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rosanna conti cavini boxe

Verso il titolo italiano

DOPPIA INTERVISTA CON I PROTAGONISTI DEL MATCH PER IL TITOLO ITALIANO DEI MEDIOMASSIMI, IL CAMPIONE FRANCESCO VERSACI E LO SFIDANTE VINCENZO IMPARATO.

Di: Ufficio Stampa RCC Boxe
Grosseto, 31.3.10

Il 9 aprile prossimo a Viterbo, oltre al match per il titolo italiano dei supermedi tra i co-sfidanti Andrea Di Luisa e Roberto Cocco e una serata tutto italiana, ci sarà anche la rivincita tra il campione dei mediomassimi Francesco Versaci e lo sfidante Vincenzo Imparato, entrambi i pugili (oltre a Di Luisa, che giocherà in casa) facenti parte del team della manager Monia Cavini. I due atleti si sono già sfidati a maggio del 2009, sempre in palio il titolo di Versaci, in un match che dopo quattro riprese abbastanza interessanti ed equilibrate terminò con una forse frettolosa decisione di kot ai danni di Imparato. A sanare la questione ecco arrivare dunque la rivincita. Versaci, 24 anni, è uno delle giovani speranze della nostra boxe e sembra aver messo da parte definitivamente tutti i problemi fisici che ne hanno limitato il talento da un paio d'anni a questa parte, soprattutto dopo la conquista del tricolore nel settembre 2008. Imparato invece di anni ne ha 40 e viene da una carriera incredibile iniziata professionalmente nel lontano 1993. Già campione italiano dei pesi medi e a più riprese anche dei supermedi, con il titolo dei mediomassimi Imparato sarebbe il primo professionista italiano a conquistare il tricolore in tre diverse categorie. Abbiamo ascoltato i propositi di entrambi gli atleti. Iniziamo da Versaci:

-Francesco, ci eravamo lasciati quasi un anno fa con la vittoria su Imparato: nel mezzo ci doveva essere una operazione e il tuo matrimonio...

-Il matrimonio c'é stato, a giugno, mentre l'operazione per fortuna no: ho fatto delle terapie che già in estate mi sistemarono abbastanza il problema alla spalla. A ottobre sentivo ancora un po' di dolore, ma il match con Imparato, precedentemente programmato in quel periodo, saltò, così che sono stato fermo per tutti questi mesi e la cosa mi ha giovato, perché il guaio fisico si è definitivamente risolto.

-Che ricordi hai del match di Ravenna?

-L'ho quasi dimenticato, ma non ero in condizioni di combattere. Anche i medici che mi visitarono mi dissero che avrei avuto non più di sei-sette riprese prima che la spalla mi abbandonasse del tutto. Ne uscì una mia prestazione piuttosto scialba, che certamente non mi soddisfò. Feci solo quello che potei fare. La soluzione del kot però mi dispiacque, perché credo che penalizzò più me del mio avversario.

-Come ti sei preparato per questo match?

-Benissimo, finalmente senza più il dolore alla spalla. Sono sicuro di essere al cento per cento, poi ogni match ha la sua storia e sul ring tutto può succedere. Imparato è un uomo molto esperto ma certamente non lo temo più del dovuto.

-Cosa farai dopo questo match?

-Intanto voglio difendere il mio titolo, quindi aspiro a qualcosina di più importante, come un Mondiale Giovani o qualcosa di livello internazionale. Ma per questo dovrò avere l'ok dei miei allenatori e della mia manager Monia Cavini. Non sono un testardo e uno che vuole tutto e subito. So quanto valgo e dove posso arrivare.

-A Reggio Calabria sei molto amato. Verrà qualcuno a vederti dal vivo a Viterbo?

-So che in parecchi si stanno organizzando con delle macchine private, ma qualcuno sta cercando anche di organizzare un pullman. La cosa non può che farmi piacere.

Adesso tocca allo sfidante: Imparato è residente a Vigevano dove gestisce un bar aperto con i soldi guadagnati in tanti anni di boxe, è sposato e padre di due gemelline di otto mesi. Per lui quello di Viterbo sarà addirittura il diciassettesimo match con il titolo italiano in palio, probabilmente anche questo un record.

-Vincenzo, prima di tutto come stai?

-Molto bene, mi sono preparato a dovere insieme al mio maestro Ciro Converti che mi conosce da quando avevo 16 anni. Il fisico ha risposto bene agli allenamenti e, insomma, sono pronto.

-Cosa pensi del match e del tuo avversario?

-Penso che sono più forte di lui, l'ho dimostrato e anche lui lo sa. Anche a Ravenna lo scorso maggio avevo dimostrato di essere superiore. Se non fosse stato l'arbitro a fermarmi avrei sicuramente prevalso. Ricordo benissimo l'azione: ero alle corde e lui stava scaricando dei colpi,una tattica che ho sempre adottato. Nessuno di quei colpi era arrivato al mio viso, e stavo attendendo il momento propizio per colpire io di rimessa quando l'arbitro (Mosella, ndr) fermò l'incontro. Il match stava andando bene per me, stavo uscendo alla distanza e avrei prevalso. Mi girarono parecchio le scatole, come raramente mi è successo nella mia carriera. Sul ring si fa fatica, quando ci si prepara si fa fatica, e quando tutti i sacrifici sono vanificati da un verdetto ingiusto ecco che uno ci rimane parecchio male... Vincendo il titolo dei mediomassimi so che sarei il primo pugile italiano a conquistare il tricolore in tre categorie diverse e questo per me è un grande stimolo.

-Come attendi questa rivincita?

-Con grandissima serenità. Il match è già saltato due volte, a ottobre e a dicembre, e fui vicino anche a smettere per la delusione di due preparazioni andate in fumo. Però ora sono pronto e certamente nessuno mi fermerà. Io problemi non ne ho.

-Una domanda che ti faranno in molti. Ma a quarant'anni chi te lo fa fare?

-Non certamente i soldi: quelli della borsa li ho già spesi quando ho dovuto cercare qualcuno che mi sostituisse al lavoro in modo che mi potessi preparare. I soldi per me non sono un problema: non sono ricco, ma da tredici anni ho aperto un bar con i guadagni di pugile, quando ancora con la boxe ci si guadagnava, e ho un'attività che mi permette di vivere senza pensieri. In quindici giorni guadagno come una borsa di un titolo italiano... Ho una bella famiglia, una moglie e due splendide bambine. Lo faccio per una passione enorme per questo sport e per il pensiero del record del terzo titolo. Non ho bisogno di soldi e non ho rimpianti. Ho guadagnato anche combattendo in Germania (contro Haussler per l'Europeo, contro Beyer per l'International Wbc e contro Tsypko per l'Intercontinentale Ibf dei supermedi, ndr), solo mi dispiace vedere di come la boxe italiana stia morendo, se non cambia qualcosa. Per allenarmi spesso vado anche in America, e lì è tutto un altro mondo rispetto a noi.

-Cosa farà Vincenzo Imparato dal 10 aprile?

-Prima di tutto una vacanza con mia moglie! Poi vedremo, ancora non lo so. Ripeto che non ho rimpianti, mi ritengo fortunato di aver pensato a investire quando i soldi nella boxe iniziavano a scarseggiare, di aver pensato a non prendere troppi colpi e a essere ancora integro fisicamente a quarant'anni. Per me quello di Viterbo sarà il diciassettesimo match con titolo italiano in palio. Non so quanti ci potranno arrivare dopo di me...

Ufficio stampa Rosanna Conti Cavini

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