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Luca De Franco, uno dei giornalisti
di boxe più conosciuti negli Stati Uniti ci invia questo articolo per
raccontarci i tempi in cui combatteva il toro del bronx, jake ka motta, che in
questi giorni compie gli anni.
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Quel giorno, la faccia di Jake era irriconoscibile per la quantità enorme di pugni scagliati da Robinson. Sono queste prestazioni al limite delle possibilità umane che hanno reso La Motta popolarissimo ed hanno convinto Martin Scorsese a girare un film sulla sua vita: Toro Scatenato. Calandosi nei panni del grande campione, Robert De Niro vinse il premio Oscar (il film ne vinse un altro per il montaggio) e si confermò uno dei più grandi attori della sua generazione. Del resto, ci voleva un fuoriclasse per descrivere l’ambiente in cui si muoveva La Motta negli anni 40-50 del secolo scorso: un ambiente pericoloso, in cui abbondavano trafficanti di vario genere, come il gangster Frankie Carbo. Ancor oggi, La Motta non vuole sentirlo nominare. Quando un giornalista gli chiede di parlare del celeberrimo Mr. Grey (definito così perchè indossava spesso la grisaglia da banchiere), l’ex campione risponde: “Arrivederci e Dio ti benedica.” Del resto, è comprensibile che non ami parlare di Carbo. E’ per colpa sua se La Motta è stato anni senza combattere per il titolo. Per avere la possibilità contro il campione in carica Marcel Cerdan, La Motta dovette accettare di perdere contro Billy Fox (il 14 novembre 1947).
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Non si sforzò nemmeno di rendere credibile la sceneggiata ed infatti la New York State Athletic Commission avviò un’inchiesta. Nel corso di quell’indagine, La Motta negò di aver venduto il match. Anni dopo, però, ammise di averlo fatto. In una recente intervista televisiva, disse di essere stato costretto a scendere a patti con Carbo perchè quello era il solo modo di combattere per il titolo mondiale. La Motta ebbe questa possibilità il 16 giugno 1949, al Briggs Stadium di Detroit: per nove riprese, tirò centinaia di pugni a Marcel Cerdan e questi non si alzò dallo sgabello all’inizio della decima. Cerdan si era fatto male alla spalla cadendo nel corso del primo round, ma questo non cambia la sostanza; il Toro Scatenato lo aveva sommerso di colpi e lui non ce la faceva più. La Motta difese la cintura iridata contro Tiberio Mitri (il 12 luglio 1950) e Laurent Dauthuille (il 13 settembre 1950). Secondo la prestigiosa rivista The Ring, quello contro Dauthuille fu il Match dell’anno. La Motta venne detronizzato da Robinson, il 14 febbraio 1951. In definitiva, Il toro del Bronx rimase campione soltanto per un anno, sei mesi e 29 giorni. Niente, in confronto ad alcuni campioni della nostra epoca. Bernard Hopkins, ad esempio, è stato sul trono dei medi dal 29 aprile 1995 al 16 luglio 2005.
Il punto è che gli avversari di Hopkins non sono paragonabili a quelli affrontati da La Motta. Cosa avrebbe fatto Ray Robinson (contro cui La Motta ha avuto il fegato di combattere sei volte) a mediocri come Segundo Mercado, Steve Frank, Joe Lipsey e William Bo James? Probabilmente, li avrebbe spediti al cimitero. Inoltre, Jake ha sostenuto incontri ad un ritmo impensabile per i pugili degli ultimi trent’anni. Nel 1941, sostenne 20 combattimenti: 16 vinti, 3 persi e 1 pareggiato. Per tutti questi motivi, Jake La Motta è ancora popolarissimo e viene invitato come ospite d’onore ai più prestigiosi eventi di boxe che si svolgono in America. Anche in un paese di calciofili come il nostro, tutti conoscono la storia del Toro del Bronx.