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Sociologia

IL SOCIOLOGO MASSIMO BLANCO, CHE INTRATTIENE ORMAI UNA PROFICUA COLLABORAZIONE CON QUESTA RIVISTA ELETTRONICA, CI INVIA UNA INTERESSANTISSIMA E COMPLETA RELAZIONE SUI PROCESSI DI COSTRUZIONE DELL’AUTOSTIMA NEL BAMBINO. ECCOVI LA PRIMA PARTE.

I processi di costruzione dell’ autostima
- 1° parte -

Di: Dott. Massimo Blanco
(Direttore Dipartimento di Sociologia WTKA)

Inizieremo con questo primo articolo a parlare di “Autostima” dandone una prima definizione, comprendendo quanto sia di estrema importanza la famiglia nel determinare una positiva crescita del bambino e del suo “io” e citando le possibili, più o meno gravi, ripercussioni di carattere psicologico e sociale dovute ad un errato processo di “costruzione” del sentimento in questione.

Continueremo, prossimamente, con il parlare della giusta “atmosfera” familiare che dovrebbe garantire una positiva costruzione dell’autostima attraverso modelli di comportamento genitoriale e familiare: il controllo, la coerenza, la chiarezza, la fiducia, le aspettative, l’aiuto, i rinforzi, la comunicazione, le punizioni ecc…

AUTOSTIMA: CHE COS’E’?

In sostanza, l’autostima è “la positiva valutazione delle proprie caratteristiche (fisiche, psicologiche, sociali ecc…) e delle proprie possibilità rispetto all’ambiente”.

Essa è definita dal nostro equilibrio psichico e dal nostro benessere interno, determinati, entrambi, dal nostro vissuto. Da qui l’importanza del ruolo genitoriale e della famiglia più in generale, che ha una fondamentale influenza sulla percezione di un adeguato senso del “se” del bambino e sulla possibilità di costruire e mantenere corretti e appaganti rapporti con gli altri. Con il trascorrere del tempo, il bambino cresce e interagisce con altre agenzie di socializzazione come la scuola, gli amici, i gruppi ovvero contesti diversi da quello familiare che, tuttavia, resta ancora quello più importante e significativo. Quando manca il ruolo della famiglia, sovente accade che il bambino evidenzi un disagio che si manifesta con la ricerca di elementi di compensazione alle gravi assenze affettive e di comunicazione con i genitori, facendo scattare un “adattamento” che, comunque, non si può sostituire al meccanismo di una corretta crescita psico-affettiva e relazionale che deve avvenire nell’ambito familiare.

L’insufficienza di punti di riferimento si traduce in un sentimento di inadeguatezza tale da minare o, nel peggiore dei casi, interrompere lo sviluppo dell’autostima del bambino.

Quindi, il processo di costruzione di questo fattore fondamentale per la nostra esistenza e, se vogliamo, della nostra “sopravvivenza” sociale, atteso il tempo in cui viviamo, risale proprio alla prima infanzia, periodo nel quale la nostra “responsabilità”, cioè la capacità di poter scegliere, è assente in quanto dipendiamo interamente da fattori (genitori e contesti familiari) che condizionano il nostro sviluppo psicologico e la valutazione del nostro “io”.

Una inadeguata o assente autostima che spesso si rileva in molte persone, è dovuta principalmente a mancanze familiari dell’infanzia. Così, molti disturbi psichici (ansia, depressione, nevrosi, psicopatie ecc…) e sociali (disturbi del comportamento, difficoltà di relazione e integrazione ecc…) che si riscontrano negli adulti, possono essere il prodotto di un insufficiente processo di costruzione del “se” nei primi anni di vita.


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