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DONNE SUPERIn “The King of Kings” al Palalido- Occorre ammetterlo: quando le donne sono brave, sanno dare spettacolo come gli uomini. E’ il caso di Leani/Tavecchio e Bianchini/Krivoshapkina, tra i migliori incontri della piacevole serata promossa dalla University of Fighting.Di: Ennio Falsoni (da www.fikb.it)
Se la prova della Bianchini era stata eccellente, da fugare ogni dubbio sul suo valore, devo dire che l’incontro tra la giovane francese Safia Leani e la veterana Laura Tavecchio è stato ancora più bello e drammatico. Safia è una giovane francese di origini marocchine del club Mounia di Bezons, alle porte di Parigi, di Ahmed Zalegh. Ha solo 20 anni, ma combatte già da 4 anni sia di kick che di Thai, la sua specialità. Laura Tavecchio è una delle donne più potenti che io abbia mai conosciuto. Lo scorso anno incontrò la Leani in un match di low-kick in una riunione che si tenne a Como, e buscò una sonora lezione. Il mio amico Zalegh, saputo che la Tavecchio cercava un nuovo titolo in Thai/Kickboxing, me l’ha riproposta dicendo che in Thai sarebbe stato un altro incontro. Gli ho creduto e ho fatto bene. La Safia ammirata sul ring del Palalido era un’altra persona, 60 chili compatti di tecnica, di grinta, di volontà che hanno sbriciolato la resistenza della Tavecchio, apparsa frastornata, incapace di usare le ginocchia e il clinch ( assolutamente indispensabili nella Thai), incapace di arginare la maggior freschezza atletica e l’arsenale dell’avversaria. E’ sempre stata la francese a fare il match, a venire avanti con i suoi begli occhi scuri fissi sulla Tavecchio a cercare il corpo a corpo. Per la prima volta dacché la conosco, ho visto Laura in seria difficoltà e la cosa mi ha stupito molto, in verità. Che abbia sottovalutato l’avversaria, visto che già l’aveva battuta lo scorso anno? Può darsi, visto come sono andate le cose. Il fatto è che la Tavecchio ha perduto e nessuno, dico nessuno, che abbia potuto pensarla diversamente. Roba da non credere. A mio avviso, questi sono stati i gioielli della serata, che invero ne presentava altri due: il mondiale di low-kick tra il torinese Roberto Cocco e il brasiliano Roberto Castro, nei 78 chili , e il titolo intercontinentale tra il polacco Marius Cieslinski e il milanese Lorenzo Paoli. Ebbene, sempre a mio avviso, i due incontri sono stati un filino inferiori a quelli delle ragazze e per diversi motivi.
Lorenzo Paoli, contro un altro veterano di mille battaglie come Cieslinski, è stato poco attivo, timoroso quasi, sparagnino contro il campione polacco, apparso certamente più veloce, più completo dell’avversario e ha meritatamente vinto. Non ho segnalato manco un colpo, dico uno, di una certa solidità che sia andato a segno su Cieslinski, e questo la dice lunga sulla sconfitta di Lorenzo, dal quale mia spettavo certamente una prova di gagliarda. Peccato, perché di occasioni così non è che possano capitarne tante nella carriera di un atleta. La manifestazione, allietata da una musica dal vivo – a volte un po’ assordante - dei Dirty 4 e dal timbro inconfondibile della voce del wrestling di Skysport, Luca Franchini, è scivolata via senza intoppi , piacevolmente ed è stata apprezzata dal numeroso e caldo pubblico presente stimato intorno alle 2000 unità. Sul ring, molte personalità si sono succedute a premiare questo o quel campione. Tra tutti, spiccava la presenza di Davide Boni della Lega Nord che è stato molto vicino agli amici della University Of Fighting . Max Greco, uno degli ideatori della serata che ha ormai appeso i guantoni al classico chiodo da tempo (è stato un grande campione a livello mondiale di savate e di kick) mi ha detto :”Caspita, non pensavo che fosse così stressante organizzare una manifestazione. Quando combatti, pensi solo ad allenarti e trovi tutto normale che ci sia l’avversario, il ring, il pubblico, la televisione. Adesso che ho fatto il salto della barricata, capisco quanto sia duro il mestiere dell’organizzatore. Ci sono mille problemi da affrontare, sempre, ed essendo stata la mia prima volta, riconosco che è stata dura. Ma è stato bello e ci riproverò.”
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