IN QUESTO ARTICOLO INFORMATIVO, PARLIAMO GENERICAMENTE DI
ALCUNE PATOLOGIE E TRAUMI RISCONTRABILI IN PALESTRA, DURANTE LA PRATICA DEI
NOSTRI SPORT. COGLIAMO ANCHE L’OCCASIONE PER APPROFONDIRE LA NOSTRA CONOSCENZA
ANATOMICA E FISIOLOGICA DI QUESTA COMPLICATISSIMA E PERFETTA MACCHINA CHE E’ IL
CORPO UMANO.
LESIONI MUSCOLARI
Molto
frequenti, in qualsiasi disciplina sportiva, sono i vari traumi a scapito della
muscolatura. Sentiamo parlare spesso di stiramenti, strappi muscolari e
distrazioni, a seconda del grado di lesione caratterizzata dalla rottura di un
certo numero di fibre muscolari.
Prima di addentrarci e analizzare punto per punto queste
varie lesioni, iniziamo col dire che durante una lesione muscolare, si ha sempre
una fuoriuscita di sangue, a causa della vascolarizzazione della muscolatura.
A seconda quindi della quantità di sangue emorragico
fuoriuscito, questo può rimanere localizzato nel ventre muscolare, senza danni
visivi, nei casi più gravi invece, fuoriesce in abbondanza e si distende per
tutta la fascia muscolare, arrivando a manifestarsi nel tessuto sottocutaneo e
costituendo così, quelli che chiamiamo comunemente : gli ematomi.
Successivamente alla lesione muscolare, (per un meccanismo
ricostruttivo di emergenza e di compenso) avviene una ricostruzione
cicatriziale, ma con fibre “meno elastiche” rispetto alle originarie.
Nelle fasi successive alla lesione più o meno acuta, leggiamo
che dovremmo osservare delle fondamentali regole terapeutiche:
-
Evitare di massaggiare o di riscaldare la parte lesa, in
quanto prima dobbiamo favorire il riassorbimento dell’ematoma, cosa che si
inibirebbe in caso contrario. Anzi, forse il riscaldamento ed il massaggio…
provocherebbero una ulteriore fuoriuscita di sangue e persino un ulteriore
deterioramento delle fibre muscolari interessate. Di solito i medici
consiglierebbero invece, applicazioni di compresse ghiacciate per arrestare
l’emorragia e assoluto riposo per favorire il processo cicatriziale.
-
Una volta formatasi la cicatrice, nelle fibre muscolari
danneggiate, dovremmo intervenire con esercizi di allungamento, per
riacquistare più elasticità possibile nella parte cicatriziale ricostruita ed
evitare così altri traumi a breve termine. Adesso forse, il massaggio ed il
conseguente riscaldamento della parte, comincerebbe ad avere un senso
razionale.
-
Nonostante la ricostruzione e il recupero funzionale del
muscolo, questo avendo caratteristiche diverse dal tessuto cicatrizzato,
(difatti la parte ricostruita ha minor elasticità, resistenza e contrattilità)
potrebbe verificarsi uno stato recidivo. Cioè costituirebbe ancora la parte
più debole del muscolo, se sottoposto ancora una volta a forti ed intensi
traumi a seguito del carico funzionale specifico di un determinato esercizio.
DISTRAZIONE
MUSCOLARE
Passando adesso ad esaminare le varie traumatologie
menzionate in testa, potremmo tentare di definire la distrazione muscolare come:
La sintomatologia è quella di dolore localizzato alla parte
interessata, sia in fase di contrazione che di allungamento.
Nell’interpretazione momentanea di questo tipo di
traumatologia, dovremmo ricercare localizzare esattamente la sede del dolore e
se vi è una parte rimasta contratta nel punto di maggior dolore. (di solito
avviene questo)
La terapia potrebbe prevedere indagine teletermografica (per
confermare l’esistenza di una parte calda nel gruppo muscolare) e… sempre sotto
parere medico, potremmo ricorrere ad antinfiammatori o graduale ripresa
dell’attività, naturalmente con i dovuti accorgimenti del caso.
STIRAMENTO MUSCOLARE
Lo stiramento muscolare è una traumatologia più acuta
rispetto alla prima esaminata. Qua infatti, risultano essere danneggiate un più
elevato numero di fibre muscolari.
La sintomatologia potrebbe essere di un dolore acuto durante
una fase di eccessiva contrazione, spesso abbinata ad una sensazione di
allungamento del muscolo.
Il dolore è il medesimo della distrazione muscolare, ma più
incisivo.
All’esame teletermografico, la zona “calda “ è di maggiore
visibilità rispetto alla distrazione. (fig.1 e 2)
La terapia, sappiamo che prevede un riposo che va dai 15 ai
30 giorni, a seconda del gruppo muscolare e dell’entità del trauma, con una
graduale e attenta rieducazione funzionale in termini di elasticità e
resistenza. L’uso di pomate (ed in seguito di messaggi non profondi) può essere
utile al fine di ripristinare più velocemente il riassorbimento dell’ematoma.
STRAPPI
MUSCOLARI
Lo strappo muscolare è la parte più grave della
traumatologia muscolare, caratterizzata dall’interruzione anatomica del muscolo,
percepibile al tatto come un’avvallamento o “scalino” nel gruppo muscolare. (fig
3)
La sintomatologia è di dolore acuto, con conseguente e
comprensibile interruzione (meccanismo di emergenza e di compenso) della
funzionalità muscolare. Inoltre, all’esame visivo si registrerebbe un ampio
ematoma che renderebbe così particolarmente “sensibile” la parte.
All’esame teletermografico, compare un’area di ipertermia
(fig.4).
La terapia consisterebbe nel rimanere a riposo per 1 o 2 mesi
e in alcuni casi sarebbe indicato addirittura di ricorrere all’immobilizzazione
tramite gesso per 15-20 giorni.
La ripresa della funzionalità deve essere naturalmente dosata
e cauta.
ROTTURA MUSCOLARE
La forma più grave di strappo muscolare, prevede la rottura
sottocutanea del muscolo (interruzione completa nella continuità del gruppo
muscolare) la terapia in questi casi è di trattamento chirurgico!
Bibliografia: atlante di traumatologia dello sport per
il medico pratico
Giorgio Santilli
Ed. Nattermann
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