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Rosanna Conti Cavini Boxe

QUATTRO CHIACCHIERE CON LORENZO DI GIACOMO

Di: Ufficio Stampa RCC boxe
Grosseto, 21.12.07

Lorenzo Di Giacomo, che nonostante i 29 anni d’età sono ormai quasi dieci quelli che ha passato da pugile professionista, è il co-sfidante al titolo dei pesi supermedi dell’Unione Europea. Il match con Mouhamed Ali Ndiaye si sarebbe dovuto svolgere a Montesilvano, dove Di Giacomo, allenato dal padre Luciano vive, il prossimo 26 dicembre, ma la data è saltata per una fastidiosa infiammazione subita dal pugile. Ne abbiamo raccolto le impressioni in una bella chiacchierata.

Lorenzo, parlaci del tuo infortunio e di come stai adesso.

Ancora sono nella fase “calda”, ma mi sento un po’ meglio. Nella mia carriera avevo già sofferto due volte di pubalgia, stavolta è stata ancora più fastidiosa e tutta legata ad altri problemi. Ho sempre avuto poco tempo per recuperare, e non sono mai guarito del tutto. Mi continuo ad allenare nel limite del possibile, ma credo che per fine gennaio potrò essere vicino al top della condizione.

Il tuo avversario Ndiaye e il suo manager Buccioni, attraverso il loro sito internet, hanno lanciato gravissime accuse verso di te e i tuoi compagni del team di Rosanna Conti Cavini. In pratica vi accusano di non avere fegato per incontrare i pugili della BBT e di essere “mezze seghe”...

Ndiaye i fatti li deve dimostrare sul ring, non a parole in un sito internet. Personalmente lo reputo un ottimo atleta senza esperienza. Finora non ha mai incontrato sulla sua strada un vero pugile. L’unico nome di rilievo che ha affrontato, Ilir (a Roma giusto un anno fa, titolo del Mediterraneo Ibf in palio, vittoria del pisano-senegalese per kot alla quinta ripresa, ndr), era ormai a fine carriera, infatti ha smesso dopo quell’incontro. Il primo avversario importante che incontrerà sarò io. Per vedere però se è così forte e coraggioso come dice gli lancio una proposta: mettere insieme le nostre personali borse e giocarsele in una botta sola al “chi vince, prende tutto”. Vediamo se ha lui il fegato di accettare.

Molti appassionati hanno delle remore e dei dubbi sul fatto che tu possa essere competitivo, dopo tre categorie, anche nei supermedi. Perché la scelta di passare in questa categoria?

Il motivo è soprattutto fisiologico, anche se in ogni categoria in cui sono stato ho sempre vinto qualcosa. Sono di ossatura grande, soprattutto nelle braccia, e anche nei pesi medi ho sempre un po’ faticato a rientrare nel peso. Questi sacrifici le risentivo poi durante l’incontro, con problemi di stanchezza per cui mai ho potuto dare il massimo di me stesso. Nei supermedi non ho l’assillo di fare il peso, arrivo a 72 chili senza problemi e posso fare un combattimento al 100% di quello che posso dare.

Quanto è importante vincere la cintura dell’Unione Europea, che peraltro hai già detenuto nei pesi medi?

Questo titolo per me è molto importante, diciamo che è la scorciatoia per avere una nuova opportunità di combattere per il titolo Europeo. Nelle due esperienze nei medi, contro Sylvester e Asikainen, sono stato sfortunato perché mi ha bloccato un infortunio nel primo caso e ho incontrato un avversario al top nel secondo. Adesso vincere con Ndiaye mi potrebbe dare l’occasione di affrontare Sanavia, che tra l’altro è un pugile che mi piace molto. E’ un pugile completo, gli manca solo il colpo risolutore. Sono anni che cerco una sfida con lui, anche nelle categorie inferiori, visto che mi è sempre stato davanti, ma mi è sempre sfuggito. Non vedo l’ora di poterlo affrontare, titolo Europeo in palio.

Del tuo compagno di team Luca Tassi, che dei supermedi è campione italiano, cosa pensi?

Reputo Luca il migliore atleta tecnico che c’é in Italia. Deve crescere ancora, ma se continua così può togliersi molte soddisfazioni.

A parte l’Europeo, ma al Mondiale ci pensi mai?

In passato ho avuto diverse offerte per fare qualche Mondiale, ma o non era il momento giusto o le borse non erano adeguate. Adesso vedo che i tempi sono più maturi, la stagione è buona e ci sono possibilità anche perché diversi miei colleghi si stanno facendo onore quando combattono all’estero. Spero personalmente che se mi si presentasse un’opportunità me la possa giocare bene.

Sempre tuoi colleghi del team “Rosanna Conti Cavini-Gattopard”, il già citato Tassi e Servidei, hanno problematiche logistiche per svolgere al meglio la propria attività. Tu come sei messo?

Anche io avevo certi problemi. Qui a Montesilvano politicamente ci sono stati vari scandali cui hanno risentito anche le necessità di tutti gli sport. Per fortuna la nuova amministrazione è guidata da persone appassionate di sport che si sono prese a cuore certi problemi. Nel mio caso, sta per essere rimessa a nuovo la palestra dove mi alleno e sarà costruito un palazzetto esclusivamente per la boxe. Il nuovo sindaco, Pasquale Cordoma, che intendo ringraziare vivamente, ha raccolto il mio invito a lavorare perché l’incontro con Ndiaye possa essere fatto a Montesilvano. Credo che per me e per il pugilato sarà un’occasione imperdibile di visibilità.

Chiudiamo con una curiosità: cosa pensi del ritorno sul ring, a quasi 48 anni, di Loris Stecca?

Personalmente sono contrario a questi ritorni, soprattutto dopo molti anni. Voglio avere una carriera lunghissima, arrivare, se non avrò problemi, a combattere fino a quarant’anni, ma quando deciderò di smettere non tornerò indietro sulla mia decisione. Però, tutto ciò detto, se Loris si sentisse bene e potesse far vedere ancora qualcosa d’importante, sarei contento per lui.

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