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Luca De Franco, uno dei giornalisti di boxe più conosciuti negli Stati Uniti ci invia questo articolo per parlare ancora una volta del grande Rocky Marciano, il cui  paese d'origine gli sta dedicando una mostra.
Siamo lieti di poter contribuire a promuovere questo evento e a far conoscere meglio uno dei personaggi che ha certamente dato notorietà a questo sport

Il mito Rocky Marciano finisce in mostra

Di: Luca De Franco
Pubblicato su Affari italiani

E' in corso di svolgimento, fino al 2 settembre prossimo a Ripa Teatina (Ch), la mostra "Da Rocco Marchegiano a Rocky Marciano" che celebra l'unico campione mondiale dei pesi massimi a ritirarsi imbattuto. Organizzata dalla Pro Loco di Ripa Teatina, in collaborazione con l'Assessorato allo Sport della Provincia di Chieti, la Regione Abruzzo, il Comune di Ripa Teatina e la Federazione Pugilistica Italiana, la mostra ha il merito di mantenere vivo il ricordo di un campione unico, per molti aspetti l'esatto contrario di Mike Tyson e di tanti altri pugili passati alla storia. Nato a Brockton il 1° settembre 1923, Rocco Francis Marchegiano era il classico bravo ragazzo, che non aveva mai avuto problemi con la giustizia, non si ubriacava, non si drogava e lavorava molto. Era consapevole di non possedere velocità o tecnica sopraffina, ma compensava queste sue lacune con una perfetta preparazione fisica, una grande potenza ed una resistenza che non ha avuto eguali nella storia del pugilato. Rocky incassava pugni che avrebbero messo ko chiunque e rispondeva colpo su colpo, finchè il suo avversario non cedeva. In questo modo vinse 49 combattimenti consecutivi, ben 43 prima del limite.

Tra le sue vittime, i leggendari Joe Louis, Joe Walcott, Ezzard Charles e Archie Moore. Tutti pensano che Rocky abbia vissuto i momenti più difficili contro questi fuoriclasse (Walcott e Moore, lo spedirono al tappeto), ma nel 1962 Rocky disse che il più duro avversario mai affrontato fu Carmine Vingo. Il 30 dicembre 1949, al Madison Square Garden di New York, Marciano spedì Vingo al tappeto nel primo rounnd, nel secondo e lo mise ko nel sesto. Vingo fu portato in ospedale, ne uscì dopo molti giorni e non salì mai più sul ring. In apparenza, si trattò di una vittoria facile per Rocky, ma lui la pensava diversamente. Quello che rende Rocky un mito per gli americani è proprio la sua invincibilità, la sua capacità di soffrire allenandosi tutti i giorni nella palestra più dura d'America, la Gleason's Gym di New York.

 

Gli americani, amano chi riesce a superare ostacoli in apparenza insormontabili e diventa il numero uno nella sua professione. Rocky lo ha fatto, con l'aiuto di due personaggi-chiave della storia del pugilato a stelle e strisce: l'allenatore Charley Goldman e l'organizzatore Al Weill. A proposito di Goldman, Rocky era solito dire: "Quello che lui non sa della boxe, non è stato ancora inventato". Al Weill organizzava al Madison Square Garden ed aveva un ruolo in quasi tutto quello che succedeva nella boxe americana.

Chi era il più grande, Rocky Marciano o Muhammad Ali?

Rocky ha anche dimostrato grande intelligenza ritirandosi al momento giusto, non si è mai fatto tentare da laute borse per combattere contro campioni in ascesa. Non è vero, come si legge in molti libri, che i dollari erano l'unica cosa a cui teneva. Lo sa bene Stephen B. Acunto, che lavora nella boxe dal 1948 ed è stato un grande amico di Rocky Marciano. Nessuno al mondo, come Acunto, è impegnato a mantenere vivo il ricordo del grande pugile. Molte stanze della villa di Acunto a Mount Vernon (nello stato di New York) contengono libri, riviste, poster, foto, gigantografie di Rocky Marciano. Senza contare i numerosi cimeli appartenuti a Rocky, che i familiari hanno voluto donare ad Acunto. Insieme a Rocky, Acunto produsse un filmato che venne proiettato nelle scuole americane, per insegnare ai ragazzi l'aspetto educativo del pugilato. Acunto disse a Rocky che non avrebbero ricavato un centesimo da quel video e Rocky accettò ugualmente di collaborare. Fece lo stesso in molte altre occasioni, andando anche nelle parrocchie per raccogliere fondi. Il suo attaccamento alla chiesa era proverbiale, come il suo attaccamento alla famiglia. Dopo sposato, Rocky comprò una casa vicino a quella dei genitori e continuò ad andarli a trovare tutti i giorni. Nel momento in cui comprò una villa in Florida, invitò i genitori a trasferirsi con lui. Quando tornava a Brockton, era sempre molto socievole con i concittadini. Proprio per questa sua genuinità, Rocky era amato dall'intero popolo americano. Quando Rocky morì in un incidente aereo, il 31 agosto 1969, l'intera nazione si commosse. Oggi, il suo mito è ancora vivo.

Luca De Franco


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