PUGILATO: “UN’ARTE IN EVOLUZIONE”... MA IN CHE DIREZIONE

Sempre più spesso e con enfasi crescente, registiamo da parte di istruttori e  addetti ai lavori in genere... grida di dolore per le cose che non vanno o che potrebbero andare meglio. Non dobbiamo commettere l’errore di catalogarlo sommariamente o trasformarlo ciecamente, come un gratuito disfattismo o mero pessimismo... ma registrarlo e considerarlo, per poterlo trasformare... in  una critica costruttiva che metta in comunicazione i vertici decisionali con la base osservante. Del resto, dall’ascolto di quest’ultima, emergono anche fattori positivi...  come le loro soddisfazioni per tutto ciò che funziona... e naturalmente l’ottimismo e l’esortazione ad  attivarsi, affinchè tutto ciò che è in evoluzione sia portato a buon fine, rendendo possibile la crescita del nostro sport. Ma la cosa che ultimamente più appare evidente e lampante, è la crescente consapevolezza da parte di tutti gli insegnanti, circa l’importanza pedagogica insita nello status e nel ruolo, per lo sviluppo e la formazione non solo fisica, ma sopratutto psichica e quindi della personalità degli atleti, che hanno e che avranno la sorte e la fortuna, di allenarsi sotto le loro direttive e controllo.

Encomiabili quindi e registrabili, anche e senza dubbio alcuno, proprio in questa direzione... gli sforzi organizzativi della nostra Associazione, verso stages e seminari periodici, con docenti di spicco e provata capacità ed esperienza... non solo nell’aspetto tecnico-pratico-agonistico della disciplina pugilistica, ma anche e sopratutto per quel che riguarda l’aspetto teorico della  formazione programmatica e metodologica dell’allenamento pugilistico... Fin’anche ultimamente, a toccare aspetti psico-pedagogici inerenti la nostra disciplina, che sono i prerequisiti  occorrenti alla formazione di una nuova generazione di istruttori (ove quelli esistenti fossero anacronistici) maggiormente al passo con le straordinarie evoluzioni di costume che oggi viviamo e che non possiamo non considerare... per meglio dialogare con il giovane nel “divenire sociale”. Ma una ulteriore ed importante funzione di questi stages... diviene quella di rendere possibile il dialogo, oltre che far nascere ed aumentare il senso di filiazione tra i vari tecnici dell’Associazione... affinchè attraverso la comunicazione, ognuno possa fare tesoro delle esperienze e sperimentazioni altrui e riversare le proprie a beneficio di tutti gli altri... verso una uniformazione di sforzi ed intenti, per un migliore e più rapido raggiungimento degli obiettivi comuni! Sono fermamente convinto che, sarà solo grazie ad insegnanti  con una maggiore formazione professionale teorico-tecnica... ma sopratutto consapevoli delle proprie responsabilità di formazione, anche psico-pedagogiche nei confronti degli allievi (questi saranno  gli istruttori di domani) che potrà sorgere una nuova era del pugilato moderno, facendo nascere spontaneamente e determinandolo con esigenze conseguenti, tutto ciò che ne crea i presupposti e pre-requisiti federali. 

Notiamo però che tutto ciò non  suscita notevole scalpore o entusiasmo come dovrebbe o potrebbe, molti... presenziato allo stage (quello reputato vero)  non vedono l’ora di tornare a casa per... non perdere altro tempo! Questo perchè forse, vedo ancora onnipresente il preconcetto che il pugilato, sia soltanto una cosa “pratica”... la teoria conta poco... o meglio... lasciamo la teoria a chi non pratica.... o a chi ha studiato... a chi parla bene o sà parlare. Frequentemente si ascoltano espressioni del tipo:<<A me va bene così,non cambio metodi di provata validità!>> Non voglio assolutamente definire sbagliati, ma consentitemi... quantomeno limitanti la pratica della nostra disciplina a solo pochi eletti, che poi non è altro che lo “status quo”! (La qual cosa, è proprio ciò che vogliamo far terminare, limitare o contrastare)  Eppure ad ogni riunione o assemblea, ascolto e leggo concetti applauditissimi come : “cammini di crescita; percorsi di formazione; di specializzazione; di sperimentazione ecc”. Naturalmente non penso affatto che tutto possa esaurirsi con una maggiore uniformità di “alfabetizzazione” degli istruttori... per poter notare e provocare cambiamenti sostanziali e durevoli. Tuttavia,  ritengo   possa aiutare anche  l’uso corretto “dei congiuntivi” di chi è preposto al suo insegnamento e diffusione... affinchè il pugilato possa conquistare nel sociale il posto di rilievo che meriterebbe, se si prendesse coscienza della sua importante e possibile funzione nella formazione giovanile (la società futura). Se non è sufficiente l’apporto fisico... di certo non si esautorizza la questione con il solo apporto  teorico... manca un altro importantissimo ingrediente emozionale: il cuore... affinchè il pugilato possa divenire realmente, quello che tanto amiamo definire come “la noble art”! E per “cuore”, non intendo l’infervorirsi e lo sbraitare degli istruttori all’angolo... ma il capire che gli allievi degli altri sono anche i nostri e viceversa, che il bene del pugilato è il bene di tutti, ma non sempre il bene campanilistico è quello comune e quindi, paradossalmente e di conseguenza, in ultima analisi... neanche quello dei campanilisti! Credo che non sarà facile eliminare totalmente le piccole invidie, inutili gelosie e subdole rivalità... come sono tuttavia convinto, siano i presupposti insindacabili per ottenere i traguardi che tutti ci auguriamo.

Forse, dovremmo fare tutti quanti un passo indietro... e cercare di imparare umilmente a saper guardare un po' più avanti di quanto fatto fino a questo momento... non fosse altro magari, per capire che la strada giusta è proprio quella che abbiamo già intrapreso da tempo, quella del cambiamento!

Questo naturalmente non è altro che il mio pensiero sull’argomento... ma sò e spero di non essere l’unico... se tutti questi ci scrivessero però... potremmo cominciare a contarci... per esempio!

Roberto Fragale