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Anatomia

L’ARGOMENTO, CHE SOMMARIAMENTE SEMBREREBBE NON AVERE APPARENTEMENTE SEGRETI PER NESSUNO… AD UN SUO PIU’ ATTENTO ED ESAUSTIVO APPROFONDIMENTO, NON MANCA INVECE DI RISERVARCI LA SORPRESA, NELLA SCOPERTA DI NOSTRE EVENTUALI IGNORANZE. MA DA SEMPRE CONVINTI CHE NON SIA MAI TROPPO TARDI PER COLMARE LE NOSTRE EVENTUALI E PERSONALI LACUNE… VE LO PROPONIAMO A QUESTO SCOPO… O PER UN BENEFICO RIPASSO.

SCHELETRO E ARTICOLAZIONI DELL’ARTO INFERIORE

 Di: Dott. Francesco Pellegrino

L’arto inferiore é costituito dall’anca, che rappresenta il dispositivo di attacco della parte libera dell’arto inferiore al corpo; parte libera che a sua volta é costituita dalla coscia, dalla gamba e dal piede. In questa sede descriveremo solo la parte libera dell’arto inferiore.

SCHELETRO DELLA PARTE LIBERA DELL’ARTO INFERIORE

 Nella descrizione della parte libera dell’arto inferiore, viene ad essere esclusa la cintura pelvica, che fa parte dell’arto inferiore s.l. ed é formata dalle due ossa dell’anca ed é saldamente connessa con lo scheletro assiale mediante l’articolazione sacroiliaca. Le due ossa dell’anca si articolano inoltre tra loro formando un sistema osseo denominato bacino o pelvi. A ciascun osso dell’anca si articola la parte libera dell’arto inferiore tramite l’osso del femore, che costituisce lo scheletro della coscia, seguito dalla tibia e dalla fibula (o perone) i quali, insieme alla rotula costituiscono lo scheletro della gamba. Nel piede i numerosi pezzi ossei possono essere raggruppati in segmenti distinti detti tarso, metatarso e falangi.

 Femore

 É un osso lungo che, da solo, forma lo scheletro della coscia. Vi si distinguono un corpo e due estremitá (fig. 4). Il corpo non é esattamente rettilineo, ma incurvato ad arco con concavitá posteriore; é prismatico e vi si possono considerare tre facce (anteriore, posteromediale e posterolaterale) e tre margini (mediale laterale e posteriore). Le facce sono lisce e leggermente convesse; i margini mediale e laterale sono smussati, quello posteriore, invece, é spesso, rugoso e viene denominato linea aspra. In basso tale linea si biforca, terminando ad entrambi i lati in corrispondenza di un condilo. Tale divergenza delimita un’area detta triangolo popliteo. In alto, invece, la linea aspra é tripartita e forma lateralmente la linea pettinea su cui si inserisce il muscolo pettineo, e medialmente la cresta del muscolo vasto mediale da cui si origina appunto l’omonimo capo del muscolo quadricipite.

 L’estremitá superiore presenta una testa e due rilievi denominati trocanteri. La testa é sferica ed é destinata ad articolarsi con l’acetabolo. Al suo centro sta una depressione, la fovea capitis, in cui si attacca una estremitá del legamento rotondo del femore. La testa é sostenuta da un segmento osseo detto collo anatomico. Alla base del collo anatomico si trovano i due trocanteri; lateralmente ed in alto si ha il grande trocantere, medialmente ed in basso si ha il piccolo trocantere; essi sono uniti dalla cresta intertrocanterica. Medialmente alla base del grande trocantere si trova la fossa trocanterica. Tutte queste formazioni sono destinate a inserzioni muscolari. Subito al di sotto del piccolo trocantere si trova il collo chirurgico che segna il limite tra diafisi ed epifisi.

L’estremitá inferiore del femore presenta in avanti ed in basso una superficie articolare per la tibia e la rotula, con due versanti obliqui e una gola centrale. I due versanti continuano in basso e in dietro in due masse voluminose, i condili che sono separati da un’incisura, l’incisura o fossa intercondiloidea. L’asse dei condili é obliquo in dietro e lateralmente; la faccia dei condili che volge verso l’asse del femore dá attacco ai legamenti crociati, quella che volge esternamente rispetto all’asse presenta due prominenze destinate a inserzioni di legamenti, gli epicondili mediale e laterale.

Al di dietro e al di sopra dell’epicondilo mediale si trova il tubercolo del grande adduttore, dove appunto questo muscolo prende inserzione.

Rotula o patella

É un osso che si puó considerare compreso nello spessore del tendine d’inserzione del muscolo quadricipite; é breve e appiattito e, osservato anteriormente ha una forma pressappoco triangolare, con apice inferiore (fig. 5). Vi si considerano due facce, due margini, una base e un apice.

La faccia anteriore o cutanea é convessa in ogni direzione e presenta irregolari striature verticali. La faccia  posteriore o articolare é divisa da una cresta trasversale in una porzione superiore, liscia, che corrisponde al femore e una inferiore, rugosa, che corrisponde alla massa adiposa anteriore del ginocchio. La base é volta in alto e offre inserzione al tendine del muscolo quadricipite; l’apice é volto in basso e si prolunga nel robusto legamento patellare.

Tibia

É un osso lungo, voluminoso e robusto, situato nella parte anteromediale della gamba. Non é perfettamente rettilinea (fig. 6); presenta infatti una leggera concavitá che é laterale in alto e mediale in basso, assume perció una forma a S; presenta inoltre una torsione intorno al proprio asse.

Vi si considerano un corpo e due estremitá.

Il corpo é prismatico triangolare con tre facce e tre margini. La faccia mediale é leggermente convessa. La faccia laterale é concava in alto, dove offre inserzione al muscolo tibiale anteriore; in basso, invece, diventa convessa e, per la torsione dell’osso tende a farsi anteriore. La faccia posteriore é liscia e convessa in tutta la sua estensione, salvo che nella sua porzione superiore dove é attraversata da una cresta rugosa detta linea obliqua o linea del muscolo soleo.

Il margine anteriore é smussato alle estremitá, mentre tende a divenire tagliente al centro dell’osso.

Il margine mediale é poco pronunciato; quello laterale o interosseo é tagliente ed offre attacco alla membrana interossea della gamba.

L’estremitá superiore é assai sviluppata in senso trasversale e si espande in due masse, i condili tibiali. La faccia superiore di ciascuno di essi presenta una cavitá poco profonda per l’articolazione con i condili femorali. Tra le due cavitá si trovano due tubercoli, i tubercoli intercondiloidei, che formano un rilievo, l’eminenza intercondiloidea. Le cavitá poggiano su due robusti capitelli, di cui quello esterno presenta, sulla faccia laterale, una superficie articolare piana, destinata all’articolazione con la fibula. I condili convergono in avanti in corrispondenza di un rilievo, la tuberositá tibiale; indietro, invece, essi sono separati da un solco.

L’estremitá inferiore, meno sviluppata di quella superiore, presenta una superficie basale articolare concava, divisa in due versanti da una cresta sagittale che corrisponde alla troclea dell’astragalo (vedi poi). Medialmente l’estremitá inferiore si espande in una sporgenza quadrilatera e robusta, il malleolo mediale. La faccia mediale del malleolo é solcata per il passaggio dei tendini dei muscoli flessori; quella laterale presenta una faccetta articolare. Sulla faccia laterale dell’estremitá distale della tibia si trova una superficie articolare per la fibula.

Fibula o perone

É un osso lungo, piu sottile della tibia,rispetto alla quale é laterale,formato da un corpo e due estremitá (fig. 7).

Il corpo é rettilineo e ha forma prismatica triangolare. Delle tre facce quella laterale é liscia,salvo che al centro dell’osso dove si riscontra una depressione destinata ad accogliere i muscoli peronieri laterali. La faccia mediale é percorsa da un rilievo verticale, la cresta interossea dove prende inserzione la membrana interossea della gamba. La faccia posteriore é rugosa per varie inserzioni muscolari. I tre margini sono sottili e taglienti.

L’estremitá superiore o testa presenta una faccetta articolare piana, volta in alto e medialmente, in giunzione con la faccetta articolare della tibia; lateralmente si solleva una sporgenza piramidale, il processo stiloideo della fibula dove prende inserzione il muscolo bicipite femorale.

L’estremitá inferiore si rigonfia nel malleolo laterale. La superficie mediale del malleolo si articola in alto con l’omologa faccetta tibiale, in basso con la superficie articolare dell’astragalo. Dietro questa faccetta c’é una depressione su cui si inserisce il legamento fibuloastragaleo posteriore. Posteriormente vi si trova un solco sagittale, destinato al passaggio dei tendini dei muscoli peronieri.

Tarso

É un complesso di ossa organizzate in due file (fig. 8); la fila prossimale comprende l’astragalo e il calcagno  nella fila distale si trovano lo  scafoide, il cuboide e le tre ossa cuneiformi. Tutte sono ossa brevi.

Astragalo o Talo

É un osso irregolarmente cuboide, interposto fra le ossa della gamba in alto, del calcagno in basso e in dietro e lo scafoide in avanti. Vi si possono distinguere tre porzioni, un corpo posteriore una testa anteriore e un collo, situato tra le precedenti. Nell’insieme si distinguono nell’astragalo sei facce (superiore, inferiore, mediale, laterale, posteriore e anteriore).

La faccia superiore é interamente occupata da una superficie articolare. La faccia inferiore ha due faccette articolari piane per l’articolazione con il calcagno. Le facce mediale e laterale presentano faccette articolari disposte su un piano sagittale per le facce dei due malleoli. Nella faccia posteriore troviamo un solco sagittale, destinato al passaggio del tendine d’inserzione del muscolo flessore lungo dell’alluce. La faccia anteriore é occupata dalla testa che entra in articolazione con lo scafoide.

Calcagno

É un osso breve, con l’asse maggiore in senso antero-posteriore. Si trova sotto l’astragalo e presenta sei facce. La faccia superiore si articola anteriormente con l’astragalo. La faccia inferiore, irregolare, presenta due tuberositá, una anteriore e una posteriore. Sulla faccia laterale si trovano due solchi destinati al passaggio dei tendini dei muscoli peronieri laterali. La faccia mediale é caratterizzata dalla presenza di una lunga doccia in cui decorrono tendini, vasi e nervi che dalla faccia posteriore della gamba si portano alla pianta del piede. La faccia anteriore ha una superficie articolare a sella che si articola con la superficie omologa del cuboide. La faccia posteriore corrisponde alla sporgenza del tallone; in basso é rugosa e dá inserzione al tendine calcaneale (di Achille).

Cuboide

É un osso irregolarmente cubico,situato nella parte esterna del piede, davanti al calcagno, lateralmente allo scafoide e al 30 cuneiforme, dietro al 40 e al 50 metatarsale. La faccia superiore é rugosa e non articolare; quella plantare presenta una marcata cresta per l’attacco del legamento plantare lungo. La faccia laterale é ristretta e concava per il passaggio del tendine del peroniero lungo; quella mediale é piú estesa e presenta una faccetta articolare per il 30 cuneiforme. La superficie posteriore del cuboide é articolare e corrisponde all’omologa faccia del calcagno. La superficie anteriore é pure articolare ed é ripartita in due faccette che si articolano con le basi del 40 e del 50 osso metatarsale.

Scafoide o Navicolare

É un osso a forma di navicella, posto davanti alla testa dell’astragalo, dietro alla fila dei tre cuneiformi, medialmente al cuboide. Vi si considerano una faccia anteriore e una posteriore, due margini, superiore e inferiore e due estremitá mediale e laterale. Delle due facce, quella posteriore presenta una cavitá, atta ad accogliere la testa dell’astragalo; quella anteriore ha tre faccette piane per i tre cuneiformi.

L’estremitá mediale é caratterizzata dalla tuberositá dello scafoide, su cui si inserisce il tendine principale del muscolo tibiale posteriore.

Cuneiformi

Sono tre ossa a forma di prismi triangolari. Si distinguono in:

1° o mediale,

2° o medio

3° o laterale.

Il é il piú voluminoso; si articola in avanti con il 10 metatarsale e lateralmente con il 20 cuneiforme e il 20 metatarsale.

Il cuneiforme si distingue dagli altri due perché piú breve; si articola ai lati con i suoi omologhi, in basso e in avanti con il 20 metatarsale.

Il appoggia in fuori sul cuboide, con il quale si articola. La sua superficie mediale presenta una faccetta articolare per il 20 cuneiforme e una per il 20 metatarsale; anteriormente prende contatto con la base del 30 metatarsale.

Ossa del metatarso

Sono cinque piccole ossa lunghe, poste tra la serie distale delle ossa tarsali e la serie delle falangi prossimali (fig. 8). In ciascun osso metatarsale si descrivono un corpo e due estremitá. Il corpo é di forma prismatica triangolare, con la base dorsale e descrive una curva a concavitá inferiore. Le estremitá prossimali o basi sono dotate di faccette piane, destinate ad articolarsi con le ossa della seconda serie tarsale (articolazioni tarsometatarsali ) e con le ossa metatarsali vicine (articolazioni intermetatarsali ).

Le estremitá distali sono arrotondate e prendono il nome di teste; presentano superfici articolari convesse accolte nelle cavitá articolari delle falangi prossimali. Nella superficie plantare del 10 metatarsale si trova una cresta per l’inserzione del tendine del peroniero lungo. L’estremitá prossimale del 50 metatarsale presenta un rilievo che dá inserzione al tendine del muscolo peroniero breve.

Falangi

Sono piccole ossa lunghe, omologhe, per numero e forma, a quelle corrispondenti della mano, ma assai meno sviluppate. Vanno decrescendo di volume dal 10 al 50 dito e di lunghezza dal 20 al 50. Ciascun dito, pertanto, eccetto il 10 (alluce) dotato di due sole falangi, possiede tre falangi, designate come prossimale, media e distale o 1a, 2a e 3a.

Fig. 8  Scheletro del piede destro visto dal lato mediale. Il profondo arco plantare mediale, formato dalle assa tarsali e metatarsali, ha la sua chiave di volta a livello dello scafoide.

ARTICOLAZIONI DELL’ARTO INFERIORE

Nella parte libera dell’arto inferiore si hanno:

  1. l’articolazione dell’anca,

  2. l’articolazione del ginocchio,

  3. le articolazioni tibiofibulari prossimale e distale,

  4. l’articolazione tibiotarsica,

  5. le articolazioni del piede.

Articolazione coxofemorale o dell’anca

É una tipica enartrosi che unisce il femore all’osso dell’anca (figg.9-10). L’osso dell’anca vi concorre con una cavitá articolare quasi emisferica, l’acetabolo, e il femore con la  testa femorale.

Le superfici articolari non sono perfettamente corrispondenti. La superficie della cavitá viene ampliata dal labbro dell’acetabolo che la rende atta a contenere la testa del femore; tale labbro ha un ruolo imporatante nell’unione tra femore e anca essendo un mezzo di contenimento dell’articolazione.

Non tutta la cavitá prende parte diretta all’articolazione; nel suo centro, infatti, si trova una depressione quadrilatera, la fossa dell’acetabolo, non rivestita di cartilagine articolare ma di periostio.

Da questa fossa si diparte un legamento, il legamento rotondo del femore.

I mezzi di unione sono rappresentati dalla capsula articolare cui si appongono tre legamenti di rinforzo, e da un lagamento a distanza intraarticolare, il legamento rotondo (fig. 9).

La capsula articolare é un manicotto fibroso, inserito prossimalmente sul contorno dell’acetabolo e sul labbro acetabolare e distalmente sulla linea intertrocanterica, in avanti, e su una linea posta al limite fra terzo medio e terzo laterale del collo femorale, in dietro.

 

Fig. 9  Articolazione coxofemorale destra. I limiti della cavitá sono visti in una sezione condotta secondo un piano parallelo all’asse del collo anatomico del femore. Nella cavitá si vede il legamento rotondo.                        

Non dissociabili dalla capsula sono i legamenti di rinforzo longitudinali, ileofemorale, ischiofemorale e pubofemorale (fig. 10). Essi non sono altro che porzioni ispessite della capsula e vengono anche denominati legamenti ileocapsulare, ischiocapsulare e pubocapsulare. Accanto a questi si descrive la zona orbicolare.

Il legamento ileofemorale si origina al di sotto della spina iliaca anteriore inferiore, con due fasci che divergono a ventaglio, il fascio obliquo diretto al margine anteriore del grande trocantere e il fascio verticale, verso la parte piú  bassa della linea intertrocanterica.

Il legamento pubofemorale nasce dal tratto pubico del ciglio dell’acetabolo, dall’eminenza ileopettinea e dalla parte laterale del ramo superiore del pube per perdersi nella capsula davanti al piccolo trocantere.

Il legamento ischiofemorale é triangolare e dal lato ischiatico del ciglio cotiloideo si porta in fuori, alla fossa trocanterica.

La zona orbicolare é ricoperta dai precedenti legamenti, si stacca dal margine dell’acetabolo e dal labbro acetabolare e abbraccia ad ansa il collo del femore.

Il legamento rotondo del femore si estende dalla fovea capitis, dalla quale discende, allargandosi e restando applicato sulla testa del femore, per raggiungere poi, con due radici, i bordi dell’incisura dell’acetabolo. Piatto e laminare il legamento rotondo non é teso come lo sono abitualmente i legamenti interossei.

Fig. 10  Articolazione coxofemorale destra. Dopo apertura anteriore della capsula e resezione della testa del femore, si dimostrano i mezzi di rinforzo profondi, i legamenti ischiocapsulare e pubocapsulare, nonché la zona orbicolare.

Articolazione del ginocchio

Risulta di difficile  classificazione. Il rapporto articolare, che si stabilisce tra femore e patella, puó essere infatti definito come un’artrodia, mentre quello femorotibiale é riconducibile, per alcuni caratteri, alle articolazioni condiloidee, per altri ai ginglimi angolari. Inoltre, mentre le superfici articolari sembrano consentire un’estesa libertá di movimenti, l’apparato legamentoso dell’articolazione finisce per limitarli alla sola flessoestensione. A livello del ginocchio si verifica poi una trasmissione del peso corporeo alla gamba: all’articolazione spetta perció anche un importante compito statico (fig. 11).

Il femore partecipa all’articolazione con la superficie patellare anteriore e con le superfici articolari dei condili. La tibia prende parte all’articolazione con l’estremitá superiore, opponendo ai condili femorali le due cavitá che si trovano sui condili tibiali interno ed esterno. La patella partecipa all’articolazione con la sua superficie posteriore che corrisponde all’estremitá inferiore del femore.

Alla marcata convessitá sagittale dei due condili femorali non corrisponde una pari concavitá delle superfici tibiali. L’armonia fra le superfici articolari viene perció stabilita dall’interposizione di due menischi, uno mediale e uno laterale. Questi hanno forma di semianelli e il loro spessore si riduce dalla periferia al centro, hanno quindi profilo triangolare.

Il menisco laterale forma un cerchio pressoché completo; quello mediale é interrotto sul lato interno ed ha quindi forma di C. Con le loro estremitá  i menischi si fissano sulla porzione intercondiloidea della tibia. Anteriormente, i due menischi sono uniti tra loro da un legamento trasversale, il legamento trsverso del ginocchio.

I mezzi di unione sono rappresentati da una capsula articolare e da legamenti di rinforzo. Lo strato fibroso della capsula articolare costituisce un manicotto caratterizzato dalla brevitá e dalla soliditá delle parti laterali e posteriore, mentre meno solida é la parte anteriore. La capsula fibrosa presenta numerosi ispessimenti che la rinforzano formando i legamenti anteriori, posteriori, laterali e crociati.

La sua linea di inserzione femorale si trova ad una distanza di diversi millimetri dai bordi della cartilagine delle superfici articolari; quella tibiale si fissa al margine inferiore dell’articolazione e continua posteriormente con i legamenti crociati. Sulla rotula la capsula si fissa ai margini dell’osso.

La capsula fibrosa presenta numerosi ispessimenti che la rinforzano formando i legamenti anteriori, posteriori, laterali e crociati.

Il legamento anteriore o legamento patellare é il tratto sottopatellare del tendine del muscolo quadricipite femorale. É una robusta lamina triangolare che si inserisce sulla tuberositá tibiale. Poco al di sopra dell’inserzione, il legamento é separato dalla superficie della tibia per interposizione di una borsa sinoviale infrapatellare; piú in alto ancora un cuscinetto adiposo lo separa dalla capsula articolare. Al di sopra di questa massa adiposa si trova la patella che risulta fissata lateralmente ai condili femorali da due benderelle fibrose, le ali o retinacoli della patella.

Fig. 11  Articolazione del ginocchio di destra. L’articolazione é vista in lieve flessione. Asportata la capsula articolare, si dimostrano i numerosi mezzi di unione che si dispongono tra femore, tibia e fibula.

Il legamento posteriore é formato dai gusci dei condili e dal legamento mediano. I gusci dei condili sono ispessimenti che la capsula presenta a livello di ciascun condilo.

Il legamento mediano occupa lo spazio intercondiloideo; é costituito da fibre proprie, dirette dal femore alle due ossa della gamba che formano una sorta di arcata fibrosa, il legamento popliteo arcuato e da fibre appartenenti al tendine del muscolo semimembranoso che formano il legamento popliteo obliquo.

I legamenti collaterali sono due robuste bande fibrose, poste ai lati del ginocchio e in parte separate dalla capsula. Il legamento collaterale tibiale é una larga e robusta lamina che rinforza la capsula sul lato mediale. Si estende da un tubercolo posto sul condilo mediale del femore al condilo mediale della tibia. Le sue fibre anteriori si fondono con il retinacolo mediale della patella, mentre quelle piú profonde si attaccano al menisco mediale. Il legamento collaterale fibulare é un cordone fibroso teso da un tubercolo del condilo laterale del femore alla superficie laterale della testa della fibula .

I legamenti crociati sono intracapsulari e si trovano in un piano verticale, tra i condili femorali. Sono corti e robusti cordoni che si incrociano a X e ricevono la loro denominazione di anteriore e posteriore per il rapporto che contraggono con l’eminenza intercondiloidea della tibia.

Il legamento crociato anteriore si stacca da una superficie rugosa posta davanti all’eminenza intercondiloidea e si porta in alto e in dietro per fissarsi alla faccia mediale del condilo laterale del femore. Il legamento crociato posteriore si estende da una superficie posta dietro l’eminenza intercondiloidea alla faccia laterale del condilo mediale del femore.

Articolazione tibiofibulare prossimale

É un’artrodia che si stabilisce tra la faccia fibulare della tibia e una corrispondente superficie del capitello fibulare .

I mezzi di unione sono rappresentati dalla capsula articolare , da due legamenti propri e da un legamento interosseo a distanza. La capsula articolare si fissa sul contorno delle superfici articolari.

I legamenti propri o legamenti della testa della fibula, anteriore e posteriore, sono due ispessimenti della capsula fibrosa.

Il legamento interosseo é una dipendenza della membrana interossea della gamba.

Articolazione tibiofibulare distale

É una sinartrosi che si effettua fra le estremitá distali della tibia e della fibula. La tibia presenta una faccia incavata, incisura fibulare, che si mette in rapporto con una superficie rugosa della fibula.

Entrambe le facce sono rivestite da periostio e congiunte da un robusto legamento fibroso interosseo, dipendenza della membrana interossea. I fasci fibrosi del legamento interosseo si portano oltre l’estremitá delle due ossa per costruire i legamenti anteriore e posteriore del malleolo laterale.

Questi legamenti confluiscono nell’apparato di rinforzo dell’articolazione tibiotarsica.

Membrana interossea della gamba

É una robusta membrana fibrosa che é tesa tra le creste interossee della tibia e della fibula. É perforata per il passaggio di vasi e nervi e costituisce un setto di separazione tra i muscoli delle logge anteriore e posteriore della gamba, che vi prendono in parte origine.

Articolazione tibiotarsica o talocrurale

É un’articolazione a troclea fra la tibia, la fibula e l’astragalo. Le superfici articolari delle ossa della gamba formano un incastro a mortaio per la troclea astragalica (fig. 12).

I mezzi di unione sono rappresentati da una capsula articolare rinforzata da legamenti. La parte fibrosa della capsula si inserisce sui bordi del mortaio tibiofibulare e della superficie articolare dell’astragalo. É sottile in avanti e in dietro e ispessita ai lati per la presenza di legamenti mediali e laterali.

Il legamento mediale o deltoideo si distacca dall’apice del malleolo, espandendosi in quattro fasci, due anteriori, uno medio e uno posteriore.

Il legamento laterale, nel suo complesso meno robusto del mediale, é formato da tre fasci distinti in anteriore, medio e posteriore.

Il tipo di articolazione tibiotarsica consente solo movimenti di flessione e di estensione; i movimenti laterali sono quasi del tutto impediti dalle porzioni laterali del mortaio.

Fig. 12  Articolazione tibiotarsica e del tarso di destra. I mezzi di unione delle varie giunzioni sono visti dal lato esterno.

Articolazioni del piede

Articolazioni del tarso

Si distinguono un’articolazione tra le ossa della fila prossimale:

  • articolazione astragaleocalcaneale,

  • le articolazioni tra le ossa della fila distale

  • l’articolazione tra le ossa delle due file o articolazione trasversa del tarso (fig. 12).

Articolazione astragaleocalcaneale. Le due ossa si articolano in un’artrodia per mezzo delle rispettive faccette articolari che si trovano al davanti e al di dietro del seno del tarso.

I mezzi di unione sono dati dalla capsula articolare,rinforzata da legamenti periferici e da un legamento astragaleocalcaneale interosseo molto robusto.

Articolazione tra le ossa della fila distale del tarso.

Queste sono:

  1. l’articolazione cuboideonavicolare,

  2. l’articolazione cuneocuboidea,

  3. le due articolazioni intercuneiformi

  4. l’articolazione cuneonavicolare.

Per la forma delle loro superfici articolari, queste giunzioni sono tutte da classificare tra le artrodie.

  • Articolazione trasversa del tarso. Unisce le ossa posteriori a quelle anteriori del tarso e comprende un’articolazione mediale o astragaleonavicolare e una laterale o calcaneocuboidea.

  • L’articolazione astragaleonavicolare é una tipica enartrosi in cui si distinguono due superfici articolari a forma di sfera, piena e rispettivamente cava.
    I mezzi di unione sono dati dalla capsula articolare la cui parte fibrosa si inserisce sul contorno delle superfici articolari. Essa é rinforzata dai seguenti legamenti: il legamento astragaleonavicolare dorsale, teso dal collo dell’astragalo al contorno superiore dello scafoide; il legamento biforcato,costituito da due parti, calcaneonavicolare e calcaneocuboidea.

  • L’articolazione calcaneocuboidea é una diartrosi a sella. La capsula articolare fibrosa si fissa sul margine articolare delle due ossa. La capsula é rinforzata da legamenti propri che sono i calcaneocuboidei dorsale, interno e plantare. Si ha inoltre un legamento a distanza, il legamento plantare lungo.

  • Le articolazioni del tarso agiscono simultaneamente; la piú ampia libertá di movimento si realizza tuttavia a livello dell’articolazione trasversa del terso. I principali movimenti sono quelli di rotazione interna ed esterna del piede. Le articolazioni anteriori consentono invece soltanto lievi movimenti di scivolamento.

Articolazioni tarsometatarsali

Sono artrodie che connettono i tre cuneiformi e il cuboide alle basi delle cinque ossa metatarsali.

I mezzi di unione sono rappresentati da una capsula articolare incompleta che consente comunicazioni fra le articolazioni tarsometatarsali e intermetatarsali. La capsula fibrosa é rinforzata dai seguenti legamenti: legamenti tarsometatarsali dorsali, in numero di otto, uno almeno per ogni articolazione. Legamenti tarsometatarsali plantari, costituiti da fasci superficiali e profondi.Legamenti interossei in numero di tre, vengono indicati come legamenti cuneometatarsali interossei.

Articolazioni intermetatarsali

Le ultime quattro ossa metatarsali si articolano con le loro basi o estremitá prossimali per mezzo di artrodie, mentre la base del 10 metatarsale é connessa a quella del 20 soltanto ad opera di un legamento interosseo.

La parte fibrosa della capsula é in continuitá con quella delle articolazioni tarsometatarsali e presenta tre legamenti di rinforzo: i legamenti dorsali delle basi metatarsali, tesi dorsalmente tra una base e l’altra delle ossa vicine; i legamenti plantari delle basi dei metatarsali, analoghi ai precedenti ma piú robusti; i legamenti interossei, tesi fra le rugositá delle facce laterali delle basi dei metatarsali.

Un legamento a distanza é il legamento trasverso dei capitelli metatarsali che tiene unite tra loro le ossa del metatarso.

Articolazioni metatarsofalangee

Sono articolazioni condiloidee. Ciascuna articolazione é circondata da una capsula articolare, rinforzata da un legamento plantare e da legamenti collaterali.

Articolazioni interfalangee

Sono articolazioni a ginglimo angolare. Ciascuna articolazione é provvista di una capsula articolare con un legamento plantare e legamenti collaterali.

Bibliografia
  • Alberghina L., Tonini F. (2002) - “Biologia. Volume b: Dall’evoluzione biologica all’evoluzione culturale dell’uomo”. Arnoldo Mondadori Scuola, Milano. pp. 622 - 628.

  • Cremaschi D. (1991) - “Fisiologia generale, principi”. Edi - Ermes, Milano. pp.621 - 642.

  • Curtis H., N. S. Barnes (2003) - “Invito alla biologia”. Zanichelli, Bologna. pp.337 - 346 e pp. 477 - 481.


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