logo ilguerriero.it

fikbms

[ Home ] Precedente ] [ Forum ] [ La bacheca ] [ Ricerca nel portale ] [ Ricerca nel web ] [ Video ] [ Prossimi eventi ] [ Contatti ]

Stampa questa pagina Stampa la pagina

Federazione Italiana KickBoxing Muaythai, Savate, Shoot Boxe

Logo CONI

In una Garden Arena stracolma di gente, il gigante olandese, già campione del K-1 giapponese , di Strike Force e di Pride, chiude il conto col rivale in un amen.  Dopo la sconfitta, Lesnar annuncia il ritiro.

Overeem Chiude La Carriera A Lesnar

Nuovamente a  Las Vegas, per l’evento UFC dell’anno

Di: Ennio Falsoni

Sono  Las Vegas per il secondo anno consecutivo nello stesso periodo, verso la fine dell’anno. Ma ci sono venuto, al contrario della maggior parte di altri  milioni di persone che arriva in questa che è considerata la capitale mondiale dell’intrattenimento, non per giocare al casinò o per andare a vedere uno dei tanti e meravigliosi spettacoli in programma, quanto per assistere  al mio primo evento UFC  “live”, ossia dal vivo. L’incontro a Milano nei mesi scorsi, complice Emilio Appiana di Budo International, con Lorenzo Fertitta, uno dei proprietari della società Zuffa che gestisce l’UFC, era stato determinante in questo: mi aveva invitato ad andare a Las Vegas perché mi rendessi conto di cos’è oggi l’UFC. Ed eccomi qui, ansioso di fare questa ennesima esperienza. Sono ospite al MGM Grand, uno dei più grandi alberghi della città con le sue 3.000 stanze (anche se ormai un po’ vecchiotto e bisognoso di un restyling) , capace quindi di contenere oltre 6000  persone. Proprio davanti alla reception, come uno arriva sbatte contro la famigerata “cage” o ‘gabbia, o ottagono , che è il luogo dove avverranno gli incontri di MMA. Al centro della gabbia, un leone  dorato della MGM -  il simbolo di questo albergo – che serve a pubblicizzare l’avvenimento e che è usato dai molti turisti per immortalare la loro presenza. 

 E’ il 28 di dicembre e vado ad assistere alla conferenza stampa di presentazione dell’avvenimento che è organizzata proprio lì, alle ore 13.00 ,  davanti alla gabbia,  in uno spazio organizzato con tanto di palco e posti a sedere per i soli giornalisti e invitati e davanti ad uno stuolo di televisioni di molti paesi stranieri che ormai stabilmente seguono   gli incontri di MMA, come la televisione israeliana o la Fox Tv Messicana. Dietro le transenne, almeno 200 gli spettatori e i curiosi che seguiranno l’evento. Fa il suo ingresso sul palco per primo Dana White, presidente dell’UFC e praticamente l’uomo che ha convinto i fratelli Frank e Lorenzo Fertitta ad investire nelle MMA acquistando l’UFC dai Gracie nel 2001. Parla brevemente a raffica, con voce ferma e decisa, annunciando il 141esimo evento della storia dell’UFC e che sarà imperniato sostanzialmente su due incontri clou: quello che vedrà di fronte Donald “Cowboy” Cerrone (28 anni, di Albuquerque, 17 vittorie e 3 sconfitte nel suo record, un kickboxer puro) contro Nate Diaz, di Stockton (California), di 26 anni che ha al suo attivo 14 incontri vinti e 7 persi e un passato di Ju Jitsu; e, quello più atteso, tra l’ex campione dei massimi dell’UFC Brock Lesnar, di Alexandria nel Minnesota, 34 anni, già lottatore e giocatore di football americano, di 120 chili, un colosso taurino pazzesco per 193 centimetri d’altezza, che dovrà vedersela contro colui che è ormai una leggenda vivente degli sport da combattimento, Alistair Overeem, 31 anni per un metro e 98 centimetri, di Amsterdam (Olanda), 69 incontri professionistici alle spalle con 11 sconfitte, ma già campione del mondo di Strike Force e di Pride nell’MMA, e due volte vincitore del K-1 Grand Prix giapponese (l’ultima volta demolendo Peter Aerts in finale). Prima di dare la parola ai protagonisti, Dana White aveva invitato tutti a vedersi i filmati di presentazione degli atleti in questione. Su due display, alcuni spezzoni dei protagonisti in match passati, ottimamente   montati, alcune riprese nel corso degli allenamenti e le loro dichiarazioni che verranno poi ripetute anche dal vivo nel corso della conferenza stampa. Tra Cerrone e Diaz pare non corra buon sangue. Cerrone è molto fiducioso, è pronto a combattere e darà il massimo come fa sempre. Diaz è molto nervoso e dice che non vede l’ora di   cominciare. Ma quando i due vengono invitati  a mettersi di fronte per le fotografie di prammatica, Diaz spintona Cerrone che invece sorride beffardo. Ma si passa subito dopo al vero clou della serata, quello che vedrà di fronte i due colossi dell’UFC. Dana White dice di essere contento che finalmente Alistair sia approdato da loro ed è ovvio che, nonostante il suo curriculum impressionante, l’UFC non poteva fargli incontrare subito il loro campione del mondo, Junior Dos  Santos, brasiliano, che aveva precedentemente tolto il titolo  proprio a Lesnar che era stato costretto alla resa con uno strangolamento effettuato  dal brasiliano  con le gambe quando si trovava a terra e Lesnar era sopra di lui. Quell’incontro dunque era una sorta di semifinale e il vincitore, avrebbe avuto la possibilità di sfidare il campione. Brock Lesnar, che mi è apparso più teso del rivale, si è detto convinto di poter battere Alistair perché più veloce, più determinato e più forte nella lotta a terra dell’avversario. Per contro Overeem, con la sua faccia sempre uguale, i suoi occhi piccoli come spilli e il suo enorme e iper sviluppato trapezio, si limita a dire con voce calma e sicura: “ So che il mio avversario non ama prendere colpi in faccia e allora io dico che lo picchierò come nessuno lo  ha mai fatto prima, con tutta la potenza che possiedo. Prevedo che il match non vada oltre la prima delle tre riprese previste, al massimo entro la seconda.” Era una dichiarazione molto forte e che certamente  incuteva rispetto, detta da uno straniero in suolo americano. E visto che era a casa di Brock e di fronte al suo pubblico, ho pensato che Alistair deve avere una fiducia estrema nei suoi mezzi e un grande carattere.  Di fatto, visti anche i brevi filmati sulle rispettive carriere, il match si presentava perfetto perché c’erano a confronto due modi di interpretare l’MMA: da una parte un lottatore puro, uno che “la lotta l’aveva   nel suo DNA –come ha detto poi lui stesso -, perché lo faceva dall’età di 5 anni” -;  dall’altra un vero e proprio “striker”, un colpitore, un atleta che aveva nei calci, nei pugni e nelle ginocchia le sue armi più temibili e efficaci (anche se Overeem sa lottare benissimo).  La pubblicità  dell’incontro diceva: “Più grossi di così non si può” (nell’UFC , dove esistono solo 7 categorie di peso, la categoria  dei massimi si ferma a 120 chili) e vi assicuro che visti da vicino al peso, i due mi sono sembrati due armadi, due tank pazzeschi, due atleti che di lì a due giorni, si sarebbero lanciati uno contro l’altro in uno schianto terribile. Nel listino delle scommesse , Lesnar era dato vincente per il 67% degli scommettitori, mentre all’olandese restavano le preferenze di solo 33 persone su cento. Non vedevo l’ora di vederli all’opera. Il 29 Dicembre, Ike Lawrence Epstein, vice-presidente esecutivo dell’UFC e Consigliere Generale di Zuffa Llt. (che avevo conosciuto al primo incontro con Lorenzo Fertitta), mi viene a prelevare nella Hall dell’albergo e mi porta alla Grand Arena dove avrà luogo il Gala il giorno dopo. Si va a vedere il peso ufficiale degli atleti. Anche Brock e Alistair dovranno pesarsi perché devono rientrare  nei 120 chili, che è il massimo consentito. Mi introduce nel back stage , nel dietro le quinte, dove nel frattempo, prima di pesarsi, gli atleti che partecipano al Gala sono tutti visitati da due medici specializzati  che fanno parte dell’Athletic Commission del Nevada, l’organo che è preposto al controllo e alla supervisione di tutti gli sport professionistici in ogni Stato degli Stati Uniti. I medici  compiono dei prelievi anti-doping fuori gara e dopo la gara, controllano i certificati medici, compiono addirittura elettroencefalogrammi o cardiogrammi nel caso gli atleti non ne possiedano e test anti-droghe. Uno dei successi dell’UFC dei Fertitta e di White, risiede proprio nell’aver inserito le categorie di peso rispetto ai tempi dei Gracie, e soprattutto la serietà dei controlli medici prima, durante e dopo gli incontri. Per l’UFC, incontro  un veterano del mestiere, Marc Ratner che si occupa dei rapporti con l’Athletic Commission, Michael Mersch, un altro vice-presidente di Zuffa e con loro mi intrattengo parlando di WAKO e di come, nei diversi paesi, siamo pronti a dare una mano allo sviluppo di una vera e propria Federazione mondiale dilettantistica di MMA, la WMMAF appunto cha a Tallinn, in Estonia, terrà  la sua seconda edizione dei propri Mondiali nel mese di Giugno.  Tutti sono interessati alla nascita e allo sviluppo di una vera e propria federazione, perché l’UFC sa benissimo che in Europa, in Asia e in Africa, l’avere al proprio fianco una Federazione riconosciuta dai rispettivi Comitati Olimpici è di fondamentale importanza se si vuole poter organizzare eventi UFC. Pertanto, una collaborazione tra le due entità sarà auspicabile se non addirittura ineluttabile. Ed è la ragione fondamentale per cui mi trovo a Las Vegas , ovviamente. Qui, rivedo Lorenzo Fertitta che nuovamente ringrazio per l’ospitalità e per avermi invitato, nonché mi  introducono ad Alistair Overeem in persona. Mi trovo davanti un vero e proprio colosso, oserei dire  dalle sembianze di un gorilla, tanto è grosso. Mi stringe la mano con la sua manona e mi sorride. Mi sembra proprio un bravo ragazzo e ovviamente gli auguro “in bocca al lupo” per il suo prossimo match. Mi sposto quindi nella parte dell’Arena adibita al peso ufficiale e vedo una roba mai vista, una scenografia grandiosa: ci saranno almeno 4000, dico 4000 persone ad assistere al peso! Una roba mai vista neanche ai tempi del K-1 di Ishii  e ciò basti per farvi capire l’attesa, la tensione palpabile, l’interesse incredibile che Gala di quel tipo e con quei personaggi suscitano nel pubblico  americano. Due mega screen fanno vedere in sintesi i profili dei vari atleti che , sempre da Dana White, vengono chiamati sul palcoscenico per il peso ufficiale. Salgono, si spogliano restando in mutande (solo Alistair Overeem si peserà in jeans), posano uno di fronte all’altro per le solite foto di prammatica ad uso e consumo dei fotografi, pacche sulle spalle, strette di mano, abbracci e scendono bevendo sempre qualcosa per idratarsi e recuperare i liquidi persi per fare il peso. Solo uno non risulterà entro i limiti: sarà Nate Diaz che risulterà sovrappeso di mezzo chilo, ma Cerrone non fa sconti: esige il rispetto delle regole. “L’atleta ha un’ora di tempo per rientrare nel peso” – viene annunciato da Dana White. Ma non c’è dubbio che ce la farà. Pregusto ormai il giorno del Gala. Il 30 Dicembre, arrivo all’MGM Garden Arena verso le 5 del pomeriggio. Anche se mi avevano consigliato di arrivare più tardi, visto che gli incontri principali sono previsti dalle 7 in poi, voglio vedere anche gli incontri preliminari e guardarmi attorno per riempirmi gli occhi e la mente, per assorbire quanto più potrò di quell’esperienza. L’Arena ha numerose entrate, ma noto immediatamente l’incredibile numero di personale addetto alla sicurezza.  il controllo del pubblico che affluisce è accurato come di più non si potrebbe e non c’è verso che chi ti controlla sia mosso da compassione per alcuno o qualcosa. Hanno avuto degli ordini e sono molto fiscali. Devi seguire le loro indicazioni e nessuna discussione. Tutti devono attenersi alle disposizioni. Entrare nell’Arena   è come andare in un aeroporto e dirigersi verso il gate del tuo aereo. Ci fanno scendere nel parterre e stuoli di hostess ti ricevono e ti accompagnano nei posti assegnati. Sono a pochi metri dall’ottagono, dalla gabbia, ma essa è circondata letteralmente da altri uomini enormi , dagli addetti alla sicurezza. Non c’è possibilità di avvicinarsi ulteriormente. Al mio arrivo, l’Arena presenta ancora molti posti a sedere vuoti, ma non ho alcun dubbio che per gli incontri principali ci sarà il pienone. E così sarà. IL cartellone prevede ben 11 incontri, tutti della durata di 3 riprese di 5 minuti con intervallo di 1 minuto per il recupero tra una ripresa e l’altra. Prima dell’ingresso ufficiale di ogni atleta, annunciato da Buffer con la sua voce ormai inconfondibile, su 6 mega schermi posti in alto, all’interno della grande  Arena, compaiono le interviste realizzate ai contendenti nel back stage, negli spogliatoi, nel dietro le quinte così che ciascuno comincia a farsi un’idea, attraverso i loro curriculum,  di chi e come combatterà, l’arte marziale da cui provengono, cosa pensano dell’avversario. Buffer annuncia un protagonista alla volta. Sugli  schermi li vedi uscire  dagli spogliatoi, seguiti dai loro   secondi (sempre almeno 3-4 persone al seguito), ed entrare nell’Arena accolti – a seconda della caratura dei personaggi -, dai boati della folla presente. Appena l’atleta si avvicina alla “cage”, un   addetto lo ispeziona, anche se tutti portano shorts attillati (e certamente non potrebbero nasconderci dentro un’arma o un oggetto contundente), bendaggi e guantoni indossati e pronti  dunque per combattere. Finita l’ispezione, entra in azione un altro specialista che cosparge della vasellina sulle arcate sopraccigliari, a tutti la stessa quantità e con gli stessi gesti esperti e le stesse modalità, quindi fa il suo ingresso nella gabbia. Per lo più molto concentrati e abbastanza tesi (nessuno sorride…) una volta al’interno dell’ottagono cominciano a saltellare o  a muovere la testa a destra e  a sinistra per liberare il trapezio dallo stress del momento, dalle tensioni accumulate nell’attesa. E così attendono l’avversario , il cui nome viene urlato dal solito Buffer. Si assiste al rito precedente, finché entrambi gli atleti sono all’interno dell’area di combattimento. Escono i secondi, l’arbitro centrale chiama al centro i contendenti, fa loro le ultime raccomandazioni  e  si parte: il match può cominciare. Tocca a loro, ai protagonisti e finalmente sotto i miei occhi, assisto per la prima volta ad un incontro UFC!  Noto subito però che guardare gli atleti combattere nella cage non è agevole. La rete e la porta mi impediscono di vedere bene quello che succede anche se sono a pochi metri. Anzi, di fatto l’incontro lo si segue molto meglio osservando uno schermo e il pubblico, mi accorgo, fa lo stesso. Si seguono gli incontri molto meglio guardando lo spettacolo come se lo si guardasse in televisione. Oserei dire che di spettacolo non ce ne sarebbe se così non fosse! L’UFC dunque solo in questo modo è spettacolo, in sintonia coi tempi e con le  moderne tecnologie. Ecco allora l’importanza della televisione a circuito chiuso nell’Arena. Ovviamente non tutti gli incontri sono belli. Alcuni sono molto sbilanciati, ossia vi è un’enorme disparità di rendimento tra un atleta e l’altro, c’è un vero e proprio dominio da parte dell’uno nei confronti dell’altro, come nel caso di Jimy Hettes, un giovane esperto di ju jitsu e judo contro Nam Phan , un californiano di origini vietnamite che incassa un sacco di colpi, viene proiettato a più riprese, ma che riesce a uscire da situazioni imbarazzanti e  a terminare l’incontro  tra gli applausi del pubblico che elogia il suo spirito indomito, pur perdendo per un divario abissale. Oppure finiscono molto presto, per colpi precisi  che vanno a segno implacabili, come nel caso di Johnny Hendrick (un texano dalla barba di un musulmano sciita) che ha messo K.O. con un perfetto gancio di sinistro alla punta del mento il suo avversario, il californiano di S. José, Jon Fitch. O come lo svedese Alexander Gustaffson, un bel atleta longilineo di 24 anni, che ha messo K.O. di diretto destro il californiano di El Segundo Vladimir Matyushenko, di ben 40 anni, a pochi secondi dall’inizio dell’incontro! Ma è verso la fine del Gala, quando entrano in scena i 4 che avevo conosciuto nel corso della conferenza stampa, che riesco ad emozionarmi di più. Nate Diaz e Donald Cerrone rappresentano l’ultimo incontro prima dell’arrivo dei colossi. Mi aspettavo ,anche qui, un confronto di stili diversi: Diaz che cerca di buttare a terra l’avversario per far prevalere la sua miglior disposizione alla lotta e Cerrone che lancia i suoi potenti attacchi di calcio e di pugno per evitarli. Invece per quasi tutte e tre le riprese abbiamo assistito…ad un incontro di boxe dove il più alto e longilineo Diaz ha impartito una sonora lezione a Cerrone, che in conferenza stampa  mi pareva più forte e spavaldo. Invece Diaz ha vinto per giudizio unanime e con largo margine un incontro che è stato per certi aspetti deludente per le ragioni succitate. E siamo dunque al match più atteso e importante, Brock Lesnar contro Alistair Overeem, e anche se l’incontro  non è valido per il titolo di campione del mondo, a battersi sono due autentici  giganti e sono certo che non mancherà lo spettacolo. Nel frattempo, in attesa che facciano il loro ingresso , faccio conoscenza di Randy Couture, un famosissimo campione di un recente passato nella UFC ( e che forse verrà in Italia allo Stage Nazionale  federale), e un altro grande e storico personaggio della lotta e dell’UFC (ha partecipato e perso nel secondo torneo a 8 del 1995  proprio contro Gracie), l’americano Dan Severn.  Sia Brock che Alistair non mi sembrano abbiano sudato più di tanto prima di salire nell’ottagono. L’olandese appare calmo, mentre al solito l’americano è teso  e contratto, e lo si vede. Sono proprio curioso di vedere se Overeem sarà di parola e se Brock, come pensavo, al via dell’arbitro centrale si butterà come una furia su Alistair.Di lì a poco resterò deluso:  niente di tutto questo. Il pubblico è ammutolito, la tensione è alle stelle. Tutti sappiamo che a quel peso, basta un colpo ben assestato  per  chiudere la partita e sono attentissimi alle mosse dei due. Entrambi si mettono in guardia, si portano al centro dell’ottagono  e noto subito che Overeem ha le braccia più abbassate di quando combatteva nel K-1 ovviamente, e una posizione più bassa e larga , con gamba sinistra avanti , che quella usata contro Peter Aerts . La ragione è semplice, ovviamente: gli atleti tengono le braccia all’altezza dei pettorali  perché le insidie arrivano sia di pugno e calcio, ma anche dagli attacchi alle gambe. Per questo il baricentro   della posizione di guardia è pure abbassato, per evitare di essere portati al suolo facilmente. Sia Brock che Alistair tentano qualche timido attacco di pugno, ma riescono a schivarli. Brock non osa attaccare l’avversario, ed allora  è Alistair  che rompe gli indugi a poco meno di un minuto dal’inizio dell’incontro e  mentre Brock è  quasi contro la rete della gabbia, gli lancia un poderoso colpo di ginocchio sinistro che va a schiantarsi contro il tronco del carro armato americano. E’ come se un missile fosse andato a segno. L’americano è visibilmente scosso, quasi piegato in due, ma anziché balzargli addosso  Overeem lo fa rimettere in posizione eretta  e dopo aver fintato un attacco di pugno,  sempre da guardia destra, scarica questa volta un poderoso calcio circolare sinistro che va perfettamente a segno nella zona del fegato dell’americano che si accartoccia in due contro la rete della gabbia. Finisce  seduto sul tappeto con la schiena contro la rete, ma nel regolamento UFC  non c’è conteggio in questi casi , quindi Alistair ,questa volta sì, è su di lui e mentre con la sinistra gli tiene la testa, con la destra lo colpisce tre volte di gancio. Interviene prontamente l’arbitro e decreta il TKO. Alistair ha vinto e ha mantenuto la promessa in poco meno di un paio di minuti, che sicuramente saranno stati lautamente pagati! Come tutto il pubblico, sono anch’io balzato in piedi per una “standing ovation” per il vincitore, e inneggio ad Alistair  che avevo dato vincente, ma anche perché negli ultimi due incontri ho visto come dei kickboxer  perfettamente allenati , possano impensierire e battere i lottatori. Overeem lo considero un kickboxer, uno striker  e prevedo grosse possibilità anche per i nostri atleti di ben figurare in questo nuovo aspetto delle Arti Marziali. Entra nell’ottagono anche un intervistatore ufficiale che pone le solite classiche domande: cosa pensi del tuo avversario, che farai adesso? E Brock Lesnar, in maniera del tutto inaspettata sia per i fans che per gli organizzatori, senza mezzi termini si complimenta con il vincitore, ringrazie i Fertitta per le opportunità che gli hanno dato  e dichiara che quello era il suo ultimo match della carriera. Dice che lo aveva promesso a sua moglie e ai suoi figli. Era tempo che si dedicasse a loro. Chiude così la carriera nell’UFC ,un poco amaramente, un figlio di questa moderna America.   Overeem è anche lui di poche parole: è andata come pensavo che andasse. E alla seconda domanda dice: “e ora toccherà la stessa cosa a Dos Santos!”, il quale nel frattempo era   a bordo ring e si godeva la sua fresca notorietà e sorrideva compiaciuto  all’idea di affrontare il colosso olandese. Sarà  sicuramente un altro match tutto da gustare perché anche Junior Dos  Santos è un lottatore puro, un grande esperto di Brazilian Ju Jitsu e dal confronto dei due modi fondamentali di combattere, nascerà l’interesse e la bellezza dell’incontro. Anch’io avevo avuto  la  mia bella esperienza e una volta in camera,  mi sono  chiesto come mai le MMA abbiano questo travolgente successo in America e tra poco, sono certo,   nel mondo intero. Ho rivissuto i sogni di coloro che hanno lanciato il “full contact karate” nel 1974: erano i progenitori degli ideatori dell’UFC, avevano combinato diverse arti marziali e creato una bella sintesi. Sognavano la gloria e il denaro che oggi stanno facendo quelli dell’UFC. Non mi ci è voluto molto per rispondermi: innanzitutto questo fenomeno poteva nascere solo negli Stati Uniti, dove esiste un popolo che va al sodo perché è un po’ rude, ama il confronto e la fisicità degli incontri. Poi credo di poter dire che il loro successo risieda nel fatto  che sono  un’opera di sintesi fantastica. Sono l’anello di congiunzione tra gli aspetti del combattimento da posizione eretta  con quelli della lotta e del lavoro al suolo. Sono il perfetto connubio di pugilato, kickboxing, muay thai, judo, lotta e ju jitsu. Mettono d’accordo tutti. Ciascuno è libero di  praticare quello che vuole e come vuole , di esprimersi come meglio crede e in fatto di combattimento reale, di vero confronto, che  il migliore prevalga. Soprattutto, unisce tutti praticanti e da sempre sono un convinto sostenitore che le Arti Marziali solo così possono  uscire dal buco in cui si sono auto-ghettizzate  da anni e anni per colpa di frammentazioni, divisioni, inutili e vuote dispute su chi è più bravo e più valido. Sono milioni e milioni i praticanti di Arti Marziali nel mondo. Solo attraverso una sana competizione tra tutte le forze in campo quelli dell’UFC sono riusciti nell’impresa vagheggiata, ma mai raggiunta, dei tanti Mike Anderson di questa o quella disciplina: ossia, di organizzare incontri che abbiano credibilità, un sacco di pubblico pagante sia al botteghino che in pay-per-view (si parla di 20-30 milioni di dollari a Gala incassati di soli diritti televisivi !), ma soprattutto l’attenzione dei media che in genere verso  le Arti Marziali è nulla. Signori, giù il cappello. Questi dell’UFC  hanno realizzato il sogno di molti e stanno rivitalizzando le neglette  arti marziali. Davvero bravi!, e presto li vedremo anche al Forum di Milano. Tenetevi pronti. Noi, ancora una volta,  ci saremo.

 Condividi su Facebook

Federazione Italiana
KickBoxing, Muaythai, Savate, Shoot Boxe


www.ilguerriero.it
Le riviste elettroniche

Il Codino Parlante Il Codino Parlante
Arti Marziali
Il Codino Parlante
Preparazione atletica
Il Codino Parlante
Pugilato
La rivista della
FESIK eDA
The Fighters Scrimia

mailContatti

note

note

Inizio pagina

stella www.ilguerriero.it