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La Sicilia ha recentemente ospitato una delle gare più importanti a calendario federale con quasi 600 atleti.

La Coppa del Presidente FIKBMS

al Palacannizzaro di Catania

Di: Ennio Falsoni

Sotto la sapiente regia di Carmelo Strano (presidente del comitato regionale siciliano) e di Riccardo Wagner, direttore tecnico delle nazionali seniores di Light Contact), che si sono davvero prodigati perché tutto filasse liscio, si è recentemente svolta al Palacannizzaro di Catania la Coppa del Presidente di semi e light contact, gara tra le più importanti del calendario federale perché una delle tappe fondamentali verso la formazione delle squadre azzurre che quest’anno dovranno difendere i nostri colori ai Mondiali di Skopje (Macedonia) in ottobre e a quelli di Dublino (Irlanda) in novembre.

 

Erano parecchi anni che la Sicilia non ospitava una gara così importante perché ritenuta troppo decentrata rispetto al resto del Paese, ma oggigiorno, grazie alla presenza dei voli low-cost all’aeroporto locale, si è ovviato anche all’inconveniente  della distanza. Sono così arrivati a Catania, da ogni parte d’Italia, quasi 600 atleti nelle varie classi e le moltissime categorie di peso, che si sono dati battaglia per l’assegnazione della vittoria finale.In un palazzetto che ospitava ben 7 aree di gara che hanno lavorato ininterrottamente dalle 11 del mattino alle 8  di sera, tra schermi per i punteggi del light contact e tabelloni elettronici per le aree di semi contact, sotto una gigantografia  della mia persona che mi sembrava da “grande fratello”  (idea del calabrese Giorgio Lico che è ormai diventato uno specialista  nel coreografare le nostre principali competizioni) , i migliori atleti sono scesi in lizza con grande cipiglio e hanno dato vita a incontri molto vibranti e spettacolari.

Ho seguito parecchie competizioni ovviamente, e mi è spiaciuto  che alcuni atleti azzurri, come Andrea Primitivi nel light contact, o  come Andrea Lucchese o Gloria De Bei nel  semi contact, delle colonne delle nostre nazionali, non si siano presentati ai nastri di partenza (Lucchese fungeva da coach della squadra dell’Aikya di Palermo, che è poi la società  di Gianpaolo Calajò). Andrea Primitivi era probabilmente impegnato col Milan (di cui è uno dei preparatori atletici), Lucchese  ha seri problemi a un ginocchio e Gloria, mamma a tempo pieno, chiaramente ha la testa altrove ormai. Ma tra gli atleti illustri mancanti all’appello c’erano anche Manuel Esposito (che proprio non si è visto a Catania) e il lombardo  Mimmo De Marco  che, come Lucchese, ha funto invece da coach dei suoi atleti.

 

Ma la carriera di un qualunque atleta, per bravo che sia, è a termine. Si sa del resto  e guai se non ci si prepara psicologicamente al cambiamento. Per quanto riguarda la squadra che ha trionfato a Pechino, vuoi per stanchezza fisica o mentale, raggiunto l’apice  della carriera, non resta ora che accettare la  naturale chiusura di un  ciclo  fantastico di successi. Il  vecchio gruppo si sta sfaldando, ma fortunatamente il nostro movimento ha risorse a disposizione per rimpiazzare quei grandi campioni con altri giovanissimi che si spera seguano le loro orme. Ma prima di parlare dei giovani,  mi ha stupito, ancora una volta su tutti, il lombardo Andrea Ongaro che a 46 anni suonati proprio non ne vuole sapere di appendere i guantoni al chiodo.”Mi diverto ancora troppo, è per me una droga” – mi ha detto.  Nei supermassimi ha dominato ancora una volta battendo in finale un giovane determinato e esuberante come Roberto Vaia, allievo di Giuseppe Del Gaudio che a sua volta aveva battuto in semifinale, con mia grande sorpresa,  il piacentino della Yama Arashi Gianluca Guzzon, ex azzurro che si è un po’ appesantito.

Della vecchia guardia, mi piace sempre guardare la compostezza, l’autorevolezza con cui tira, la grinta e la fredda determinazione di Gregorio “Grillo” Di Leo, davvero un super campione  che ha dominato nella sua categoria (74 chili) dall’alto di una classe immensa, categoria  che tuttavia ha messo in mostra un giovane talento destinato a crescere: il veneto Luca Padoan dell’Euro Kickboxing di Sottomarina di Chioggia che ha dato del filo da torcere a Grillo, ma solo nella prima ripresa. Della vecchia guarda, ammirevole per passione che nutre verso il nostro sport nonostante sia diventato padre da pochi mesi e la sua professione di medico è il napoletano Neri Stella che ho visto più forte (fors’anche perché salito negli 84 chili) , pimpante ,volitivo più  del solito. Tutti sanno che Neri usa solo una  gamba , ma non c’è niente da fare: riesce sempre a piazzarla dove e quando vuole e a vincere. Ha anche lui dominato nella sua nuova categoria dove in finale ha piegato il lombardo Marco Bubba della Fusion Team di De Marco appunto. Nei 79 chili (la vecchia categoria di Stella) si è invece infilato un altro veneto  di valore: Marco Nordio dell’Euro Kickboxing Team che in finale ha prevalso  sul calabrese Giorgio Ceravolo.

 

Se i succitati hanno rappresentato la “vecchia guardia”, ecco che la “nouvelle vague” ha visto un gradito ritorno alla vittoria: quella del piacentino Adriano Passaro, allievo di Gianfranco Rizzi, già campione del mondo, che negli ultimi anni è stato un po’ chiuso dalla presenza ingombrante del palermitano dell’Aikya Andrea Lucchese. Adriano ha sostenuto dei buonissimi incontri e in finale ha dovuto veramente tirare fuori le unghiette per avere la meglio contro il giovanissimo campione juniores Georgian Cimpeanu, della scuola del maestro  Lanzilao,  di Anzio. Nei 57 chili, si è imposto ancora una volta un altro giovane calabrese allievo di Giorgio Lico, Vincenzo Gagliardi che tuttavia in finale ha trovato il compagno di squadra Maurizio Sciarrone col quale ha dato vita ad un’esibizione di   semi contact  piuttosto che a un match vero.

Mi è piaciuto infine un altro veneto che a Loutraki ha vinto l’oro negli Europei Wako: parlo del peso massimo Paolo Niceforo che nei -94 chili ha battuto agevolmente Francesco Bruno della società Goshin Ryu di Benevento. Tra le donne, mi sono molto piaciute   nella loro accesissima finale Giulia Cavallaro (Thunder Pizzo) – che poi ha vinto -  e la Valentina Barbieri di Chioggia . Due peperine che ve le raccomando. Ma in questa categoria (50 chili) sta avanzando a larghi passi la laziale Veronica Lanzilao  che si è nettamente imposta tra le juniores,  un’altra atleta davvero splendida per souplesse e tecnica.

Ovviamente ho seguito maggiormente gli incontri di quegli atleti che conosco di più o dove sapevo ci sarebbero stati degli scontri diretti in vista dell’assegnazione della maglia azzurra. Ho comunque osservato moltissimi altri incontri, sia di light che di Kick-Light dove ho visto con piacere che atleti come Ivan Sciolla e Stefano Paone, campioni del ring, si siano divertiti a gareggiare in questa nuova specialità che sta sempre più prendendo piede. Insomma è stata una kermesse notevole per intensità e partecipazione. E chi aveva avanzato dubbi sulle capacità organizzative dei siciliani, beh credo proprio si debba ricredere: è stata un’ottima Coppa che mi sono sciroppato dall’inizio alla fine.

Ed ecco tutti i risultati ufficiali – Coppa del Presidente 2011

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