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Federazione Pugilistica Italiana

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Anche la boxe salentina si tinge di rosa

La Helios Boxe di Lecce, vanta attualmente le uniche due rappresentati del pugilato salentino. In questo primo appuntamento scopriamo la grinta e la passione di Stefania Calisi

Di: Comunicato “Helios Boxe”
Lecce, 03 luglio 2010  

bbbbbAnche la Provincia di Lecce, può vantare la presenza di atlete protagoniste nella disciplina del pugilato. Presso la sede logistica della “Helios Boxe”, i maestri Alessandro Centone ed Andrea Presicce, continuano ad allenare Stefania Calisi e Cristina Mazzotta, quest’ultima ha peraltro, scelto – da pochi mesi – di vivere un percorso militare, anche se è in attesa di poter far parte del Centro Sportivo Esercito.

Quindi in questo primo viaggio a tinte rosa, nel pugilato salentino, abbiamo focalizzato l’attenzione sulla 26enne leccese Calisi; la giovane atleta della Helios, categoria II Serie kg 51, condivide le quotidiane sedute di allenamento, con il lavoro presso uno studio di consulenza ma soprattutto riesce egregiamente a dipanarsi negli studi universitari, considerato che Stefania è in procinto di conseguire la specializzazione in Marketing Aziendale, presso l’Università del Salento.

Come nasce la tua passione per il pugilato   

“Ho iniziato per caso. Alcune mie amiche, circa quattro anni fa, mi hanno invitato a seguirle in palestra, così quasi per gioco, magari per condividere alcune ore da trascorrere insieme e magari tentare di tenersi in forma. Dal primo giorno però, ho provato una sensazione di benessere e praticamente non mi sono più fermata. Così i maestri Centonze e Presicce, hanno iniziato a seguirmi e nel breve volgere di poche sedute, ho ricevuto la proposta di iniziare a fare sul serio, fino a giungere al mio esordio sul ring, in una vera sfida di boxe”.

Che cosa avevano intravisto i maestri nel tuo modo di praticare il pugilato

“Credo la determinazione. Dal primo giorno ho dimostrato di avere delle particolari attitudini al sacrificio ed una buona tenuta psicologica fondamentale per superare i momenti delicati che si affrontano specie durante un match. La mia determinazione ha quindi in parte sopperito alle inevitabili carenze che appalesavo dopo i primi allenamenti. Sì, credo che sia stata questa la prima caratteristica che ha indotto i maestri della Helios ha farmi provare seriamente. Il primo match difatti, si è materializzato in meno di un anno di allenamento. Non nascondo le paure di quel giorno; peraltro ho affrontato un’atleta più esperta, mentre per me si trattava dell’esordio assoluto sul ring. La cosa singolare, è stata quella di aver paura non tanto dell’avversaria ma di deludere proprio i miei maestri, i quali avevano creduto nelle mie potenzialità e quindi non volevo per nulla deludere le loro aspettative. L’esordio tutto sommato fu positivo e, nonostante la sconfitta finale sono scesa dal quadrato, consapevole di aver dato tutto e di non aver deluso i miei maestri. Inoltre, avevo per la prima volta attraversato tutte le fasi di un match vero e non nascondo che le emozioni che si vivono sono davvero indescrivibili”.

Qual è il tuo rapporto con i maestri Alessandro Centonze e Andrea Presicce

“Proprio dal mio primo match, ho maggiormente apprezzato i miei maestri, persone davvero speciali. A dire il vero, ho iniziato a lavorare con più frequenza con il maestro Presicce, mentre successivamente ho anche potuto apprezzare le qualità del maestro Centonze. Sono due tecnici preparati anche se molto diversi; c’è un ottimo rapporto e cerco di seguire sempre i loro consigli. Anche quando sono sul ring, per me interessa soddisfare prima di tutto quelle che sono le direttive dei maestri, a prescindere dalla posta in palio o dal colore della medaglia. Anche durante gli allenamenti, da loro ricevi costantemente consigli, aiuti e quando sono soddisfatti dell’operato svolto degli allievi, riescono in qualsiasi modo a manifestarlo”.

Come mai il pugilato femminile nel Salento è ancora un fenomeno di nicchia

“Credo sia meramente una questione di mentalità decisamente arretrata. Ancora oggi, la boxe, viene etichettata come uno sport maschile e violento, un ambiente da censurare alle donne. È difficile far comprendere che invece è una disciplina sana e decisamente sicura e che oltre all’impegno fisico, servono altre qualità, come tecnica e forza psicologica; inoltre, dovremo cercare di impegnarci per sfatare definitivamente anche un altro luogo comune e contraddirlo affermando  che le donne che praticano il pugilato, non perdono la loro femminilità e nemmeno il loro fascino; è un modo come un altro per mantenersi in forma ma anche per provare un serio percorso agonistico”. 

Cosa rappresenta oramai nella tua vita la pratica del pugilato

“Semplicemente non posso più farne a meno. Anche dal punto di vista prettamente umano, l’appuntamento con le sedute in palestra, rappresentano anche l’occasione per trascorrere alcune ore insieme alla mia nuova famiglia; sì, il rapporto che si è creato in palestra è identico a quello che si vive in una qualsiasi famiglia. Anche se ci sono gli impegni con lo studio e con il lavoro, ho l’esigenza a ritagliare sempre un frazione di tempo per andare in palestra e condividere con altri ragazzi la passione per il pugilato e dello stare insieme”.

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