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Anatomia

MOLTO SPESSO, MAGARI DURANTE PROPRIE RICERCHE AUTODIDATTICHE DI APPROFONDIMENTO PERSONALE, CI IMBATTIAMO IN TERMINI TECNICI SPECIFICI E DI CUI IGNORIAMO TOTALMENTE IL SIGNIFICATO. QUESTO RENDE SPESSO VANI I NOSTRI SFORZI ED INDUCE FORSE ALLA SOSPENSIONE DEL LAVORO INTRAPRESO. VEDIAMO INVECE DI COMPRENDERE ASSIEME IL SIGNIFICATO DEI TERMINI TECNICI E SPECIFICI, USATI NELLA TERMINOLOGIA ANATOMICA.

Terminologia anatomica

Di: Dott. Francesco Pellegrino

Nel descrivere forma, situazione e rapporti di un organo, esaminato dal punto di vista anatomico, si fa uso di termini che definiscono l’orientamento spaziale della parte in esame e, quando si tratta di una formazione mobile, ne indicano gli spostamenti assoluti e relativi.

Si definiscono:

  • termini di posizione quelli che caratterizzano la situazione di una qualsiasi parte del corpo.

  • termini di movimento quelli che indicano il tipo di spostamento e, contemporaneamente, la direzione nella quale esso si è svolto.

Entrambi i termini si riferiscono al soggetto in stazione eretta, con gli arti superiori applicati ai lati del tronco e le palme volte all’osservatore.

Termini di posizione

La posizione di qualsiasi parte del corpo umano può essere definita facendo riferimento a tre piani fra loro perpendicolari (vedi figura). Questi sono:

  1. il piano sagittale,

  2. il piano frontale,

  3. il piano trasversale.

Il piano sagittale al quale si fa più frequentemente riferimento, tenendo conto della simmetria bilaterale del corpo umano, è il piano sagittale mediano o piano di simmetria, che decorre in senso anteroposteriore, verticalmente, dividendo il corpo in due metà  simmetriche, o quasi, dette antimeri.

Il piano frontale è anch’esso verticale, perpendicolare al precedente e parallelo alla fronte.

Il piano orizzontale o trasversale è perpendicolare ai due precedenti piani verticali e parallelo alla superficie di appoggio del corpo in stazione eretta.

Infiniti piani tra loro paralleli possono essere condotti attraverso il corpo in senso frontale e in senso trasversale.

Ciascun piano frontale presenta comunque due facce che si denominano rispettivamente ventrale (quella che nella stazione eretta volge anteriormente) e dorsale (quella che volge posteriormente). I termini ventrale e dorsale sono di uso piu conveniente dei termini anteriore e posteriore, in quanto valgono per qualsiasi posizione del corpo.

Per la mano e il piede i termini volare e palmare o, rispettivamente, plantare, sono comunemente usati in luogo del termine ventrale.

Anche gli infiniti piani trasversali presentano due facce che vengono dette cefalica (o superiore) e caudale (o inferiore). In questo caso è più utile usare i termini cefalico e caudale che indicano la posizione rispetto al piano trasversale, indipendentemene dall’atteggiamento del corpo.

Alcuni termini di uso comune sono quelli che, nel definire la posizione di una parte fanno riferimento alla maggiore o minore distanza rispetto alla superficie corporea. Si usano in tal caso i termini esterno o superficiale e interno o profondo.

 Tutte quelle parti che si trovano sul piano di simmetria si dicono mediane.

Termini di movimento

La direzione dei movimenti è indicata dall’asse intorno al quale essi hanno luogo. Gli assi di movimento sono individuati dall’intersezione dei piani precedentemente considerati:

  1. L’asse trasversale,

  2. L’asse sagittale,

  3. L’asse verticale.

L’asse trasversale è situato all’intersezione dei piani frontale e trasversale. I movimenti che si svolgono sull’asse trasversale sono detti di flessione e di estensione.

L’asse sagittale o anteroposteriore è definito dall’intersezione dei piani sagittale e trasversale. I movimenti che hanno luogo sull’asse sagittale sono detti di inclinazione laterale quando riferiti a movimenti della testa e del tronco, di abduzione e di adduzione nel caso degli arti.

L’asse verticale si forma per l’incontro dei piani frontale e sagittale. I movimenti sull’asse verticale vengono denominati di torsione in riferimento alla testa ed al tronco, di rotazione quando si svolgono negli arti. Il movimento di rotazione dei due segmenti più distali dell’arto superiore (avambraccio e mano ) prende il nome di pronosupinazione.

I termini di movimento, vengono meglio caratterizzati nella loro direzione facendo riferimento ai piani di posizione.

Nella flessione, la parte in movimento si allontana dal piano frontale mentre, nell’estensione , si avvicina ad esso.

Nell’inclinazione laterale e nell’abduzione la parte mobile si allontana dal piano sagittale mentre nell’adduzione essa si avvicina a quest’ultimo.

Per la direzione dei movimenti di rotazione si fa riferimento ai due piani che individuano l’asse verticale e cioè i piani frontale e sagittale. Quando il movimento rotatorio è diretto verso il piano frontale si parla di rotazione esterna o extrarotazione, quando il movimento è diretto verso il piano sagittale si parla di rotazione interna o intrarotazione.

Tutti i movimenti finora considerati si svolgono intorno ad un asse e sono diretti verso un piano. Vengono pertanto considerati come movimenti semplici. Esistono poi movimenti in cui sia gli assi, sia i piani, risultano variabili nelle diverse fasi; sono i movimenti complessi o combinati.


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