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Campionati Mondiali Kick Light

Di: Bruno Campiglia

Oramai è mia abitudine, oltre che sentito dovere, scrivere al ritorno da una trasferta con la Nazionale di Kick Light, e molti mi chiedono e mi sollecitano a farlo; perciò, sempre sull’onda emotiva di quanto successo, butto giù a braccio i miei pensieri e le mie sensazioni ancora fresche .

Questa volta siamo partiti insieme al K1, la Lowkick ed il Light, e quindi, diversamente dagli europei in Grecia, dove eravamo con Semi e Full,  abbiamo frequentato anche le nazionali che ci…. mancavano! Come sempre faccio, dedico un pensiero particolare a loro, perché, senza entrare nello specifico, che spetta ai rispettivi D.T., non posso far altro che elogiare il loro operato e le loro performances. Certo, eravamo tanti e non sempre si può fare tutto all’unisono, ma l’armonia e l’atmosfera erano quelle giuste, che danno carica e forza ai singoli! L’anno passato per noi era tutto nuovo, tutto da sperimentare e da provare, poi, con l’esperienza fatta, quest’anno ci siamo rimboccati se possibile ancor di più le maniche e abbiamo lavorato come ossessi. Quattro raduni, la partecipazione di molti a Coppa Europa e Coppa del Mondo, il trittico nazionale, gli Italiani Pro protratti fino al 6 agosto: tutto fatto per selezionare i più in forma! L'ambiente, il gruppo e la voglia di fare ci hanno permesso di superare le difficoltà logistiche di un paese accogliente ma che esce da poco da una guerra, quindi ancora indietro nelle strutture di accoglienza. Ma ci siamo organizzati, abbiamo fatto scudo alle difficoltà e affrontato la gara al meglio.

 

Parlo dei miei, parlo per me e parlo come sempre di quanto vissuto, e stavolta, bissando l’esperienza greca, parlo anche individualmente e faccio nomi. L’emozione fa brutti scherzi a questi livelli di competizione e, a mio avviso,  si poteva andare ben oltre il comunque ottimo bottino di tre bronzi ed un oro! oltre il fatto che gli altri sette sono entrati tutti nei quarti, solo due per sorteggio e gli altri sempre con match supplementare.  Ho lasciato a casa quattro categorie femminili, qualcuna perché ancora indietro di livello ed esperienza e qualcuna per altre esigenze; la 55 kg sarebbe stata della mitica Tricoci che però usciva da una operazione al crociato, si è ritenuto quindi in Federazione di farla partecipare solo nel Light e preservarla da rischi ancora elevati. Un pensiero particolare e speciale dovete invece permettermelo, è per la più sentita delle assenze, quella dei 65 kg di Chicca Pellino, lei che in due anni ha sbaragliato letteralmente tutta la concorrenza ed era una punta di diamante: …ebbene, ha fatto i conti con il destin , ed ora si può dire, il suo Mondiale l’ha vinto uscendo dal coma e dal brutto incidente che ce la voleva portar via: Chicca, eri lì con noi ed i ragazzi hanno combattuto anche per te!!!

 

Le medaglie di bronzo, tutte diverse e speciali; quella di Carletto Kummer è quella del cuore, nella categoria più numerosa lui, il più giovane, ha dato lezione di coraggio e anima a tutti, indicando l’unica via che porta al successo: quella del sacrifico, tre incontri e tre spettacoli, Carlo : mi hai commosso! Paolo Marangon è il nostro oro Europeo, e lui può e deve fare molto di più, ha numeri e fisico per farlo, la concentrazione però deve essere sempre al massimo, non a sprazzi, ma i suoi match sono sempre entusiasmanti, bravo!  Savino Messina, passa con il francese e trova in semi-finale il macedone di casa (che sarà per loro l’unico oro!); io non mi appello mai a sfortuna e furti, ma la mia clamorosa ed impopolare decisione di non farlo rimanere sul tatami per il verdetto era l’unica mia arma di protesta che in caso avrebbe portato conseguenze solo per me, (ed infatti nessuno ha protestato!), perchè quanto visto nel primo round è tutta l’antitesi dell’onestà che un arbitro dovrebbe avere: macedone bloccato dall’emozione e Savo aggressivo subito, abbiamo contato almeno venti colpi a segno nella prima ripresa, e le macchinette davano quasi la parità! di lì tutta una salita che lo ha spremuto vanificando tutti gli attacchi, ed il macedone che tirava al vento riceveva regali su regali: non ce l’ho fatta ed ho protestato come credevo giusto; mi scuso con chi non ha capito e non è d'accordo con me, ma lo rifarei !! L’oro di Andrea Ceresoli è qualcosa che ha sconquassato tutti, io personalmente ho rischiato l’infarto, ma anche gli altri non stavano meglio di me; torneo favoloso ed in finale, contro il fortissimo svizzero che picchiava come un fabbro quasi da contatto pieno, l’allievo di Milani ha fatto come il suo compagno di scuderia Kummer, cuore, grinta, anima e tanta volontà oltre una bellissima tecnica che ancora può migliorare, ma quando a quindici secondi dalla fine stava sotto di due, un rush finale con forze prese chissà da dove e tutto si rovescia con tre macchinette tutte per lui per un punto: MONDIALE !!!!!!

 

Grazie al “mio” vice Omar Vergallo, perché sempre prezioso e presente, lui che voleva esserci come atleta e che ha perso ad agosto l’occasione di venire, non ha mai fatto pesare questa condizione ma come in Grecia è stato determinante per il gruppo ed i risultati: Grazie Amico mio!! Grazie al Capitano, Stefano Paone, che ha sempre svolto il suo delicato ruolo con una dignità fuori dal normale, anche quando un match sbagliato l’ha messo fuori gioco per le medaglie, lui ha continuato a tenere tutti uniti: UNICO!!! Una menzione ed un pensiero particolare per i “quartisti” fermati ad un passo dal podio, comunque gagliardi e validi, qualcuno come detto è stato preso dall’emozione, ci sta, ma Claudia, Isma, Yuri, il “vecio” Ottavio (veramente mitico) , Francesco e Giuseppe sanno, abbiamo parlato  uno ad uno  e dovranno dare di più, per diversi motivi lo possono fare, e la loro conferma dipende solo da loro!

 

Un pensiero particolare a nostri atleti che mi hanno emozionato, che hanno dato l’esempio e che stanno una spanna sopra gli altri, ed i quali risultati parlano da sé: gli argenti di Mimma Mandolini nella Low Kick, di  Perissinotto nel Light e di Alex Rossi nel K1, e l’Oro della magnifica Valeria Calabrese (a quota quattro mondiali: due di Light e due di Full!!!) che parlano di Italiani con meno mezzi e possibilità di altre nazioni, ma di Italiani che valgono e dietro i quali deve partire una programmazione e l’esempio di come si possono battere e superare corazzate come Russia, Francia, Polonia e Ungheria per citarne quacuna che fa tendenza; noi D.T. dobbiamo chiedere di più e lavorare per questo. Siamo forti , valiamo e dobbiamo dimostrarlo sempre: Viva l’Italia !

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