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Psicologia

COME PROMESSOVI DALLA SUA INIZIALE PRESENTAZIONE… ECCOVI LA SECONDA PARTE DELL’INTERESSANTE ARTICOLO DEL NOSTRO COLLABORATORE MASSIMO FENU.  ANCORA UNA VOLTA LA SEMPLICE TRATTAZIONE DEL DIFFICILE ARGOMENTO, RENDE FRUIBILE PROPRIO A TUTTI LA SUA DELICATA COMPRENSIONE. DOPO AVERLO ACCOLTO CON GIOIA NELLA NOSTRA NUTRITA SCHIERA QUINDI… ASPETTIAMO ADESSO ALTRI SUOI INTERESSANTI LAVORI. ECCOVI LA SECONDA PARTE DEL SUO PRIMO ARGOMENTO TRATTATO.

Bodybuilding per il cervello… 2° parte

Allenare la mente al risultato e alla vittoria

Di:  Massimo Fenu
massimofenu@libero.it - www.scuoladarmi.it

Seconda parte: Scaldarsi e allenarsi. Per chi è deciso a migliorarsi non esistono programmi che “Cominciano da lunedì”.

Oggi nessuno inizia l’allenamento a freddo. Persino chi è quasi a digiuno di attività fisica, sa che il corpo va preparato e scaldato prima di iniziare. Lo stesso principio vale per la nostra mente. Certo ci si può allenare senza riscaldamento mentale… molti lo fanno; ci si può allenare anche senza riscaldamento fisico, molti che giocano a calcetto lo fanno… sicuramente lo si può fare, ma non ci si allena altrettanto bene.

    

Visualizzare e pre-eseguire, il segreto dei campioni

La mente non fa grande distinzione tra ciò di cui fate esperienza diretta e ciò che immaginate come esperienza. Questo è tanto più vero quanto più voi conoscete quella particolare esperienza. Ovvero, per un praticante di Brasilian Ju Jutzu, sarà molto più utile visualizzare un passaggio della guardia, rispetto ad un neofita.  La visualizzazione, prima di un allenamento o prima di una gara, consente al cervello di prepararsi ad utilizzare al meglio la capacità fisiche del corpo gestendo al contempo quelle emozionali. Il tutto focalizzando la propria concentrazione unicamente sulla sequenza tecnica da eseguire o sulla tattica e strategia da tenere in gara. Durante la visualizzazione abbiamo la possibilità di fare ciò tutte le volte che volgiamo, di farlo finché la performance non ci soddisfa perfettamente.

    

LA VISUALIZZAZIONE

A questo punto alcuni di voi si chiederanno: “Perfetto… ma come devo fare?”

Beh, se vi interessa approfondire l’argomento esiste una nutrita bibliografia, ma giusto per farvi un’idea potreste svolgere questo semplice esercizio.

  • Rilassatevi e lasciate che la vostra mente cominci ad immaginare l’esercizio che state per compiere.

  • Ciò che vedrete sarà un filmino della vostra esecuzione. Decidete, se ciò vi aiuta, di entrare dentro voi stessi e cambiare la visione in soggettiva.

  • Mentre fate questo cominciate a notare tutti i particolari di quello specifico gesto tecnico e ad associarvi tutte le sensazioni che vi da eseguirlo (immagini, sensazioni corporee, suoni).

  • Siate il più precisi possibile inserendo nel contesto gli abiti che indossate, il luogo in cui avviene la performance, le frasi che siete soliti dirvi per incoraggiarvi (se ce ne sono) nonché le sensazioni corporee normalmente associate.

  • Eseguite l’esercizio più volte sino a che la vostra prova diventa esattamente come vorreste che sia cambiandola ove necessario o osservandovi mentre trovate soluzioni efficaci a quelli che sono i vostri difetti.

  • Quindi. Interrompete la visualizzazione e provate l’esercizio.

Eseguite queste “simulazioni” più volte nell’arco della giornata e verificate dopo alcune settimane cosa è cambiato nei risultati che otterrete.

    

Riconoscere i segnali del proprio successo

Allenamenti, una corretta alimentazione e il giusto approccio mentale. I risultati dovrebbero presto giungere consistenti. Il problema ora è un altro: saremo capaci di riconoscerli? Chi lavora con gli sportivi, sa che sovente la valutazione della propria performance è un gioco al massacro, uno stillicidio di ciò che non è andato bene, degli errori che si continuano a commettere e di ciò che si dovrebbe migliorare. Il tutto, se all’atleta piace farsi male sul serio… condito con critiche, accuse e sensi di colpa. Ma naturalmente noi siamo assolutamente immuni da questi comportamenti negativi… o no? Riconoscere in modo preciso e obbiettivo i segnali dei propri miglioramenti è elemento essenziale per una crescita costante e per mantenere alto il livello di motivazione a breve termine (durante la preparazione ad una gara) ed a lungo termine (nell’arco di un qualsivoglia percorso agonistico).

    

Come fare?  Un corretto approccio all’analisi delle proprie prestazioni è tra le prime cose da mettere in atto.

Eliminate dal vostro vocabolario il termine critica. Sono inutili, vi ancorano a errori del passato e si incentrano su voi stessi.

Ciò che vi serve, al termine di una performance che volete prendere in analisi (buona o cattiva che sia) è invece la capacità di descrivere ciò che avete fatto nei dettagli, se occorre trovare rimedi. Vi occorre spersonalizzare il gesto tecnico per analizzarlo senza ansie… vi occorre vederlo con gli occhi di un altro. Vi occorre, infine, capire la situazione in cui un determinato evento si è verificato e il comportamento che l’ha generato.

Solo così le soluzioni che troverete, gli spunti che vi verranno subito in mente per rendervi migliori, più forti e più sicuri, faranno parte del vostro futuro.

    

… e per le performance di successo?

Il discorso è identico ma con un’aggiunta: una performance positiva è un’occasione d’oro per scoprire i segnali di successo della vostra mente e per aggiungerli al vostro “riscaldamento mentale”. Un semplice esercizio ci consentirà di scoprire come fare.

Subito dopo una prestazione particolarmente buona, trovate un momento per rilassarvi e ripercorrere la stessa, mentalmente.

Rivedete le immagini entrando dentro di voi mentre lo fate (visione in soggettiva) e riprovate tutte le sensazioni che avete provato in quel momento. Cosa avete visto, udito, percepito internamente. Riflettete se in quei momenti dicevate a voi stessi qualcosa e valutate se la cosa vi ha aiutato.

Quindi estrapolate questi elementi ed inseriteli nei vostri esercizi di riscaldamento mentale.

    

Maestri di se stessi

Nessuno sa meglio di voi cosa funziona e cosa non funziona per voi. Ciò che distingue il praticante della domenica da chi ottiene risultati sta anche nella capacità di adattare a se stessi metodiche tecniche, tattiche e strategie di allenamento.  In modo del tutto simile alle tecniche di combattimento non esiste la “mossa segreta o definitiva”. Il campione è colui che sviluppa all’eccellenza la propria, quella che gli si adatta meglio.


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