Visualizzazioni ed allenamento ideomotorio
Dott. Matteo SIMONE
(Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR)
Secondo
Alberto Cei immaginare è un'attività che coinvolge non solo la vista
ma anche il tatto, l'udito, i muscoli, insomma "è un pensiero di
tutto il corpo". Ripercorrendo mentalmente tutte le tappe
procedurali relative al compito è possibile fissarne le
caratteristiche più salienti ed anticiparne eventuali difficoltà
operative. “I started visualizing in 1978. My
visualization has been refined more and more as the years go on.
That is what really got me the world record and the Olympic medals.
I see myself swimming the race before the race really happens…..
About 15 minutes before the race I always visualize the race in my
mind and "see" how it will go. I see where everybody else is, and
then I really focus on myself. I do not worry about anybody else. I
think about my own race and nothing else.… You are really swimming
the race. In my mind… I actually feel in the water.” (Highly
successful Olympian-wimming) (Terry Orlick, John Partington, Mental
Links to Excellence, The Sport Psychologist, 1988, 2, 105-130)
Liggett e Hamada, fanno una distinzione
tra imagery mentale ed imagery cinestesica. L'imagery mentale
consiste nel vedersi da soli eseguire la prestazione, nel caso degli
atleti, come se si stesse guardando un film o un video della loro
stessa prestazione. Nell'imagery cinestesica, l'immaginazione
diventa più intensa o più profonda, l'atleta sente realmente il
movimento nei muscoli e sperimenta le emozioni della performance;
rispetto a quella mentale, l'imagery cinestesica è più efficace a
causa degli impulsi, confrontabili a quelli dell'evento reale, che
vanno ai muscoli. Frester chiama Allenamento ideomotorio (Ai) "tutte
quelle forme di esercitazione nelle quali si ha
un'auto-rappresentazione mentale, sistematicamente ripetuta, e
cosciente dell'azione motoria che deve essere appresa, perfezionata,
stabilizzata o precisata, senza che si abbia un'esecuzione reale”.
Il
funzionamento dell'Ai si basa sul fenomeno ideomotorio, noto anche
come effetto Carpenter che a sua volta, si fonda sul fatto che
immaginare un movimento determina una stimolazione, seppure molto
lieve, dei muscoli interessati dall'attività immaginativa. si fonda
sul fatto che immaginare un movimento determina una stimolazione,
seppure molto lieve, dei muscoli interessati dall'attività
immaginativa. Il risultato sarebbe un rinforzo, un consolidamento
della traccia mnestica nella memoria del movimento, il che
faciliterebbe la successiva esecuzione concreta. L'atleta dovrebbe
non solo guardare se stesso mentre esegue l'esercizio, ma dovrebbe
sentirsi quanto più possibile; più è vivida l'imagery, più la
prestazione aumenta. Per avere un'imagery efficace nello sport,
l'immagine deve essere colorata, realistica, e coinvolgere le
emozioni appropriate; l’imagery (sia visiva, che uditiva, che
motoria) attiva molte aree corticali simili a quelle attivate quando
percepiamo realmente un oggetto, una figura, un suono o eseguiamo un
movimento. “Se desiderate compiere qualcosa nella realtà,
innanzitutto visualizzate voi stessi mentre riuscite a compierla.”[1]
Fare in modo che la persona immagini l’intera prestazione
dall’inizio alla fine facendo attenzione a sentire l’intero corpo,
le sensazioni muscolari mentre fa questo, muovendosi all’interno
dell’esperienza il più vividamente possibile e se c’è qualche
distrazione suggerirgli che la può mettere in un contenitore e
riprenderla in un secondo momento.
Una
di queste tecniche è nota come “posto sicuro” e comporta la
visualizzazione di una posizione reale o immaginaria che porta forti
associazioni di relax. E’ un esercizio di visualizzazione per
trasportare la persona da una situazione stressante in un luogo di
pace e tranquillità: “chiudi gli occhi e respira profondamente;
concentrati sul tuo respiro ed ascolta i battiti del cuore, in pochi
secondi, immaginerai il tuo luogo preferito di relax: un fiume, una
spiaggia, un prato; ora immagina di vedere il tuo posto sicuro da un
balcone e vi è una scalinata di 10 gradini; ora inizia a scendere le
scale e a ogni gradino diventi sempre più calmo, più rilassato; ogni
gradino ti porta sempre più in profondità nel tuo meraviglioso luogo
di relax e man mano che si scendono lentamente le scale riscontri un
senso sempre più profondo di rilassamento in tutto il corpo; nel tuo
luogo di relax, prenditi il tempo di immergerti nei panorami intorno
a te, senti gli odori ed ascolta i suoni della musica preferita in
sottofondo;sentiti sprofondare in uno stato sempre più profondo di
rilassamento; mentre sei rilassato, regalati alcuni suggerimenti
positivi e benefici, ad esempio, per aumentare la fiducia in te
stesso, raggiungendo prestazioni di picco, o padronanza di una
competenza specifica dello sport”. Può diventare un modo efficace
per mantenere la calma prima della gara.
[1] Lazarus A.,
opera citata, pag. 60.
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