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Campionati Italiani Sport da Ring FIKBMS

Di: Ennio Falsoni

 

Al Palabadminton di Milano gli Italiani degli sport da ring Fikbms. Riuscito l’esperimento  di  separare  le tante discipline, anche se resta qualche interrogativo per il futuro della formula.  500 gli atleti partecipanti da ogni parte d’Italia che hanno espresso passione,  entusiasmo, determinazione  e  tecnica, ossia  spettacolo. Erano molti gli interrogativi che ci ponevamo quando decidemmo di separare gli “sport da ring” da quelli del “tatami”. 

 

Sarà una formula vincente? I nostri associati potranno sobbarcarsi 3-4 giornate di competizioni con tutti gli annessi e connessi (pagandosi cioè praticamente tutto)? La decisione venne presa all’indomani dei Campionati Italiani di tutte le discipline della Kickboxing che organizzammo a Napoli lo scorso anno e dove vi confluirono 1300 atleti. 

 

Ci vollero  due giornate intensissime di competizioni per  portare a termine i  campionati, durante i quali tentammo l’esperimento di filmare tutte le finali degli sport da ring per passarle poi a Rai Sport.

 

Fu un insuccesso, non per i contenuti tecnici, quanto per il rumore di fondo, le urla, le grida, gli incitamenti  dei tecnici, del pubblico, che si sentivano benissimo nei nastri, oltre alle immagini di atleti semi-contactisti che comparivano sullo sfondo degli atleti sul ring impegnati nei loro incontri. Si pensò allora di provare ad organizzare due campionati: uno, che prevedesse i soli sport a contatto pieno, l’altro tutte le specialità del tatami. 

 

Ma mentre per semi, light contact e kick-light  comunque bastano 2 giornate di gara perché gli atleti possono sostenere più combattimenti al giorno, negli sport da ring occorrevano invece più giornate di gara perché il regolamento medico-sanitario concede agli atleti la possibilità di combattere una sola volta al giorno. Chiaro quindi che nelle categorie con 8 o più atleti, ci sarebbero volute almeno 3 o 4 giornate di gare, con tutte le maggiorazioni di costi che potete immaginare. 
Decidemmo di tentare l’esperimento a Milano dove Luca Temperini e i suoi collaboratori della Thunder Gym si sono accollati l’organizzazione dei Campionati. Va anche subito segnalato che a Milano vi è una situazione molto complessa per quanto riguarda gli impianti sportivi, quasi tutti in rifacimento, in demolizione  o in ricostruzione. 

 

Il Palalido, la mecca delle arti marziali  com’è stato ribattezzato, è in rifacimento. Il Palasharp è chiuso ed in attesa di demolizione perché sulla sua area dovrebbe nascere il nuovo palasport milanese. In pratica, oltre al Forum di Assago c’è poco altro. E’ stata però identificata una struttura privata, che appartiene alla Federazione Italiana di Badminton, il Palabadminton appunto, che si è resa disponibile ed è stato il teatro del nostro evento. 3 i ring e la gabbia utilizzati per i vari incontri di Kickboxing, Savate/Chauss Fight e MMA Elite che si sono succeduti nelle 4 giornate di gare e devo francamente dire che il colpo d’occhio che offrivano era di grande impatto, così come vedere tanta gente, tanti vecchi atleti che ora invece sono impegnati nel ruolo di coach stare dietro ai propri atleti, spronarli, incitarli, massaggiarli, scaldarli, fargli le passate, consigliarli.

 

Era veramente piacevole vedere campioni di un recente passato come Giorgio Perreca, Massimo Rizzoli, Massimo Liberati, Paolo Liberati, Mario Carella, Riccardo Bergamini, Riccardo Wagner, Marco Franza, Davide Ferretti, Patrizio Rizzoli, Angelo Spreafico, Massimo Casula, Gianfranco Rizzi, Federico Milani, Biagio Tralli, Omar Vergallo, Paolo Agazzi, Egidio Carsana, Barbara Plazzoli  (tanto per citare i più noti, perché sarebbe davvero lungo il loro elenco) essere ancora così vicini ai loro “ragazzi” e coinvolti nella perpetuazione della comune passione per gli sport della nostra Federazione. Dire che tutto ciò è  per me ammirevole è dir poco. Ciò premesso, va anche sottolineato il fatto che organizzando i Campionati Italiani in questo modo, si da certamente più valore e più attenzione  alle specialità in questione. Il rovescio della medaglia però è che la Federazione raddoppia i costi dell’organizzazione dei Campionati perché ha bisogno di due eventi anziché di uno, deve tenere impegnate più persone sia a livello di staff organizzativo che arbitrale.

 

Insomma, alla fine occorrerà proprio valutare se vale la pena di proseguire in questa formula o tornare all’antico. Ossia, avere almeno due fasi (centro e centro sud) di qualificazione, con arrivo in finale di un massimo di 4 atleti per categorie di peso, la qual cosa consentirebbe agli organizzatori di smaltire i Campionati in un fine settimana. Tanto più che quest’anno non abbiamo affatto effettuato le riprese televisive delle finalissime perché seguire comunque 3 ring e le attività dell’ottagono non era certo cosa semplice.

 

Dell’edizione 2012 di questi Italiani del contatto pieno, la vera novità però è stata rappresentata dall’uso della “gabbia” per la disputa delle gare della MMA Elite, ossia dei prima serie di MMA. Personalmente le competizioni di questa specialità sono state vibranti, ricche di tensione, ma belle dal punto di vista tecnico e spettacolare. I vari club che si stanno interessando di questa nuova disciplina hanno presentato ottimi atleti, preparati sia nel  combattimento in piedi che  a terra.  

 

Senza nulla togliere ai gruppi di Massimo e Patrizio Rizzoli, o a quello di Angelo Spreafico, per compattezza di gruppo, per tecnica e grinta, mi è piaciuto molto quello  di Davide Ferretti che ha piazzato ben 4 atleti sul gradino più alto del podio:  nella classe B Francesco Morrica nei 78 chili (vittoria su Elia Madau di Angelo Spreafico), Manuel Ferro nei 71 chili (con vittoria ai punti su Eugenio Borsci del Kratos Team di Trento), infine nella classe A Davide Dolce su Francesco Sarullo del Team Vigolo di Vicenza. Tutti gli incontri, ben diretti dagli arbitri scelti da Daniel Marsiglia, sono stati apprezzati da molti degli insegnanti  e dal pubblico presente e fa ben sperare per il futuro di queste discipline, anche se affiora già qualche problema di carattere politico-sportivo. Poiché le MMA stanno andando anche di “moda”, vi è una Federazione Internazionale (quella di Lotta, la FILA) che senza chiedere nulla a nessuno ha inserito prontamente le MMA tra le sue attività.

 

Capisco che se lotta libera e la  lotta greco-romana siano magari  in evidente calo di praticanti   e che si pensi a rivitalizzare  la Federazione con specialità che vanno per la maggiore, ma tutto ciò a scapito di altre organizzazioni che in questo stesso sport ci lavorano da anni. Vedremo quindi come al Coni tutto questo verrà trattato e se, soprattutto, si darà a Cesare quello che è di Cesare. Ossia,  se è vero che “grappling” e “submission” sono specialità che competono alla Federazione di Lotta, è anche vero che tutto ciò che si fa da posizione eretta nell’ambito delle MMA appartiene alla nostra federazione. E poi, una semplice domanda: perché FILA non chiama quello che vuole fare col suo vero nome, ossia ‘grappling’ e ‘submission’? Nessuno certamente avrebbe nulla da obiettare. Ma tant’è…

 

Nelle mie vesti di “guardone ufficiale” di questi Campionati, ho seguito  moltissimi incontri ma, come spesso succede, sei portato ad osservare con più attenzione quelli dove sono coinvolti atleti che conosci di più. Dei tantissimi incontri dunque che ho visto, molti anche di sfuggita o mente stavo parlando con rappresentanti della Federazione, devo dire che mi è piaciuto molto Gianluca Stitzer del Fight Club di Catania di Riccardo Wagner. Stitzer è un atleta poliedrico che a Dublino ha vinto nel novembre scorso il titolo mondiale WAKO di full contact. Ebbene, come già a Napoli, ha voluto cimentarsi anche nella Low-kick in questi Campionati d’Italia. E li ha vinti. Ma li ha vinti non contro Mr. Nessuno, bensì contro  Luciano Nubile del Team di Riccardo Bergamini, atleta azzurro anche lui, che era il campione uscente negli 81 chili.  Entrambi erano approdati alle finali battendo rispettivamente Francesco Di Giacomo (Team Bergamini) e Emanuele Bianco della Dinamic Center. Gianluca è atleta dal fisico scultoreo e dai colpi dritti.

 

 Per contro Nubile è più potente, ma si affida per lo più a colpi larghi, a sbracciate che non andavano mai a segno. La loro finale era la rivincita di quella di Napoli dove, dopo interminabili clinch, i giudici diedero la vittoria al pescarese. Questa volta Gianluca è stato più attento a non farsi imbrigliare e in virtù della sua maggior precisione, ha vinto con discreto margine.

 

Tra i giovani talenti emergenti, ho guardato con particolare attenzione al debutto del piacentino Colla nel full contact. Il perché è presto detto. Questo giovane allievo di Gianfranco Rizzi viene dal semi contact dove tra i Cadetti ha vinto tutto quello che c’era da vincere, la qual cosa l’ha proseguita tra gli  Juniores dove ha già vinto il titolo europeo WAKO a Lignano Sabbiadoro  lo scorso anno e   alla Coppa del Presidente di Genzano (Roma) di 15 giorni fa  ha dato  addirittura cappotto (cioè 10 punti di scarto) al titolare della maglia azzurra nei 57 chili, il calabrese Gagliardi. Insomma Davide Colla è un giovane talento, eccezionale nella sua flessibilità, nella sua velocità d’esecuzione, nel colpo d’occhio, nei riflessi. Da fuoriclasse qual certamente è, da qualche tempo si è messo a praticare pugilato dove ha esordito la scorsa settimana e a Milano ha incontrato a soli 16 anni un altro giovane, Carlo Dimitru della Extreme Fighters.

 

Certo, sul ring in questo momento cerca di applicare tecniche di semi contact, ossia calci stellari al volto o saltati all’indietro, ma ragazzi: che bel vedere! Lui incarna proprio il sogno del sottoscritto quando pensavo  che molti atleti del semi contact si decidessero un giorno di salire sul ring ed elevare il tasso tecnico della specialità. Lui ci sta provando ed è per me fonte di grande soddisfazione.

 

Se la “ bellezza salverà il mondo", che il semi contact salvi il full contact? Tutti i risultati sono ovviamente visibili sul sito federale. Basta cercarli   tra le News e cliccare sul link. Buona visione!

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