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W.A.K.O.

AI NASTRI DI PARTENZA ANCHE IL MONDIALE WAKO IN UNGHERIA.  LA FIKB CI PRESENTA  LA SQUADRA CHE RAPPRESENTERA’ L’ITALIA NELLE 4 DISCIPLINE INTERESSATE: SEMI CONTACT, LIGHT CONTACT, FULL CONTACT E AERO/KICKBOXING. L’UNGHERIA SI RIPROPONE ALL’ATTENZIONE INTERNAZIONALE.

Campionati del mondo Wako di Szeged

Di: Ennio Falsoni

VA DI MODA IL KOLOSSAL

L’Ungheria, che ha sempre giocato un ruolo chiave nella storia della Wako, si ripropone all’attenzione internazionale  con l’organizzazione dell’edizione 2005 dei Campionati del mondo Wako . Dopo i Mondiali di Agadir, di cui abbiamo parlato, 4 le specialità di scena, ossia, semi, light e full contact, nonché aero-kickboxing. In pratica, si ripropongono in Ungheria le stesse discipline che già erano state proposte e con tanto successo  a Parigi nel 2003.

In Francia avevamo avuto 800 atleti. In Ungheria ne attendiamo 1000, in rappresentanza di 60 nazioni e dai 5 continenti! E questo sarà storico, perché sino ad ora di continenti, ne abbiamo avuti rappresentati massimo  4.

Dal 1987 avevamo infatti perduto l’Australia. Ho provato a più riprese di riavere con noi una organizzazione australiana d kickboxing, ma laggiù, vuoi per l’enorme distanza che ci separa, vuoi perché la kickboxing non è organizzata in federazione riconosciuta, c’è ancora desso una totale anarchia. Non è così invece in Nuova Zelanda, da dove ci verrà una nazionale nata dall’unione di diverse forze che hanno capito cosa fare per avere un riconoscimento governativo e quindi aiuti economici. L’Ungheria dunque, ancora una volta, segnerà una tappa miliare  nella nostra federazione internazionale. Già nel 1985 Budapest era balzata alla ribalta delle cronache per aver ospitato uno dei Mondiali di maggior successo dal punto di vista del pubblico: 10-12000 spettatori al giorno nei due  giorni di gare previste  che affollarono il Palazzo dello sport della capitale. Una cosa mai vista prima e solo in parte avvicinata da un’altra fortunata edizione dei Mondiali Wako: quella di Monaco di Baviera, avvenuta   nella Olympiahalle, e promossa dallo scomparso Georg Bruckner  nel 1987 che vantò 8500 spettatori per le finali.

Siamo ormai abituati ai kolossal, anche perché abbiamo promosso nella nostra carriera manifestazioni ancora più grandi dal punto di vista dei partecipanti. Ma un Mondiale è sempre un Mondiale, ha un appeal e desta più preoccupazioni di un grande torneo Open, sia per  l’importanza della posta, il che obbliga gli arbitri ad un grande stress, sia per la lunghezza degli incontri.

E’ chiaro che negli USA ci sono tornei Open con 2000-2500  atleti. Ma , signori, attenzione: in quei tornei, come gli US Open, o la Battaglia di Atlanta, o i Diamonds National ( parlo cioè dei tornei più famosi degli States in assoluto) , il tempo medio per incontro è di 50 secondi .Sì, avete letto bene: 50 secondi per match (il regolamento prevede una ripresa di 2 minuti, ma l’atleta che arriva per primo ai 5 punti ha vinto l’incontro). E la durata  del torneo è di… 1 giorno!

Sapete quanto ci vuole per finire 1 match in un Mondiale Wako che è sulla distanza di 3 riprese di 2 minuti ciascuna? Ci vogliono  dai 12 ai 15 minuti ciascuno!, e il torneo è su 4 giornate.

Immaginatevi 3 ring, come quelli del pugilato, e 4 aree di tatami   di 8 metri di lato che lavorano all’unisono e ininterrottamente per 10 ore al giorno minimo. E avrete un’idea di cosa vuol dire una kermesse del genere. E’ una cosa logorante per tutti gli addetti a lavori, ve lo assicuro.

Sia la Wako che la federazione ungherese sono macchine oliate per manifestazioni di questo genere… E sono quindi certo che alla fine tutto andrà bene, come  prevediamo del resto.

La qualità degli atleti non si discute, è di prima grandezza. Qualche preoccupazione viene sempre dal corpo arbitrale che non è completamente omogeneo. Vi sono purtroppo molte nazioni che non educano i loro Ufficiali Federali a dovere, che hanno poche manifestazioni dove allenare i   rispettivi arbitri, che magari conoscono superficialmente i regolamenti Wako. E quando gli arbitri sbagliano, purtroppo  causano  problemi e molte tensioni. Ma staremo all’erta.

Szeged, una cittadina asburgica, con begli edifici dell’ottocento, certamente provinciale, ma  una grande realtà sportiva ed economica del paese, coi suoi 300.000 attivi abitanti, si appresta dunque ad ospitare la manifestazione più importante del 2005 della Wako.

4 dunque, le discipline  che presenteremo:

- SEMI CONTACT;

- LIGHT CONTACT;

- FULL CONTACT;

- AEO/KICKBOXING.

SEMI CONTACT

Nel semi contact, l’Italia parte tra le favorite. E’ dal Mondiale di Mestre  del 1990 che, o siamo primi o condividiamo la prima piazza con gli Stati Uniti in questa disciplina. Certo, gli avversari sono quelli di sempre, americani e canadesi in testa, davvero fortissimi. Ma attenti anche a inglesi e irlandesi, polacchi e ungheresi, tedeschi e svizzeri, tutti agguerriti, tutti che vogliono vincere ovviamente  e da prendere con le molle.  I tecnici Gianfranco Rizzi e Emanuele Bozzolani si sono impegnati molto  nell’allenare e selezionare gli azzurrabili che sono ben 15 e su cui riponiamo le nostre speranze di ben figurare, e che sono :

donne:

  • Samantha Aquilano (50),

  • Chiara Staffini (55),

  • Luisa Lico(60),

  • Chiara Leopardi (65),

  • Succi Romina (70),

  • Adelaide Callegari (+70),

uomini:

  • Riccardo Scialandrone (57),

  • Adriano Passaro (63.5),

  • Gregorio Di Leo (69),

  • Domenico De Marco (74),

  • Neri Stella (79),

  • Michele Tiozzo (84),

  • Roberto Montuoro (89),

  • Andrea Onagro (94)

  •  Marco Culiersi (+94).

LIGHT CONTACT

Nel light contact, dove comunque abbiamo sempre avuto prestazioni dignitose, avremo la concorrenza fortissima di ungheresi e polacchi in primis, ma anche di russi  e francesi, di croati e serbi, molti dei quali vengono dal full contact addirittura.

I tecnici Federico Milani e Silvano Cosentino, supportati dal preparatore atletico Votero Prina, hanno impostato un grande lavoro di cui sono molto soddisfatti. Certo, perché arrivino delle medaglie in più , occorre sempre, oltre alla bravura degli atleti, anche un pizzico di fortuna, che solitamente si rivela nei sorteggi. Chiaro che se ti capita un atleta  russo al primo turno, hai poche chances di andare avanti. Molto dipenderà anche da quello. Tuttavia questi gli atleti prescelti:

uomini:

  • Kg. 57 Pinto Elio;

  • Kg. 63 Pizzagalli Domenico;

  • Kg. 69 Concu Simone;

  • Kg. 74 Patullo Salvatore;

  • Kg. 79 Primitivi Andrea;

  • Kg. 84 Romagna Davide;

  • Kg. 89 Bezzon Mattia;

  • Kg. 94 Pavesi Agostino;

  • Kg. + 94 Bertolotti Nicola ;

donne :

  • Kg. 50 Torrente Paola;

  • Kg. 55 Gaietto Alessia;

  • Kg. 60 Reale Sara;

  • Kg. 65 Leonardi Chiara;

  • Kg. 70 Mastrantonio Isabella;

  • Kg. + 70 Ghilardi Annalisa.

FULL CONTACT

Nel full contact, disciplina durissima e dove siamo un po’ chiusi dallo strapotere dei paesi dell’est e dell’Asia centrale – come abbiamo visto anche ai recenti Mondiali di Agadir -,e dove ultimamente abbiamo faticato e molto per far arrivare qualcuno in medaglia, c’è qualche segnale di risveglio.

Ma è meglio non farsi soverchie illusioni. Massimo Liberati e Donato Milano hanno corso in lungo e in largo l’Italia per seguire le fasi di selezione,ma il materiale umano a loro disposizione  è buono, anche se non particolarmente eccelso. Abbiamo ottimi atleti dal punto di vista del fraseggio tecnico, ma a cui manca una cosa fondamentale: il punch, la potenza, la dinamite nei colpi, senza la quale  non si arriva in alto nei tornei Wako.Questa la nostra nazionale tuttavia che speriamo si piazzi tra le prime dieci  nazioni  al mondo: 

donne:

  • Calabrese Valeria (48),

  • Mattiuzzi Claudia (52),

  • Galati Veronica (56),

  • Bitozzi Claudia (60),

  • Mandelli Chiara (65).

Uomini:

  • Messina Alessandro (60),

  • Tralli Biagio (63.5),

  • Manzoni Michele (67),

  • Cipriani Raffaele (71),

  • Lucchetta Corrado (75),

  • Spinelli Alessandro (81),

  • Solarino Giovanni (86).

AERO/KICKBOXING

Infine l’aero-kickboxing, dove l’Italia – che è stata tra le prime nazioni al mondo a credere in questa nuova specialità e in cui si è sempre ottimamente comportata-, potranno esserci delle sorprese perché sono sempre più i paesi che entrano in  competizione. Erano 12 a Parigi, ne attendiamo almeno 20 a Szeged. Non dubitiamo comunque del valore dei nostri alfieri, specie nell’esercizio con lo step. I due inseparabili tecnici Franco Liberati e Mario Carella, hanno scelto le seguenti atlete che sono poi le medaglie d’argento a squadre nella prova a terra di Parigi 2003:

Nella prova a terra:

  • Fiori Laura (già campionessa del mondo a Parigi nell’individuale),

  • Marconi Eleonora

  • Crassoi Beata.

Nella prova con lo step:

  • Daniele De Santis,

  • Rita Colangeli,

  • Raffaella Premonte.

Vestiti dalla SAP, che è anche uno degli sponsor ufficiali dei Mondiali ungheresi, su questi potrei scommettere: sono una medaglia sicura per l’Italia.

La Federazione dunque ha certamente fatto sin qui,  tutto quello che poteva per mettere gli atleti nelle migliori condizioni di ben figurare. Chiaro che ora tocca a loro. E noi non vogliamo di certo rubare la scena. In bocca al lupo, giovani, e dateci dentro!


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