L’Ansia preagonistica a Pisaabbraccialosport
Di: Dott. Paolo Bernardini
(Mental Training Scuola Fragale e Membro AIPS “associazione italiana
psicologia dello sport”)
Nonostante
la mia carriera agonistica nella Kickboxing sia un lontano ricordo,
il mio ultimo incontro di Full Contact è di oltre 30 anni fa,
ricordo perfettamente la mia agitazione prima di salire sul ring,
l’apprensione che aumentava, le attivazioni fisiologiche, i pensieri
negativi e tutte sensazioni disturbanti che se non ben gestite vanno
sicuramente ad influire sulla prestazione atletica.
L’edizione 2012 di “PisaabbraccialoSport” con il Trofeo
“ilguerriero.it” è stata l’occasione che mi ha spinto a ricercare
quei particolari stati d’animo sopra citati, lavoro non facile
perché si è trattato di contattare addirittura 30 atleti prima
dell’incontro e quindi in un momento assai delicato, ma devo
prendere atto che la loro disponibilità è stata motivata e
incentivata dall’interessamento e la collaborazione dei loro Coach.
Per misurare questa condizione di “disagio psicofisiologico” negli
atleti, derivante da un'interazione tra fattori psicologici e
fattori organici, ho usato un Questionario (Marina Gerin Birsa,
2011) tratto dal master in psicologia dello sport il quale rileva
l’ansia di stato somatica e cognitiva prima di una competizione
sportiva. Il questionario somministrato agli atleti è autovalutativo
ed è composto da 20 item con risposta vero o falso, prende in esame
sia la forma cognitiva dell'ansia con un pensiero negativo come
"dubito di me stesso", sia l'ansia che si manifesta a livello
somatico, per esempio attraverso l'item "sento tensione nei muscoli
e nello stomaco".
Molto spesso per descrivere condizioni fisiologiche e
psicologiche nei vari contesti della vita sociale, sono usati come
sinonimi i termini ansia, stress e arousal, ma vediamo di delineare
una maggiore chiarezza terminologica e concettuale a livello
sportivo preagonistico. Il termine arousal è utilizzato per definire
l'attivazione dell'organismo senza riferimento agli stati emotivi,
indicando una condizione neutrale che riflette solo l'intensità
delle risposte autonomiche.
Martens (1997) preferisce distinguere fra arousal, inteso come
attivazione globale fisica e mentale, ed energia psichica riferita a
vigore, vitalità ed intensità del funzionamento mentale, quindi
considerando sia gli aspetti organici che quelli mentali possiamo
definire l'arousal come uno stato di attivazione fisiologica e
psichica dell'organismo che varia lungo un continuum fra sonno
profondo ed intensa eccitazione. Prima di un incontro un atleta di
Kickboxing è sottoposto a vari livelli di attivazione
psicofisiologica: può avere sonno pur avendo dormito la notte;
sentire tensione nei muscoli o allo stomaco; il suo cuore batte
velocemente e le mani sono sudate; minzioni frequenti; può sentirsi
annoiato o essere euforico; tutte condizioni somatiche attivate dal
sistema nervoso (simpatico), ma dal punto di vista della prestazione
sportiva però è molto importante identificare il livello di arousal
ottimale richiesto per il massimo rendimento.
Tutte queste sensazioni se protratte nel tempo possono creare
stress agonistico, una condizione che si riferisce alla percezione
da parte dell’atleta di uno squilibrio fra richieste ambientali e
capacità di risposta, lo stress XE "stress" \b psicologico può
diminuire la fiducia in sé, portando l’atleta a credere di essere
incapace. Lo stress agonistico XE "stress" \b riduce la
concentrazione XE "concentrazione:Concentrazione" \b , restringe il
campo attentivo XE "attentivo:attentive: attentivi" \b , aumenta la
frequenza di pensieri negativi, causa conflitti interpersonali, può
provocare danni fisici e può indurre all’utilizzo di sostanze
dopanti o stupefacenti. Nella definizione dello stress XE "stress"
\b è fondamentale notare quanto siano importanti le percezioni
soggettive, non è solamente l’ambiente che ci porta a subire lo
stress, ma è soprattutto il modo in cui l’atleta percepisce l’evento
e le sue capacità di fronteggiarlo. Il termine ansia esprime infatti
il vissuto soggettivo di agitazione e di apprensione dell’atleta,
che si può accompagnare ad un grado elevato di arousal (attivazione
fisiologica) associato ad uno stato d'animo negativo (pensieri
distraenti). Una importante e classica distinzione è quella di
Spielberger (1966) fra ansia di stato ed ansia di tratto, dove
l'ansia di stato è una condizione transitoria, fluttuante nel tempo
e si riferisce ad un particolare momento, mentre l'ansia di tratto è
una caratteristica relativamente stabile e duratura di personalità,
una predisposizione generale a reagire a molte situazioni con un
alto livello di ansia di stato.
L’ansia da competizione comprende: l’Ansia somatica quale
componente organica che si manifesta attraverso l’incremento della
frequenza cardiaca, dispnea, sudorazione, tensione muscolare XE
"tensione muscolare" \b ecc; l’Ansia cognitiva quale componente
mentale, che si manifesta attraverso preoccupazioni, pensieri ed
immagini spiacevoli, distrazioni, aspettative di fallimento e
autosvalutazione. La nostra indagine prende in considerazione
l’ansia preagonistica, somatica e cognitiva, se le risposte nel
questionario contrassegnate con VERO sono meno di 7 l’atleta
sperimenta un grado di ansia XE "ansia" \b lieve, se le risposte
sono comprese tra 8 e 14 il grado di ansia è moderato, mentre se le
risposte vanno da 15 a 20 il grado di ansia è elevato. Dalla nostra
ricerca emerge che il grado di ansia totale degli atleti indagati è
ad un livello lieve-moderato, con una prevalenza dell’ansia somatica
rispetto a quella cognitiva, probabilmente perché è quella più
facilmente percepibile.
Gli atleti del Contatto Leggero sono quelli che risultano avere
l’ansia totale con la media più elevata rispetto alle altre
categorie, il loro livello di ansia è moderato e percepiscono
inoltre la situazione pregara con un livello doppio di ansia
somatica rispetto a quella cognitiva. Gli Esordienti, considerando
che non hanno lo stress della vittoria ma dell’adattamento al
contesto agonistico, esprimono un’ansia totale lieve-moderata, con
quella somatica leggermente superiore a quella cognitiva. Gli atleti
del Full Contact invece risultano avere una media meno elevata
rispetto alle categorie sopra citate, probabilmente questo fatto è
dovuto alla loro maggiore preparazione ed esperienza verso la
situazione agonistica, a conferma che non è solo l’evento più o
meno pericoloso a creare ansia, ma la percezione delle proprie
risorse personali a fronteggiarlo (la gara di Full Contact è
sicuramente più rischiosa rispetto agli esordienti o contatto
leggero).
Un sincero ringraziamento a tutte le Società, Coach e Atleti che
hanno reso possibile questa piccola ricerca.
Bibliografia
|