Attività fisica per il benessere fisico, psicologico e sociale
Di: Dott. Matteo SIMONE
(Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR)
L’inattività
fisica è al quarto posto tra le principali cause di morte dovuta a
malattie croniche, quali disturbi cardiaci, ictus, diabete e cancro,
e contribuisce ad oltre 3 milioni di morti evitabili all’anno a
livello mondiale. La mancanza di attività fisica contribuisce,
inoltre, ad aumentare i livelli di obesità infantile e adulta.
L’attività fisica fa bene alle persone di ogni età: nei bambini
promuove uno sviluppo fisico armonico e favorisce la
socializzazione, mentre negli adulti diminuisce il rischio di
malattie croniche e migliora la salute mentale. Non è mai troppo
tardi per iniziare con l’attività fisica. Per gli anziani, i
benefici riguardano l’autonomia funzionale, la diminuzione del
rischio di cadute e di fratture e la protezione dalle malattie
correlate all’invecchiamento.[1]
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda un minimo di
30 minuti di attività fisica moderata (che include ma non si limita
allo sport) al giorno per gli adulti e di 60 minuti per i bambini.[2]
I ragazzi più sportivi sarebbero meno inclini al consumo di
sostanze. E’ quello che emerge da uno studio condotto dai
ricercatori dell’Istituto per la Ricerca Sociale di Ann Arbor nel
Michigan (USA) e pubblicato sulla rivista Addiction. L’obiettivo
della ricerca era quello di capire fino a che punto l’esercizio
fisico influisse sull’assunzione o meno di sostanze tra i giovani
adulti. Il campione preso in esame era composto da oltre 11mila
ragazzi statunitensi dai 18 ai 26 anni. Diversi gruppi di giovani
sono stati seguiti dal 1986 fino al 2001 con 4 sondaggi consecutivi
nei quali veniva chiesto il livello di attività fisica svolta, il
consumo di alcol, sigarette o marjiuana nel corso degli ultimi 30
giorni prima del sondaggio e in generale nei periodi precedenti
oltre alle generalità su componenti del nucleo familiare, livello di
istruzione, età e genere.
I
risultati hanno mostrato che maggiore è l’attività sportiva minore è
il consumo di sostanze già all’inizio dello studio con i giovani
intorno ai 18 anni di età. Inoltre è stato osservato che un aumento
dei livelli dell’attività sportiva praticata dai giovani con il
passare degli anni, risulta in una corrispondente diminuzione di uso
di sigarette, marijuana e altre droghe. Molti sono intenzionati ad
iniziare a praticare una forma di esercizio fisico per diversi
motivi quali il dimagrire, il rispondere ad una richiesta di un
medico, ecc., ma dall’intenzione al voler iniziare c’è tanta strada
da fare, molti intenzionati non hanno ancora iniziato e non
inizieranno mai seppur ne abbiano l’intenzione o la necessità.
Questo è dovuto a diversi fattori, ad esempio la persona pur avendo
compreso che per star meglio o comunque per non star peggio deve
ricorrere alla pratica di un esercizio fisico potrebbe comunque
ritenere che tale pratica consista in uno sport non alla sua portata
e quindi potrebbe non sentirsi in grado di cimentarsi.
Come fare per uscire da questo blocco mentale?
Innanzitutto la persona può intraprendere un percorso di
autoconsapevolezza che possa agevolare la progressione nei sotto
elencati stadi teorizzati con il modello transteoretico Di Clemente
e Prochaska:
Nella
prima fase, chiamata precontemplativa, i soggetti non sono
consapevoli o interessati alle conseguenze del proprio comportamento
nocivo e quindi non esprimono alcuna intenzione di cambiare
nell’immediato futuro. Il comportamento nocivo potrebbe riferirsi ad
un’alimentazione eccessiva o non equilibrata, o ad una scarsa
attività fisica considerata indispensabile ed essenziale per la
prevenzione di diverse patologie mediche e psichiche. In questo caso
sono inutili i suggerimenti degli amici, parenti, colleghi perché la
persona che non vuol sentire non sente ma continua la sua vita con
le sue modalità perché è lui che conduce il carro che conosce i suoi
bisogni e non accetta intrusi, in questo caso è indicata una
psicoeducazione e cioè un esperto che illustri alla persona la sua
situazione in una maniera diversa dal comune, ad esempio con
metafore, con paradossi, con visualizzazioni?
Nella fase contemplativa si trovano le persone che
dichiarano di aver pensato di cambiare il comportamento ma senza
assumersi ancora impegni precisi verso una modifica. Questa può
essere una fase di stallo, la persona è consapevole del proprio
disagio, ha deciso di porre rimedio ma non ha ancora iniziato. Qui
c’è da lavorare con la persona per permetterle una spinta proplusiva
verso l’inizio della pratica dell’esercizio fisico. Si può chiedere
alla persona innanzitutto
di individuare inizialmente un giorno della settimana in cui può
essere più propenso a dedicarsi all’esercizio fisico, l’ora, il
luogo, il tipo di esercizio fisico e le modalità, ed assieme si può
cercare di fare una programmazione mentale di quello che potrebbe
avvenire quel giorno a partire dalla vestizione di abbigliamenti
sportivi, procedendo con il percorso che si farà, quello che si
incontrerà, le sensazioni che potrebbe sperimentare, ad esempio di
stanchezza fisica, di piacevolezza di autoefficacia per essere
riuscito nell’obiettivo preposto, ecc..
La fase di preparazione indica l’intenzione di agire nel
futuro prossimo e la presenza di tentativi di cambiare il proprio
comportamento in passato. Dopo aver deciso la giornata giusta e
valutato i diversi dettagli, si può dire che si è a buon punto in
quanto è tutto organizzato e stabilito e bisogna solo aspettare il
giorno stabilito per cimentarsi in questa nuova avventura. La
persona non vedrà l’ora di sperimentare quanto programmato e
verificare se era come aveva programmato mentalmente, se vi erano
imprevisti che non aveva considerato o sorprese che aveva
sottovalutato.
La
fase di azione è caratterizzata da processi di liberazione,
di rivalutazione di sé, attraverso i quali il soggetto si convince
di essere capace di cambiare e si impegna nel modificare il proprio
comportamento per un certo periodo. Eccoci arrivati al giorno e
all’ora stabilita, la persona è pronta all’azione, a partire e
questo le permetterà di sentirsi capace di portare a termine un
obiettivo, di sentirsi in grado di prendersi cura di se stesso,
durante questa fase farà attenzione a quello che accade in quel
momento, alle sue sensazioni, valuterà se è una cosa fattibile e da
ripetere se può cambiare qualcosa la prossima volta. “Per quanto
riguarda la mia dieta, Ti informo che, grazie ai tuoi preziosi
consigli, in queste due settimane ho raggiunto i miei primi
"piccoli" obiettivi: Ho perso un chilo e settecento grammi.”
Quando l’azione si mantiene per un tempo superiore, si dice che
la persona ha raggiunto lo stadio del mantenimento. Da quel
giorno in poi la persona può decidere se continuare nell’impegno
intrapreso o valutare che è qualcosa troppo grande per lui e quindi
gettare la spugna e rassegarsi a soccombere, nel primo caso ci sarà
comunque da lavorare in quanto sarà importantissimo l’esercizio
fisico praticato quel giorno ma non sarà sufficiente e questo sarà
la persona stessa a rendersene conto e si adatterà gradualmente a
quell’esercizio che di volta in volta sperimenterà la voglia di
superarsi e di voler fare un’esercizio sempre più impegnativo o con
più frequenza.
Alcuni consigli per iniziare:
E’ consigliabile iniziare dall’attività più semplice e naturale,
il camminare. Il cammino rappresenta il primo livello per tutti
coloro che desiderano iniziare a dedicarsi alla propria salute.
Camminiare ogni volta che è possibile, ricordandoci che i
benefici maggiori si ottengono con la continuità. Camminare
rappresenta un’attività motoria indicata per ogni categoria di
persone, senza preclusione di sesso o di età, è un’attività che
svolge un ruolo importante sia nella prevenzione primaria che
secondaria delle malattie cardio-vascolari, può rappresentare un
modo per riscoprire il valore del dialogo, dell’amicizia, della
compagnia degli altri.
Scegliete giorno, orario che ritenete poter dedicare
all’esercizio;
Decidete un luogo, esempio un parco;
Avvisate chi frequentate dell’impegno preso con voi stessi;
Procuratevi l’abbigliamento adatto;
Decidete l’attività da svolgere ed il percorso;
Valutate un eventuale coinvolgimento o compagnia.
Esempi di attività: passeggiata a piedi, in bicicletta, una
nuotata, un corso di ballo, ecc..
Dopo
averlo fatto per un pò di volte potete provare a variare qualcosa in
modo che sia sempre stimolante;
Potete variare la velocità, esempio 10’ camminata lenta, 10’
veloce e ultimi 10’ lenta;
Potete variare il percorso, esempio 10’ camminata in piano, 10’
salita e discesa e 10’ lenta;
Potete includere scalinate, esempio 10’ camminata in piano, 10’
scalinate e 10’ lenta;
Potete cambiare luogo, esempio mare, lago, montagna;
Potete cercare compagnia o coinvolgere altri, esempio amici,
parenti, conoscenti, colleghi;
Con il passare dei giorni potete diminuire i minuti di camminata
ed aumentare quelli di corsa fino ad arrivare ad iniziare a correre
per una mezz’ora;
L’aver sperimentato la pratica di un esercizio fisico senza
particolari problemi e con una minima parte di piacere potrebbe
permettervi un cambiamento nella vostra vita perché vi è una
distorsione percettiva positiva per quanto riguarda ad esempio le
distanze, un tratto di 1km diventerà una passeggiata di 10-15 minuti
e non un tratto da percorrere in auto, il 3° piano in un
appartamento diventerà un occasione per fare un esercizio in salita
anziché una routine consistente nel pigiare il pulsante, aspettare,
entrare, salire, uscire, salutare, ecc.. Provate a percorrere queste
fasi, non costa, può anche essere divertente, un’occasione per
sperimentarsi, per conoscere gente, ecc.. L’inattività fisica incide
notevolmente sui costi diretti e indiretti dell’assistenza sanitaria
e ha un impatto significativo sulla produttività e sugli anni di
vita in buona salute. Le politiche e le azioni che favoriscono lo
svolgimento dell’attività fisica rappresentano un forte investimento
per la prevenzione delle malattie croniche e per il miglioramento
della salute, per le relazioni sociali e la qualità della vita.[3]
Matteo SIMONE Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt, Terapeuta EMDR
Roma, via Veio 52/b c/o Psico&Art
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www.psicologiadellosport.net
'Psicologia dello Sport e non solo'
Il libro è distribuito anche da:
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Cantalice 3478645198
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303 |
[1]
www.globalpa.org.uk | 20 MAGGIO 2010
[2] Commissione
delle Comunità Europee, Libro bianco sullo sport, Bruxelles,
11.07.2007
[3]
www.globalpa.org.uk | 20 MAGGIO 2010
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