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I 50 fantastici e generosi ragazzi, dello staff organizzativo.NON ESISTE SUCCESSO CHE NON SIA FRUTTO DELL’INTERAZIONE DI MOLTEPLICI FATTORI CONCOMITANTI ED INTERAGENTI. SOLO ATTRAVERSO LA SOMMA ENERGETICA DI TUTTI QUESTI, ARRIVIAMO AI MIGLIORI RISULTATI AUSPICABILI.Di: Dott. Francesco PellegrinoProprio così… se è vero che la serata del 12 dicembre a Pisa è stata un vero successo organizzativo, di pubblico e di critica… è altrettanto vero che niente di tutto questo avrebbe potuto accadere senza la collaborazione preziosa di tutto lo staff di servizio de: ilguerriero.it. Ma la cosa che ci ha lasciato senza parole è che tutto si è svolto in ordinata e perfetta sequenza complementare tra i vari gruppi assegnati ai tanti servizi che occorrevano per il buon esito del tutto. Vorremmo ringraziarli uno per uno, ma sappiamo che gradiscono maggiormente essere identificati tutti assieme nel gruppo che sono stati capaci di comporre, creare e dotare di vita propria. Uno dei tanti coordinatori dello staff ha scritto qualcosa a nome di tutti loro ed indirizzato a loro stessi. Forse leggere queste poche righe ci aiuterà a rendere l’idea della compattezza del gruppo. Le sue finalità e motivazioni… ma soprattutto ci farà comprendere quanto sia bello ed esaltante riuscire ad avere come collaboratori, 50 fantastici ragazzi come questi. Naturalmente l’autore non ha voluto firmarsi, sapendo e sicuro di dire esattamente quello che ognuno degli altri, intimamente pensa e sente. DENTRO LO STAFF… L’EMOZIONE!Si sono spente le luci sul palco della manifestazione del 12 dicembre al palazzetto dello sport di Pisa e subito i ragazzi dello staff hanno cominciato i lavori di smontaggio delle strutture e di pulizia. Instancabili, disponibili, contenti per come si era svolta tutta la manifestazione, sapendo che il merito era soprattutto loro, era stata infatti sentita come “la loro manifestazione”. Anche se non partecipavamo come atleti, abbiamo consentito agli atleti di partecipare. E in quegli atleti c’era anche parte di noi. Quel giorno era ben visibile a tutti l’esistenza dello staff… si distinguevano fra il pubblico per come si muovevano per la loro caratteristica maglietta gialla… segno tangibile di un risultato voluto. Ma la macchina dello staff si era messa in moto molto tempo prima. Già al rientro delle ferie estive si parlava della manifestazione che avremmo voluto realizzare a dicembre… non sapevamo ancora il giorno, non sapevamo ancora come farla… ma sapevamo come sarebbe stata. Ognuno dello staff si sentiva parte di qualcosa che forse non riusciva neanche ad immaginare, al di là di quello che sarebbero poi stati i suoi compiti materiali. Ma dentro di lui sentiva di essere parte di una unica energia finalizzata alla realizzazione di quello che era interiormente già dentro ognuno… l’espressione della gioia di farne parte. Questa sensazione si è accresciuta mentre i giorni trascorrevano e la data fissata si avvicinava… Ognuno metteva a disposizione quello che aveva da dare, consapevoli che non era la quantità, di ciò che dava, ma la qualità della propria disponibilità, ciascuno libero da ogni obbligo, ma allo stesso tempo legato da un vincolo particolare... quell’obiettivo comune che era la realizzazione della manifestazione. Così liberi da ogni imposizione si metteva in moto non una macchina organizzativa, ma un processo… emozionale. Quell’emozione che nasce da dentro e che si compie nel dare la propria disponibilità, parte di quel tempo di vita che, forse, è vita stessa, per qualcosa che semplicemente piace fare. Quindi senza la sensazione di togliere qualcosa al proprio tempo, ma di dare del tempo per qualcosa che tutti noi volevamo fare, sentendoci parte di un insieme non definibile se non genericamente come… energia. Più si avvicinava il giorno e più di diversificavano i compiti di ognuno. Per cui vedendo questo dall’esterno, poteva apparire come se ognuno si occupasse di cose diverse, ma dentro, al centro del proprio essere, tutti sentivano che facevano ciò che avevano piacere di fare, partecipando ciascuno al piacere del gruppo, così che il gruppo dava piacere ad ognuno… accettandoci per quello che stavamo dando. Man mano che si procedeva verso la data stabilita per la manifestazione, i piccoli e grossi problemi che sembravano venire alla luce si dissolvevano… sembrava esistessero solo le soluzioni, ma non perché ne cercassimo la soluzione, ma, forse, perché consapevoli che la soluzione stava unicamente nel dare il meglio che sentivamo di poter dare… così il problema non veniva visto come problema, ma come stimolo per procedere.. oltre. Le riunioni, lo scambio di idee, niente di imposto, ma semplicemente riconosciute come le più valide e quindi subito attuate… Intanto l’energia che circondava lo staff, faceva in modo da amalgamare il gruppo stesso, venendo meno i problemi personali di ognuno, facendo così emergere quali erano i problemi per il raggiungimento del risultato e solo su quelli concentrarsi, indirizzando le energie di ognuno al disfacimento di quello che sembrava un problema, ma che spesso si rivelava solo come volerlo fare o meno. Ognuno era concentrato sul proprio compito, tanto che quel compito diventava l’espressione di ciò che lui era. Così che il risultato di quel lavoro metteva in luce il proprio stato interiore, ed essendo ciascuno libero di starci o meno… dal momento che sentiva di volerne far parte perché ci stava bene, anche il risultato di quel compito non poteva non essere ciò che sentiva di essere. Così il totale del risultato di ciò che ognuno poteva dare e ha dato non era la somma di ognuno, ma bensì il prodotto! Qualcosa di superiore rispetto a quello che ognuno, singolarmente, avrebbe potuto immaginare, ma che invece il risultato del gruppo, dello staff, riusciva ad enfatizzare il risultato di ciascuno… Ogni piccolo successo diventava così il successo di ognuno di noi, caricando di ulteriore energia tutto il gruppo. Anche se poi non tutti sapevano materialmente cosa gli altri facessero, erano certi che ciascuno stava contribuendo con il proprio massimo per la manifestazione che avrebbe dovuto svolgersi di li a pochi giorni… I giorni precedenti la manifestazione sono stati caratterizzati da una percepibile energia, come una sfera che avvolgeva qualcosa di prezioso, quasi impassibile ai problemi del mondo di ognuno, ma sensibile verso il raggiungimento dell’obiettivo ormai imminente. Ecco che taluni vivevano come in uno stato di apparente trance, totalmente coinvolti i quello che sarebbe stato solo ciò che ognuno avrebbe dato con il proprio contributo. Anche se consciamente ognuno continuava a vivere la propria vita, inconsciamente la mente lavorava per dare il meglio al raggiungimento del risultato oramai imminente… Era come vedere questa energia proiettata verso quella data, travalicare ogni ostacolo che gli si presentasse davanti, non travolgendo l’ostacolo, ma inglobando l’ostacolo stesso, digerendolo e facendo diventare qualcosa di positivo per il conseguimento dell’obiettivo. Sembrava che l’individuo non contasse quanto ciò che doveva essere fatto, lasciando in disparte la propria individualità, prendeva sempre più corpo l’individualità dell’intero gruppo… lo staff. Certamente ognuno aveva e forse ha ancora i propri problemi, ma in quel momento non esistevano, esisteva ciò che stava facendo e da cui sarebbe dipeso quello che un attimo dopo sarebbe accaduto. Il giorno precedente… tutto quello che doveva essere fatto era pronto.. la fase della preparazione era finita, e dalla sua fine sarebbe nato… l’inizio. L’inizio era cominciato la sera prima. La fase di montaggio delle strutture, dove in poco tempo è stata allestita l’impalcatura per ospitare la manifestazione. Nel mentre la struttura prendeva la sua forma finale, gli occhi di ognuno vedevano già quello che sarebbe accaduto. Lo staff stava adesso concretizzando quello che sembravano solo idee, immaginazione, speranze… Adesso eravamo lì e soprattutto.. volevamo esserci. Nessuno non ha dato perché credeva che qualcuno non stesse dando quello che riteneva avrebbe dovuto dare… tutti stavano dando quello che era il loro massimo… Nessuno dubitava di quello che sarebbe accaduto il giorno successivo, proprio perché eravamo arrivati fino a quel punto spendendo le nostre energia per il piacere di farlo, e al contempo sentendoci ricaricati di quello che l’intero gruppo è stato capace di dare a ciascuno… la gioia di partecipare, condividere, far parte di qualcosa che credo non possa essere esprimibile con le parole, ma che solo facendone parte lo si può… sentire dentro. Così quando tutto era pronto per il giorno successivo.. bastava guardare il sorriso del compagno che avevamo accanto.. per capire che qualunque cosa sarebbe accaduta... sarebbe stato comunque un successo. La cronaca del giorno è parte dell’articolo sulla manifestazione. Volutamente non voglio fare nomi, perché sarebbe individualizzare, spezzettare qualcosa che in quel momento era unito (e forse lo è ancora) e inseparabile. Ma vorrei provare ugualmente a far percepire ad ognuno dello staff l’energia che sento ancora adesso scorrere dentro e che ciascuno a modo suo mi ha fatto sentire, solo e semplicemente con un suo… sorriso. Ragazzi non siamo fantastici per quello che abbiamo fatto, ma lo siamo perché… esistiamo! Ciao. |