Seguendo sul web le
vicende dell'ultima riunione di boxe organizzata a Livorno il 21 settembre
scorso dalla Rosanna Conti Cavini Team, vi proponiamo questo ulteriore articolo
apparso sul sito http://www.boxeringweb.it di
Cristiano Spagnoli e che per completezza di informazione riportiamo
integralmente su queste pagine della rivista web "Il Codino Parlante -
Pugilato". Ancora una opinione sul match forse più dibattuto e discutibile quale
quello DISPUTATO tra Lauri e Di Rocco e che certamente i lettori più attenti e
appassionati potranno continuare a seguire, per poi forse potersi dare una loro
opinione su quanto può essere accaduto. Riteniamo di poter dare in questo modo
un servizio e un risalto maggiore oltre quello che già l'evento stesso ha
suscitato.
Lauri sconfigge Di Rocco per abbandono al 7° round
Polemiche destinate a lasciare molti segni. Una grande serata
di pugilato che ha aperto ferite impreviste ed imprevedibili. La rivincita ora
sarebbe nella logica delle cose, ma i timori di ciò che potrebbe accadere non
mancano.
L’autunno si è fatto sentire nel suo primo giorno, con un maligno vento di
tensione che ha soffiato sul PalaBastia di Livorno ieri sera (21 settembre
2007 n.d.r.).
Dovrebbe essere inutile descrivere quanto avviene fuori da un
ring a seguito persino del match più incandescente e dall’esito che maggiormente
si presta a discussioni.
Lasciando per un momento a margine l’esattezza del verdetto
che ha visto Giuseppe “The End” Lauri (43-6) sconfiggere Michele “The King” Di
Rocco (17-1-1) per KOT al 7° round, causa apparente abbandono, il tumulto
scatenatosi attorno al quadrato è stato quanto di più deprecabile si possa
immaginare ed ha molti colpevoli.
La gestione della situazione è stata all’insegna del
fomentare disordini, che sono stati appena ad un passo dal volgere in qualcosa
di cui il pugilato non ha proprio bisogno.
Si è trattato di una folle corsa in contromano in autostrada.
Non dando il giusto peso alle parole ed ai gesti, non
rendendosi conto che non si trattava più di un’animata discussione fra un
ristretto manipolo, si è rischiato di mettere a rischio l’incolumità fisica di
molte persone.
Vere e proprie minacce quasi oltre il verbale, parole
inudibili e persino lanci di oggetti sono stati gli ingredienti di alcuni dei
minuti che potrebbero valerci la prima pagina dei giornali.
L’arbitro, ancora sul ring, è stato avvicinato con fare
intimidatorio, ha ricevuto titoli che nessuno merita ed è stato innaffiato da
dell’acqua.
Persino in attesa dell’inizio del confronto successivo,
ancora un gruppetto si fronteggiava tutt’altro che civilmente.
Onestamente, non siamo fra i fautori di una rivincita,
perché, qualunque sia la sede, l’ordine difficilmente potrebbe essere garantito.
Qualcuno si dovrebbe vergognare.
Passando alla Noble Art, possiamo dire che l’incontro ha
rispettato le aspettative sotto il profilo della pregevolezza tecnica.
Purtroppo il nervosismo è subito palese e va crescendo con il
passare delle riprese.
Entrambi i protagonisti, anche al momento nell’inno, mentre
si dividono la bandiera tricolore, paiono in trance agonistica, con lo sguardo
fisso e imperscrutabile, completamente concentrati sull’impegno che li aspetta.
Il primo colpo portato dopo il suono del gong che da inizio
alla contesa è un vistoso e saettante gancio sinistro di Di Rocco, che è più
d’effetto che di efficacia, ma che da subito prova della classe dell’umbro.
Questi sfrutta la sua rapidità di braccia per anticipare chi
gli sta di fronte, ma inaspettatamente ha i piedi piantati per terra, quando
invece ci sia aspettava altra tattica.
Il rispetto reciproco sconfina sin da subito in una tensione
che è ancora latente, ma palpabile.
“The King” piazza una serie al bersaglio grosso
dell’attentissimo Lauri, che fa segno di non aver assolutamente avvertito alcuno
dei colpi incassati.
Un primo scontro di teste involontario provoca una leggera
ferita accanto all’occhio destro del venticinquenne campione UE.
Anche per dare prova della propria superiorità, Di Rocco
chiude la tornata con un forcing spettacolare che gli permette di aggiudicarsi
il punto di vantaggio.
Il 2° round si segnala per la grande velocità di cui è dotato
il pupillo di Scapecchi, che si insinua con discreta facilità nella guardia del
rivale.
Lo scontro è più a viso aperto di quanto ci si potesse
aspettare alla vigilia e ciò permette anche a Lauri di giungere a segno, sebbene
con un numero inferiore di colpi.
Di Rocco accetta la distanza che in teoria dovrebbe essere
più congeniale a chi gli sta di fronte, ma questo non gli vieta di vincere
l’assalto.
Bella ed intensa la terza tornata, con “The End” che gioca
d’esperienza, chiudendo ermeticamente le braccia a difesa del volto, attendendo
le fulminee serie dell’avversario, per poi contrarlo di rimessa con fendenti,
dotati di maggior sostanza e precisione.
I colpi più nitidi in questi tre minuti sono del varesino,
che non si fa nemmeno scomporre da un breve cambio di guardia da parte
dell’olimpionico.
Al 4° tempo, si assiste ad una piccola inversione di
tendenza, con Di Rocco che comincia a boxare maggiormente di rimessa, com’era
nelle previsioni, lasciando nelle mani dello sfidante l’iniziativa.
La battaglia si fa più tattica, con i due protagonisti che
abbandonano l’approccio a viso aperto in favore di un atteggiamento più
guardingo, con i jab che si incrociano in qualche occasione.
L’umbro si dedica soprattutto al corpo, mentre il lombardo
cerca la strada del capo.
L’equilibrio la fa da padrona ed è difficile assegnare il
vantaggio.
Nel round successivo entrambi sbagliano poco, ma lo
spettacolo è limitato dalle teste che si avvicinano pericolosamente in diverse
occasioni.
Dopo il suono del gong c’è una scaramuccia ed anche il
pubblico fa sentire sonoramente che la calma non regna in platea.
La brutta piega presa dal match si incrina ulteriormente alla
sesta ripresa, con i pugili che si provocano reciprocamente.
In particolare, Lauri con le ginocchia piegate, con la schiena quasi appoggiata
alle corde e le mani completamente abbassate si prodiga in una interminabile
fase di schivate, che vedono un Di Rocco poco lucido che scaglia molti colpi, ma
nessuno dei quali dotati della precisione necessaria ad approfittare della
rischiosa posizione assunta dal rivale.
Sebbene di ottima fattura, i pugni nitidi a segno sono
davvero pochi.
L’epilogo avviene al 7° round.
Improvvisamente Di Rocco volta in parte le spalle a Lauri con
una smorfia.
L’arbitro non lo richiama per essersi girato, né lo conta e
quindi la contesa è ancora in corso.
Giustamente il trentunenne varesino, sorpreso lui stesso, si
avventa sul rivale apparentemente ferito.
Segue una fase confusa ed il referee francese Dolpierre dà lo
stop.
“The King” continua a colpire, mentre l’arbitro cerca di
dividerli e ci scappa anche un calcio.
Proprio in questo momento Dolpierre fa segno con le braccia
che il match è finito.
Dato che pare non essersi accorto che Scapecchi ha varcato le
corde e che non ha dato l’out al momento del gesto inspiegabile di Di Rocco, la
decisione parrebbe di squalifica per quest’ultimo per i colpi e il tentativo di
pedata dopo lo stop.
Seguono lunghissimi minuti di diretta TV, nei quali la
commissione consulta anche i filmati, non rintracciando la testata poi lamentata
dallo sconfitto.
Viene decretato l’abbandono ed il conseguente KOT.
A bordo ring è parso che, se uno scontro di teste
involontario c’è stato, è avvenuto alcuni secondi prima ed il gesto di Di Rocco
sarebbe quindi tardivo.
Anche da quanto brevemente dichiarato ai microfoni di RAI
Sport SAT, è parso evidente che il campione UE è stato innervosito dalla tenuta
del ring di Lauri, a suo dire scorretta, che non gli ha permesso di fare il
pugilato che voleva.
Probabilmente la tattica e la forza del varesino è stata
quella di provocare l’avversario, imponendogli personalità e malizia, sino a
fargli perdere la testa, complice anche un incontro che si è rivelato più
difficoltoso di quanto Di Rocco si aspettava.
I cartellini dei giudici parlavano di quattro e cinque punti
di vantaggio per “The King”, mentre avremmo optato per due sole lunghezze.
In ogni caso il confronto era ancora apertissimo e le cose
migliori potevano essere dietro l’angolo.
Non vi è stata pronuncia del verdetto da parte dello speaker e lo sconfitto è
stato convinto da Rosanna Conti Cavini ad abbandonare il ring mentre Dolpierre
stava per alzare il braccio al vincitore.
|