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Alimentazione

PRENDIAMO INTEGRALMENTE DAL SITO DELLA WTKA INTERNATIONAL E VI RIPROPONIAMO, UN INTERESSANTE ARTICOLO SCIENTIFICO, INERENTE I RISCHI A CUI ANDIAMO INCONTRO NELL’ALIMENTAZIONE, A CAUSA DELLA PROGRESSIVA CONTAMINAZIONE INDUSTRIALE DELLA NATURA.

Interferenti Endocrini e Sicurezza Alimentare

(IE, Endocrine Disrupters)

Da: Sara Virgilio
Di: Alberto Mantovani
Tossicologia Alimentare e Veterinaria Dip. di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare Istituto Superiore di Sanità: alberto@iss.it

     

Cosa sono gli Interferenti Endocrini (IE)?

Un eterogeneo gruppo di sostanze caratterizzate dal potenziale di interferire con il funzionamento del sistema endocrino attraverso svariati meccanismi - l’omeostasi degli steroidi e della tiroide sono i principali bersagli degli effetti degli IE, le cui ricadute principali riguardano la salute riproduttiva e dell’età evolutiva.

In che modo possiamo essere esposti agli IE attraverso gli alimenti ?

  • Contaminanti organici persistenti: sostanze che persistono nell’ambiente e bioaccumulano; ne fanno parte sia sostanze vietate ma che continuano ad essere presenti nelle catene alimentari in virtù della loro persistenza (Policlorobifenili, DDT e composti simili) sia le diossine, essenzialmente prodotte da processi di combustione.

  • Pesticidi, sostanze ad uso zootecnico: la potenziale esposizione è connessa al loro utilizzo nella filiera agroalimentare, soprattutto ove questo avvenga non rispettando le prescritte limitazioni di uso. Diversi tipi di antiparassitari sono considerati potenziali IE (ad es., imidazoli, carbammati, dicarbossimidi, triazoli..). La presenza di residui negli alimenti può aversi sia per applicazione diretta sia per esposizione indiretta (ad esempio per contaminazione dei pascoli). Un gruppo particolare sono gli anabolizzanti per gli animali da carne; benché vietati in Europa, persistono situazioni di uso.

  • Sostanze industriali: un gruppo disparato di composti che comprendono additivi delle plastiche (es., ftalati), sottoprodotti di detergenti (alchilfenoli), ritardanti di fiamma (composti bromurati), metalli pesanti (cadmio, arsenico). La potenziale esposizione della catena alimentare può avvenire sia per contaminazione ambientale, sia per contatto diretto (sostanze utilizzate in materiali a contatto con alimenti)

  • Fitoestrogeni”: sono sostanze del mondo vegetale con attività endocrina (isoflavoni, lignani, ecc.), presenti soprattutto in alcuni alimenti, come la soia. Una buona assunzione alimentare di fitoestrogeni potrebbe essere un fattore protettivo contro alcuni tumori (ad es., mammella, prostata) e patologie della menopausa (ad es., osteoporosi); tuttavia, sussistono perplessità riguardo all'esposizione a dosi elevate soprattutto durante la gravidanza o la prima infanzia, ad es. attraverso l'uso di integratori o latti artificiali a base di soia.

Quali sono i motivi di preoccupazione ?

Vi è una quantità crescente di dati di tossicologia sperimentale sui meccanismi di azione degli IE; inoltre è dimostrato l’impatto di IE sull’equilibrio di alcuni ecosistemi, soprattutto acquatici.

Per quanto riguarda la salute umana, In pratica, una mole considerevole di dati mostrano una correlazione fra aumentati livelli di esposizione della popolazione generale a specifici gruppi di IE (evidenziati indirettamente e, talora, mediante biomarcatori) e aumentato rischio di patologie su base endocrina, prevalentemente ma non solo della sfera riproduttiva: infertilità maschile, malformazioni dell’apparato riproduttivo (ipospadie, criptorchidismo), abortività, endometriosi, pubertà precoce, ritardo dello sviluppo neurocomportamentale, etc. Minori sono le evidenze per una correlazione con forme tumorali: tuttavia, vi sono indicazioni, meritevoli di approfondimento, nei confronti di associazioni con il rischio di cancro testicolare (seminoma), prostatico e anche (in presenza di predisposizione genetica) mammario. In sintesi i dati disponibili, di qualità peraltro assai variabile, sostengono l’esistenza di un’ associazione ma non sono sufficienti a valutare l’effettivo impatto degli IE quali fattori di rischio.

Vediamo gli specifici motivi di preoccupazione:

  • il rischio di effetti ritardati sullo sviluppo: esposizioni prenatali o perinatali che inducono alterazioni (infertilità, alterazioni neurocomportamentali od immunitarie) osservabili alla pubertà o nell’età adulta;

  • la delicatezza e complessità del bersaglio: il sistema endocrino è cruciale per lo sviluppo dell’individuo e per il mantenimento delle fondamentali funzioni di relazione fra l’organismo e l’ambiente esterno quali la regolazione dei sistemi riproduttivo, nervoso ed immunitario. Inoltre la suscettibilità varia con il sesso e con la fase vitale, per cui la stessa sostanza può indurre effetti diversi in diverse età;

  • il possibile effetto “cocktail: mentre per i singoli IE l’assunzione è generalmente a livelli molto bassi, se comparati con quelli che non inducono effetti in sistemi sperimentali, desta preoccupazione la possibile assunzione attraverso i diversi componenti (vegetali e/o animali) della dieta di piccole quantità di residui e contaminanti differenti, ma in grado di interferire con gli stessi meccanismi, in particolare;

  • Interazione fra IE e altri fattori: fattori che possono comprendere, come già accennato, l’età ed il sesso, ma anche suscettibilità individuali su base genetica, e soprattutto comportamenti e stili di vita che potrebbero modulare l’esposizione e/o la vulnerabilità dell’organismo quali il fumo di sigaretta, il mancato allattamento al seno, o, come fattori potenzialmente protettivi, la dieta ricca di antiossidanti ed oligoelementi essenziali (ad es., lo iodio come fattore protettivo per la tiroide). Questo aspetto forse più critico dal punto di vista della sanità pubblica, in quanto la gestione dei rischi adeguata per proteggere la popolazione generale potrebbe lasciare scoperte fasce o gruppi più vulnerabili.

In conclusione, molto rimane da indagare sugli IE; tuttavia, le informazioni disponibili sostegono la realizzazione di adeguati programmi di controllo, nonché la diffusione di comportamenti e stili di vita consapevoli, sulla base di un sano principio di precauzione. Per saperne di più: il sito web “interferenti Endocrini” dell’Istituto Superiore di Sanità http://www.iss.it/inte/


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