La pianta del tè e le caratteristiche di questa bevanda

Di: Roberta Cerruti

La pianta del tè

Con una carrellata dei principali te che si possono trovare in commercio, affinché forse qualche lettore sia spinto a compiere un viaggio sensoriale in questo mondo vasto e di certo poco conosciuto, o conosciuto solo superficialmente, per come il mercato occidentale ce lo propone…lasciandoci all’oscuro, come spesso accade, di un immenso patrimonio legato a centinaia di varietà diverse di questa sostanza che difficilmente potremo trovare nei luoghi della grande distribuzione a cui siamo assuefatti….

Cerchiamo ora di capire quali sono le caratteristiche di questa pianta e quali proprietà possiede…

La pianta del tè è una sempreverde, con piccoli boccioli bianchi che somigliano a roselline, originaria della Cina, del Tibet e dell'India del Nord.

Nel suo libro, Il Canone del Tè, Lu Yu parla di una pianta di tè selvatica nel Sichuan il cui tronco era così grande che le braccia di due uomini non sarebbero state in grado di cingere e sembra che nel Sichuan e nello Yunnan si trovino ancora molti di questi alberi che s'innalzano anche oltre i 12 metri.

Quando le piante da tè crescono senza cure possono raggiungere anche i 10 metri ed è per mantenerle ad un'altezza utile alla raccolta che i piantatori le potano a 60 o 90 cm.

Il primo a descrivere la pianta del tè fu il botanico svedese Linneo nel 1753 che la chiamò Thea Sinensis, cioè Tè Cinese.

In alcuni testi la pianta del tè viene ancora chiamata Thea Sinensis, il nome con cui fu classificata da Linneo nel 1753.

Non si tratta di un errore perché in base alle regole internazionali sulla nomenclatura scientifica delle piante, il nome assegnato per primo va conservato anche se in seguito questo viene cambiato.

A partire dal 1958, anno di pubblicazione dello studio sul genere Camellia di J. R. Sealy, è stata confermata l'appartenenza della pianta alla famiglia delle Camelie e le è stato attribuito il nome di Camellia Sinensis.
A tale genere appartengono 81 specie delle quali solo 5 sono usate per la produzione del tè.

Tra le varianti di tè sicuramente più note e diffuse anche in Occidente riscontriamo il tè nero  e il tè verde.  Linneo era erroneamente convinto che il tè verde e il tè nero provenissero da due piante differenti mentre si sa che non ci sono tante varietà di piante quante sono le varietà di tè commercializzate. Queste ultime sono il frutto di differenze relative alle zone di crescita, al suolo e alle condizioni climatiche, al metodo di lavorazione e al periodo o al tipo di raccolta.

La maggior parte dei coltivatori utilizza solo tre tra le specie di piante che vengono individuate sulla base della loro provenienza geografica: Cinese, Assamica e Cambogiana.

La Camellia Sinensis può raggiungere i 3-4 metri di altezza e tollera temperature anche molto basse, ha foglie aghiformi dentate ai lati, lunghe circa 6 cm e può vivere anche fino a 100 anni. Dà origine essenzialmente ai Tè verdi, bianchi, rossi, semifermentati (oolong).

La Camellia Assamica è notevolmente più alta, può infatti raggiungere anche i 15 metri di altezza. Ha foglie ovali con cime che possono raggiungere anche i 35 cm di lunghezza, fiorisce nei climi tropicali e ha una vita produttiva di circa 40 anni. La assamica dà origine ai Tè neri.

Il tè oggi in commercio, cresce in una cintura che circonda la terra al di sopra dell'Equatore. I giardini migliori sono quelli che si trovano ad altezze inferiori ai 1800 metri.

L'altezza e le nebbie montane aiutano la pianta proteggendola contro l'eccessiva esposizione al sole e creando le condizioni ideali di umidità e temperatura per favorire la crescita lenta delle foglie e dei germogli, conservandone la loro tenerezza.

Le piante di tè sono prodotte da semi della grandezza di una nocciola, raccolti in ottobre e tenuti tutto l'inverno in una mistura di sabbia e terra.

In Primavera vengono piantati in un’apposita area o direttamente nel terreno alla profondità di circa 1 metro. Dopo la prima fase di sviluppo, le piantine vengono potate ogni settimana per evitare una crescita eccessiva.

La raccolta inizia al terzo anno nei giardini a bassa quota e al quinto in quelli di alta quota e la vita produttiva va dai 30 ai 40 anni ma alcune piante, generalmente selvatiche, hanno una vita produttiva superiore ai cento anni.
Le piante possono essere prodotte anche con il sistema della margotta, cioè con il trapianto di rami radicati. Fino al 1960 si procedeva per clonazione partendo dal taglio dalla foglia piuttosto che dal ramo.

 In India il tè è coltivato in grandi piantagioni che progressivamente si stanno meccanizzando mentre in Cina il tè è prodotto principalmente in piccoli appezzamenti familiari situati in collina, dove la meccanizzazione è più difficoltosa.

La raccolta manuale rimane una delle operazioni più importanti che non è stata ancora sostituita con successo da quella meccanica. È anche vero che se la raccolta è ancora manuale e viene fatta da dita espertissime questi giardini sono altresì altamente meccanizzati in altri campi, quali ad esempio l'irrigazione automatica.

Subito dopo il raccolto, le foglie subiscono, grosso modo, questi trattamenti:

  • appassimento,

  • arrotolamento,

  • fermentazione (questa fase può anche non esserci) ed essiccazione.

Secondo il processo di lavorazione si hanno quattro grandi categorie: tè bianchi, tè verdi, tè Oolog, tè neri. A questi vanno aggiunte le varietà, fra le quali tè Pu-Ehr, tè gialli, tè aromatizzati e chai o tè speziati.

Ma le caratteristiche di questi tipi di tè le rimandiamo a un prossimo articolo, dove tratteremo in maniera particolareggiata le varietà più note e diffuse.

Le proprietà del tè

Concludiamo questo nostro secondo articolo sull’affascinante mondo del tè indicando le principali proprietà organolettiche di questa bevanda.

Un componente fondamentale del tè è la teina, uno stimolante che aumenta l’attività dei succhi gastrici. È contenuta in tutti i tipi di tè, in proporzioni diverse, minori nel tè verde (una tazza ne contiene circa 8 mg) e maggiori nel tè nero (una tazza può contenerne anche 100 mg). La teina stimola il sistema nervoso centrale, aumenta la diuresi, stimola il muscolo cardiaco e tutte le facoltà fisiche e psichiche. Non viene trattenuta dal corpo e non provoca quindi modificazioni chimiche all’organismo: la teina viene inoltre assorbita più lentamente rispetto alla caffeina contenuta nel caffé, così che il tè ne risulta più rinfrescante e tonificante.

Durante la preparazione del tè la teina si sprigiona nei primi 2 minuti; subito dopo le foglie liberano il tannino. Teina e tannino sono antagonisti, cioè il tannino neutralizza la caffeina.

Per questo il tè ha un effetto eccitante se le foglie vengono lasciate in infusione fino a 2 minuti, mentre non lo è se l’infusione si protrae a 5 minuti.

Altro elemento essenziale del tè è rappresentato dai flavonoidi. In natura ne esistono migliaia: hanno funzionane antiossidante, sono cioè rapaci di raccogliere e disattivare i radicali liberi potenzialmente dannosi che, se lasciati liberi nell’organismo, possono provocare malattie croniche come problemi cardiovascolari, tumori, cataratta, infiammazioni, artriti, morbo d’Alzheimer. Una ricerca condotta in Olanda ha evidenziato che persone che assumono grandi quantità di flavonoidi corrono meno rischi di avere attacchi di cuore rispetto a coloro che ne consumano meno. Una tazza di tè verde fornisce circa 200 mg di flavonoidi, la maggior parte dei quali vengono rilasciati nella bevanda nel primo minuto di infusione. Tempi di preparazione più brevi corrispondono al rilascio di meno flavonoidi. L’assunzione di tre tazze di tè al giorno per un periodo di due settimane fa aumentare di circa il 25% la concentrazione di flavonoidi nel sangue e le loro proprietà antiossidanti non diminuiscono assolutamente con l’aggiunta di latte. I flavonoidi presenti nel tè sono i seguenti:

  • tannino: ha la capacità di precipitare le proteine della saliva, dando così il tipico sapore di “astringenza”. Si combina in modo aspecifico con le proteine alimentari, formando complessi resistenti alle proteasi gastrointestinali. Il tannino inoltre, inibisce gli enzimi digestivi, essendo; anch’essi sono delle proteine.

  • thearubigins: si formano durante l’ossidazione enzimatica, chiamata fermentazione; presentano un coloro rosso;

  • caffeina (o teina di cui già sopra si è descritto): è un alcaloide presente anche nel guaranà, nella cola, nel cacao e nel mate. E’ uno stupefacente e pertanto svolge azione stimolante sul sistema nervoso. Di lieve azione diuretica e di modesto effetto vasodilatatore, ha un effetto irritante per la mucosa dello stomaco. Per la sua azione stimolante è usata come antidoto dei farmaci ipnotici. Effetti negativi da sovradosaggio sono eccitazione, insonnia, tremori, nausea, vomito;

  • catechine: presenti anche nel cacao, nel cioccolato e nel vino (oltre che nella frutta e nella verdura) svolgono molteplici funzioni oltre a quella di bloccare i radicali liberi che possono danneggiare le proteine ed il DNA (favorendo l’insorgenza dei tumori): tamponare la formazione, l’infiammazione e la rottura delle placche di colesterolo che minano la salute delle arterie e dell’intero organismo; potenziare l’azione della vitamina E;
    proteggere il fegato; migliorare la circolazione sanguigna e agire positivamente sulla pressione arteriosa.  


Fonte:

  Condividi


www.ilguerriero.it
Le riviste elettroniche


mailContatti

note

note

Inizio pagina

stella www.ilguerriero.it