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Psicologia

L’esperienza gratificante nella Kickboxing

Di: Dott. Paolo Bernardini
Mental Training SAM Fragale
Membro AIPS “associazione italiana psicologia dello sport”

L’esperienza non è ciò che accade ad un uomo, ma è ciò che un uomo fa con ciò che gli accade.  (Aldous  Huxley).

Pensando a questa frase, domenica 11 novembre durante una giornata intera passata a fare il Coach in occasione dei campionati regionali (f.i.k.b.m.s) di Kickboxing a Camaiore, ecco che nasce in me la decisione di scoprire nell’immediato dopo gara che tipo di esperienze potevano aver fatto gli atleti durante le loro performance. A tal proposito è stato somministrato un questionario autovalutativo a un campione rappresentativo di atleti appartenenti a più società, in tutto dieci maschi e due femmine di cui 6 risultati vincitori di categoria e sei sconfitti durante le eliminatorie. Gli atleti sono stati contattati tramite i loro coach dopo la doccia, un momento importante per ogni atleta perché serve a realizzare l’accaduto, infatti hanno descritto le proprie esperienze vissute con disponibilità e tranquillità.  Il questionario usato, la Flow State Scale (F.S.S., Jackson & Marsh, 1996) con la traduzione in italiano dello strumento (Muzio et al., 1998) è composta da 36 item con risposta Likert a 4 punti, suddivisi equamente in nove sub-scale che rappresentano le nove dimensioni del flow individuate da Csikszentmihalyi ( 1990, 1993 ).

Il Flow è sinonimo di massimo coinvolgimento cognitivo ed emotivo nell’attività sportiva e non, un’esperienza gratificante che è il contrario di noia, stress, apatia e demotivazione. L’elemento che più di ogni altro influenza l’esperienza è quello che Csikszentmihalyi chiama entropia, o disordine psichico, cioè la situazione in cui l’informazione è in conflitto con le mete dell’individuo, fino al punto di ostacolarlo o di distrarlo dal tentativo di realizzarle, ogni volta che un’informazione negativa o contraddittoria minaccia i nostri obiettivi si produce una condizione che può manifestarsi in diverse forme (ansia, paura, dolore ecc.) una disorganizzazione del sé che danneggia i risultati. La condizione opposta all’entropia psichica è invece l’esperienza ottimale o esperienza di Flow, uno stato di grazia che porta alla peak performance, poiché non c’è alcun disordine mentale da sistemare né alcuna minaccia da cui il sé debba diferdersi si ha il controllo sulla propria energia psichica aggiungendo ordine al sistema.

 

Il campione di atleti da noi indagato, considerando che per ogni subscala il punteggio può andare da un minimo di 4 a un massimo di 20, ha vissuto e descritto la propria esperienza di flow ottenendo dei buoni risultati in tutte le dimensioni, eccoli qui di seguito:

  1. nella concentrazione, dove le uniche informazioni che filtrano sono quelle utili in quel momento per svolgere quell’attività, ha ottenuto una media di 16,42 con un range nelle risposte che và da 13 a 20;
  2. nel senso di controllo, quell’immedesimazione nel compito che genera un’assenza di preoccupazione per quello che succede ha avuto una media di 13,92 con un range da 8 a 17;
  3. per quanto riguarda l’equilibrio tra sfida ed abilità, il bilanciamento tre le richieste del contesto e le proprie risorse la media è stata di 14,42 con un range da 10 a 19;
  4. nella destrutturazione del tempo, dove l’atleta è immerso in quello che fà con la scomparsa temporanea delle necessità fisiche di base, la media ottenuta è quella più bassa con 11,75 e un range da 6 a 20;
  5. l’unione tra azione e coscienza, dove l’attività diventa automatica, spontanea e naturale, la media è stata 14,42 con un range da 11 a 20;
  6. le mete chiare, cioè gli obiettivi definiti e il dominio sulle azioni hanno avuto una media di 16,25 con un range da 14 a 19;
  7. l’esperienza autotelica, dove gli atleti combattevano solo per il piacere di farlo ha raggiunto la media di 17,33 con un range da 13 a 20;
  8. nella perdita di autoconsapevolezza, dove il non prestare attenzione al nostro ego ci toglie la preoccupazione di fare bella figura la media è stata 14 con un range da 7 a 19;
  9. la media del feedback immediato durante l’azione, quello che ci permette di sapere se la situazione è sotto controllo è stata di 12,17 con un range che và da 8 a 16.

In generale, dalla descrizione precedente e come vediamo dal grafico n°1, tutte le (nove) dimensioni del Flow risultano buone, la dimensione n°4) destrutturazione del tempo risulta più bassa rispetto alle altre facendo ipotizzare che la presenza di un cronometro, i limiti di tempo e le pressioni esterne possano influire su questa esperienza, mentre possiamo dire che l’esperienza autotelica n°7) dove gli atleti erano concentrati, motivati all’azione e spinti da un piacere intrinseco fine a se stesso, non rivolto cioè solo ad eventuali ricompense esterne, è stata la dimensione più alta rilevata nella ricerca.


GRAFICO n°1 – medie di tutto il campione indagato

Se mettiamo a confronto, come vediamo nel grafico n°2, i risultati degli atleti che hanno vinto con quelli che hanno perso, notiamo che questi ultimi nonostante la sconfitta subita hanno ottenuto punteggi superiori in addirittura sei subscale, specialmente nella dimensione n°7, l’ esperienza autotelica (M 18), percependo la loro performance più autosoddisfacente rispetto ai primi, segno di un’educazione sportiva orientata alla prestazione ottimale durante la gara e non influenzata dal verdetto finale.


grafico n°2 – confronto Medie atleti (vinto-sx) vs (perso-dx)

Al termine di una giornata massacrante per tutti, organizzatori, coach, arbitri, con oltre 300 atleti che si confrontavano su 5 tatami, da un’osservazione esterna il clima psicologico è sempre rimasto nella sportività, ma anche i dati statistici confermano come gli atleti di Kickboxing siano predisposti a raggiungere una dimensione ottimale in gara e a competere prima di tutto con se stessi, manifestando un orientamento alla prestazione per un proprio percorso di crescita, più che rivolto alla sola vittoria finale.

 

Possiamo concludere che per questi atleti la vittoria è stata raggiunta nella  prestazione ottenuta e che alla fine loro hanno ritenuto gratificante. Sarebbe interessante in futuro indagare un campione più vasto di atleti, confrontando anche l’età, il genere, la disciplina e la specialità, in modo da scoprire a 360° le esperienze vissute in gara dagli atleti, ritenendo questo un percorso di crescita per tutto il movimento della Kickboxing.  

Si ringrazia per la collaborazione e la disponibilità i coach e gli atleti delle scuole: Kickboxing Camaiore;

  • Akiyama Livorno;
  • Team Orler Stiava;
  • SAM Go Kekomi Pescia;
  • VVF Firenze;
  • Scuola Fragale Pisa;
  • SAM Vicopisano.  

bibliografia

  • Il Flow Nella Scherma Di Gabriella Starnotti
  • Http://Www.Amismasterscherma.It
  • Master Online in Mental Training e psicologia dello sport
  • www.psymedisport.com.

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