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A Ramnicu Volcea secca sconfitta per 4-1 dell’Italia di K1 nel circuito Wako-Pro World Grand Prix, ma gli azzurri sono andati meglio di quanto il punteggio possa indicare e che ci fa ben sperare per l’anno prossimo.

Romania amara

Di: Ennio Falsoni

La vittoria o la sconfitta fanno parte del gioco, lo sanno tutti gli sportivi. Quello che di fatto però conta è sempre come si vince o come si perde. E per un atleta serio, il fatto di guardarsi allo specchio e di non avere rimpianti per la vittoria o la sconfitta (come nel nostro caso), il fatto cioè di dirsi:” ho fatto tutto quello che potevo fare, ho dato tutto me stesso, per cui…, sono sereno ” -, è ancora più importante.

 

E’ un po’ la sintesi di quello che è successo lo scorso 18 marzo a Ramnicu Volcea, una cittadina a 150 chilometri da Bucarest dove il nostro quintetto azzurro è arrivato in pullman dopo essere atterrato all’aeroporto della capitale. La nostra compagine, formata da Tiziano Mascoli, di Mantova (60 chili),  Fabio Nubile (67) di Pescara , Roberto Cocco (75) di Torino, Lelio Ramunni  (81) di Bari e infine da Alex Rossi (94) di Treviso, e  diretta dai coach Marco Franza, Giorgio Iannelli e da Matteo Milani, affrontava una selezione romena per la prima volta. Infatti tutti gli atleti schierati dalla Romania  non avevano mai combattuto in Campionati Wako per delle ragioni politico-sportive interne (problema di gruppi concorrenti). Ma grazie alle promozioni di Eduard Irimia, già rappresentante del K1 giapponese sino allo scorso anno e  certamente il promotore principale delle attività professionistiche di kickboxing nel suo paese, un elemento nato nel pugilato in cui suo padre faceva il manager e l’organizzatore, a questi atleti è stata data un’opportunità di esperienza notevole attraverso i tanti tornei che ha organizzato in passato. L’abbiamo visto anche in Italia del resto: vi sono degli atleti molto validi che sono cresciuti al di fuori delle attività istituzionali della Federazione.

 

Personalmente, sapevo che gli atleti romeni schierati per questa seconda tappa della Wako-Pro World Grand Prix erano forti per averli visti combattere in diversi Gala, ma in cuor mio speravo che gli italiani avrebbero potuto fare bene. Rispettivamente, gli avversari erano Florin Lupu (60), Ionut Atodiresei (67), Marius Tita (75), Bogdan Stoica (81) e infine Andrei Stoica nei 94 chili. Come siamo arrivati a Ramnicu Volcea , gli atleti si sono tutti ritrovati al peso ufficiale dinnanzi a molti fotografi e alle telecamere di Protv che ha poi dato in diretta tutta la serata. Al peso, abbiamo subito notato la differenza di struttura fisica dei nostri primi due atleti ,Mascoli e Nubile, rispetto agli avversari, Lupu e Atodiresei: longilinei i nostri, corti e tozzi gli avversari, che presentavano fasce muscolari gonfie e possenti. Esattamente l’opposto degli altri 3, tutti ottimamente proporzionati e alti.

  

Sul ring, la sera dopo, abbiamo infatti assistito a questa contrapposizione di fisicità: i nostri erano atleti tecnici, in linea, puliti; gli avversari, due panzer che sparavano larghi ma potenti ganci che comunque mettevano in difficoltà i nostri alfieri. Tiziano Mascoli ha tenuto bene la scena per tutte e tre le riprese, ma ha lasciato che fosse l’avversario a dirigere le azioni. L’italiano aveva nel colpo di ginocchio l’arma in più rispetto all’avversario, ma per tirarla doveva necessariamente stargli vicino e vista la pericolosità dei suoi colpi di pugno, ha pensato bene di stargli alla larga, perdendo però – pur onorevolmente – l’incontro. Nubile invece  è stato centrato al volto  verso la fine della prima ripresa e ha cominciato a sanguinare abbondantemente dal naso, tanto che io temevo per la frattura del setto. Invece così non era, ma l’italiano ha davvero perduto nettamente, soverchiato dalla potenza del rumeno.

 

Sul 2-0, entrava in scena il torinese Roberto Cocco, atleta dal palmares prestigioso, certamente uno dei migliori  prodotti della scuola di Marco Franza, su cui contavamo molto. E Roberto non ha certo mancato le aspettative. Ha subito cominciato a tenere il centro del ring e restando sempre calmo e rilassato ha impartito una vera e propria lezione di kickboxing all’avversario che è stato surclassato soprattutto  sul piano pugilistico . Anche Marius Tita è finito sanguinante al volto, tanto che   annotavo la similitudine col match precedente. Bravo Roberto che vinceva all’unanimità e dava una speranzella a  questo vecchio guardone del ring. Ma a fugare ogni dubbio su chi avesse vinto quella sera, è sceso in campo Bogdan Stoica, atleta che – per averlo studiato su Internet -, si sapeva essere il più tecnico e pericoloso della squadra avversaria.

  

Contro di lui avevamo mandato in campo il barese Lelio Ramunni, mica l’ultimo arrivato, ma devo francamente dire che questo Bogdan mi ha davvero impressionato per la straordinaria velocità d’azione, per le  spettacolari tecniche di calcio e per la determinazione. Lelio è stato bravissimo a  passare indenne le sfuriate iniziali dell’avversario, pericolosissimo sempre e ad uscire un po’ alla distanza, nel senso che passata la tensione iniziale, ha cominciato a rispondere colpo su colpo ed allora la sfida era diventata un vero incontro. Ma tre riprese passano presto e quando si perde uno o due round, si è praticamente perso l’incontro. Sul 3-1 per i romeni, è chiaro che il risultato non aveva più importanza. Mi interessava però che anche Alex Rossi uscisse  integro dallo scontro col fratello di Bogdan, Andrei, anche lui accreditato come “migliore    dei due fratelli”. Figuriamoci! -, mi sono detto. Invece a mio avviso, assolutamente no. Alex ha commesso – anche lui -, di partire un po’ teso e col freno a mano tirato lasciando un margine di vantaggio all’avversario che poi non ha più colmato. Quando si è allentata la tensione anche per lui, è venuto fuori il vero Alex, in possesso di tecniche meravigliose di calcio che mi hanno fatto dire :-“Ah, se partivi credendo di più in te stesso!”.

Abbiamo così finito per buscare 4-1, ma con un certo rimpianto. Va anche detto che vuoi per la concomitanza con la manifestazione di Oktagon, dove all’ultimo momento abbiamo perso Angelo Campoli perché aveva preferito partecipare all’evento milanese che venire in Romania, vuoi per i Campionati d’Italia di tutti gli sport da ring (prova valida per le selezioni azzurre), l’Italia non aveva potuto schierare tutti i suoi migliori atleti. Peccato, ma Mario Zanotti, Giorgio Castoldi e Marco Franza, i preposti alla Commissione Pro della Federazione, già stanno dando l’avvio alle prove di qualificazione per la formazione della miglior squadra possibile per  il circuito dell’anno prossimo. Eduard Irimia, il promotore, ha davvero fatto comunque   un ottimo lavoro. Il suo Gala è piaciuto  persino a Sam Pagal di Eurosport che segue tutto il nostro circuito (includeva anche un titolo mondiale Wako-Pro  nei 71.800 di K1, con una vittoria spettacolare per K.O. del portoghese Arnaldo Silva contro l’idolo di casa Mihail Barbu nella quinta ripresa). Infatti il 31 marzo, nella sua trasmissione “Fight Club”, Sam Pagal manderà in onda in 60 paesi diversi una sintesi sia della manifestazione di Belgrado che quella di Ramnicu Volcea. Se si tiene conto che Sportv portoghese coprirà tutti i paesi africani e che Banderas Sport(brasiliana) farà lo stesso coi paesi sudamericani, otteniamo quella visibilità  mediatica che ci eravamo prefissi per le nostre attività.

 

E anche questa è una bella notizia per il nostro movimento  che sta notevolmente migliorando in tutto il mondo.

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