COME PROMESSOVI DALLA SUA INIZIALE PRESENTAZIONE… ECCOVI LA
SECONDA PARTE DELL’INTERESSANTE ARTICOLO DEL NOSTRO COLLABORATORE MASSIMO FENU.
ANCORA UNA VOLTA LA SEMPLICE TRATTAZIONE DEL DIFFICILE ARGOMENTO, RENDE
FRUIBILE PROPRIO A TUTTI LA SUA DELICATA COMPRENSIONE. DOPO AVERLO ACCOLTO CON
GIOIA NELLA NOSTRA NUTRITA SCHIERA QUINDI… ASPETTIAMO ADESSO ALTRI SUOI
INTERESSANTI LAVORI. ECCOVI LA SECONDA PARTE DEL SUO PRIMO ARGOMENTO TRATTATO.
Bodybuilding per il cervello… 2° parte
Allenare la mente al risultato e
alla vittoria
Seconda parte: Scaldarsi e allenarsi. Per chi è
deciso a migliorarsi non esistono programmi che “Cominciano da lunedì”.
Oggi nessuno inizia l’allenamento a freddo. Persino chi è
quasi a digiuno di attività fisica, sa che il corpo va preparato e scaldato
prima di iniziare. Lo stesso principio vale per la nostra mente. Certo ci si può
allenare senza riscaldamento mentale… molti lo fanno; ci si può allenare anche
senza riscaldamento fisico, molti che giocano a calcetto lo fanno… sicuramente
lo si può fare, ma non ci si allena altrettanto bene.
Visualizzare e pre-eseguire, il segreto dei campioni
La mente non fa grande distinzione tra ciò di cui fate
esperienza diretta e ciò che immaginate come esperienza. Questo è tanto più vero
quanto più voi conoscete quella particolare esperienza. Ovvero, per un
praticante di Brasilian Ju Jutzu, sarà molto più utile visualizzare un passaggio
della guardia, rispetto ad un neofita. La visualizzazione, prima di un
allenamento o prima di una gara, consente al cervello di prepararsi ad
utilizzare al meglio la capacità fisiche del corpo gestendo al contempo quelle
emozionali. Il tutto focalizzando la propria concentrazione unicamente sulla
sequenza tecnica da eseguire o sulla tattica e strategia da tenere in gara.
Durante la visualizzazione abbiamo la possibilità di fare ciò tutte le volte che
volgiamo, di farlo finché la performance non ci soddisfa perfettamente.
LA VISUALIZZAZIONE
A questo punto alcuni di voi si chiederanno: “Perfetto… ma
come devo fare?”
Beh, se vi interessa approfondire l’argomento esiste una
nutrita bibliografia, ma giusto per farvi un’idea potreste svolgere questo
semplice esercizio.
-
Rilassatevi e lasciate che la vostra mente cominci ad
immaginare l’esercizio che state per compiere.
-
Ciò che vedrete sarà un filmino della vostra esecuzione.
Decidete, se ciò vi aiuta, di entrare dentro voi stessi e cambiare la
visione in soggettiva.
-
Mentre fate questo cominciate a notare tutti i
particolari di quello specifico gesto tecnico e ad associarvi tutte le
sensazioni che vi da eseguirlo (immagini, sensazioni corporee, suoni).
-
Siate il più precisi possibile inserendo nel contesto gli
abiti che indossate, il luogo in cui avviene la performance, le frasi che
siete soliti dirvi per incoraggiarvi (se ce ne sono) nonché le sensazioni
corporee normalmente associate.
-
Eseguite l’esercizio più volte sino a che la vostra prova
diventa esattamente come vorreste che sia cambiandola ove necessario o
osservandovi mentre trovate soluzioni efficaci a quelli che sono i vostri
difetti.
-
Quindi. Interrompete la visualizzazione e provate
l’esercizio.
Eseguite queste “simulazioni” più volte nell’arco della
giornata e verificate dopo alcune settimane cosa è cambiato nei risultati che
otterrete.
Riconoscere i segnali del proprio successo
Allenamenti, una corretta alimentazione e il giusto approccio
mentale. I risultati dovrebbero presto giungere consistenti. Il problema ora è
un altro: saremo capaci di riconoscerli? Chi lavora con gli sportivi, sa che
sovente la valutazione della propria performance è un gioco al massacro, uno
stillicidio di ciò che non è andato bene, degli errori che si continuano a
commettere e di ciò che si dovrebbe migliorare. Il tutto, se all’atleta piace
farsi male sul serio… condito con critiche, accuse e sensi di colpa. Ma
naturalmente noi siamo assolutamente immuni da questi comportamenti negativi… o
no? Riconoscere in modo preciso e obbiettivo i segnali dei propri miglioramenti
è elemento essenziale per una crescita costante e per mantenere alto il livello
di motivazione a breve termine (durante la preparazione ad una gara) ed a lungo
termine (nell’arco di un qualsivoglia percorso agonistico).
Come fare? Un corretto approccio all’analisi delle
proprie prestazioni è tra le prime cose da mettere in atto.
Eliminate dal vostro vocabolario il termine critica. Sono
inutili, vi ancorano a errori del passato e si incentrano su voi stessi.
Ciò che vi serve, al termine di una performance che volete
prendere in analisi (buona o cattiva che sia) è invece la capacità di descrivere
ciò che avete fatto nei dettagli, se occorre trovare rimedi. Vi occorre
spersonalizzare il gesto tecnico per analizzarlo senza ansie… vi occorre vederlo
con gli occhi di un altro. Vi occorre, infine, capire la situazione in cui un
determinato evento si è verificato e il comportamento che l’ha generato.
Solo così le soluzioni che troverete, gli spunti che vi
verranno subito in mente per rendervi migliori, più forti e più sicuri, faranno
parte del vostro futuro.
… e per le performance di successo?
Il discorso è identico ma con un’aggiunta: una performance
positiva è un’occasione d’oro per scoprire i segnali di successo della vostra
mente e per aggiungerli al vostro “riscaldamento mentale”. Un semplice esercizio
ci consentirà di scoprire come fare.
Subito dopo una prestazione particolarmente buona, trovate un
momento per rilassarvi e ripercorrere la stessa, mentalmente.
Rivedete le immagini entrando dentro di voi mentre lo fate
(visione in soggettiva) e riprovate tutte le sensazioni che avete provato in
quel momento. Cosa avete visto, udito, percepito internamente. Riflettete se in
quei momenti dicevate a voi stessi qualcosa e valutate se la cosa vi ha aiutato.
Quindi estrapolate questi elementi ed inseriteli nei vostri
esercizi di riscaldamento mentale.
Maestri di se stessi
Nessuno sa meglio di voi cosa funziona e cosa non funziona
per voi. Ciò che distingue il praticante della domenica da chi ottiene risultati
sta anche nella capacità di adattare a se stessi metodiche tecniche, tattiche e
strategie di allenamento. In modo del tutto simile alle tecniche di
combattimento non esiste la “mossa segreta o definitiva”. Il campione è colui
che sviluppa all’eccellenza la propria, quella che gli si adatta meglio.
|