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Verso Pechino 2008…

La Storia Siamo Noi

presenta

da Marcianise a Pechino

Gli azzurri del pugilato verso le Olimpiadi

un documentario di Emilia Brandi e Carlo Durante

prodotto da

RAIEDUCATIONAL in collaborazione con FEDERAZIONE PUGILISTICA ITALIANA

in onda

Mercoledi’ 6 agosto, Raidue, ore 23.20

Di: Ufficio Stampa FPI

Un conto alla rovescia verso le Olimpiadi, un diario di bordo della nazionale di pugilato in viaggio verso Pechino 2008.

Si comincia il 3 novembre del 2007 quando quattro azzurri - trascurati dai media e sottovalutati nei pronostici - si impongono a sorpresa ai Campionati Mondiali di Chicago guadagnandosi con largo anticipo la qualificazione alle Olimpiadi. 

Il 7 marzo 2008 li ritroviamo nel Centro Polifunzionale della Polizia Di Stato, a Spinaceto, estrema periferia di Roma, e scopriamo che le speranze olimpiche del pugilato azzurro vengono tutte dal Gruppo Sportivo “Fiamme oro”.

Vincenzo Picardi, 25 anni da Casoria, Napoli, combatterà alle olimpiadi nella categoria 51 Kg; è un figlio d’arte, che dal padre Antonio (più volte campione d’Italia negli anni ’80) ha ereditato il gusto per il contatto ravvicinato e il colpo risolutivo. 

Domenico Valentino, 23 anni da Marcianise, Caserta, è un peso leggero (60Kg); un talento naturale che ai mondiali di Chicago si è dovuto accontentare della medaglia d’argento a causa di una mano fuori posto.

A Pechino - dice - salderà il conto aperto con la fortuna.

Clemente Russo, 26 anni, è anche lui un figlio del Sud, nato e cresciuto a Marcianise come Valentino. Soprannominato Tatanka, il bisonte, è un peso massimo potente e fantasioso che si presenta come l’uomo nuovo del pugilato italiano.

Roberto Cammarelle, 28 anni, da Cinisello Balsamo, Milano, è invece un veterano; bronzo ad Atene nel 2004 e capitano degli azzurri: sarà l’uomo da battere nella categoria supermassimi.

In caserma i giovani campioni sono circondati dall’affetto di una grande famiglia, e finiscono col rivelarsi dei ragazzi semplici, ambiziosi certo, ma anche rassicurati dal poter contare su un posto di lavoro quando avranno appeso i guantoni al chiodo.

Poche settimane dopo il viaggio prosegue ad Assisi, nel  Centro Tecnico Federale: la tana degli Azzurri.

Qui incontriamo Francesco Damiani, “il gigante buono” del pugilato italiano, che ha il compito di guidare i ragazzi fino a Pechino.

Per affiancarlo la Federazione italiana ha ingaggiato anche il vulcanico professor Vasily Filimonov, maestro di scuola sovietica che sta torchiando senza tregua Cammarelle e compagni.

Ma nonostante la fatica l’atmosfera è rilassata e mentre la maggior parte dei convocati soggiorna in albergo scopriamo che qualcuno, nel borgo medievale, ha scelto addirittura di metter su famiglia…

Il 4 aprile l’Italia Boxing Team sbarca in Uzbekistan.

Il professor Filimonov ha scelto la repubblica ex – sovietica come sede di un duro stage di lavoro. Qui, del resto, il pugilato è lo sport nazionale e intere generazioni vengono forgiate nel culto della nobile arte. Gli azzurri, accolti come eroi dopo il trionfo dei mondiali, si trovano di fronte un esercito di sparring partner.

La lunga trasferta, poi, è l’occasione per ascoltare i ricordi del “maestro” Damiani (olimpionico a Mosca ’80 e Los Angeles ’84) e per una gita a Samarcanda, la leggendaria città di Tamerlano dove gli azzurri vengono raggiunti dall’eco delle polemiche per il boicottaggio delle Olimpiadi. Una prospettiva che fa paura…

Nell’ultimo torneo di qualificazione, si è guadagnato un posto per le Olimpiadi anche Vittorio “Jahyn” Parrinello, categoria 54 kg, di Piedimonte Matese, in provincia di Caserta.

Lo conosciamo meglio il 1 maggio mentre si unisce al gruppo per un “pittoresco” dual match tra la nazionale italiana ed una selezione russa organizzato in suo onore dai compaesani.

Dopo Piedimonte Matese, il 3 maggio, la rappresentativa azzurra fa tappa a Marcianise che saluta orgogliosa il ritorno a casa dei suoi campioni Russo e Valentino.

Qui la boxe è molto di più di un semplice sport: Clemente e Domenico sono cresciuti in due palestre rivali che negli anni si sono rivelate delle vere e proprie fucine di campioni. E’ l’occasione per seguirli in giro per il paese, conoscere le loro le loro famiglie, gli amici e i maestri che li hanno plasmati nel rispetto dei valori più autentici del pugilato.

Sullo sfondo,la difficile realtà che circonda il paese dei pugili: l’emergenza rifiuti (nelle stesse ore i cassonetti vengono rovesciati e dati alle fiamme) e la violenza camorrista (a pochi chilometri di distanza si registra l’ennesima vendetta trasversale del clan dei Casalesi).

Ma nel  giorno in cui gli azzurri combattono in piazza tutto passa in secondo piano: Marcianise abbraccia i suoi beniamini. E’ una grande festa popolare, molto sentita dai ragazzi e Clemente, alla fine, paga l’emozione e la voglia di strafare disputando un incontro al di sotto delle sue possibilità.

Il 16 maggio, durante le celebrazioni per il 156° anniversario della polizia di stato, Clemente e Roberto ricevono dal Presidente della Repubblica la promozione per meriti straordinari. Tre giorni dopo, i due campioni  del mondo volano con gli altri azzurri in Ucraina, per uno dei più impegnativi test pre-olimpici. Al torneo partecipano molti pugili che gli italiani si troveranno di fronte a Pechino. Ma assieme alle conferme di Cammarelle e Parrinello, ottimi finalisti, da Kiev arrivano anche segnali preoccupanti. Valentino è costretto al ritiro per il riacutizzarsi del dolore alla mano destra, mentre Picardi e Russo non vanno oltre il secondo turno.

Quando l’11 giugno gli azzurri arrivano a Siena per incontrare la nazionale Ucraina, le gambe sono pesanti e l’umore non dei migliori. I ragazzi appaiono subito in affanno, stremati dai ritmi di una preparazione che li ha svuotati di ogni energia.       

Soffre Picardi, aspramente rimproverato da Damiani, soffre Alessio Di Savino, categoria 57 kg, sesto e  ultimo azzurro qualificatosi per le Olimpiadi che torna a gareggiare dopo un lungo infortunio.

Ma soffre più di tutti Domenico Valentino, tormentato dalla solita mano, pesantemente sconfitto dal suo avversario e protagonista di uno sfogo davvero drammatico…..   

Il 1 luglio ritroviamo gli azzurri a Casal Borsetti, 15 km a nord di Ravenna, nel cuore del parco Naturale Delta del Po. Dovrebbero rilassarsi prima del rush finale, ma il torneo olimpico ormai alle porte, è un pensiero fisso. Picardi, Di Savino e Parrinello vivono le ansie degli esordienti, Russo, Cammarelle e Valentino, forse alla loro ultima Olimpiade, sanno di non poter fallire…

L’ultimo appuntamento con i ragazzi è fissato per il 31 luglio, a Fiumicino, dove ad attenderli c’è un aereo per Pechino che li porterà dritti all’appuntamento con il destino…

Alle Olimpiadi qualcuno forse trionferà, altri inevitabilmente falliranno. Comunque vada, le telecamere della Storia Siamo Noi continueranno a raccontarvi questa avventura….

Ufficio Comunicazione FPI
Michela Pellegrini

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