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Stage con Bruno Campiglia e intervista

Di: Francesco Migliaccio

Sabato e domenica 7 e 8 maggio è stato organizzato al campo CONI di Avellino da Michele Del Percio uno stage di Kick Light con il DTN Bruno Campiglia, di cui ricordiamo ancora vivide le imprese dei tempi pioneristici della Kickboxing.

 

Un’epopea iniziata con le sorprendenti vittorie sul bergamasco Flavio Galessi, compianto allievo diretto del Presidente Falsoni e vincitore di Dominique Valerà, e continuata in un regno di  7 anni da campione del mondo, riuscendo a detenere 4 corone mondiali contemporaneamente. Questa la caratura dell’atleta, un peso massimo veramente forte e con uno stile di combattimento molto tecnico. Oggi il maestro Campiglia è il selezionatore della nazionale di Kick Light, nuova disciplina della WAKO con i propri campionati mondiali ed europei. L’evento patrocinato dal comitato provinciale CONI Avellino è stato fortemente voluto dal Presidente del comitato regionale FIKBMS Campania Gianni Di Bernardo per la diffusione ed il confronto nella regione con le metodologie e le linee guida adottate dalla Nazionale. Lo stage condotto dal maestro Campiglia è stato molto ricco di dimostrazioni e spiegazioni sul combattimento “intelligente” finalizzato a piazzare i colpi agli angoli e distanze giuste, limitando le possibilità degli attacchi avversari, cose fondamentali per gli esiti finali. E’ stata sorprendente la cura riservata agli spostamenti ed alla rapidità di azione per cui mi sento di esprimere una sincera ammirazione per una interpretazione molto moderna per la sua dinamicità. Per un approfondimento abbiamo svolto per gli appassionati la seguente intervista col  maestro Bruno Campiglia.  

 

Migliaccio: per ricordare ai giovani una delle sfide di Full Contact tra italiani più importante e indimenticabile, quali furono le soluzioni che ti permisero di prevalere nei due match sull’inarrestabile Galessi ?

Campiglia : sicuramente la mobilità ed il fattore sorpresa. Il grande Flavio lo avevo studiato e sapevo bene (visto che precedentemente aveva già battuto i miei contendenti alla nazionale) che come sua natura avrebbe cercato di chiudermi alle corde e scaricare le sue "bombe"; lavorai sulle uscite laterali ed i rientri sul tempo, inoltre, essendo mancino, sfruttai al massimo lo spostamento laterale a destra ed in controtempo la possibilità di mandare a segno i miei calci sinistri ... i due k.o. ,entrambi alla 2a ripresa, in sei mesi ed il resto ... sono storia.

Migliaccio:  le potenzialità di sviluppo della Kick Light come disciplina emergente sembrano enormi, trovi  in giro già consapevolezza di ciò e quale sviluppo prevedi ?

Campiglia: forse qualcuno ne è rimasto sorpreso, ma già a Napoli agli Italiani abbiamo avuto più iscritti nella Kick Light che nel Light. Ora tutti si aggregano al carro del vincitore, è normale, ma sei anni fà quando ho cominciato a  divulgare e promuovere i primi Italiani e Coppa Italia (dal 2003 al 2008 ininterrottamente) io e pochi altri (Vergallo, Fragale, Gerace per citarne qualcuno ...) siamo stati presi per quelli che non avevano altre chances, ed invece la nostra lungimiranza viene ora premiata. Del resto ho sempre creduto in me, le intuizioni e la voglia di sperimentare cose nuove l'avevo già dimostrata 26 anni fà con la partecipazione diretta ed in prima linea al progetto Light del Presidente Falsoni, fui il primo Campione Italiano dei massimi nell'85 ... e tra i redattori del primo regolamento, così come ho fatto ora con l'implementazione tecnica Federale per la Kick Light nel 2006, ... perciò, per me non c'è niente di sorprendente. Ripeto, ci ho sempre creduto, e chi mi ha visto lavorare, sà l'entusiasmo e l'energia che metto in questo progetto.

Migliaccio: come DTN selezionatore della Nazionale, cosa funziona  già bene e cosa vorresti migliorare ?

Campiglia: ho cercato (e molti mi dicono che ci sia già riuscito) di creare un'atmosfera ed un armonia di gruppo, tutti  sanno che nulla è scontato e tutti lavorano al massimo per ben figurare. Gli atleti forti ci sono, gemme grezze su cui lavorare ancora tanto, e ciò mi entusiasma. Però ancora mancano le attenzioni riservate ad altre blasonate specialità (è normale ...), tant'è che l'anno passato ci siamo tutti auto-tassati (atleti, società ed io) per portare la rosa al completo agli Europei, e l'avere fatto cinque-dico-cinque collegiali nell'arco dell'anno ed in tutta Italia la dice tutta sull'impegno profuso. Sono sicuro che in futuro otterremo pari opportunità.

Migliaccio: si potranno confermare gli importanti successi degli Europei 2010?

Campiglia: quest'anno ci sono i Mondiali. E' sempre difficile fare i protagonisti a questi livelli di competizione. Nel nostro caso l'incognita è rappresentata dalle poche possibilità di frequentare i tornei internazionali così come ad esempio fà il semi, io giro tanto per visionare più che posso , ma la migrazione da altre discipline è massiccia ed ancora in aumento, dovrei avere una testa con un tera-byte di memoria per ricordare tutti gli atleti di tutte le discipline WAKO ! Comunque il gruppo allargato c'è, come ho detto tutti stanno dando il massimo (pensa che ci sono ragazzi che vengono da me a Roma nei fine settimana per preparare le gare !) e la nostra sarà "una lunga estate calda", per parafrasare un celeberrimo film. Sceglierò a luglio i due papabili per categoria, e scioglierò le riserve a settembre. Ripeto, lavoriamo da matti e tanto ancora dobbiamo dimostrare!

Migliaccio: in un tempo in cui anche noi italiani siamo ormai più grossi rispetto ai tempi passati, come mai c’è difficoltà nel nostro paese a coinvolgere e far progredire talenti anche nei pesi massimi ?

Campiglia: il peso massimo è tutta un'altra cosa. Il fisico va costruito con più tempo, la crescita tecnica è più complicata, la parte caratteriale e delle motivazioni acquista un significato primario. Volontà e spirito di sacrificio raddoppiano. Quanti ragazzi oggi hanno voglia di dedicare tutto di se stessi ad una sola cosa ? Magari ci fossero, io mi farei in quattro per loro. La mia esperienza diretta la donerei volentieri a chi vuole ottenere qualcosa con il sacrificio.

Migliaccio: con la tua esperienza quali consigli vuoi dare e ritieni utili per i giovani che si avvicinano ai nostri sport,  per acquisire quei valori umani e quella forza di animo indispensabile per affrontare la vita prima che gli avversari sul quadrato di gara ?

Campiglia: non sognare ad occhi aperti, ossia: le cose per gradi senza esaltazione; portare rispetto per se stessi e la propria salute (mi riferisco a doping ed alchimie varie, scorciatoie meschine ed infami !), in automatico si darà il giusto peso alla sacralità della vita, nostra e di conseguenza degli altri; apprezzare ogni giorno di avere la salute è qualcosa a cui nessuno pensa, poi se viene a mancare .... Il sacrificio e l'abnegazione, così come la costanza, a volte fanno più del talento, sono quelli che danno continuità e ti fanno raggiungere i traguardi, nello sport così come nello studio e nel lavoro.

Con i saluti al maestro Bruno Campiglia auguriamo i migliori successi.

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