Accogliamo in queste
pagine elettroniche della rivista Il Codino Parlante - Pugilato, la
testimonianza di un allievo di un corso di boxe che, con lucida emozione, ci
accompagna in una sua personale riflessione sul corso di pugilato che sta...
vivendo.
Vincitori e vinti
Di: un "allievo del corso di pugilato
detenuto nell'Istituto di Maiano di Spoleto
Il grigiore giornaliero osservato per armi, mi ha spinto a
pormi tante domande alle quali ogni risposta lasciava un margine di
responsabilità su una realtà che non ha gratificato nessuno, tuttavia; ho capito
che esiste sempre una via di recupero e così ho intrapreso un percorso di
crescita culturale che ha reso meno gravosa una condizione che, seppur afflitta,
guarda al futuro con speranza.
In carcere si vive di piccole cose e forse per questo si
comincia a dare valore a quella quotidianità che prima non era apprezzata.
Ritrovarsi subalterno è comunque un'umiliazione, poiché si è condizionati dal
potere decisionale che, quasi sempre, contrasta con le intenzioni di chi è
costretto a subire tale status, ma questo è l'eterno dramma della Savana.
È comunque innegabile che l'evoluzione dei tempi abbia
contagiato anche il mondo carcerario, non a caso. oltre alle nuove strutture, ci
sono le scuole, corsi professionali e attività lavorative che rendono la
quotidianità relativamente serena.
Qui a Spoleto, esiste una ridente realtà all'interno
dell'istituto, poiché un'intelligente gestione basata sul recupero del detenuto
agevola una permanenza dignitosa. Ciò che ha reso possibile questo progresso
(oltre all’ammirevole eclettismo del Direttore che ha saputo interpretare nel
modo migliore il suo ruolo), è stato il contatto con gli esterni (professori,
volontari ecc...) che regolarmente entrano nell'istinto e si confrontano con i
detenuti. E pur vero che all'inizio sono tutti titubanti, forse timorosi, poiché
condizionati dalla televisione o dai film americani, però, quando prendono
dimestichezza con l'ambiente, oltre a rivedere Ie opinioni, fanno di tutto per
tornare. Nessuno può negare che da almeno dieci anni s questa parte, i discorsi
dei detenuti siano orientati sii argomenti scolastici e non sui reati futuri: e
questa constatazione indubbiamente una vittoria dello Stato.
In mese fa è stato avviato un corso di Boxe all'interno
dell'istituto.
A guardare i pugili sul ring si ha la cattiva convinzione che
sia uno sport violento, senza immaginare che invece non è altro che una
disciplina che impone delle regole.
Ecco, proprio quelle regole che forse "prima" ne ignoravamo
l'esistenza e, nel confrontarci con esse, forse saremo obbligai a porci delle
domande e a rivedere Ie nostre convinzioni. La boxe è sudore, impegno,
sacrificio, scuola di vita, non a caso, nelle grandi metropoli, le palestre sono
considerate centri di recupero. L'impatto con l'istruttore è stato soave, poiché
l'uomo, abituato al contatto coi ''disagiato", ha saputo rendersi partecipe
all'entusiasmo collettivo che aveva travolto noi e già dal primo glomo abbiamo
instaurato un rapporto di stima (e oserei dire d'amicizia), poiché tutti abbiamo
apprezzato I'umiltà con la quale si e integrato a noi ancor prima che noi a lui.
Sono certo che da questa iniziativa ognuno di noi trarrà dei benefici e, con
disagio, devo ammettere che sono pienamente consapevole che forse non
ripagheremo mai l'altruismo di quest'uomo che gratuitamente ci fa dono della sua
esperienza... e del suo tempo.
Tuttavia, tutti noi notiamo una grande ;
soddisfazione sul - volto quando eseguiamo gli esercizi in modo corretto e
questo ci gratifica (per quel rispetto alle regole), poiché recepirono una sorta
di responsabilità vero l'uomo e versa noi stessi. I timori manifestati dalle
cronache non trovano fondamento, poiché le teorie rimangono sempre tali sino a
quando non vengono confermate dai fatti, così come è vero che se i fatti
smentiscono le teorie, sarebbe opportuno pubblicizzarli con la stessa intensità
odoriate per denigrarli prima ancora che divenissero tali. Al momento, però, chi
dimostra di non cambiare è colui che si ostina a serrare le imposte, senza
immaginare che facendo l’opposto otterrebbe risultati migliori.
Considerando che solo i miracoli annullano il male, noi,
semplici infelici mortali, per quanto disagiati. Dobbiamo riguadagnarci la
risalita con sacrificio e dignità, poiché sappiamo che c’è, esiste la nobiltà
della sconfitta. Ed abbiamo capito che è meglio essere nobili e vinti piuttosto
che rozzi e volgari vincitori, poiché, abbiamo imparato a nostre spese che, essi
sono assai più fragili e pronti ad ogni compromesso, anche immorale, pur di
raggiungere quelle vittorie che non saranno comunque mai lunghe nel tempo. Il
corso di boxe, così come qualunque altra iniziativa professionale o culturale
che sia, deve essere intesa come uno strumento di crescita e per certi versi… di
libertà.
Spoleto 5 Ottobre 2007
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