatori presenti è il supergallo filippino Bernabe
Concepcion (19 vittorie di cui 10 prima del limite, una sconfitta ed un pari)
che ha superato ai punti in 10 rounds l’imbattuto messicano Joksan Hernandez (11
vittorie). Duro , forte e resistente, il filippino che proviene dalla provincia
di Rizal, ha dato spettacolo ed ha scambiato per tutto il match con il forte
messicano al quale aveva anche fatto subire un veloce “knock down” nel primo
round. Era in palio il titolo “Youth” della WBC. Grossa prova di maturità e di
qualità quella offerta dal superwelter americano di origine armena Vanes
Martirosyan (11 vittorie di cui 7 prima del limite) che seppure non è riuscito a
mettere al tappeto il suo rivale Edgar Reyes, ha dominato il confronto
dimostrando di avere la classe per competere ad alti livelli!
La vittoria di Pacquiao e
l’entusiasmo dei suoi tifosi e connazionali hanno trascinato anche la Chiesa
Cattolica Filippina che per bocca del vescovo Deogracias (poi dicono che nei
nomi non c’è un destino…) Iniguez junior della diocesi di Caloocan nelle
Filippine, ha detto che : “ Le scommesse possono essere una forma legittima di
svago e quindi non è peccato se si scommette sul match tra Pacquiao e Morales!”.
Alla domanda dei giornalisti se fosse invece peccato scommettere su …Morales, il
prelato ha confermato sorridendo che:” Non è peccato!”. Chissà che ne pensa
della cosa il …Pastore Tedesco!
A
Duesseldorf, il “Tyson Bianco”
(come ama definirsi lui stesso…), l’uzbeko Ruslan Chagaev ( 28 anni, 22
vittorie di cui 17 prima del limite ed un pari), ha battuto in modo
controverso ai punti in 12 rounds,
guadagnandosi il diritto di combattere con Nikolaj Valuev, l’americano di
origine portoricana John Ruiz (34 anni, 41 vittorie, 7 sconfitte, un
pari ed un no decision) detto anche “The Quiet Man” (L’Uomo Tranquillo) .
Chagaev che vive ad Amburgo in Germania, ha portato i colpi più pesanti ed ha
controllato il match durante tutto il suo svolgersi. Lo stesso Valuev che
assisteva al match ha dichiarato : “Chagaev che ha vinto due o tre rounds più di
Ruiz. Meritava di vincere!”. Ruiz ha cercato di ridurre la distanza, ma l’uzbeka
non gliel’ha permesso. Chagaev ha corso qualche rischio nel 5° ed 8° round, ma
ha saputo trovare il bandolo della matassa. Ruiz ha poi di nuovo colpito il
rivale nel 10 round con dei buoni colpi e poi nell’undicesimo lo ha centrato
con un ottimo uppercut. Un po’ poco ed un po’ tardi per pensare alla vittoria su
un rivale capace di battere il grande Felix Savon quando era dilettante! Ancora
pesi massimi con quello che è considerato l’erede dei Kliitschko, parliamo del
campione intercontinentale della WBO,
Alexander
Dimitrenko (24 vittorie di cui 14 prima del limite), che ha battuto largamente
l’americano Billy Zumbrun (20 vittorie, 8 sconfitte ed un pari) ai punti i 12
rounds. Sembrava che Dimitrenko dovesse avere un facile impegno, dopo aver messo
al tappeto l’americano nel primo round con una serie di colpi al capo ed al
corpo, poi l’americano si è rialzato ed ha cominciato ad incalzarlo con
aggressività. Zumbrun però non aveva la necessaria potenza per impensierire
l’alto avversario (2.01), che comunque ha così potuto provare la sua “tenuta”
sulla distanza dei 12 rounds. Sempre nei pesi massimi, il capo degli sparring di
Chagaev, l’americano Fernely Feliz, ha battuto il norvegese- russo Daniel
Peretyatko che ha abbandonato all’inizio del 6° round. Nei pesi welters Maurice
Weber e Frank Harrocha Horta hanno pareggiato in 6 rounds. Weber che si avvaleva
della presenza di Felix Sturm al suo angolo, può ritenersi fortunato per aver
strappato il pari con questo francese!Uno dei giudici ha avuto anche la faccia
tosta di vedere vincente Weber che ha subito per tutto il match. Nei pesi
supermosca donne, per la sigla GBU, la tedesca Alesia Graf ha battuto
l’americana Heather Percival ai punti in 10 rounds vincendo quasi tutte le
riprese. La Percival non era male tecnicamente, ma la tedesca era dotata di una
superiore potenza. Sempre tra donne, nei supermedi la russa Natascha Ragosina
ha battuto Scroller Carrington (Trinidad) per kot al 3° round. Nei supermedi,
il kazako tedesco Dimitri Sartison ha battuto Jevgenijs Andrejevs ai punti in
10 rounds dominando il confronto! Sartison ha messo in grande difficoltà il
lettone nel 9° round, ma questi è riuscito a superare la “bufera”.
Non
è stato un successo facile,
ma alla fine il peso massimo canadese David Cadieux (14 vittorie ed una
sconfitta), è riuscito a prevalere sul suo “eterno rivale” Patrice
L’Heureux
(20 vittorie, 3 sconfitte ed un pari) ed a conservare il suo titolo nazionale
canadese. L’Heureux ha fatto del suo meglio per cercare di venire a capo di un
rivale veloce e più scafato che nell’undicesimo round gli ha fatto anche toccare
il tappeto, ma non c’è stato nulla da fare. Alla fine i tre giudici hanno
epresso il loro verdetto in favore di Cadieux all’unanimità. La riunione di
Trois Riviers (Quebec), ha visto altri interessanti matches. Tra questi
segnaliamo la vittoria del supermedio di origini haitiane Jean Pascal (15
vittorie di cui 12 prima del limite), che ha largamente dominato il confronto
con Jermaine Mackey (11 vittorie di cui 8 prima del limite) delle Isole Vergini,
surclassandolo
in ogni ripresa e conquistando la corona nordamericana dei supermedi. Un
particolare curioso che poi è un caso limite. Mackey è stato inviato due volte
al tappeto nel corso del secondo round ed …una terza volta un secondo dopo il
gong! L’arbitro non l’ha contato. Non ha nemmeno ammonito Pascal per aver
colpito dopo il gong! Ha ritenuto il colpo regolare? Allora il match era
finito! Ma questa regola dei tre conteggi vale o no? Il colpo dopo il gong è
considerato regolare si o no? Ma la regola non dovrebbe tutelare la salute di
chi subisce? Secondo noi e secondo i medici, ogni atterramento conseguente
anche a colpi irregolari va comunque computato! Nei pesi welters, il 22enne ex
campione italiano dei dilettanti Philip LoGreco (6 vittorie), ha battuto per kot
al 1° round Stephane Savage. Nei pesi massimi ,Paul Mbogo del Cameroun (11
vittorie, una sconfitta ed un pari), ha battuto Stephane Tessier ai punti in 6
rounds. Nei pesi piuma Oliver Lantchi (10 vittorie ed un pari), ha battuto per
kot l 10° round Mike Pare. Nei supermedi, il 29enne Adonis Stevenson (3
vittorie), ha messo ko in due rounds Bonnie Joe Mc Gee.
All’Orleans Hotel Casino , Daniel
Maldonado (20 vittorie
e 2 sconfitte) ha conquistato il titolo IBA dei pesi piuma, battendo ai punti
in 12 rounds , con decisione controversa, Jose Gonzales (14 vittorie e 3
sconfitte). Malgrado un atterramento al 5° round, Maldonado ha mantenuto
l’iniziativa per tutto il match portando il maggior numero di colpi.
A Tokyo, con l’ “open scoring”
il giapponese Hozumi Hasegawa ha conservato il titolo dei pesi gallo WBC,
battendo ai punti in 12 rounds il messicano Genaro Garcia.
Decisione
unanime per Hasegawa che quasi a voler verificarne l’effetto sull’ “open scoring”,
ha messo due volte al
tappeto (nel 4° e nell’8° round…) l’avversario. Nei pesi paglia , match molto
equilibrato tra il giapponese Eagle Kyowa ed il messicano Lorenzo Trejo. Match
che ha visto fasi alterne ed ha accresciuto l’interesse del pubblico anche in
virtù dell’open scoring che, dopo il 4° ed 8° round ha confermato l’equilibrio
anche sui cartellini a
garanzia
di un giudizio oculatoe pertinente a ciò che si vedeva! Perfetto equilibrio
anche negli atterramenti con Kyowa che invia al tappeto l’avversario nel 3°
round e con Trejo che restituisce il “favore” nel sesto! Qualche giorno dopo
sempre a Tokyo, il 40enne giapponese peso mediomassimo Yoshinori Nishizawa (28
vittorie, 17 sconfitte e 5 pari) ha conquistato la corona dell’OPBF della
categoria battendo per kot al 1° round Marika (non è una donna!) Katonivere
delle Isole Fiji. Nishizawa festeggiava il 20° anno di attività agonistica e la
sua “festa” si è trasformata in un bizzarro show! Il suo avversario si è
presentato con circa 2,5 kg in più al peso. Il “giovanotto” era reduce da una
sauna di 3 ore dove aveva perso solo 1,5 kg.! Voi capirete che il “poveretto”
non aveva più energie ed al primo uppercut si è afflosciato letteralmente al
tappeto. Nei pesi welter, il mancino Akibe Ushiwakamura alias Akinori Watanabe
(11 vittorie con 10 conclusioni prima del limite), ha battuto per ko al 1°
round, con un magistrale colpo al plesso solare, il più basso indonesiano
Syamsul Hidayat, dopo averlo fatto contare precedentemente per ben due volte.
Nei pesi piuma, Takahiro Ao (13 vittorie dui cui 8 prima del limite), ha battuto
per kot al 6 ed ultimo round il messicano Gabriel Perez. Nei supergallo Akifumi
Shimoda (14 vittorie ed una sconfitta), ha battuto ai punti in 6 rounds il
filippino Sonny Gonzales. Per finire, il peso mosca Toshiyuki Igarashi (2
vittorie), che ha partecipato alle Olimpiadi di Atene, ha battuto il solitamente
resistente koreano Jaesung Myung per kot al 6° round.
A
Bundall nella Golden Coast australiana,
l’ex sfidante al titolo mondiale dei pesi massimi, il neozelandese Kali
Meehan (32 vittorie e 3 sconfitte), ha battuto per ko al 3°
round
il sudafricano Anton Nel (15 vittorie, 11 sconfitte e 3 pari). Mehaehan (
che è alto 1.96!), si è fatto largo con il diretto sinistro, cercando di
sbilanciare il rivale ed aprendogli una ferita all’occhiosinistro. Nel 3° round
una bomba di destro scagliata da Meehan mette al tappeto per il conto totale
Nel. Nei pesi leggeri Ray Langham (7 vittorie), batte con decisione a
maggioranza in 8 rounds il filippino Robert Oyan. Si è trattato di un verdetto
“casalingo”, con il mancino Langham finito due volte al tappeto e penalizzato di
un punto per somma di ammonizioni! Ma l’attrazione della serata era costituita
dall’ex rugbista John Hopoate che disputava il suo quarto match. Hopoate che si
conquistata la fama di “ragazzo cattivo del rugby australiano”, per le
moltissime squalifiche che rimediava quando giocava, ha impiegato un solo round
per sbarazzarsi di Oscar Talemaira. Continua il duello a distanza con l’altro ex
giocatore di rugbuy, Bowie Toupou. Ancora pesi massimi, con un John Szigeti ex
giocatore di basket alto 2.03(!) che dopo il ko subito al primo round dal
modesto Alex Leipai (4 vittorie, 2 sconfitte e due pari), deve aver rimpianto di
aver …cambiato sport!
A Chester,
il superpiuma Monty Meza Clay (21 vittorie ed una sconfitta) ha battuto
per ko all’8° round Fred Neal (17 vittorie, 4 sconfitte e 3 pari) conquistando
il titolo della Virginia. Nei peswi leggeri Verquan Kimbrough (16 vittorie, una
sconfitta ed unpari), ha battuto ai punti in 8 rounds Bernard Harris. Sempre
nei pesi leggeri, l’ex sfidante al titolo della WBO Michael clark (26 vittorie e
4 sconfitte), ha battuto per ko al 1° round Ricky Alexander. Nei massimi
leggeri, Danny Batchelder (25 vittorie, 3 sconfitte ed un pari), ha battuto per
kot al 2° round Anthony Spain. Per finire, vittoria anche del peso massimo
Michael Carr (16 vittorie, una sconfitta e 2 pari) che ha battuto ai punti in 6
rounds il
mestierante
Eric Starr.
Al Tyndall Armory di Indianapolis,
l’imbattuto peso medio Jimmy “The British Assasin” Campbell (8 vittorie),
ha battuto per kot al 3° round James Fergueson . Campbell è finito due volte a
terra nel primo round ma poi si è ripreso ed ha a sua volta messo
definitivamente a terra Fergueson con un uppercut. Nei pesi medi, Ced Johnson ex
campine americano dei dilettanti nel 1996 (PAL) , ha debuttato al professionismo
mettendo
ko al 2° round Francio McKechinie con una serie di colpi al corpo.
A Monterey il superleggero
Salinas Jesus Rodriguez (12 vittorie e 2 sconfitte), ha battuto Hector Saez
ai punti in 12 rounds conquistando il titolo USBC. Rodriguez ha dominato il
confronto in virtù del suo jab. Tra le donne c’è stata la vittoria della 18enne
Kaliesha West (5 vittorie) che ha battuto nettamente ai punti l’ex stella dei
dilettanti USA Stella Nijhof.
Continua a vincere l’ungherese
di stanza in Austria , Vilmos Balog (31 anni e 12 vittorie), che anche se su un
piano molto ma molto ridotto, sta ripercorrendo il cammino del leggendario
Laszlo Papp. Anche Balog, senza raggiungere i livelli del campionissimo magiaro,
è stato un buon dilettante ha scelto l’Austria per il professionismo. Stavolta è
stato impegnato a Steyr, contro il superwelter slovacco Robert Blazo (anche lui
discreto dilettante…) e lo ha battuto per kot al 3° round.
A Torino, per la serie “questo
almeno sta in piedi…” , il 28enne peso welter Alessio Palma (5 vittorie) ha
battuto Karoly Domokos ai punti in 6 rounds. Nei supermedi Roberto Cocco ha
battuto per kot al 4° round Bela Kiss.
A Furstenwalder Hof, il peso gallo
abruzzese Stefano D’Alessandro, ha battuto ai punti in 4 rounds Martin Malion
junior.
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