Il CHAP-KO, O FASE DI CLINCH, RAPPRESENTA VERAMENTE “IL
CUORE” DELL’ARTE SIAMESE. POCO CONOSCIUTO, USATO ED APPREZZATO DA NOI… CE
NE PARLA IN QUESTO ARTICOLO SALVATORE COSENTINO, RIVELANDOCENE ALCUNI SUOI
RISVOLTI E PECULIARITA’ CHE NE FANNO SAGGIARE E PRESAGIRE, TUTTA
LA VASTITA
’ TECNICA CHE LO ACCOMPAGNA E DEFINISCE.
“CHAP-KO”…il cuore della Muay Thai!
Di: Salvatore Cosentino
Una delle distanze da
combattimento per me più affascinanti ed efficaci che potrebbe forse, essere
utilissima anche e persino in contesti non sportivi, è sicuramente la lotta
corpo a corpo tipica della Muay Thai e denominata in tailandese "chap ko",
conosciuta da noi in Italia come “fase di clinch”. Come gia detto nei
precedenti articoli, nella Muay Thai ogni gesto, ogni posizione delle braccia o
delle gambe , o anche della testa… non viene fatta a caso o per il semplice
gusto estetico, ma ha una valenza tecnica ben precisa. Personalmente ho il
sentore che la globalizzazione, o se vogliamo la occidentalizzazione,
abbia influenzato negli ultimi tempi anche la cultura tailandese e
naturalmente… senza eccezioni per la Muay Thai! Questo
fenomeno si nota soprattutto negli stadi tailandesi piu'
accesi e turisticamente frequentati del momento, dove si lascia progressivamente
sempre maggiore spazio alle "tecniche spettacolari". Quelle che
piacciono ai farang per intenderci (e non mi riferisco certo a piroette o a
calci volanti, ma all'uso dei calci alti tirati con una maggiore frequenza
rispetto a qualche decennio fa...) dando sempre meno spazio forse, a
questa stupenda ed affascinante fase del combattimento. Forse è anche per
questo motivo che oggi non in tutti i “Kan Muay” (campi di allenamento)
credo, venga curata dettagliatamente. La lotta corpo a corpo in puro stile thai
infatti, potrebbe essere definita come una arte marziale a se stante. Questa ha
nel suo repertorio tecnico, prese, sbilanciamenti, squilibri e proiezioni, alle
quali si abbinano contemporaneamente colpi di gomito e ginocchio. Arrivati a
questa distanza di combattimento, il thai boxer assume una postura del corpo
particolare (guardia da lottatore).
Prima di tutto anteroflette il
bacino in avanti: questo dal punto di vista biomeccanico fa si che vengano
momentaneamente eliminate le curve fisiologiche della colonna vertebrale, il che
permette al peso del corpo di scendere sulle gambe, che a loro volta si “radicano”
sulla loro base di appoggio, dando una sensazione di sicurezza e stabilità
maggiori. Le spalle si alzano e si protraggono in avanti a mò di guscio di
tartaruga, per proteggere la mascella ed il mento, che sono le zone più
sensibili ai colpi. Ma questa particolarità è utile anche per fare arrivare
con maggiore difficoltà le mani dell'avversario al nostro collo. Le
braccia si alzano e le mani (in questo caso i guantoni) proteggono le
tempie. Questo tipo di guardia viene detto in gergo "guardia a braccia
parallele", la testa si abbassa e chiude la gola. Quest'ultimo particolare
a mio avviso, oltre ad avere altre valenze tecniche, potrebbe essere un
lignaggio della tradizione guerriera siamese, pensate ai danni che potrebbe
arrecare una gomitata a spinta nella gola, meglio prenderla in faccia o in testa
che rischiare di morire per una gomitata alla gola. E’ questo uno dei
concetti fondamentali della sopravvivenza e "forma mentis"
delle arti marziali in genere! In questo speciale "grappling"
tailandese, la prima cosa che viene presa di mira per la presa… è il collo
dell'avversario. Non solo perchè il collo è una delle parti più deboli
del nostro corpo e con apposite trazioni o prese, si destabilizza tutto il
baricentro corporeo perdendo il radicamento nel terreno delle gambe e quindi, la
stabilità del corpo. Potrei dire arbitrariamente che la prima fase del “chap
ko” è rappresentata dalla fase di "trapping" (intrappolamento delle
braccia).
In questa fase si viene a
stabilire una sorta di contatto con le braccia dell'avversario, dove sfruttando
e soprattutto "sentendo" la sua irruenza e la sua forza, possiamo
arrivare alla meta tanto ambita rappresentata dal collo (in gergo si dice
passare la guardia dell'avversario). Non solo… ma ridirezionando la forza
dell'avversario facendo andare le sue braccia a vuoto, possiamo assestare
terribili gomitate o effettuare proiezioni intrappolando la testa e il braccio
dell'avversario (chiave al braccio e al collo). Da come abbiamo visto, la meta
principale nel "chap ko", e' quella di effettuare una presa al collo
dell'avversario, che consente in un certo senso di poterlo controllare per
colpirlo e proiettarlo. In questa famosa presa, potrei dire che gli avambracci
la fanno da protagonisti, in quanto la maestria nel loro uso permette grandi
vantaggi. Sono loro infatti, che effettuando una vera e propria azione
isometrica, una volta arrivati al collo e facendo pressione sulle
arterie giugulari, inibiscono un corretto, sufficiente e indispensabile afflusso
sanguigno al cervello. Con il passare del tempo infatti, fa
perdere ossigeno e lucidità all'avversario. Le mani posizionate
sulla testa dell'avversario sono "a cucchiaio" e si sovrappongono.
Questa presa nel complesso mi da l'immagine di uno
"schiaccianoci", anche perchè ne segue gli stessi principi
fisico-meccanici! Continuando con l'esecuzione della presa, un primo
passo sta nel piegare i polsi creando una sorta di leva con i gomiti
che, appoggiati in prossimità della clavicola, fanno si che gli
avambracci possano far flettere la testa dell'avversario. Anche se dobbiamo dire
che il risultato della trazione, si effettua piegandosi in
sincronia con l'intero corpo che va verso il basso, persino compiendo uno
slancio indietro con le gambe. In questo modo infatti, l'effetto della trazione
sarà più violento.
Vi lascio immaginare una
ginocchiata data con una trazione simile, quali effetti potrà sortire! Ecco
perchè in Tailandia si usa fare le trazioni alla sbarra con presa
inversa stretta (in genere la presa inversa per i dorsali alla sbarra non supera
la larghezza della spalle) per allenare i distretti corporei che vengono
coinvolti durante le fasi di lotta, ma soprattutto nei "passaggi di
guardia". Un piccolo particolare: in questa fase di "passaggio di
guardia", la nostra testa non deve rimanere frontale e davanti alla testa
dell'avversario, ma dovremo agire in maniera tale da portarla lateralmente a
queste e fuori la linea "di bersaglio". Possibilmente sarebbe
auspicabile portarla immediatamente sulla spalla dell'avversario una volta
passata la sua guardia, in questo modo non daremo la possibilità di poterci
colpire con i gomiti e in contesti non sportivi, ci potrebbe evitare eventuali
testate..! Un cosa importante da capire, a mio modesto avviso, e' che durante le
fasi di clinch, la parte attiva non e' rappresentata solo "dal gioco di
braccia", ma soprattutto dal "footwork" delle gambe. Questo deve
essere effettuato in maniera corretta e sincronica con tutto il corpo, se
vogliamo essere veramente efficaci nei passaggi di guardia cosi come nelle
proiezioni, evitando di lavorare solo con la forza delle braccia. Sono poche a
mio avviso in occidente, le scuole che prestano attenzione al gioco di gambe nel
clinch. Il movimento basculante delle gambe nella fase di lotta, serve non solo
per creare un tipo di "forza circolare" che sale dalla punta del piede
per diramarsi fino alle braccia e alla testa, ma soprattutto per seguire, o
meglio assecondare, la forza dell'avversario e ridirezionarla a proprio piacere,
grazie all'aiuto di un altro elemento importante che e' il passo perno (salab
fan pla).
Mentre si bascula è di vitale
importanza, che le nostre ginocchia cerchino un contatto con quelle
dell'avversario controllandole, in modo da prevenire e colpire in anticipo le
sue gambe! Nel Chap Ko, sono proibite le proiezioni "con caricamento
dell'anca", come si usa fare nel Judo, nel Sambo e in altri stili di lotta,
ma al contrario di questi, si effettuano sfruttando il movimento basculante
unito alla forza circolare del "passo perno", che si abbina a sua
volta alla trazione del collo e a livelli più alti col ginocchio messo
all'esterno, ma sfruttando sempre queste precise peculiarità. Nelle fasi di
clinch è ammesso altresì afferrare l'avversario per il tronco, più o meno
come si fa nella lotta greco romana (presa utile soprattutto, quando
l'avversario è più alto di noi). In questo caso, la presa effettuata al
tronco, considerando che lavoriamo con i guanti da boxe, viene detta "a
farfalla" o “a chiave inglese” nel momento in cui lavoriamo senza
guantoni. Nella presa detta "a farfalla", i polsi sono sovrapposti e
gli avambracci hanno il compito di stringere la parte "presa", mentre
nella presa a" chiave inglese" un braccio cinge il corpo e l'altra
mano afferra il polso, cercando di fare forza sull'avambraccio e stritolando (in
un certo senso) il corpo dell'avversario… Riuscite ad immaginare una
chiave inglese all'opera? Questo tipo di presa può essere effettuata sotto le
ascelle e anche sul tronco nella parte dorso-lombare, se si scende sotto la
parte lombare, viene definita “presa dell'orso” ed e' proibita dal
regolamento, in quanto potrebbe causare danni irreparabili alla colonna
vertebrale! Con la presa al tronco si possono effettuare proiezioni sollevando
leggermente l'avversario da terra, ma è proibito in maniera categorica "lo
stacco", come avviene nella lotta greco romana o nel wrestling.
Con l'acquisto dell'esperienza e
della pratica, cominceremo a lavorare in clinch sfruttando sempre meno la forza
fisica, tendendo a "sentire" sempre più le reazioni dell'avversario,
anzichè "sentire solo noi stessi" e sfruttare la sola nostra forza
fisica. Questa infatti, forse potrà esserci utile con avversari meno esperti di
noi, ma vi posso garantire che davanti ad un avversario esperto in questa arte,
la musica cambierebbe sicuramente! Il chap ko dovrebbe essere allenato in ogni
lezione e allenamento di Muay Thai. Soprattutto per ben condizionare il
corpo a questo tipo di lavoro, dove i muscoli lavorano in maniera isometrica ed
esplosiva allo stesso tempo e dove quindi vi e' una resistenza al lavoro
diversa, da quando ci alleniamo a tirare calci, pugni e ginocchiate.
Naturalmente da quanto detto prima, si evince che il collo è forse la parte del
corpo sollecitata più di altre e quindi forse, merita un allenamento e un
condizionamento specifico. In Thailandia i muscoli del collo vengono allenati
con un metodo poco ortodosso: si mette in bocca un tubo di gomma al quale viene
attaccato un disco circolare dal peso di 5kg o
10 kg
, e si compiono flessioni ed estensioni della cervicale in serie di ripetute.
Ma fate attenzione, perchè se non viene effettuato con le dovute precauzioni si
rischia di perdere gli incisivi, oltre che le eventuali piombature dei
denti......! Un altro attrezzo che viene adoperato per rinforzare la muscolatura
del collo, e' un caschetto particolare , al quale vengono attaccati i dischi che
rappresentano la resistenza da vincere. Questo, anche se rimane un lavoro non
poco traumatico per il collo è a mio avviso migliore, rispetto al tubo di gomma
fra i denti.....!
Un altro esercizio senza
carichi, comune fra l'altro ai lottatori, è quello di fare movimenti di
flessione ed estensione del collo.... Ma anche questo va fatto sotto la
supervisione di un esperto perchè se eseguito in maniera poco corretta,
potrebbe risultare molto pericoloso per la cervicale.....! Un lavoro invece non
traumatico e di condizionamento a corpo libero, è quello di sdraiarsi su una
panca, sollevare le gambe a 90°, mettere la testa fuori la panca e muoverla
velocemente su e giu, poi a destra e a sinistra. Inoltre, ripetere tutto quanto
sempre sulla panca, ma stavolta poggiandovi il petto sopra! Naturalmente, anche
gli esercizi fatti col compagno in palestra e lavorando sulla “tensione
isometrica”, aumentando gradualmente la forza di resistenza sulle
prese specifiche, sono molto validi. Tuttavia personalmente,
preferisco variare il lavoro di condizionamento muscolare cercando di provare
esercizi e quindi sollecitazioni muscolari nuove, diverse e più varie
possibile, in maniera tale da condizionare più esaustivamente i muscoli del
collo!
In questo articolo ho cercato di
esporre i principi e le basi tecniche elementari del chap ko e credetemi non e'
stato affatto facile spiegare con le parole ciò che si dovrebbe vedere.....
anzi, sentire! Ma l’articolo ha solo il compito forse, di farvi comprendere
alcuni concetti discriminanti e l’importanza dello studio di una simile
peculiarità. Per il resto affidatevi ai tanti bravi istruttori che ultimamente
sembrano essere nati anche in Italia.
Ma la cosa più importante… è
che ve ne possiate fare una idea e convincimento personale. Spero di esservi
stato utile!
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