Le armi di circostanza
Di:
Nakya Carrani
Fin dall’ età preistorica l’uomo nella sua evoluzione ha dovuto
colmare uno svantaggio naturale, essendo privo di artigli, denti
aguzzi e di una ragguardevole forza fisica ha dovuto sopravvivere
confrontandosi con animali molto più grandi, aggressivi e
naturalmente armati.
Come ha fatto a non estinguersi?
L’ingegno lo ha aiutato, ha iniziato usando quello che la natura
gli forniva per colmare questo svantaggio, pietre, bastoni in legno,
ossa di animali, tutti usati così come venivano trovati per colpire,
tagliare o infilzare, in modo da potersi procurare il cibo o
scacciare gli animali che volevano cibarsi di lui. Solo nel tempo
poi ha iniziato a lavorare le pietre, il legno e le ossa, in modo da
ottenere ARMI MIGLIORI ovvero :
s. f. (pl. armi , lett. arme ) 1 Tutto ciò che serve
all'uomo quale strumento di offesa o di difesa | Arma
bianca, che ferisce di punta o di taglio, come il pugnale,
la spada e sim. | Arma da fuoco, che lancia a distanza
proiettili e sim. mediante sostanze esplosive | Arma
impropria, (dir.) qualsiasi oggetto o strumento (martello,
bastone ecc.) che può essere usato come arma | |
L’uomo ha sempre fatto di necessità virtù, il nostro modo di
vivere moderno ha un po’ inibito questa capacità, nella nostra
società “moderna” non abbiamo più bisogno di saperci procurare il
cibo, perché noi lavorando svolgiamo un servizio per la società che
a sua volta ci fornisce un supermercato dove fare la spesa,
spendendo i soldi ricavato dal lavoro. Altrimenti il tempo impiegato
a lavorare dovremmo impiegarlo a procurarci il cibo, lo stesso viene
fatto con il principio del sapersi difendere, la società ha
giustamente creato un sistema di tutori dell’ordine che dovrebbero
occuparsi al nostro posto della nostra incolumità, nel 99% dei casi
infatti è così.
Ma
in quell’1% cosa succede?
Purtroppo non è possibile che i tutori dell’ordine siano ovunque
in ogni momento e anche se arrivassero in cinque minuti in ogni
posto dove si sta commettendo un crimine, arriverebbero sempre con
cinque minuti di ritardo, un tempo estremamente lungo se in quel
momento siamo le vittime del crimine. Ecco perché secondo me
dovremmo riappropriarci dei nostri istinti, in ogni film si sente
sempre la frase :- Da grandi poteri derivano grandi
responsabilità-: sono d’accordo, sapersi difendere, essere in
grado di combattere non significa saper aggredire le persone, ma
probabilmente sapere quanta pericolosità si cela dietro uno scontro
e adoperare il cervello per evitarlo in ogni modo. Tornando alla
dolorosa possibilità di incorrere in una aggressione che come ho
scritto in un altro articolo non verrà eseguita da un nostro pari ma
probabilmente da un energumeno più grosso e forte di noi, quindi
dobbiamo indubbiamente ricorrere all’ingegno esattamente come
facevano i nostri antenati per competere in natura.
Come?
Non ci è permesso girare armati, o almeno con quelle che vengono
definite tali, ma l’ambiente può aiutarci… impariamo quindi a
guardare un oggetto e a scoprirne a colpo d’occhio quello che
potrebbe essere il suo utilizzo come arma, io vi dò l’input
iniziale, voi divertitevi a cercare negli oggetti comuni le
potenzialità nascoste. Le chiavi, una penna robusta, un casco, una
rivista arrotolata (non un quotidiano, ma quelle con il bordo
rigido) ecct… ecct…
Le
chiavi se sono legate saldamente fra loro da uno di quei passanti in
acciaio che spesso si usano come portachiavi, possono essere usate
in diversi modi, uno può essere quello di far uscire le chiavi dallo
spazio che c’è fra le dita quando chiudiamo il pugno, poggiando
l’anello che le tiene unite al palmo, in questo modo possono essere
appunto usate come tira pugni, o se il mazzo è di una certa
pesantezza possiamo legare all’anello che tiene unite le chiavi un
corto cavetto di acciaio o nylon in modo da far roteare il mazzo
prima dell’impatto ed usarlo in modo simile ad una mazza ferrata
medioevale, questo modo può essere utilizzato anche per un casco che
oltre a proteggere la testa o essere utilizzato per deviare i colpi
dell’avversario a mo di scudo, se afferrato per il laccio e fatto
roteare otterrà un impatto di una notevole potenza.
La penna invece può essere utilizzata per colpire impugnandola
come un rompi ghiaccio, cioè con la punta che fuoriesce dalla parte
del dito mignolo, provate a colpire con una penna robusta una
superficie tipo quella dell’anguria per rendervi conto della potenza
del colpo, e poi abituatevi a tenerla sempre nello stesso posto,
dove sia di facile ed immediato accesso in modo da sapere
perfettamente dove si trova ed all’occorrenza afferrarla senza
bisogno di guardare, usata per colpire parti morbide può diventare
un ottima alleata in caso di pericolo.
La
rivista può essere utilizzata come un antica arma giapponese il
kobutan, cioè un cilindretto di legno di quindici, venti centimetri
che veniva utilizzato per colpire le zone sensibili del corpo umano
o controllare l’avversario premendolo sui centri del dolore.
Arrotolando la rivista con il bordo rigido a formare due punte che
fuoriescono da entrambe le parti della mano, impugnandola saldamente
si possono imprimere potenti affondi che se diretti sui punti giusti
possono inibire una azione di attacco. Non raccomando certo a
nessuno di girare infilando la penna negli occhi dei passanti, e
neanche di fronte ad un aggressore armato di giocare ai super eroi,
pensando :- tanto ho una penna o un giornale e quindi adesso ti
batto e ti mando via con la coda fra le gambe-: sicuramente questa
non è l’intenzione per cui vi parlo dell’utilizzo delle armi di
circostanza… ne parlo perché si possa comprendere che in una
situazione dove la mia vita è a rischio… tutto di qualunque cosa è
meglio di niente, e se questa conoscenza può darmi anche soltanto lo
0,5% in più di possibilità di sfuggire, voglio poter usare anche
quello visto che alla mia vita ci tengo.
La conoscenza deve essere soprattutto un modo per scongiurare le
situazioni pericolose, non certo per crearle, una pistola non spara
se nessuno preme il grilletto, le armi diventano pericolose solo in
mano a persone che sarebbero pericolose anche disarmate in quanto
instabili, emotivamente e psicologicamente.
Sapersi difendere è un diritto, ma riuscire a non doverlo fare è
un privilegio che non è concesso a tutti purtroppo. |