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Federazione Pugilistica Italiana

Nuove opportunità per i pugili over 40

I pugili professionisti italiani sul ring dopo i 40 anni

Di: Ufficio Stampa FPI
Comunicato Stampa 22 dicembre 2008

Il Settore Sanitario della Federazione Pugilistica Italiana ha proposto di togliere i limiti di età previsti dal regolamento federale per i pugili professionisti italiani per un periodo di tre anni di studio e verifica. La proposta è stata approvata dal Consiglio Federale di sabato 20 dicembre u.s.

In occasione dell’ultima riunione della Commissione Medica Nazionale, il Settore Sanitario della FPI, coordinato dal Dott. Sante Bucari, nonché Consigliere Federale, ha proposto di abbattere i limiti di età previsti dal regolamento federale per i pugili professionisti italiani, che finora potevano salire sul ring fino a 40 anni, per un periodo di tre anni di studio e verifica che serviranno a valutare la fattibilità stessa del cambiamento.

Tale proposta, che è stata presa dopo un’accurata analisi di quelle che sono le condizioni attuali del pugilato professionistico a livello mondiale, in primis per evitare la discrepanza tra i pugili italiani e quelli stranieri, è stata presentata nel Consiglio Federale svoltosi sabato scorso presso il Palazzo delle Federazioni Sportive di Viale Tiziano a Roma.

Il Consiglio Federale ha aderito alla proposta inoltrata dal Settore Sanitario della FPI per le seguenti ragioni: primo, perché non esistendo una normativa europea e mondiale che delimiti l’interruzione della carriera pugilistica professionistica a 40 anni, i pugili italiani intenzionati a continuare la loro carriera sono stati costretti ad emigrare all’estero; secondo, perché si ritiene che non è l’età cronologica a stabilire quando il pugile debba ritirarsi dalla scena pugilistica ma le sue reali condizioni psicofisiche, opportunamente valutate e accertate da chi di dovere; terzo, il Settore Sanitario della FPI ha ritenuto opportuno prendere questa decisione purché i pugili che abbiano superato il quarantesimo anno di età e che non abbiano interrotto l'attività agonistica nei tempi che verranno definiti dall'articolato, si sottopongano ad un attento e periodico controllo da parte della Commissione Medica Nazionale, attraverso visite che prevedano la risonanza magnetica cerebrale ogni sei mesi e non più, come nel regolamento vigente, ogni anno; quarto, il ritorno sotto l’egida della FPI dei pugili italiani ultraquarantenni tesserati all’estero consente una tutela sanitaria molto più efficace di quella della maggior parte delle Federazioni Professionistiche a livello mondiale; quinto, perché l’Italia era l’unica Federazione che ancora manteneva una simile normativa che rappresenta altresì una limitazione all’attività lavorativa autonoma anche in contrasto con la vigente legislazione europea in tema di lavoro.

Ufficio Comunicazione FPI
Michela Pellegrini

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